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Autore: _hayato    28/01/2017    1 recensioni
"Non so dove dovrebbe portare questa lettera che diventerà sempre più lunga, so solo che mi piacerebbe tanto tornare indietro a quando avevo venticinque anni e scegliere di restare. Vorrei dire al me stesso giovane e privo di aspirazioni che quello non è il meglio a cui può aspirare, ma è l'unico modo che avrà mai di sentirsi completo.
E so che dirtelo adesso non serve a niente, che ho buttato al vento la mia occasione quindici anni fa ed adesso sono solo un povero e patetico idiota di mezza età che crede ancora di essere un ragazzino, ma voglio farlo lo stesso."
[spamano][human!au]
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Barcellona, 12 febbraio 2016

 

Querido, vorrai perdonarmi se al posto del mittente ho scritto un nome che non è il mio, ma sono sicuro che se avessi fatto diversamente avresti gettato il pacco senza nemmeno darvi uno sguardo.

A dirla tutta sarebbe arrogante, da parte mia, anche solo sperare che tu possa ricordarti di me: sono passati quindici anni ed insieme non ne abbiamo passato nemmeno uno, non posso pretendere di aver lasciato su di te un segno tanto forte da imprimerti la mia esistenza nella memoria come tu hai fatto con me.

A questo punto, quindi, immagino i tuoi occhi dorati che scrutano la carta confusi, il tuo bel viso mosso da un'espressione infastidita, la tua voce aspra e squillante ed il tuo accento marcato nel chiedere "e questo chi cazzo è?". Ma non posso rivelarlo subito, perché altrimenti stracceresti tutto e chiameresti tuo fratello per urlargli addosso che è stato un idiota a recapitarti questa roba.

Ringrazia Feliciano, a proposito, è stato gentile con me, nonostante sia solo un povero idiota che ha visto solo una volta quasi vent'anni fa.

Mi sarebbe piaciuto, avere un fratello come lui, forse mi avrebbe aiutato a capire prima tante cose, ma non posso davvero incolpare il mio essere figlio unico per tutte le scelte stupide che ho fatto nella mia vita. Scelte che comunque, non condanno, dato che mi hanno portato  ai quaranta con una straordinaria bambina di sei anni che dorme tra le braccia e una vita che è valsa la pena di vivere, che quindi non cambierei per nessun motivo al mondo.

Ma se ti scrivo oggi è perché stamattina, mentre compilavo le carte del divorzio che la mia bellissima Sofia mi ha messo sul tavolo ad ora di colazione nonostante fosse il giorno del mio compleanno, mi sono reso conto che non mi dispiace davvero, lasciarla andare. Ci siamo amati tanto ed insieme siamo stati felici, ma per quanto abbia lottato fino all'ultimo per far funzionare questo matrimonio, ho sempre saputo che non era la persona giusta, che ad entrambi mancava qualcosa. Ed è stato così anche con Mercedes nove anni fa, con Leòn prima di lei, con Tomas, Helena e tutti quelli che li hanno preceduti, al di fuori di te.

Ho realizzato che in tanti anni sei proprio tu, nonostante il breve spazio che hai occupato nella mia vita, l'unico a cui non mancava niente. Non che avessi qualcosa di più, né di meglio, rispetto agli altri, ma in te, in noi soprattutto, c'era qualcosa di diverso, che ho cercato inconsciamente per tutti questi anni ma che non ho mai trovato.

Forse, come mi hai urlato addosso il giorno in cui sono partito, è semplicemente il fatto che tu non sia mai stato mio per davvero, forse quello che cerco è il tuo rifiuto, il tuo disprezzo, il tuo essere infedele e sfuggente. Forse è il modo in cui mi guardavano i tuoi occhi, il freddo criticismo con cui mi analizzavano, la stregoneria per cui riuscivano a sembrarmi un porto sicuro illuminati alla luce dell'alba quando ti lasciavi tenere tra le braccia. Forse è la passione forte e devastante che avevi in tutte le cose, quella che ti scottava dall'interno e attorno a cui girava tutta la tua vita. Forse è il modo in cui sapevi guardarmi dentro, l'arte che impiegavi ogni volta che mi distruggevi e mi creavi da capo, meglio di prima, meglio di quello che ero.

Non so dove dovrebbe portare questa lettera che diventerà sempre più lunga, so solo che mi piacerebbe tanto tornare indietro a quando avevo venticinque anni, e scegliere di restare. Vorrei dire al me stesso giovane e privo di aspirazioni che quello non è il meglio a cui può mai aspirare, ma è l'unico modo che avrà mai di sentirsi completo. E mi sono reso conto adesso, pensando al tempo trascorso insieme una vita fa, che alla fine avevi ragione a rifiutarmi ed allontanarmi continuamente, perché nonostante il mio essere terribilmente fastidioso e logorroico non ti ho mai detto niente che ti desse motivo di fidarti di me.

E so che dirtelo adesso non serve a niente, che ho buttato al vento la mia occasione da quindici anni ed adesso sono solo un povero e patetico idiota di mezza età che crede ancora di essere un ragazzino, ma voglio farlo lo stesso.

Perché, se malauguratamente ti capitasse di pensare a me, voglio che tu non metta in dubbio nemmeno per un istante il fatto che io ti abbia amato sul serio, non per noia, per avventura o semplice autocompiacimento, ma perché ritengo impossibile non innamorarsi stupidamente, perdutamente ed irrazionalmente di te.

E se, sempre malauguratamente, ti capitasse di passare per Barcellona, sappi che la mia proposta è ancora valida.






Partiamo con una premessa fondamentale: non so quando e se continuerò questa storia. Al momento sono nel pieno della mia prima sessione, con un'altra long in corso che devo assolutamente continuare per una questione di principio, sono in un periodo in cui l'ispirazione va e viene e non sono nemmeno nel pieno del mood per questa storia in particolare, tant'è che questa bozza è rimasta tra i miei appunti per la bellezza di sei mesi prima che trovassi improvvisamente la voglia di pubblicarla. Per non parlare del fatto che non so gestire bene le long (tant'è che tranne una, le mie sono tutte incomplete, come potete vedere perché sono ancora tutte lì a ricordarmi la mia vergogna) e che questa, in particolare, mi da la forte impressione di essere più matura di quanto io sia come persona, ma sentivo il bisogno di pubblicarla, perché boh, lì dimenticata tra appunti cretini o inoltrata a caso a pochissime amiche mi metteva tristezza. Non so come andrà a finire, ma ho voluto provare.
Spero che questo prologo vi sia piaciuto e spero vivamente di continuarla, perché, nonostante io non l'abbia ancora metaforicamente messa su carta, è una storia che sento molto e a cui tengo.
Grazie a chiunque legga e a presto (spero)!

   
 
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