Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: Friedrich_L_Friede    04/02/2017    0 recensioni
"Senti, noi dobbiamo andarcene da qui, dobbiamo trovare una macchina, trovare qualcuno. Dobbiamo capire che giorno è oggi, che fine hanno fatto tutti. Non possiamo stare qui senza far niente, dobbiamo sapere, dobbiamo dare un senso a questa situazione demenziale."
Una mattina come tante, un solitario programmatore di computer ed un ragazzino emarginato si incontrano nella loro città misteriosamente deserta. La ricerca della verità li porterà ad incontrare altri sopravvissuti ed a fare spaventose scoperte.
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

'Yeah, my mama she told me don't worry about your size (Shoo wop wop, sha-ooh wop wop)'

Wow! Una copia di 'Ziggy Stardust and the spiders from Mars'. Il grande David. Questa ha ancora il cellophane, deve valere un mucchio di soldi. Questo negozio è il paese delle meraviglie. Non ci ero mai entrato. E sì che ne ho ripassati di negozi con i ragazzi. E questo? 'Thriller' originale, la copertina è un po' rovinata in un angolo. 'Electric Ladyland' del grande James Marshall Hendrix. Devo tornare con un carretto e fare pulizia per bene.

Ma che diavolo? Chi mi tocca? Oddio! Cos'è?

Mi butto di lato d'istinto e vado a sbattere contro qualcosa. Un sacco di robe cadono facendo un rumore pazzesco. Mi giro con le spalle contro lo scaffale. Il cuore mi batte a mille e sono senza fiato. Davanti a me un adulto, con un'espressione idiota sulla faccia stropicciata come se avesse dormito male, la barba di qualche giorno.

"Cazzo, zio! Vuoi farmi morire d'infarto? Miseria, che paura! Che ti credi? Di poter andare in giro a far morire di spavento la gente?"

Il tizio muove le labbra ma non sento nulla. Mi strappo gli auricolari.

"Che dicevi?"

"No, scusami ragazzino! E' che ti ho visto dalla strada, sei la prima persona che incontro stamattina, e..."

"Ma vattene, zio. Vatti a fare un giro, va!"

In qualche modo ricomincio a respirare, mi fischiano le orecchie. Lo squadro da capo a piedi: scarpe da tennis, jeans stinti e felpa grigia, maglietta bianca, sul davanti una battuta in inglese che probabilmente capisce solo lui. Una specie di nerd, ma invecchiato.

"Hai sfondato tu la porta? Che fai, rubi?"

Ma che razza di domande, adesso lo sistemo, il vecchio. Infilo le mani nelle tasche della felpa e mi do un tono.

"Senti, zio, no. Ho suonato il mio flauto magico e la porta è venuta giù di schianto e poi i dischi mi chiamavano... Rudy... Ruuudy... E io non ho potuto resistere. Ma certo che sto rubando! Non ti sei accorto che non c'è un cazzo di nessuno in giro?"

"Ah, quindi ti chiami Rudy. Ascolta Rudy, tu sai perché tutti i negozi sono chiusi? Perché non c'è nessuno."

"Tu li leggi i giornali? La TV? No? Sai quella scatola con le immagini che si muovono..."

Quell'espressione stupida e le sue sciocche domande stimolano potentemente il mio sarcasmo.

"No, Rudy, non so nulla" la sua voce si imposta su un registro cortese e paziente "Ho lavorato parecchio negli ultimi giorni e non ho sentito nessun notiziario. Mi fai la gentilezza di dirmi qualcosa?"

"Ma cosa vuoi che ti dica? Da ieri vado in giro per la città e non ho visto un accidenti di nessuno. Mi sono procurato da mangiare, ho preso un po' di cose che mi piacevano qua e là e nessuno mi ha rotto le palle."

"Si, ma la gente, dove è finita?"

"E io che ne so? Io sono uno che prende quel che viene, non mi faccio troppe domande. Mi sono svegliato, gli altri ragazzi e gli operatori erano spariti, ho preso le mie cose e sono andato."

"Operatori? Dove stavi? In un istituto?"

"Si, è una storia lunga e le solite cose. Ma tu fatti pure i cazzi tuoi, okay?"

"Sì, ma da ieri mattina non hai visto nessuno?"

"Sei duro d'orecchi? Ho detto nessuno: no uomini, no polizia, no passanti. Zero. Tu, piuttosto, da dove salti fuori?"

"Io? Io sono tornato dal lavoro ieri sera tardi, ho dormito come un sasso e stamattina mi sono svegliato pensando di dover andare a lavorare, ma qui intorno è tutto molto strano. Ho l'impressione che nessuno mi aspetti in ufficio."

Il vecchio incomincia ad annoiarmi e io da ieri sto benissimo. Non mi mancano di certo i miei compagni, o gli adulti, le regole, le rotture.

"Ci puoi scommettere, nessuno ti aspetta. Tu com'è che ti chiami, zio?"

"Demetrio."

"Beh, Demetrio, facciamo che io continuo a scegliere i miei vinili e tu ti vai a fare un giro?"

"Ma la gente? Gli altri? Se ci siamo solo noi…"

"Non mi interessa, fila, zio."

Il vecchio mi fissa per qualche secondo con la sua espressione idiota, poi finalmente infila la porta e si toglie di torno. Mi rimetto le cuffie.

"I'm all 'bout that bass, 'bout that bass Yeah it's pretty clear, I ain't no size two But I can shake it, shake it like I'm supposed to do…"

Ora va meglio. Per un attimo ho temuto che incominciasse a tempestarmi di domande, e i tuoi genitori e non hai parenti e tutta quella solita solfa. Anche perché io non ho risposte a quelle domande. Conosco solo case-famiglia, case-alloggio. Nessuna casa e basta. Questo situazione, per quanto fuori di testa sia, mi va di lusso. Ne avevo le scatole piene dei 'progetti educativi individualizzati', che alla fine vuole dire che ti devi fare tutto da solo. E cucina e rimetti a posto la stanza e corso di questo e laboratorio di quello. Neanche un attimo per fare quello che ti piace, è vita? So già che se mi metto in combutta col vecchio, quello vorrà comandarmi a bacchetta. Col cavolo.

Alla fine mi sta bene che tutte quelle persone pallose siano state portate via dagli alieni. Il fatto che non abbiano preso me, non mi meraviglia neanche un po'. Nessuno mi ha mai preso. Nessuno vuole Rudy e, al diavolo, io non voglio nessuno.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Friedrich_L_Friede