Oggi pensavo mezzo assopita
a quante occasioni perdiamo
nella brevità della vita.
A chi le lasciamo?
Mi son chiesta pigramente
se l'attimo incolto
se ne vada inutilmente
o se da qualcun altro venga raccolto.
Ma la domanda principale
è quella più nascosta,
perché pensarci mi fa male
e ancor più ottenere risposta.
Tuttavia la Poesia non tace,
oltrepassa il velo di Maya,
perciò anche se non mi piace
farò sì che la domanda appaia.
Quanto meschini ci fanno diventare
le giustificazioni che ci inventiamo?
Per farvi capire dovrò citare
un detto che tutti conosciamo;
"delle nostre scelte siamo il frutto",
non penso che sia vero.
Credo che a determinare tutto
siano le scuse che ci proteggono dal pensiero
che il nostro cuore
non sia che un morbido artificio
oberato dal terrore,
che da solo si preclude ogni beneficio.
Ma erano pensieri leggeri
che gli occhi mi hanno appesantito,
talmente passeggeri
che al risveglio il ricordo era sparito.