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Autore: rekichan    02/06/2009    5 recensioni
Eppure, ogni tanto fissa lo sguardo. Preda e predatore cominciano a squadrarsi. Ognuno di loro sa sempre dove si trova l’altro. Sempre. E i loro occhi si incrociano e restano fissi su quelli dell’altro. Non importa chi stiano toccando; non importa cosa gli stiano facendo. Il magnetismo tra le loro pupille attraversa la sala. È una scarica elettrica che pervade il locale; che lo fa scuotere.
[Ambientata in un punto imprecisato della serie: riferimenti alla 5x13]
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Brian Kinney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Kei e Fra.

 

[We will survive]

 

«So the thumpa, thumpa continues. It always will. No matter what happens, no matter who's president. As our lady of disco, the divine Miss Gloria Gaynor, has always sung to us: we will survive.»
[Michael; Queer as Folk 5x13] 

Le danze continuano. Le pareti rimbombano della musica disco; le note vibrano nell’aria.

È un’illusione. Un’illusione pagata cara da centinaia di persone ogni notte.

Gente diversa, venuta qui alla ricerca di alcol, compagnia, droga, amore, sesso o, più probabilmente, solo per combattere un po’ di solitudine.

Tante storie mischiate insieme, nate tra le quattro mura di questo vecchio e cadente locale.

Ho visto entrare da quella porta due adolescenti scappati dal ballo della scuola. Strafatti di erba, vestiti in modo ridicolo. Sono entrati, si sono spogliati. Hanno ballato. Con i toraci glabri esposti alle luci ad intermittenza della discoteca; i sorrisi sul volto e la danza nel corpo. Ballavano. Uno di loro è sparito nella dark room, abbandonando l’amico, un piccoletto dai capelli scuri e lo sguardo spaesato. Si è seduto in un angolo, ad aspettare che il compagno avesse finito.

Quante volte gli avrei visto fare lo stesso, nel corso degli anni. Povero Michael, sempre appresso a Brian, alle sue avventure. Ammirazione ed amore si sono mischiati nei suoi occhi. Desiderava essere come lui. Ovvio, chi dei froci di Pittsburgh non ha desiderato essere Brian Kinney? Forse lui, quel ragazzo biondo che adesso si accompagna sempre al grande re della discoteca. Sempre al suo fianco, teoricamente dovrebbe essere la sua regina. In realtà, no. Justin Taylor è un domatore. L’unico che è riuscito a tener testa a Brian; il solo che abbia addomesticato la belva affamata di sesso, di libertà e di orgasmi che andava in giro a collezionare vittime nella dark room.

Tutto nello stile di quel dannato ragazzo. Entra, sorride a tutti e a nessuno – forse solo a se stesso, in realtà -; sceglie la sua preda. La punta e, poco dopo, la trascina nella sua tana. Penso che nessuno conosca le viscere del locale più di Brian Kinney. È lui che detta le regole; è lui che decide chi scoparsi e come scoparselo.

Lui e soltanto lui, mentre tante vite gli scorrono accanto: rifiutati, drag queen, orsi, twinks… tutti quanti sembrano ruotare intorno a lui: il grande protagonista delle serate al Babylon.
Chi è che sarà scelto stanotte per dividere il letto – o anche solo un pugno di minuti nella dark room? – con lui? Chi avrà l’onore di essere baciato, accarezzato e fottuto da Brian Kinney?
Questo si chiedono le numerose paia di occhi puntate su di lui. Occhi che non sembra vedere, di cui sembra non curarsi. Ma Brian gode. Gode dell’attenzione che riceve, gode della propria bellezza e del potere che questa gli conferisce su quel branco di froci arrapati che non desiderano altro che lui.
Ma Brian? Brian cosa desidera?
Cosa può desiderare, uno che ha già tutto, vi chiederete?
Probabilmente, neanche lui lo sa. È troppo indifferente, troppo preso da se stesso per pensare ad altri nella sua vita.

Eppure, ogni tanto fissa lo sguardo. Preda e predatore cominciano a squadrarsi. Ognuno di loro sa sempre dove si trova l’altro. Sempre. E i loro occhi si incrociano e restano fissi su quelli dell’altro. Non importa chi stiano toccando; non importa cosa gli stiano facendo. Il magnetismo tra le loro pupille attraversa la sala. È una scarica elettrica che pervade il locale; che lo fa scuotere.


Ed io, sempre impotente ad assistere ai nuovi sviluppi. Noto lo sguardo sconsolato di Michael, destinato ad essere sempre l’eterno secondo nella sua classifica delle priorità. Troverà la felicità tra le braccia di un altro che saprà cancellare il rimpianto di quel tocco mai provato. E così Emmett, il vivace e favoloso Emmett. La regina, la checca per eccellenza: una fiamma che arde e non si spegne mai. Quanti amori tormentati ha vissuto quel povero ragazzo! Eppure si è sempre ripreso. Sempre. Così come Ted, sprofondato nel più cupo degli abissi. Anche lui ce l’ha fatta. Anche lui, forse, troverà qualcuno. Forse, lo ha già fatto.

E ce ne sono tanti. Tanti altri. Tante vite che passano, che scorrono l’una contro l’altra. Ogni giorno, nuove persone entreranno e tanti altri se ne andranno. Finché io stesso non diventerò obsoleto e non sarò abbandonato. Perché ci sarà qualcosa di nuovo; di interessante. I re, prima o poi, invecchiano e cadono. Il tempo passa per tutti nel suo scorrere incessante. Per Brian, per Justin, per Michael… per chiunque.

 

Coriandoli dorati cadono dal soffitto. Signori, salutate. Lo show è finito, per stasera, ma domani si replica in un altro locale. Perché deve andare avanti; bisogna sopravvivere.

E, chiunque sarà in futuro il re della discoteca; chiunque indosserà la corona del frocio migliore dell’anno, dovrà prima o poi passare lo scettro.

Perché nulla dura per sempre.

Ma il ricordo, sì.

 

***

N/A: ok, solo a me come prima fanfiction su QaF poteva venire in mente una Babylon centric XD. Anche se non so se si capisce che è il locale a parlare, ma amen.

Vediamo un po' di sbloccarci su questo fandom.

Ah, tanto per la cronaca... a me il finale di QaF piace XD.

   
 
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