You sat
down next to me and I forgot
how to breath
VikYuuri Week, Day 1
Titolo:
Sette minuti
Prompt: Firsts [Surprises, Confessions, Other sports/carrees AU]
Parole: 831
Note: Meglio conosciuta come le stupide scuse della Maki per scrivere di Eros!Yuuri per il semplice fatto che Eros!Yuuri le fa cose. Chiedo perdono. Ah, remember this: reversibilità is the way! *cori da stadio*
∞
Sette minuti
Dire a Yuuri che vederlo con il costume nero di Eros è sicuramente la visione più
eccitante che gli sia mai capitata è stata una delle tante scelte sbagliate in
ventotto anni di vita, Viktor ne è più che convinto.
La prossima volta
impara a mordersi la lingua e a starsene zitto, mannaggia a lui.
…anzi, no: mannaggia
a Yuuri, che fa tanto l’innocente ma è tutto fuorché innocente, quando si mette
d’impegno.
Non pensava di aver
cambiato chissà quanto le cose – insomma, Yuuri era
arrossito dalla radice dei capelli fino al collo in quel suo modo dannatamente
adorabile e aveva balbettato qualcosa che non si ricorda ed era finita lì – eppure
è riuscito a dare all’altro un’arma potenzialmente letale.
Ma anche perché erano
passate almeno due settimane da quando aveva rimesso a posto il costume dopo un
ultimo viaggetto in lavanderia e quel “Sai,
è un peccato che tu non lo metta più. Mi ecciti.” buttato così, per ridere.
Mica sospettava che Yuuri stesse sadicamente preparando un piano per torturarlo
lentamente e dolorosamente.
-Yuuri,
please,
abbi pietà.- uggiola, cercando di allungarsi verso il
compagno che è troppo lontano da lui – ma Yuuri lo
inchioda sul divano con una semplice occhiata da sopra la spalla e riprende da
dove si era interrotto, la cerniera del costume che scivola lentamente lungo la
schiena e si ferma appena sotto le scapole e…
E deve pensare ad
altro o rischia di venire nei pantaloni della tuta.
“Pensa
a Yakov in autoreggenti, pensa a Yakov
in autoreggenti…”
Appena nella mente
gli appare il flash del suo allenatore con gli autoreggenti neri dell’ex moglie
è costretto a trattenere una smorfia schifata e quello che sembra tantissimo un
conato egregiamente mascherato con un colpo di tosse.
“…ugh, che visione orribile.”
-Viktor.-
si riscuote da quei pensieri quando Yuuri schiocca la
lingua contro il palato e si siede a cavalcioni sulle sue gambe, il costume
ormai aperto che gli scivola sulle spalle. Ondeggia lentamente il bacino,
facendolo impazzire. –Cosa avevamo detto?-
È costretto a
deglutire a vuoto, la gola improvvisamente secca, mentre Yuuri
nasconde il viso contro il suo collo e gli prende dolcemente le mani tra le
proprie – solo in quel momento si rende conto di averle posate sui suoi fianchi
cercando di avvicinarlo di più a sé.
-Non devi togliermi
gli occhi di dosso.- ansima contro la sua pelle e gli
stringe i polsi, impedendogli di toccarlo e muovendosi con più decisione fino a
fargli gettare indietro la testa. Viktor è quasi ridotto a un ammasso di
eccitazione ansimante quando Yuuri lo morde con forza
nell’incavo tra la spalla e il collo e tira la pelle per lasciarci un livido.
Okay, ora basta: la
sua pazienza potrà essere infinita, ma è umano pure lui e ha dei limiti.
Fanculo
ai vicini, se ne faranno una ragione.
Con un colpo di reni
scatta in piedi e trascina Yuuri fino in camera – e Yuuri si lascia trasportare senza opporre resistenza, anzi,
ridacchia divertito.
Ed è con
un’espressione in parte divertita e in parte vittoriosa che lo guarda dal
basso, dopo che Viktor l’ha malamente scaraventato sul materasso come se
pesasse nulla: rotola su sé stesso e occhieggia verso la sveglia mentre Viktor
si libera della maglia e in un attimo gli è addosso – ed è la sensazione più
bella, poterlo finalmente toccare.
-Sette minuti.- Uh? –Hai
resistito sette minuti. Mi sorprende.-
Approfitta
dall’attimo di stupore di Viktor e si gira sulla schiena; sorride ancora – un
sorriso che è vittorioso e per niente imbarazzato, la bolla di Eros in cui si
nasconde tutte le volte ancora ben visibile – e gli circonda il collo con le
braccia dopo averle liberate dal costume.
-Pensavo avresti
retto molto meno.- piega la testa di lato e lo osserva
curioso, aspettando forse una sua reazione.
Viktor grugnisce
qualcosa in russo che Yuuri non capisce e affonda il
viso nel cuscino, accanto alla sua testa.
Ha creato un mostro -
anche se, detto sinceramente, non gli dispiace poi così tanto…
Capisce che non è
finita lì quando Yuuri si libera del costume con un
movimento fluido delle gambe – e Viktor deve reprimere lo strillo angoscioso
che sente salirgli alla gola quando percepisce il rumore macabro di un lieve
strappo di stoffa perché quel costume è
uno dei suoi preferiti – e fa forza sulle braccia per impedire all’altro di
invertire le posizioni. Alla fine Yuuri ci riesce
comunque e allora inizia la loro solita lotta fatta di unghie che graffiano
ovunque arrivano e di denti che lasciano segni che sarà difficile nascondere
durante gli allenamenti e sotto i costumi delle gare.
Con una risata
mimetizzata da uno sbuffo infastidito, Viktor dichiara la propria resa dopo
quelle che sembrano ore – ore che avrebbero potuto spendere a fare qualcosa di
più costruttivo che rischiare di cadere ogni dieci minuti circa.
-Stai diventando
bravo, a sorprendermi.- ridacchia, ammiccando verso Yuuri seduto tra le sue gambe.
In risposta Yuuri sogghigna, piegandosi su di lui. –Ho imparato dal migliore.-
D.P.P.: Deliri Post Partum
Come iniziare la VikYuuri
Week col botto, la Maki spera di esserci riuscita bene :D
Comunque.
La devo smettere di studiare/leggere con i
miei vinili anni ’60 in sottofondo, davvero.
Io e Lou Reed stiamo passando quella fase in cui non si sa se è
amore o se è odio, perché questa cosa è in parte colpa sua. La restante parte
va divisa tra Roman Polanski, Lucrezio e Leopold von Sacher-Masoch.
La mia testa è un posto orribile, ne sono
consapevole.
Ah. Non ho avuto alcun controllo su Yuuri, chiedo perdono – sono stata anche io vittima di Eros!Yuuri, ammetto le mie colpe.
A domani! E buona VikYuuri
Week a tutti!
Maki
P.S.: Per il risarcimento danni, sappiate
che non ho un soldo LOL