Better with me
Derek
non era una persona egoista.
Era scontroso, scorbutico, certe volte credulone e anche un
po’ manesco.
Ma non era egoista.
Da piccolo finiva sempre il suo gelato per ultimo cosicché,
se Cora avesse
voluto, avrebbe potuto mangiare anche il suo. E quando Laura aveva da
studiare
per un compito in classe ed era stressata, Derek si accoccolava accanto
a lei
nel letto e le permetteva di accarezzargli i capelli mentre ripeteva
interrottamente a voce alta.
Aveva sempre messo gli altri davanti a sé perché
Derek fondamentalmente era una
persona buona ed empatica. Ed è per questo che quando quella
sera aveva visto
Stiles che camminava abbattuto sul marciapiede – la testa
bassa e le spalle
curve – si era sentito in dovere di accostare la Camaro al
ciglio della strada,
abbassare il finestrino e chiedergli come stesse.
Il ragazzo lo aveva guardato negli occhi disorientato, quasi come se
non
sapesse che cosa ci facesse alle undici di sera con le mani in tasca e
gli
occhi lucidi.
«Sali». Era stato perentorio e al sussulto di
Stiles le sopracciglia di Derek
si aggrottarono.
«Ragazzino…». Stiles si strinse nel
giubbotto di una taglia più grande e alzò
le spalle per proteggersi dal freddo autunnale.
«Cosa ci fai qui? Casa tua è lontana».
Distolse lo sguardo e fece per
proseguire, ignorando lo sguardo preoccupato di Derek e le sue domande
incalzanti.
Dopo pochi passi sentì la presa ferrea del licantropo sul
braccio destro.
«Stiles!», ringhiò. E alla
preoccupazione si aggiunse l’arrabbiatura per essere
stato ignorato.
«È Lydia, okay?». Derek annuì.
«Le ho detto che la amo». Si passò le
mani sul volto stanco e sconvolto.
«Sono patetico», continuò.
«No, non lo sei». Fu la risposta di Derek. Lo
tirò a sé, circondandogli i
fianchi con le braccia e permettendogli di accoccolarsi al suo petto.
«Cosa c’è di sbagliato in me?
Perché non mi ama nessuno?». Derek
sgranò gli
occhi e non rispose.
Il suo corpo e la sua mente diventarono improvvisamente due
entità separate, e
quando Stiles aveva sciolto l’abbraccio per asciugarsi il
volto rigato dalle
lacrime Derek aveva poggiato le proprie labbra su quelle salate e
aperte per la
sorpresa dell’umano.
«Permettimi di amarti». Stiles era confuso e con la
mente annebbiata da ciò che
era successo quella sera, e credendo di essere preso in giro spinse
Derek e si
asciugò le labbra con la manica della giacca.
«Hai finito con le tue fidanzate psicopatiche e ora vuoi
giocare con me?».
Percependo i sentimenti dell’altro Derek non si arrese e lo
afferrò per il
polso, lasciando scivolare le dita lungo la mano di Stiles fino a
incrociarle
con le sue.
«Starai meglio con me. Se adesso mi darai la
possibilità di dimostrartelo ti
prometto che ti farò felice, Stiles». Non
aspettò una risposta e ribaciò nuovamente
le labbra socchiuse dell’altro.
Per una volta Derek aveva deciso di essere egoista, e che fosse dannato se avrebbe permesso che anche questa volta la felicità gli venisse strappata via. Non lo avrebbe permesso. Non con Stiles.
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Note:
Una
flash fic molto molto breve che
non è collocata in un punto preciso nel corso delle stagioni
perciò… prendetela
così come è. Una storiellina senza tante pretese
scritta così tanto per in un
momento di noia…
Grazie
a chiunque abbia letto!