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Autore: Yumiko    30/01/2017    1 recensioni
[Crossover YGO/CCS] Cosa succederebbe se il Re dei Giochi incontrasse Sakura e venisse a conoscenza delle carte di Clow? Impazzirebbe di gioia, naturalmente!
(dal testo)
Non appena la ragazzina si fu allontanata di qualche metro, Yami se ne saltò fuori con un'altra delle sue: "UN MOMENTO!"
Yuugi ebbe un sussulto. "Si può sapere cos'hai da urlare?", domandò infastidito, riapparendo - sconsolato - accanto all'amico.
"Non hai sentito? Ha detto che sta cercando una carta. Una carta, Aibou! Potrebbe esserci utile!"
"Ma veramente io ho capito che stava cercando un animalet - "
"NO! HA DETTO CARTA! UNA CARTA! Devo farti lo spelling? C-A-R-T-A!"
Silenzio. Per l'ennesima volta.
Meglio smetterla di contraddirlo. E all'istante.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dark/Yami Yuugi, Yuugi Mouto
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: è un'autentica cavolata, prendetela così com'è lol
Risale all'ormai lontano 2014 e, sinceramente, non so perché avessi tentato di scrivere una fic comico-demenziale, visto che non ne sono mai stata in grado XD In ogni caso, era troppo senza senso per non condividerla perciò spero vi possa far sorridere e... niente, io vi ho avvertiti! XD

Ps. Atemu sarà chiamato Yami, per comodità.


 


Corri, piccolo Yuugi, corri!
 
 




"E' tardi! E' tardi!"(*), strillò uno Yuugi sudaticcio, con i capelli arruffati e le scarpe slacciate, mentre correva a più non posso verso casa.
"Sono in ritardo! In arciritardissimo!"(*), ripeté, ansimando, per poi fermarsi qualche istante per riprendere fiato. L'anima di Yami comparve accanto al ragazzino, sfoderando un sorrisino divertito quanto bastava per rendere Yuugi ancora più ansioso di quanto già non fosse.
"Smettila di guardarmi così, arriveremo in tempo! DOBBIAMO arrivare in tempo! E' questione di vita o di morte, capisci?!", e gesticolando a destra e manca in mezzo alla strada, immaginò sua madre su tutte le furie con tanto di mestolo in mano teso all'aria, pronta a fargli una lavata di capo che non si sarebbe dimenticato per tutta la vita. Mai arrivare in ritardo per cena, mai.
...Peccato che fosse già in ritardo. Un ritardo terrificante.
Yami trattenne a stento una risata e posò le mani sui fianchi. "Beh, Aibou, tecnicamente io sono morto, sai, a me non fa molta differenza.", notò il giovane faraone con un pizzico di malizia. "Oh, senza offesa.", aggiunse – un momento dopo.
Yuugi per poco non cadde sul marciapiede, guadagnandosi un bel bernoccolo in testa.
"Farò finta di non aver sentito.", grugnì, accingendosi a riprendere la disperata corsa verso il traguardo che, pressappoco, distava ancora un chilometro.
"Solo una domanda, Aibou..-", intervenne più tardi lo spiritello di Yami, pensieroso e con l'indice sulle labbra.
"COSA? COSA C'E'?"
"...Niente, ecco, non sapevo che fossi il bianconiglio."
Questa volta Yuugi finì scaraventato lungo e tirato sull'asfalto, un po' per l'esilarante simpatia del suo doppio, un po' perché i lacci delle scarpe avevano fatto la loro parte.
"Si può sapere, di grazia, come diamine fai a conoscere quella storia? Sei nato ai tempi di Ra, per Giove, come cavolaccio hai fatto a riconoscere una citazione che, tra l'altro, ho detto circa dieci minuti fa?!?"
"Ero preso a guardarti sbraitare come una donzelletta che vien dalla campagna(**), mi è passato di mente.", si difese l'altro, grattandosi una guancia e sorridendo amorevolmente. "Per il resto, ho solo curiosato nella tua libreria; ci sono ancora libri di quando eri un piccolo fagottino azzurro, che cosa tenerella.", concluse, saltellando sul posto e battendo le mani.
D'accordo, d'accordo. Lasciamo perdere., Yuugi alzò gli occhi al cielo ed evitò l'ennesima scenata, non senza una certa difficoltà. In ogni caso, era certo, non avrebbe comunque avuto l'ultima parola; non quando l'altra parte a controbattere era un giovane faraone che vantava la bellezza di cinquemila anni e che, per qualche irrazionale motivo, lo conosceva meglio di quanto non si conoscesse lui.
Sì, lasciamo stare.
"Suvvia, Aibou, smettila di fare l'offeso. Lo sai che l'ultima parola è mia - e mia soltanto, dovresti averci fatto l'abitudine ormai, no?", gli occhi ametista di Yami furono percorsi da un scintillio che a Yuugi sembrò quasi agghiacciante.
Sorvolò, ancora. Insomma, era deciso a lasciar perdere, a metterci una pietra sopra, a riprendere la sua lotta contro il tempo senza dover tenere il muso al suo migliore amico... Sul serio. Lo voleva. Solo che poi la sua adorabile controparte se ne uscì con un:
"Certo che però quell'espressione imbronciata ti rende ancora più... Kawaii!".
...SBAM!
Il bel faccino di Yuugi si stampò nuovamente sul marciapiede, rosso più di vergogna che per l'effettivo schiaffo ricevuto dal cemento, mentre lo spiritello del faraone se la rideva di gusto, fino a farsi mancare l'aria.
"Do...Dovre...Dovresti vederti Yuugi... Sei co...cosi...-"
Una scintilla dorata, un incontro di anime, e la situazione si capovolse: Yami stramazzato per terra che ancora rideva senza essersi accorto di nulla, e Yuugi pacificamente nascosto in un angolino del Puzzle del Millennio.
"Ora la mamma se la sente lui, ah!", sentenziò il ragazzino, puntando un pugno per aria a mo' di segno di vittoria.
Quanto si sbagliava, ancora non lo sapeva.
"...AIBOU! Come hai osato...?! Come hai... Oh."
Silenzio.
Una bambina (***) dai grandi occhi verdi lo stava guardando con un punto interrogativo sulla testa, le labbra increspate in un sorriso confuso e le mani nascoste dietro la schiena.
"Hai bisogno di aiuto?", chiese, dubbiosa, osservandolo con una nota di perplessità.
Il Faraone Senza Nome si affrettò ad alzarsi; si spolverò i pantaloni, si sistemò la giacca, e cercò a sua volta di sorridere in modo convincente.
"Grazie, no, io.. Ecco.. Posso spiegarti.. Vedi...", Yami si grattò la nuca, tentando di temporeggiare quanto più possibile. In fin dei conti non avrebbe potuto giustificarsi, no.
In effetti no.
Yuugi, questa me la paghi. Dall'altra parte, per tutta risposta, arrivò una risata.
Un filo di vento scostò la frangetta dalla fronte della ragazzina, tornando al suo posto non appena il sussurro cessò, scomparendo in mezzo alle chiome degli alberi.
Silenzio. E sudore.
Yami deglutì, sospirando. Abbassò la testa, si guardò i piedi, e poi ebbe un'illuminazione; un'illuminazione di quelle che, secondo lui, sfioravano la genialità.
"Vedi, piccolina, io sono.. Un mago!", e così dicendo aprì le braccia e alzò gli occhi verso il cielo, con sguardo solenne, nemmeno stesse cantando l'inno nazionale. Sempre che sapesse cosa fosse, un inno nazionale.
"Posso sapere come ti chiami?", chiese subito dopo, per non darle il tempo di fare eventuali domande o osservazioni sul suo discutibile stile di apprendista.
...Cosa che fece comunque.
"Mi chiamo Sakura, signor mago dei miei stivali."
L'espressione bonaria di Yami mutò in una maschera di allucinazione.
Sakura ridacchiò alla sua reazione e cominciò a guardarsi intorno, preoccupata. "Senti, non è che per caso hai visto un animaletto bianco, con due lunghe orecchie e gli occhi blu?"(****)
"...Il bianconiglio?"
"Come, scusa?"
Silenzio. Di nuovo.
Non era proprio la sua giornata quella, affatto.
L'ombra del piccolo Yuugi affiancò il faraone, con fare divertito. "Sei proprio uno scemo.", affermò il sedicenne, cantilenandolo scherzosamente.
"Sicuramente sono meno idiota di te, Aibou.", rispose il doppio, stizzito, ad alta voce, guardando un punto di fianco a sé.
Sakura osservò la scena, scettica. E decise di svignarsela. "Non importa, ci penso io, in fondo è solo una carta che scorrazza in giro per una città sconosciuta...", farfugliò, affrettandosi a svoltare l'angolo per lasciarsi alle spalle quel tizio-mago-rimbecillito che parlava da solo...?
Non appena la ragazzina si fu allontanata di qualche metro, Yami se ne saltò fuori con un'altra delle sue: "UN MOMENTO!"
Yuugi ebbe un sussulto. "Si può sapere cos'hai da urlare?", domandò infastidito, riapparendo - sconsolato - accanto all'amico.
"Non hai sentito? Ha detto che sta cercando una carta. Una carta, Aibou! Potrebbe esserci utile!"
"Ma veramente io ho capito che stava cercando un animalet - "
"NO! HA DETTO CARTA! UNA CARTA! Devo farti lo spelling? C-A-R-T-A!"
Silenzio. Per l'ennesima volta.
Meglio smetterla di contraddirlo. E all'istante.
Yami si lanciò quindi all'inseguimento: svoltò in una via secondaria, prese una scorciatoia, salì una salita e rotolò - letteralmente, quasi - per una discesa. Niente, quella ragazzina era scomparsa.
Quando tutte le sue speranze sembravano ormai in procinto di svanire, il faraone scorse poco più lontano una luce abbagliante verso la quale, ovviamente, si precipitò.
"SAAAKURAAA!"
....SBAM!
Prima che riuscisse a capire contro chi, o cosa, fosse andato a sbattere, il ragazzo vide un morbido manto tigrato, e qualche centimetro più in alto un paio di bianchissime zanne.
"Oh."
Una tigre. Una tigre sorridente.
"Salve, signora tigre... Scusi se l'ho disturbata, non volevo!"
Errore più grande non avrebbe potuto commetterlo, probabilmente; ne ebbe la conferma un battito di cuore dopo, quando la cosiddetta signora tigre iniziò a sbraitare, ferita nell'orgoglio.
"Come osi... Darmi... Della.. SIGNORA?!", sbottò ringhiando il bel micione che, se non fosse stato per il perfetto tempismo di Sakura, avrebbe cenato con arrosto di faraone e contorno di Yuugi.
"Kero chan!"
Kero chan (o Cerberus per i non-amici) borbottò qualcosa tra sé e sé e si allontanò di malavoglia dal suo piatto che, a vederlo così, sembrava anche abbastanza appetitoso; andò a sedersi sotto ad un albero, a debita distanza, senza schiodare lo sguardo da quell'antipatico intruso.
Yami perse una quindicina d'anni. Per quanto possibile, s'intende. Tuttavia, si ricordò del motivo che l’aveva spinto ad arrivare fino a lì, e si dimenticò di tutto il resto, come se niente fosse.
"Dov'è questa carta?", chiese, evitando accuratamente di fare contatto visivo con Kero chan, il quale era - ancora - decisamente offeso per essere stato scambiato per una femmina.
"Non è compito tuo ritrovare e sigillare le carte di Clow, puoi anche sparire, spazzolino.", ringhiò Cerberus, camminando sinuosamente avanti e indietro, pronto ad attaccare in qualsiasi momento.
"Carte di Clow..? Oh Ra, devono essere carte rarissime se nemmeno io, il Re dei Giochi, ne ho mai sentito parlare.", rifletté, mordicchiandosi un labbro per concentrarsi meglio.
"Non credo che la carta che stanno cercando abbia a che fare con il Duel Monsters, Yami. Ora smettila di importunarli e andiamo a casa, siamo in un ritardo catastrofico!", Yuugi 'prese' per un braccio il suo doppio e tentò di spostarlo, senza alcun risultato. Ovviamente.
"Un attimo, voglio almeno vedere una di queste carte.", piagnucolò l'ex sovrano, imbronciato come un bambino. "Posso?", si rivolse a Sakura quasi con le lacrime agli occhi, con uno sguardo da cerbiatto che avrebbe fatto pena a chiunque. Anche a Seto Kaiba.
Sakura sorrise - ignorando il fatto che avesse appena parlato da solo un'altra volta - e gliene porse una.
Yami allungò la mano per afferrarla, ma i suoi sogni si infransero nel giro di un paio di secondi: finì sdraiato per terra - di nuovo - con Kero chan sullo stomaco, un bernoccolo che non sarebbe andato via per oltre un mese, e tre uccellini che cinguettavano felicemente sopra di lui.
"Carte di Clow... Carte di Clow..."
 
 
 
 
"Sei proprio uno scemo, Yami.", concluse Yuugi, con del ghiaccio sulla fronte e sua madre in cucina che gli stava impartendo una ramanzina da un'ora e mezza perché, chiaramente, erano arrivati in ritardo.
Per una volta, non giunse risposta.
 
 
Fine


Note
(*) Citazioni da "Alice nel Paese delle Meraviglie" (Il Bianconiglio)
(**) Citazione da "Il sabato del Villaggio", di Giacomo Leopardi (è acculturato il nostro Atemu lol)
(***) Ho usato il termine "bambina" perché, in fondo, nella versione originale Sakura ha soltanto dieci anni XD (14 nell'adattamento italiano).
(****) La descrizione fa riferimento alla carta della velocità (ep 30, nell'anime comunque non appartiene a Sakura, ma a Shaoran)

Se siete arrivati sin qui... Complimenti! E grazie! Se vi va lasciatemi un commentino, si accetta tutto. 
A presto!
Yumiko

 
  
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