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Autore: musa07    03/02/2017    4 recensioni
"È indubbiamente una cosa bella da vedere Yurio che dorme.
Primo perché, abbandonato nella dolce alcova delle braccia di Morfeo, non oppone nessuna resistenza a farsi guardare. Improponibile anche solo da pensare poterlo fare quando è sveglio; star lì, a fissarlo. Pena, sicuramente la morte [...]
Ma tutte quelle volte non valgono neanche lontanamente quanto questi piccoli momenti.
Quegli attimi prima in cui Yurio si svegli. Dove - mentre dorme sereno, di fianco, una mano sotto il cuscino, l’altra pigramente abbandonata sul tuo fianco - puoi ammirare ogni singolo dettaglio, ogni singolo frammento di quel volto praticamente perfetto.
Come in quel momento ..."
E niente, son andata in fissa con Yurio e, tadan: ecco uscita questa mini one-shotina dove ci possiamo beatamente perdere a fissarlo mentre dorme
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Yuri Plisetsky
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola premessa doverosa,
nonché anche – più o meno – seria:
ormai Yuri P. anche per me è Yurio;
ecco perché nel testo che troverete qui sotto l’avrò nominato così.
Spero che la cosa non vi turbi ^//^.
(A me turbano le immy di Yurio in versione maggiorenne,
ma questi son dettagli …)
Btw, seconda cosa: il pov è volutamente dal punto di vista di #nonsicapiscechi,
questo perché ognuno di voi si senta libero di mettere chi preferisce.
Detto questo, enjoy and save the unicorns
 
 


 
 
Gli occhi a volte sono un gran problema, parlano anche se non dovrebbero farlo
 
 

È indubbiamente una cosa bella da vedere Yurio che dorme.
Primo perché, abbandonato nella dolce alcova delle braccia di Morfeo, non oppone nessuna resistenza a farsi guardare. Improponibile anche solo da pensare poterlo fare quando è sveglio; star lì, a fissarlo. Pena, sicuramente la morte.
A volte ti viene il dubbio che quando si trova sul ghiaccio – con il pubblico con il fiato sospeso per le sue prodezze – non si renda conto di aver migliaia di occhi puntati addosso. Molto probabilmente – ridi – se ne avesse piena consapevolezza, farebbe una delle sue facce delle migliori dai chiari intenti omicidi. Anzi, a pensarci bene, quelle facce a volte le fa. E lo sai bene, visto che l’hai osservato tanto di quelle volte a bordo pista. E, ridendo internamente, ti chiedi ogni volta a cosa mai stia pensando.
 
Ma tutte quelle volte non valgono neanche lontanamente quanto questi piccoli momenti.
Quegli attimi prima in cui Yurio si svegli. Dove - mentre dorme sereno, di fianco, una mano sotto il cuscino, l’altra pigramente abbandonata sul tuo fianco - puoi ammirare ogni singolo dettaglio, ogni singolo frammento di quel volto praticamente perfetto.
Come in quel momento, dove anche nella penombra della stanza, i capelli biondi di Yurio mantengono i loro splendidi riflessi dorati, e quando i lampi rischiarano l’interno della camera, quei riflessi sono in grado di assumere tonalità ancora più calde e dorate.
Ti impossessi proprio di una di queste ciocche dorate, portate ora leggermente più corte rispetto a quando vi siete conosciuti, facendoti scorrere quei fili aurei tra le dita, lasciandone cadere gli ultimi ciuffi che si vanno a posare delicatamente sulla punta del suo naso.
Soffermi l’attenzione sui capelli biondi sparsi per il cuscino, i lineamenti delicati ma al contempo volitivi – è cresciuto ormai - la forma degli occhi. Quegli occhi belli anche da chiusi, e la tentazione di svegliarlo, proprio per poter vedere quelle splendide gemme che si porta incastonate nel volto, è tanta. Quegli occhi di cui ancora non hai imparato a dare un colore, perché cambiano. Cambiano in base all’umore di Yurio, al suo stato di preoccupazione o felicità. Al tempo atmosferico. Se si trova sotto il cielo della sua fredda Russia piuttosto che sotto un sole cocente che, per inciso, lui non sopporta, e quelle volte in cui l’hai trascinato in spiaggia è stato un insulto e un rimbrotto continuo dall’inizio alla fine. Per non parlare di quando, alla sera, ti eri ritrovato seduto sul suo sedere a spalmargli la crema lenitiva sulle spalle arrossate e lui ti aveva accusato, per tutto il tempo della delicata operazione, di averlo fatto apposta.
Ti eri limitato a sorridere enigmatico, perché forse sì, l’avevi davvero fatto apposta. Per poter aver la scusa di prenderti cura di lui. Di poterlo sfiorare …
All’inizio era stato così difficile riuscire ad andar oltre a quel muro che Yurio aveva rispetto al normale contatto umano. Figurarsi parlare di coccole o quant’altro. Yurio graffiava e soffiava, proprio come un gatto, di fronte a qualsiasi dimostrazione d’affetto. Mostrava le unghie, digrignava i denti …
Ora, gli unici segni di graffi che porti addosso, sono quelli che hai sulla schiena. Quando Yurio – sotto di te – si aggrappa alle tue spalle e si lascia andare. Senza più cercar di trattenersi, ma anzi, gemendo di piacere in quella maniera così erotica e naturalmente sexy che ancora ti rimbomba nelle orecchie, il cui ricordo è ancora in grado di procurarti più di un brivido lungo la schiena.
 
Le dita si posano, ora lievi, sul suo volto. Scivolano lungo le labbra leggermente socchiuse, per risalire lungo la punta del naso e cercar poi di appianare quella piccola, quanto adorabile, ruga d’espressione sulla fronte per frenare, infine, la loro corsa tra i capelli.
Ripensi a quando lo vedi sorridere. I suoi sorrisi che col tempo, con te, son diventanti più rilassati. Belli perché rari e sinceri. Che gli arrivano dal cuore, senza nessuna forzatura, proprio perché quelle volte in cui Yurio sorride, il sorriso gli arriva direttamente dal cuore.
Osservi l’alzarsi e l’abbassarsi ritmico del petto alla cadenza del respiro profondo e quieto. Respiro calmo e regolare che niente ha a che vedere con quello ansante di qualche ora prima.
Rubi ancora una volta la sua immagine immersa in quel sonno beato, sonno che vi siete concessi solo all’alba. D’altronde, era più di un mese che non vi vedevate ...
 
Immerso in questi pensieri, non ti accorgi che due occhi color acquamarina ti stanno fissando.
 
- Da quanto sei sveglio? – borbotti, colto in flagrante.
- Da un po’ … - è la risposta detta ghignante perché ha colto perfettamente il rossore colorarti le guance, e lui adora vederti in imbarazzo. Gli dà una sorta di soddisfazione maligna. Come se si vendicasse di tutte le volte in cui sei tu a farlo arrossire.
Restate un istante in silenzio, prima che si tuffi, con i suoi soliti movimenti aggraziati e felini, tra le tue braccia. Accoccolandosi sul tuo petto.
- Ehi, micetto … - e, sì: il tono che hai non nasconde minimamente la tua contentezza gongolante per quel gesto.
- Hum, freddo. – ribatte laconico, affondando il viso sul tuo petto.
- Seh, seh … - ribatti divertito, riprendendo ad accarezzargli i capelli, fino a spezzare nuovamente il silenzio dopo un pò.
- Senti tigrotto … - ma non fai a tempo a continuare.
- Non chiamarmi tigrotto. – mugugna, mordicchiandoti una spalla.
- Cucciolotto? –
- Nemmeno. –
- Fatina … -
- Muori! –
 
E scoppi inevitabilmente a ridere, perché è lo stesso copione di sempre.
Lo stringi forte a te, e, finalmente, dopo una lenta conquista, dove hai scardinato ogni singola resistenza di quel felino in versione umana, anche Yurio risponde al tuo abbraccio, ricambiando la stretta, mentre ti sussurra qualcosa.
- Non ho capito. – fingi.
- Hai capito benissimo. E non te lo ripeterò, quindi fatelo bastare. –
- Anch’io, Yuri … - non può che essere la tua risposta.
 

FINE
   
 
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