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Autore: Awesomissima123    29/01/2017    2 recensioni
"Ma tu, Dnipro, scorri impietoso e superiore sulle ingiustizie, giudice silenzioso delle cose deprecabili e, giammai, io farò mai singola parola di ciò che tengo chiuso entro l'ombra e l'anima."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ucraina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Vyhodila na bereg Katûša na vysokij bereg na krutoj."*

Era acqua oppure sangue?
Dnipro, tu sapevi forse rispondere con cosa bagnavi i piedi e le caviglie?
Acqua oppure sangue?
Tu, Dnipro, limpido e chiaro conservi memoria di ogni singola goccia di sangue? Conservi il ricordo di ogni brandello marcio nelle tue acque e nell'anima di tre fratelli?
Sei ristoro?
Dnipro, sei punizione ed espiazione.
E tuttavia, ben pochi hanno capito che persino la tua punizione devono meritarsela, ancor più del perdono.
Ma tu, Dnipro, scorri impietoso e superiore sulle ingiustizie, giudice silenzioso delle cose deprecabili e, giammai, io farò mai singola parola di ciò che tengo chiuso entro l'ombra e l'anima.
Su queste sponde, in tempi tanto lontani, promisi di essere silente, stringendo la mano di mio padre.
Figlia, madre, sorella: lo promisi allora al Rus', lo promisi ai suoi occhi fieri e saggi, nella commozione ingenua di una bambina, nell'improvvisa responsabilità affidatami, io promisi silenzio ed impegno.
Sulle tue sponde, Dnipro, tornai ed avevo tra le braccia chi ha confuso il mio sangue con le tue acque.
Silenziosa sono roccia, silente ritorno sovente ad appigliarmi a ricordi troppo lontani che perdono contorni e diventano quasi fantasia, entrano nel meraviglioso e di meraviglioso non hanno più nulla.
Si perde velocemente il confine tra nazione e persona, nell'eterna dicotomia di ciò che é bene, ciò che é desiderio e ciò che deve essere fatto.
Dnipro, lui che tendeva la mano a bagnarsi nelle sue acqua ed era così piccolo e già così segnato.
Eravamo tutti segnati e non c'è stato ristoro, non c'è stata espiazione: le acque gelide hanno ferito pelli che non sono mai state delicate.
Promisi, ancora, allora, silenzio giacché nella decisione stessa dell'assenza di parole, non esiste chi può costringere a tacere, loro non lasciano le labbra grazie ad un intento personale.
Allora, Dnipro, acqua o sangue?
Con cosa bagni ora le mie caviglie mentre cerco ricordi consolatori di un'infanzia negata?
Lui, Dnipro, lo ricordo piccolo e spaventato e provo a sovrapporlo all'immagine di ora.
Servì in tempi passati.
Lui che tende la mano come io la tesi a mio padre, me lo ricordo. Lui che la stringe a cercare sostegno per passi ancora incerti.
Lui che, così piccolo, scoppiò a piangere appena arrivato tra le mie braccia, me lo ricordo.
Sono ricordi che tengo stretti, Dnipro, ricordi che consolavano.
Con cosa bagni, le mie caviglie, osservatore crudele di notti troppo scure ed albe troppo rosse e vermiglie?
E se mi abbassassi a lasciare che anche le dita si gelino nelle tue acque io saprò, lo saprò con tutta me stessa che quei ricordi, ora, non basteranno più, non sono mai bastati.
Lui, me lo ricordo ed non basta.
E ciò che taccio, perché non può lasciare le mie labbra, é solo una constatazione razionale e per questo dolorosa.
Nei miei ricordi, quelli che la mente vuole infarcire di tenerezza, c'è la consapevolezza ovvia e palpabile, gela più delle tue acque, lì dove scoppia un latente odio.
L'unica cosa che posso ricordare é che lui, neanche quando tendeva la mano, poteva essere meno dannoso.
Lui, neanche da bambino, é stato facile.

Ed allora, Dnipro, cosa resta senza ricordi?
Il silenzio della disperazione? Il vuoto dell'aridità?
Con cosa bagni le mie caviglie, Dnipro?
Silenzio, non risponderai.
Silenzio, non domanderò oltre.



"Sulla sponda camminava Katjusha, sull'alta, ripida sponda."


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Non è altro che il verso della celebre canzone popolare "Katjusha", appunto, la cui traduzione chiude la flashfic.
A tal proposito, il russo non rientra tra le lingue che conosco, quindi, per la traslitterazione mi sono affidata ad un sito. Se qualcosa è sbagliato, vi prego, fatemi notare la castroneria! Grazie!

Dunque. Cosa dire. Nulla di particolare, la fanfiction si spiega da sè, non ha grandi pretese se non quella di dare dignità ad un personaggio troppe volte presentato come inetto, debole e insopportabile (per quanto mi riguarda), potrei scrivere tante cose ed, anzi, volevo farlo ma la stesura mi ha fatto così patire da lasciarmi più arida di qualunque altra cosa.
Non so se ringraziare o incolpare _hayato per avermi dato, inconsapevolmente l'idea di scrivere qualcosa su Aph Ucraina. Io la ringrazio, forse voi la incolpate. CHI LO SA.
NEL DUBBIO, la dedico tutta a lei.
Hey, ciao, puttanella.

E nulla, lo sapete che faccio schifo nelle note finali, quindi, grazie mille a chi ha letto, a chi vorrà farmi sapere qualche opinione e ciao.
Alla prossima (lo dico sempre ma poi torno dopo anni, ricordatevi che Awesome esiste sempre, è l'anatema dell'awesomeness).


QUINDI

CIA' BELLI!
   
 
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