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Autore: Giuls_BluRose    28/01/2017    1 recensioni
|Dedicata a Rohan| Gohan, Videl e Pan abitano a New York.
Dal testo:
“Mi porti un po' di cioccolata? Prima l'ho chiesta a papà, ma mi ha detto di no.”
Pan mise il broncio, facendo intenerire la donna: Gohan era molto attento all'alimentazione della figlia ed erano rare le volte che le faceva mangiare una quantità di dolci superiore a quella che lui riteneva essere quella corretta ed era poca, veramente poca.
La bambina sapeva che le regole erano più facilmente trasgredibili con Videl, perciò era sempre a lei che chiedeva.
“Sai che papà non vuole, adesso vado di là e ti prendo qualcosa. Se ti porto anche un quadretto di cioccolata di nascosto mi prometti che non lo dici a tuo padre?”
Videl ridacchiò, vedendo la figlia promettere immediatamente.
Andò in cucina, trovando il marito seduto su una sedia con la lettera in mano, stava leggendo attentamente e aveva un'espressione intraducibile in volto.
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Pan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lullaby

 

You're loud out on the floor and you're not sure

you can take this anymore.

So just give it one more try with a lullaby

and turn this up on the radio.

If you can hear me now

I'm reachin' out to let you know

that you are not alone.

 

“Gohan, giù c'era una lettera per te, te l'ho messa sul tavolo.”
Videl era appena tornata a casa da una giornata piena di lavoro e aveva recuperato la posta, portandola in casa.
Il marito stava giocando con la figlia nella camera ben decorata della piccola e inizialmente non la aveva sentita rientrare.
Pan aveva convinto Gohan a giocare con lei e lo aveva fatto sedere davanti al piccolo tavolino rosa per fare finta di prendere il tè; l'uomo aveva accettato l'invito della figlia e in quel momento stava ridendo vedendo la bambina parlare animatamente con il proprio peluche preferito.
Videl si era messa a guardare la scena silenziosamente con la schiena poggiata allo stipite della porta, sorrideva teneramente e sembrava che nessuno dei due della stanza avesse riconosciuto la sua presenza.
“Mamma!”
Pan si era voltata verso la porta e aveva visto una figura non troppo alta e dai corti capelli corvini, si era alzata subito e le era corsa incontro, facendosi prendere in braccio.
Videl la sollevò salutandola e le baciò la guancia, mentre Gohan si alzava da terra e si sistemava i pantaloni.
“Ciao piccola mia, tutto bene?”
La bimba annuì e si lasciò coccolare dalle braccia materne, mentre la ragazza le scompigliava giocosamente i capelli.
“Papà stava prendendo il tè con me, sai?”
Gohan sorrise a quelle parole e si avvicinò ai due, baciando velocemente le labbra della moglie, per poi mettersi di fianco a lei, carezzando il braccio.
“Gohan, c'è una lettera per te sul tavolo di cucina.”
L'uomo annuì e si avviò nel corridoio, lasciando Pan e Videl da sole; la madre allora la mise di nuovo a terra e la guardò per qualche secondo: indossava una semplice maglietta azzurra con delle farfalle colorate e dei leggins bianchi panna. Era una bimba molto graziosa, assomigliava in tutto e per tutto a Gohan, anche se parte del carattere lo aveva ereditato da Videl, come per esempio la determinazione e quel pizzico di dolcezza che non faceva mai male.
“Mamma, mi prepari la merenda per favore?”
La stava guardando con i suoi occhioni enormi e nerissimi, che riuscivano sempre a persuaderla a fare qualsiasi cosa la bambina gli chiedesse; erano occhi ipnotici, neri come la pece, ma in grado di emanare un calore unico, proprio come quelli di suo marito.
“Cosa vuoi mangiare?”
La bimba ci pensò qualche secondo, si vedeva perchè aveva le labbra leggermente tirate e le braccia incrociate tra di loro; poi i suoi occhi si illuminarono, facendo intuire a Videl la sua richiesta.
“Mi porti un po' di cioccolata? Prima l'ho chiesta a papà, ma mi ha detto di no.”
Pan mise il broncio, facendo intenerire la donna: Gohan era molto attento all'alimentazione della figlia ed erano rare le volte che le faceva mangiare una quantità di dolci superiore a quella che lui riteneva essere quella corretta ed era poca, veramente poca.
La bambina sapeva che le regole erano più facilmente trasgredibili con Videl, perciò era sempre a lei che chiedeva.
“Sai che papà non vuole, adesso vado di là e ti prendo qualcosa. Se ti porto anche un quadretto di cioccolata di nascosto mi prometti che non lo dici a tuo padre?”
Videl ridacchiò, vedendo la figlia promettere immediatamente.
Andò in cucina, trovando il marito seduto su una sedia con la lettera in mano, stava leggendo attentamente e aveva un'espressione intraducibile in volto.
Gli si avvicinò silenziosamente, posando una mano sulla sua spalla.
“Gohan, va tutto bene?”
Lui si voltò verso la moglie, facendole cenno di sedersi sulla sedia accanto alla sua, Videl vide la sua strana espressione e fece quello che le era stato indicato, prendendogli una mano nella propria.
“Ehi, va tutto bene?”
Gohan scosse la testa con aria rassegnata, allungandole la lettera silenziosamente per fargliela leggere; la moglie iniziò a leggere le parole stampate sul foglio, cercando di coglierne completamente il senso.

-Egregio Signor Son, siamo lieti di annunciarle che il suo progetto in ambito medico-sanitario per la modifica dei farmaci per l'epilessia è stato apprezzato dalle compagnie californiane. Con il suo permesso saremmo lieti di averla qua con noi e lavorare con lei per la sperimentazione nei massimi centri di ricerca di Los Angeles e San Francisco. Distinti Saluti.-

Videl sentì nascere un'immensa gioia nel proprio cuore: sapeva bene quanto Gohan tenesse alle sue ricerche e vedere il suo sogno realizzarsi gli riempiva l'anima di felicità. Non capiva perchè non riuscisse a cogliere la stessa gioia anche sul volto del corvino, non riusciva a cogliere i pensieri del marito.
Gohan era senza parole, non sapeva se essere felice o meno di quella notizia; certamente era lieto che il suo progetto fosse stato apprezzato, ma era incerto se accettare l'incarico. Andare in California per settimane, lasciando a New York la moglie e la piccola Pan, che alla fine aveva soltanto quattro anni: sarebbe stata una scelta saggia?
L'eterno dilemma tra lavoro e famiglia, quello che il mezzo Saiyan non avrebbe mai voluto affrontare.
Videl sembrava aver capito quello che stava pensando il marito, bastava un solo sguardo per capirsi; strinse più forte la sua mano, donandogli un dolcissimo e calorosissimo sorriso.
“Non puoi tirarti indietro Gohan, è un'occasione d'oro per te e lo sai bene.”
Il ragazzo sospirò, chiaramente non era convinto, affatto.
“E dovrei lasciarvi qua da soli per settimane intere? Pan è ancora molto piccola, ha soltanto quattro anni. Non lo so Videl, sarebbe una grandissima opportunità, ma ho paura di fare la scelta sbagliata e far soffrire nostra figlia.”
Lui abbassò lo sguardo, cercando di fare chiarezza nella sua mente: avrebbe veramente voluto far realizzare quel progetto, ma aveva il grandissimo timore di far soffrire la figlia.
Videl si alzò dalla sedia, andando ad abbracciare forte il marito: sapeva che il ragazzo in quel momento era confuso e aveva bisogno di sostegno.
“Ne abbiamo già parlato molte volte: non sarò io a dirti cosa devi fare e l'ultima parola sta a te, ma io ti chiedo di pensarci seriamente. Possiamo venire anche io e la piccola per qualche settimana, oppure faremo in modo di vederci tutte le sere su Skype, troveremo un modo anche con il fusorario. Ti prometto però che se accetterai la proposta non ti lasceremo da solo, ti seguiremo come una vecchia ninna nanna; ricordi Lullaby? Ricordi che ce la cantavamo tutte le sere quando non eravamo insieme e ci mancavamo a vicenda? Faremo uguale, saremo sempre accanto a te in qualche modo e ti sosterremo qualsiasi cosa accada. Non voglio farti sprecare una splendida opportunità come questa, pensaci tesoro.”
Gohan si strinse più forte tra le braccia della ragazza, istintivamente, e inspirò il suo odore: Videl aveva ragione e lui lo sapeva bene, ma aveva bisogno di qualche giorno per prendere una decisione.
“Grazie cara.”
La corvina sorrise, lasciandogli un dolce bacio sulla guancia.
“Mi prendo qualche giorno per pensarci, ma tu non credo che avrai tutto questo tempo.”
La ragazza guardò Gohan senza capire, mentre vedeva una piccola risatina che nasceva tra le sue labbra.
“Pan, credo stia aspettando la sua merenda.”
Videl si voltò verso la porta e vide la bambina in piedi davanti ad essa, con le braccia incrociate al petto e un adorabile broncio sul volto.
“Mamma, ho fame!”
I due ragazzi risero appena, facendo accomodare la piccola sulla sedia e iniziando a prepararle la merenda; no: con lei non avrebbero mai avuto tempo per riflettere su quello da fare, avrebbe sempre vinto lei, per qualsiasi cosa.



Note dell'autrice:
Salve a tutti ragazzi!
Sono tornata con questa piccola piccola OS stranamente Fluff, ma ci sta dai!
Un paio di cose:
1) Gohan e Videl si sono trasferiti nella Grande Mela per lavoro nella mia mente, quindi non iniziamo a croticare questo particolare. L'avviso "What If" è per questo.
2)La canzone iniziale è "Lullaby" dei Nickelback
Come ho scritto già nella introduzione questa cosuccia è un regalo di compleanno per Rohan, spero che ti piaccia vecchietta mia! <3
So che ti piace questo gruppo, quindi mi sono detta: perchè no?
Ed ecco qua quello che sono riuscita a creare.
Sai che è veramente difficile tornare alla OTP Het se ti abitui a scrivere Slash?(?)
Abbè.
Detto questo vi saluto, mi farebbe piacere se mi faceste sapere cosa ne pensate.
Un bacione immenso!

Giulia Pierucci
 

   
 
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