Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: Riholu    06/02/2017    1 recensioni
[Storia ambientata prima degli eventi di B2 e N2]
Ad Unima non c'è più tempo di divertirsi, perché i Pokémon stanno soffrendo per mano di un team sconosciuto.
Non c'è più tempo di giocare al novello allenatore, e Touko dovrà impararlo presto, se vorrà aiutare la sua regione a curarsi dalle Ombre.
Tratto dal testo:
I due ragazzi si guardarono per un attimo, per capire chi è che dovesse parlare.
Alla fine prese parola il primo.
«Ciò che stiamo per dirti probabilmente ti scioccherà un po', ma non è il caso di addolcirti la pillola. Hai comunque l'età per capire, quindi cerca di affrontare la verità con diplomazia. Qualunque sia. E di crederci, soprattutto»
[REVISIONE IN CORSO --> Capitolo 13]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Touko
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Videogioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 93



Il mattino seguente fu il caldo sole di Auros a svegliare i due giovani ragazzi.
Ancora teneramente abbracciati sotto le coperte, avvolti in una tiepida cappa di calore, quando la luce batté sui loro occhi fece mormorare la giovane Touko.


La ragazza si portò una mano sugli occhi piano, socchiudendoli subito dopo per osservare la stanza dagli spiragli fra le dita.
Si volse poi verso Wes, ancora beatamente addormentato col viso rilassato e le labbra appena schiuse per far passare il respiro calmo. Sorrise intenerita e gli accarezzò dolcemente la guancia per svegliarlo, chiamandolo piano.


Il ragazzo socchiuse un occhio dopo un mugolio, per poi richiuderlo e stringerla di più a sé, strusciando la guancia contro i suoi capelli.
«Non mi voglio alzare...» borbottò con un piccolo e tenero broncio.


Touko ridacchiò basso e gli diede un piccolo bacio sulle labbra.
«Dobbiamo andare... Ci sono ancora tante cose da fare, non possiamo perdere troppo tempo
» sussurrò, alzandosi appena sui gomiti con uno sbadiglio.

«Mmh...».
Altro non giunse dal Campione, ma anch'egli si mise seduto massaggiandosi il collo con una mano. Non fece una piega alla luce che perforava la finestra, abituato com'era ad anni di risvegli uguali.
«Dunque, che ore sono?...» domandò cercando il cellulare sul comodino.

Lo trovò spostato da dove l'aveva lasciato, particolare che gli fece aggrottare la fronte. Decise di non curarsene e si sporse per prenderlo, ma trovò un altro dettaglio fuori posto: lo schermo acceso.

«Ma che cosa...?».
Prese il cellulare e vide ben cinque chiamate perse da Rui.


Si girò verso Touko per farle vedere, ma la trovò con un'espressione simile.
Se non peggiore.
«Touko?» la chiamò, perplesso.

La brunetta aveva le mani un po' tremanti.
Oltre a ben otto chiamate perse sia da Belle che da Komor, c'era anche un messaggio sia in segreteria sia nella posta. Fu proprio il contenuto dell'ultimo a farla sbiancare quando finì di leggere.


«Touko, mi stai facendo preoccupare».

«W-Wes... Michael...» disse piano lei, porgendogli il cellulare col messaggio ancora aperto.
Il ragazzo prese l'oggetto, serissimo al solo sentire il nome del fratello pronunciato in quel modo, e lesse. Sbiancò anche lui.
Si alzò immediatamente, prendendo il proprio e digitando velocemente il numero di Rui. Il cuore gli batteva a mille, prese a gironzolare ansiosamente per la stanza con una mano fra i capelli.


Appena sentì la voce di Rui rispondere ebbe un sussulto.
«Pronto, Wes??».

«Rui! Che è successo a Michael?!» esclamò a dir poco adirato a causa della preoccupazione.

«Wes... l'hanno preso... di notte... l'hanno rapito!...» singhiozzò Rui, anche lei al limite della paura, cercando di trattenere le ennesime lacrime.
All'interno dell'atrio del Centro Pokémon gironzolava anche lei freneticamente, con una mano sul viso completamente struccato, gli occhi rossi di pianto.

Gli altri ragazzi si erano stretti attorno a lei quando l'avevano sentita nominare il leader.

Alla notizia, il ragazzo quasi cadde.
Si tenne al muro, cadaverico in viso, il respiro trattenuto. Sentiva solo Rui che lo chiamava non sentendolo rispondere e Touko che lo strattonava, alzatasi fulminea appena l'aveva visto in quelle condizioni.


Wes allontanò l'apparecchio e mise il vivavoce, duro in viso per contenere l'ira, lasciandolo sul comò e cambiandosi mentre parlava.
Lo stesso andò a fare Touko, in bagno, lasciando la porta socchiusa per sentire.

«Dimmi cos'è successo».

«Non lo sappiamo bene... dormivamo tutti... Questa mattina Gary e Paul si sono messi a sbattere i pugni sulle porte di tutti noi gridando che Michael era scomparso. Sembravano spaventati persino loro! Siamo andati a vedere e c'era il letto disfatto, le coperte a terra... Forse si sarà ribellato e l'avranno narcotizzato, non lo so! Sicuramente sono stati i Cripto... Oh, Wes, che facciamo?!».

«Ora torniamo subito a Unima. Discoball ci ha detto dove sono nascosti, dobbiamo solo trovare un modo per accedervi... Chiedi a Belle, Komor e Diapo se sanno dov'è l'entrata di Unima per l'Intramondo. Voi vestitevi se non lo siete ancora e datevi da fare per raggiungerlo. Se non lo sapete o ci siete davanti, fate in modo di farvi vedere dall'alto. Tutto chiaro?».

«Sì... fate presto, vi prego!» rispose lei, per poi chiudere subito e dar le direttive al resto del gruppo.

Wes finì di vestirsi e chiuse la chiamata a sua volta.

«Touko, hai sentito tutto?».

La giovane uscì dal bagno del tutto apposto, vestita e sistemata, e annuì.

«Andiamo subito. Non so bene dove sia l'entrata all'Intramondo, ma sarà Zekrom a guidarmi» rispose, mettendosi la borsa a tracolla.

Entrambi uscirono velocemente dall'hotel, correndo fuori senza guardare nessuno in faccia, estraendo le pokéball dei loro Leggendari alati durante la corsa.

Al burrone lanciarono le sfere nel vuoto, lasciandole aprirsi, e saltarono giù. Atterrarono entrambi sui rispettivi Pokémon e diedero loro l'ordine di partire immediatamente, comunicando mentalmente con loro.

Andrà tutto bene, Wes, vedrai” giunse da Ho-Oh al ragazzo, ma nonostante ciò Wes non si sentì affatto rincuorato.
Aveva troppa paura di trovare una spiacevole sorpresa.

Michael è un Mokura, non si farà mettere le mani addosso così facilmente, vedrai” lo consolò anche Abys, preoccupato anche lui per la sorte del vivace fratellastro dai capelli rossi.

“Tieni duro, Micky...”.



All'interno di una cella completamente al buio, le uniche tracce di colore all'interno erano i vestiti e gli spinosi capelli di Michael.
Ancora placidamente addormentato, venne svegliato da un improvviso clangore metallico contro la porta di solido ferro, che lo fece sobbalzare.

Scattò in piedi, ma venne trattenuto da qualcosa che lo teneva saldamente alla caviglia. Guardò giù, ma il buio non gli permise di vedere nulla; si tastò, ma non trovò nulla di suo addosso a sé: le pokéball non c'erano, le tasche non contenevano nulla.

Cercò di muoversi, ma quel qualcosa lo teneva saldamente fermo dov'era...
Dal contatto gelido sulla caviglia dedusse fosse una catena. E altrettante, si accorse, gli cingevano i polsi.

“Manette? Ma dove sono finito?!” pensò, in preda al panico.

Tentò di ragionare, di ricordare... Si fece serio in viso e si sedette di nuovo, piano, scorrendo nella propria mente la giornata di ieri.
I suoi ricordi si fermavano a quando era andato a dormire, dopo una lotta di cuscini con Paul e Gary. Oltre ciò i suoi ricordi erano confusi.
“Ma se sono qui, qualcuno mi ci deve aver portato... i Cripto?”.

Sentì di nuovo il rumore di qualcosa che sbatte e alzò la testa verso la porta.
Nello stesso momento si aprì una feritoia, una finestrella forse, che ebbe l'effetto di accecarlo quasi, facendolo lamentare e chiudere gli occhi.


«Sveglia, mammoletta, il riposino è finito» gli giunse da oltre l'apertura.
Aprì piano gli occhi, cercando di ignorare la lampada a led sparata dritta in faccia a lui e studiando la sagoma palesemente umana dell'uomo che aveva parlato.


«Dove sono?» chiese ingenuamente, ma gli giunse solo una risata di scherno.

«Nel tuo incubo peggiore. In piedi, forza!! Fatti trovare apposto per l'arrivo del nostro capo, sarà qui a momenti» gli rispose, per poi richiudere la feritoia e allontanarsi con una sonora risata.

«Tsk...».
Mosse un po' i polsi contro il ferro, cercando di studiarne la stretta, ma capì subito che non sarebbe riuscito a liberarsi.

Se solo avesse avuto un Pokémon con sé...

“Ho paura... Wes, dove sono?” pensò, sentendosi smarrito all'improvviso, accucciandosi contro il muro e guardandosi attorno continuamente.
Ogni rumore lo metteva in allerta.

Dopo un po', di nuovo dei passi lungo il corridoio lo riscossero dal gelido torpore della cella d'isolamento.
Drizzò subito la testa, tenendo attentamente d'occhio la feritoia che, nuovamente, venne aperta.

Non poté vedere alcuna faccia, solo un freddo vetro nero come la notte, che gli mise addosso ancor più inquietudine.
Dopodiché la porta venne aperta e la luce della lampada riempì la zona liberata dal nuovo ingresso, fendendo le tenebre ed accecando nuovamente il ragazzo.


Un'ombra nera si stagliò nella luce, sovrastandolo.
«E così... sei tu» disse la figura, con voce metallica, fissandolo attraverso il vetro oscurato.

Michael alzò gli occhi verso di lui, un po' impaurito, ma sfidò con i suoi limpidi occhi smeraldini quelli gelidi ed invisibili del suo aguzzino.

Quegli occhi... la figura ebbe un improvviso attacco di nostalgia, che lo portò ad entrare lentamente nella stanza e ad abbassarsi su un ginocchio, curvando la schiena per arrivare all'altezza del viso del rosso.

Il cuore di quest'ultimo ebbe un improvviso aumento di battiti e si tirò indietro contro il muro, ma più di tanto non poteva allontanarsi.
Lo guardò spaventato quando l'ombra davanti a sé alzò una mano e l'avvicinò al suo viso, piano.

Girò immediatamente la testa stringendo gli occhi – ma non gli giunse mai un colpo.
Solo... qualcosa che gli sfiorava la guancia, delicatamente; qualcosa un po' ruvido, ma al tempo stesso liscio.
Era quasi... una carezza?

Aprì lentamente gli occhi confuso, volgendo solamente lo sguardo verso quella figura che ora lo copriva quasi del tutto dalla lampada nel corridoio, ed osservò quella superficie nera come la pece.

«Cosa... vuoi da me?...» domandò in un sussurro, troppo intimorito per darsi un tono sicuro.

L'altro non rispose, continuando a sfiorargli poco di più la guancia.

Poi parlò.
«Quanto tempo è passato da quand'eri piccolo... non sei più il bambino di prima» disse, inclinando la testa di lato studiando il viso dell'allenatore.

Michael riconobbe subito quel tono, nonostante la voce metallica.
Come poteva dimenticarla...?

Deglutì il groppo e parlò di nuovo, sempre immobile.
«Sei... davvero Tsutai?».

A quel nome l'Ombra ritrasse subito la mano, come scottato; poi si alzò in piedi, torreggiando su di lui.

«No. Il mio nome è Harkos, Capo del Team Cripto» rispose, duro, di nuovo gelido.

«... Papà...?» lo chiamò però il ragazzo di fronte a lui, guardandolo spaventato.
Come quando era piccolo e si nascondeva dietro Wes, che invece lo fissava con odio e spavalderia.

“Wes...”.

«Io non sono tuo padre. Tuo padre non c'è più».

«Wes e Tsutai hanno lo stesso temperamento. Papà non si sarebbe mai fatto mettere i piedi in testa da uno come te!» rispose il rosso, dimenando i polsi dalla stretta, cercando di liberarsi.
Riuscì solo a ferirsi dolorosamente i polsi, cosa che fece sorridere Harkos.


«E' toccante come nonostante tutte le percosse e i traumi fisici e psicologici che ho inferto a tuo fratello, tu lo consideri ancora un padre. Non sono stato abbastanza brutale con voi, allora... o almeno, con te» ridacchiò freddamente l'Ombra, poggiandosi contro lo stipite della porta aperta.
L'ostinatezza nel viso del suo prigioniero lo incuriosiva.


«Brutale?... Vuoi dire che in tutti quegli anni tu vivevi già dentro di lui? E che ogni volta... che quando feristi a morte Wes eri tu a tenere il coltello?!» gridò furibondo Michael.

Harkos si profuse in una sonora risata di divertimento.

«Ahahah, certo! Potrebbe mai un padre amorevole tentare di uccidere il proprio amato primogenito? Sono nato a causa di una paura naturalissima... Tsutai temeva di non essere in grado di essere un buon padre per voi due; specialmente per il piccolo Wes, così attaccabrighe e orgoglioso da non chinare mai la testa a nessuno. Ma più temeva di ferirvi ed essere incapace, più la mia forza cresceva... fino all'atto finale» disse, disegnando una striscia sul proprio casco all'altezza del naso.

«Wes lo odiò totalmente. Abys maturò del tutto: dopo aver per bene indebolito la psiche del pargolo e rinforzato il potere della sua Ombra, Abys è riuscito a prendere totale controllo del suo ospite. Ma solo per tre inutili mesi... mi bruciò perdere quella scommessa, uff».

Michael lo guardò scioccato da tanta malvagità, stentando persino a credere che quella potesse mai essere la paura di un singolo essere umano.

«Tu... sei un mostro» esordì, col fiato corto, guardandolo sperduto.

«E' il mio secondo nome, guarda un po'? Non sei il primo a dirmelo, marmocchio, e non sarai nemmeno l'ultimo» ghignò ferino l'Ombra.
Dopodiché si riavvicinò a lui prendendogli a forza il mento, portandosi vicino al suo viso col proprio, coperto sempre dal casco integrale.
Il ragazzo ebbe la sensazione di poter scorgere quei rossi abissi di disperazione anche attraverso la visiera.

«Vorresti anche tu assaggiare il dolore e il terrore che ho infuso in tuo fratello, caro piccolo Micky?» sussurrò suadente la voce distorta, mentre il ghigno si apriva in un sorriso malevolo.

Il rosso rabbrividì, ma tentò di mantenere saldi i nervi anche in quella situazione, come aveva imparato da suo fratello.

Non rispose, ma fece un'altra cosa: poggiò una mano su quella prepotente dell'uomo, lasciando quest'ultimo non poco basito, che non lasciò però trapelare nessuna emozione.

Fu in quella sfida di sguardi che il ragazzo si accorse di una cosa.
Vedeva a malapena l'iride purpurea, ma era... malinconica. Non c'era traccia in quegli occhi della stessa malvagità che permeava le sue parole.
Erano gli occhi di qualcuno che aveva perso ogni speranza, gli occhi di qualcuno che non vedeva la luce da troppo tempo.

Ne ebbe un'immensa compassione, di quegli occhi.

«Il gatto ti ha mangiato la lingua?» gli giunse da Harkos, che era rimasto a fissarlo quasi con disappunto.
Non comprendeva l'espressione seria e solidale di quel ragazzino.


«Tu sei una persona estremamente triste, papà» rispose questi, senza abbandonare la sua compostezza.

Quelle parole suscitarono un brivido nell'uomo, che aprì appena di più gli occhi.

Michael?....” gli giunse dai meandri della sua testa, mentre una coscienza ormai quasi totalmente sopita faceva capolino ancora una volta.
«Come?...».

«Ti atteggi a gran capo, un grand'uomo che può affrontare tutto da solo, ma la verità è solo una... Cioè, che tu pensi di non essere altro che un uomo solo» disse serio Michael, poggiando poi la mano sul casco, stupendo ancora una volta l'altro.
«Però, papà... sbagli. Forse nemmeno mi sentirai, ma una cosa voglio dirtela, dopo anni e anni che sono stato zitto... Sei stato un gran pezzo di merda, ma resti comunque mio padre... e anche quello di Wes. E non potremo mai smettere di volerti bene».

«Tu, moccioso, come osi-» cominciò Harkos, pronto a rifilargli una sberla, ma gli si mozzò il fiato in gola.
All'improvviso si portò le mani alla testa allontanandosi da Michael di scatto, rannicchiato su se stesso proprio come Wes quando, un tempo, Abys premeva per uscire provocandogli fitte dolorosissime.


Stai lontano da mio figlio, Harkos!! Non ti permetterò di far loro ancora del male, mi hai capito?!”.
Esplose nella sua testa la voce del suo ospite, più irata che mai.

“Non oserai ribellarti proprio ora!!” tentò di difendersi l'Ombra, ma una nuova fitta lo costrinse a stendersi bocconi, sentendo di perdere i sensi.
La ferrea volontà di Tsutai si stava risvegliando, vedendo gli occhi del figlio minore cercarlo disperatamente in una muta richiesta d'aiuto.

Oso eccome! Ora ti farai da parte, una volta e per sempre, hai fatto fin troppi casini con la mia faccia!".

Harkos aprì gli occhi, voltandosi verso il suo prigioniero, che ora lo stava guardando scioccato e spaventato.
Cercò di andargli nuovamente contro in un impeto di ira, ma una fortissima fitta lo paralizzò al suolo, facendogli perdere i sensi.

Michael vedendolo stramazzare a terra sussultò, guardandolo tremante rintanato contro il muro.
Ebbe tuttavia la forza, e anche la curiosità, di cercare di avvicinarsi a lui, sebbene fosse prontissimo a ritrarsi al primo cenno di ostilità.

Lo chiamò piano, osando pure posare una mano sulla sua spalla, delicatamente.
Lo scosse un po', insistendo, ma non ottenne nulla.
“Grandioso... E ora?”.


 

*
 

Da quanto tempo...
Come va? Anche se è una domanda alquanto stupida da fare, non so nemmeno quante delle persone che ho conosciuto tramite quella fic mi seguano ancora, o se tutti aveste perso le speranze che questa fic potesse mai proseguire.
Mi sono allontanata parecchio da EFP in questo... anno? Anno e mezzo? Non ho voglia di rivedere quando ho messo l'ultimo capitolo, tolto l'avviso.
Come ho detto nell'avviso sono successe tante di quelle cose in me, a livello psicologico, che pensare di tornare a scrivere era pressoché un miraggio. Ogni tanto scrivevo qualcosina, ma beh, non c'era la stessa voglia.
Ora però è tornata, e cercherò di sfruttarla al meglio (insieme all'amore che ho per questa fic che ho visto ha più di 5 anni sulle spalle) per concludere almeno qualcosa.
Sono parole vane, lo so, ma... voglio provarci.

Rileggerò pian piano tutti i capitoli, continuando la revisione che avevo già iniziato, e contemporaneamente mi metterò a scrivere il seguito postando pian piano.
Non assicuro minimamente una costanza, né quella di prima né una nuova. Come mi gira mi gira, non posso forzarmi - ho provato a farlo e non è andata bene.
Pertanto, abbiate pazienza con la persona che sono ora: se qualcuna delle mie vecchie conoscenze vuol fare quattro chiacchiere, la posta è di nuovo attiva e controllata.

Ringrazio gaelle per il commento all'avviso.
Quanto a questo, non lo cancellerò: è giusto che resti lì dov'è.

Arrivederci al prossimo capitolo o nelle risposte ad eventuali recensioni al capitolo.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Riholu