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Autore: Lizhp    28/01/2017    2 recensioni
“Quindi non si vede più a scuola… un ragazzo dell’ultimo anno che faceva lezioni con lui ha detto che se ne è andato in Messico”
Messico.
Ma allora perché non mi ha detto niente, in fondo mi vedeva tutti i giorni. E poi mi ha sempre detto che per qualsiasi cosa lui ci sarebbe stato.
Magari quello che stavano dicendo quei ragazzi non era vero.
“A fare cosa in Messico?”
“Dicono che sia scappato dopo aver litigato con la moglie…”
“Aveva anche due figli, no?”
“Sì… dalle voci che girano, sembra proprio che sia scappato con un uomo!”
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis, Fortunè Penniman, Paloma Penniman, Yasmine Penniman, Zuleika Penniman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17: Grazie Babbo Natale!

 
25 Dicembre 1992
 
È Natale!
Questa mattina mi sono svegliato e sotto l’albero nella sala dei nonni c’erano davvero tantissimi regali!
L’anno scorso ho scoperto che Babbo Natale non esiste; ho avuto uno dei miei soliti attacchi di sonnambulismo ma la porta non era stata chiusa a chiave: infatti Yasmine, dopo essere andata in bagno, aveva dimenticato di richiuderla.
Così ho camminato nel sonno e sono sceso in sala. La mamma si è così tanto spaventata, perché non mi aveva notato e perché era convinta che la porta fosse chiusa, e ha urlato così io mi sono svegliato.
Non ho capito subito cosa stava succedendo, ma sul tavolo c’erano dei giochi e il papà aveva la carta regalo in mano e mi osservava quasi dispiaciuto.
Ricordo che la mattina dopo la mamma ha rimproverato Yasmine per essersi dimenticata della porta, continuava a ripetere che avrei potuto finire chissà dove.
Chissà se c’è un modo per guarire da questa cosa. Non sono molto contento di girare in giro di notte, a volte spavento anche le mie sorelle che dormono in camera con me. Ci sono abituate ormai e lo sanno che faccio così, ma quando dormi tanto e qualcuno si mette accanto al letto e ti fissa non è mai bello.
Eppure non lo faccio apposta.
Ma stavo pensando ai regali!
Sì, ce n’erano davvero tanti e anche se io ho scoperto l’anno scorso che Babbo Natale non esiste, Zuleika è ancora piccolina così abbiamo dovuto tutti quanti tenere il gioco.
Ad ogni regalo che aprivamo urlavamo “Grazie Babbo Natale!”
È stato divertente.
Adesso mi viene da pensare che tra qualche giorno si torna a casa e la cosa non mi piace.
Sono triste, perché non voglio tornare a Londra, qui mi sento così lontano da tutte le cose brutte che succedono in quella città.
Ma anche felice perché il mio pensiero va sempre alle lezioni di pianoforte.
Continuo a suonarlo insieme a papà, ma mi piacerebbe prendere lezioni serie per capire se quello che faccio adesso è giusto o no.
Ogni sera, dopo che papà mi insegna un pezzo di una canzone che conosce, provo a suonare qualcosa io. Non qualcosa che mi hanno insegnato, qualcosa che mi viene schiacciando i tasti, qualcosa che non esiste. Ho imparato a riconoscere i suoni dei tasti e li schiaccio in base a quello che io immagino come una bella melodia.
Papà mi fa sempre i complimenti, ma io devo capire se me li fa solo perché è il mio papà o se quelle note, una dietro l’altra, stanno davvero bene.
 

 
 

Capitolo 18: Sacha Ardakov.

 
10 Gennaio 1993
 
Sacha Ardakov.
Mi sono ripetuto questo nome nella mia mente moltissime volte questa mattina, per paura di dimenticarlo. Ho chiesto alla mamma se era sicura che fosse quello giusto almeno un centinaio di volte, infatti lei alla fine era talmente stanca di sentirmi che mi ha detto “sei un tormento” ed è andata ad occuparsi della pappa di Fortuné.
È un nome russo davvero difficile da tenere a mente e fin da quando mi sono svegliato questa mattina ho cercato di imprimerlo bene nella mia testa.
È il nome del mio insegnante di pianoforte, oggi ho fatto la mia prima lezione.
In realtà non è andata bene come speravo; ha tirato fuori uno spartito e io sono entrato subito in ansia.
Non so ancora leggerlo e inizio a credere che non ci riuscirò mai.
Lui sembrava così seccato dal fatto che io non leggessi le note, mi ha detto che non sa in che altro modo insegnarmi a suonare il piano.
Si è presentato alla porta di casa nostra vestito per bene, con i corti capelli neri perfettamente in ordine. La prima cosa che ho notato è stato il suo naso un po’ troppo lungo.
Quando però ci siamo seduti al piano e lui ha tirato fuori gli spartiti, ho scordato del tutto quel suo buffo naso.
Mi sembra un po’ cattivo. I suoi occhi scuri si chiudevano in due fessure strettissime ogni volta che io non facevo giusto il solfeggio.
Incredibilmente quando le due ore sono passate e lui è uscito dalla porta, mi sono sentito meglio.
Mi era sembrato quasi di essere tornato a scuola, mi sono sentito molto stupido.
Quale bambino, dopo che gli è stato spiegato come fare, non riesce a leggere le note sullo spartito?
Sembrava arrabbiato quando è uscito dalla porta.
Mamma deve aver notato il mio sguardo triste: “Domani andrà meglio, Mica” mi ha detto, scompigliandomi i capelli e promettendomi il mio piatto preferito per pranzo.
Le ho sorriso e le ho detto che ne ero sicuro, anche se ho mentito: so che si è impegnata molto per trovarmi qualcuno che potesse insegnarmi a suonare il piano, non voglio deluderla.

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Buongiorno! E di nuovo late late late late late X
Richiedo scusa, anche questa volta non sono riuscita ad essere puntuale. 
E anche questa volta doppio capitolo, perché... ahm, boh, semplicemente perché mi andava :3
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va :)
Alla prossima!
   
 
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