Era un giorno normale, come tutti gli altri. Cell ormai era stato sconfitto e tutti viveno nella più completa tranquilli-
GOHAAAAAAN

"Quel bambino non cambierà mai, ha preso i peggiori difetti di suo padre" si lamentava Chichi, pronta a distruggere una montagna per cercare suo figlio... quando poi capì

"Ormai non c'è più niente da fare con lui, tale padre tale figlio" si calmò mentre accarezzava la sua pancia.

"Promettimi, piccolo mio, che non diventerai appassionato delle arti marziali come il tuo papà" sorrideva, sapeva cosa si nascondeva all'interno del suo ventre, ma non Gohan. Quello sarebbe stato il giorno in cui glielo avrebbe detto.

Un fratellino... come avrebbe reagito? Non avevano mai parlato di una cosa simile... sarebbe stato abbastanza responsabile da occuparsi del suo fratellino? Lei era preoccupata... come avrebbe vissuto il piccolo senza il suo papà?
In fondo si sentiva un po sicura di come sarebbe cresciuto, lei stessa crebbe senza sua madre e inoltre lei aveva Gohan.

...

Un Gohan spaventato e tremante si avvicinava a passi felpati verso la sua stanza quando...

" Son Gohan" 

Gohan si irrigidì sul posto, e ora sua madre cosa gli avrebbe fatto?

"Vieni qui, dobbiamo parlare" 

Chichi non sembrava particolarmente arrabbiata, ma seria.

Gohan si avvicinò alla sua giovane madre, incantevole, ma lui sapeva di cosa lei fosse capace. Aveva la testa abbassata pronto a subire ogni genere di ramanzina.

"Siediti" disse lei sedendosi sul divano.

Si sedette.

"Mi dispiace, mamma. Prometto che farò tutti i compiti e che studierò il doppio domani" no, non era questo quello di cui voleva parlargli Chichi. 

Il sorriso di lei si allargò sempre di più dinanzi a un Gohan interrogativo e perplesso. Un sorriso? Dove erano le urla di cui lui era abituato? Era felice dopo la morte di suo marito?

"Gohan, io..."

Ricapitolando, era una sera tranquilla, i grilli cantavano e suonavano le melodie migliori del loro repertorio e-

COOOSA?!

"T-Tesoro..."

Chichi era sconvolta, mai sentì suo figlio urlare così forte.

"Mamma! Io te lo avevo detto che Papà si sarebbe fatto sentire in un modo o nell'altr-!" si blocchò.

"Cosa c'è, Gohan?" 

"Lui è qui... ciao papà!" rideva, mentre guardava un muro. Gohan sentiva l'aura di suo padre, anche se era morto.

Chichi lì per lì non capì ma quando guardò il muro il suo cuore si scaldò, già, suo marito era lì.

...

Passarono i giorni, le settimane, i mesi. Era una giornata tranquilla, solare e-

GIAAAAAAAAH

-basta io mi licenzio! *butta a terra il copione pestandolo*

"Gohan sta tranquillo. Tutte queste urla sono normali" disse Bulma, convinta di quel che diceva.

Un annoiato Vegeta si appoggiò al muro infastidito.

"Non sono venuto alla nascina di mio figlio e devo assistere alla nascita del figlio di Kakarot?" si lamentava lui, infastidito da quel Kakarot che in un modo o nell'altro era sempre lì, infastidito da quei perdenti degli amici di quel saiyan, infastidito dalle urla della NeoMamma-Vedova, infastidito dal figlio piagnucolone, infastidito da sua moglie e... in poche parole infastidito dal mondo intero.

"Dottore! Abbiamo dei problemi!" urlò una donna che uscì dalla stanza dove si trovava Chichi.

"Arrivo!" il dottore entrò di fretta nella stanza senza sprecare un secondo.

"Mamma!" urlava Gohan, voglioso di entrare in quella stanza, voglioso di tranquillizzare la sua mamma, ma era fermato da un Crillin preoccupato e spaventato dalla forza combattiva di Gohan che si alzava sempre di più.

"Non agitarti e diminuisci la tua aura" diceva Junior nella sua solita posizione, fermo, braccia incrociate e occhi chiusi.

Gohan lo ascoltò, sedendosi. Una goccia di sudore rigava il suo volto.

"UMPF ANDIAMO! è il figlio del guerriero più forte dell'universo, un saiyan per giunta! Suo fratello ha sconfitto il perfetto e fortissimo Cell completamente da solo e sua madre è una furia scatenata e tu mi stai dicendo che QUEL BAMBINO possa nascere con l'aiuto di semplicissimi attrezzi come quelli di questi dottori senza cervello?! Lo dicevo io che dovevamo andare al mio laboratorio!" urlava Bulma, stanca di rimanere calma ad aspettare. 

"Non sei d'aiuto" disse Tenshinan facendo cenno con la testa verso Gohan.

"S-Sto bene" commentò lui infuriato mentre cercava di trattenere il suo immenso potere.

Passarono un paio di ore e finalmente tutto si fermò. Non si sentiva più nulla ormai.
Tutti guardavano la porta della stanza mentre si apriva.

"Il padre del bambino è pregato di entrare" fece la donna di prima uscendo dalla stanza, piangendo.

Bulma cadde a terra sconvolta mentre tutti gli altri ridevano.

Gohan si alzò mentre tutti lo osservavano avvicinarsi. Aveva lo stesso sguardo di quando scese in campo contro Cell, come se dovesse prepararsi per fare qualcosa di pericoloso.

"Non puoi entrare, ragazzo. Può entrare solo il padre" 

Si fermò. Abbassò la testa e continuò il suo cammino verso quel letto che pareva lontano kilometri.

"Ciao bambino mio" diceva orgogliosa una Chichi stanca, ma felice. 

Era un bambino tutto uguale al padre, la capiglitura a palma e nera come il carbone, occhi neri come i capelli e uno sguardo infantile e curioso come quello del padre. Aveva un corpicino minuscolo ma già sentiva la sua aura più potente di quella di un normale bambino.

Gohan non potè non piangere. Si sentiva così in colpa dopo lo scontro contro Cell... non poteva non esserlo dopo aver ucciso suo padre, dopo aver tolto a suo fratello una figura paterna ed aver tolto alla sua cara madre l'amato marito...

...

"UCCIDILO GOHAN O TE NE PENTIRAI" 

Nessuna risposta.

"PRESTO! MUOVITI!"

"No."

"Gh..." 

"Lui merita una fine lenta e dolorosa..."

...
E' passato un anno ormai da quando lui nacque.

Un pianto straziante svegliò Gohan dal suo incubo peggiore. Il suo fratellino si fece notare dalla prima notte. Non voleva che il suo fratellino svegliasse sua madre perciò si avviò velocemente verso la sua culla che si trovava nell'angolo della sua camera.

"Ciao Goten. Non dormi mai, eh?" era felice di vederlo. Amava il suo sorriso, quello speciale che gli riservava suo padre che stranamente sapeva fare anche Goten.

Mentre avvicinava il biberon verso la bocca di Goten sentì un'aura ingrandirsi. Si guardò intorno pronto a combattere quando...

"Goha... Goha...!" il piccolo alzò un grande vento distruggendo tutta la stanza mentre Gohan lo guardava senza parole, era sua l'aura?

Era così concentrato verso la strabigliante potenza del piccolo che notò solo dopo la folata di vento che il suo fratellino iniziava a dire la sua pria parola.

"Su Goten! Gohan! Gohan!" nulla da fare ormai dormiva, non gli restava altro da fare che tornare a-

"EH?! DOV'E' IL MIO LETTO?!"

"Guarda fuori dalla finestra" Junior apparì senza problemi sulla sua finestra indicando un letto completaente distrutto sul prato.

"Uff... grazie Goten" si lamentò lui mentre si precipitava a riportare il letto all'interno della stanza per aggiustarlo.





SPAZIO AUTRICE

Vorrei avvertirviche per il nome del capitolo non si parla di Goten ma di un personaggio inventato da e che apparirà nel secondo capitolo (non avevo programato di fare un capitolo di introduzione così lunngo).
Ci saranno 3 nuovi personaggi in programma e non credo di andare oltre con i personaggi inventati. Se ci sono problemi di ortografia (specialmente con la M) capitemi... la mia tastiera non mi vuole molto bene u.u

Se avete dei consigli da darmi o volete critichare qualcosa su questo capitolo fatelo pure, i commenti sono fatti apposta.

Detto questo vi saluto, ciao!