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Autore: shoutathedevil    07/02/2017    0 recensioni
One-shot ambientata subito dopo la fine del primo film. Thor si trova a pensare a Jane e a come può rimanere in contatto con lei, nonostante ogni mezzo sembra essere andato distrutto.
“Possiedi un dono speciale, Heimdall. In questo momento – sorrise amaramente – rinuncerei perfino a Mjolnir per averlo” si girò e riprese il cammino verso il palazzo reale, mentre da lontano udiva le parole del guardiano che ripeteva: “C’è sempre una speranza…”.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heimdall, Jane Foster, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I want to guard you dreams and visions


Mentre Thor camminava sul leggendario Ponte dell’Arcobaleno, pensava al gesto compiuto poco tempo prima. La sua unica chance di rivedere la sua dolce metà mortale era svanita insieme a suo fratello Loki.
Era arrivato a metà del ponte e le prime crepe inziavano a solcare quella passerella caleidoscopica.
Alla fine di quel ponte spezzato torreggiava Heimdall, il fedele guardiano di Asgard.
“E così davvero non c’è più possibilità di raggiungere Midgard?” chiese speranzoso il dio del tuono.
“C’è sempre una speranza” rispose sereno Heimdall.
Mentre Thor perdeva il suo sguardo nelle galassie di fronte a lui, il suo cuore sperava di rivedere Jane, in mezzo a tutte quelle stelle: avrebbe voluto rivedere il suo sorriso, accarezzare i suoi capelli, e sentirla parlare di cose che lui neanche comprendeva, ma che aveva piacere di ascoltare, tanta era la passione che Jane ci metteva.
“Riesci a vederla?” chiese ad Heimdall.
“Sì… - si lasciò sfuggire un sorriso: sapeva che quella domanda sarebbe arrivata - Ti sta cercando” concluse.
Thor sentì dentro di sé un turbinio di emozioni diverse e desiderò intensamente di poter tornare sulla Terra e riprendersi Jane per sempre.
Ma, consapevole dei suoi desideri fin troppo grandi, si lasciò andare all’amarezza.
“Possiedi un dono speciale, Heimdall. In questo momento – sorrise amaramente – rinuncerei perfino a Mjolnir per averlo” si girò e riprese il cammino verso il palazzo reale, mentre da lontano udiva le parole del guardiano che ripeteva: “C’è sempre una speranza…”.
 
 
Da quando il Bifrost era andato distrutto, i banchetti e le cene, per Thor, non avevano avuto la stessa intensità di prima. Il pensiero di Jane bussava sempre alle porte della sua mente, come se, senza di lei, niente di tutto quello potesse avere luogo: si sentiva tremendamente in colpa per averla abbandonata, ma aveva dovuto salvare il suo regno, aveva dovuto dimostrare di essere degno.
Quella sera, come succedeva spesso nell’ultimo periodo, Thor lasciò per primo la grande sala in cui cenava con la sua famiglia e i suoi guerrieri - o meglio - amici di sempre.
Si recò nella sua stanza, la quale si trovava nella torre più alta del palazzo: aveva insistito per averla poiché da lì avrebbe potuto vedere tutta Asgard, e soprattutto avrebbe potuto vedere le stelle in cielo che si stendevano fino a raggiungere quell’orizzonte immaginario, toccando infine l’oceano.
Si sedette sul letto, la testa fra le mani. Sospirò profondamente e pensò che avrebbe dovuto davvero superare gli eventi degli ultimi giorni e andare avanti: come gli aveva detto e ripetuto Heimdall, ci sarebbe stata sempre una speranza.
Si spogliò della sua pesante armatura, si lasciò, quindi, cadere sul letto e chiuse gli occhi.
Si lasciò andare, rilassò i muscoli… Ma, d’improvviso, il buio che vedeva davanti ai suoi occhi chiusi si schiarì, e vide Jane: si accorse di non essere addormentato, che quello non era un sogno; era pura verità.
Vide Jane lavorare al computer – gli sembrava che si chiamasse così, quell’apparecchio – sorridere di tanto in tanto, come se avesse scoperto qualcosa che la potesse avvicinare alla teoria che da tanto sperava di poter confermare. Ogni tanto appuntava qualcosa sul suo fedele taccuino, in fretta e furia.
Il dio aprì gli occhi di scatto. Aveva il fiato corto. Cos’era appena successo?
Il primo pensiero fu rivolto ad Heimdall: era possibile che il guardiano gli avesse fatto dono delle sue capacità per quella notte? Thor non credeva potesse accadere.
Rifletté ancora qualche istante: tutto ciò doveva essere vero, era accaduto così in fretta che non poteva proprio essere un sogno.
Richiuse gli occhi e, proprio come prima, vide Jane nello stesso posto, continuava a scrivere al computer come una furia.
Qualcosa però la distrasse. Voltò la testa verso la finestra del suo studio: un lampo aveva appena squarciato l’aria, seguito da un tuono.
Jane si alzò dalla sedia e si avvicinò al vetro della finestra, che iniziava a bagnarsi di qualche goccia di pioggia.
Thor, inconsciamente, sorrise.
Jane aveva un’espressione corrucciata, mista a curiosità. Sperò che quei tuoni rivelassero l’arrivo del dio che giorni prima le aveva sconvolto – letteralmente - l’esistenza.
Aprì la finestra e si lasciò invadere dall’odore di pioggia e di umidità che iniziava a pervadere quella cittadina desertica. Sorrise e guardò il cielo scuro, e sottovoce sussurrò: “Ti aspetto, dio del tuono…” mentre un altro tuono più vigoroso si fece sentire.
Thor spalancò gli occhi e si mise a sedere sul letto. Tutto quello che aveva visto era così reale che… che doveva esserlo a tutti i costi.
Ripensò alle scene appena viste, a quelle parole dette da Jane quasi fossero una promessa, e a quei tuoni che corrispondevano ad ogni volta che il cuore di Thor aumentava di battito.
Di colpo capì: capì le parole criptiche di Heimdall, capì le visioni che aveva avuto, capì i lampi e i tuoni che aveva visto e sentito.
La speranza che Heimdall intendeva era proprio quella: Thor avrebbe fatto sentire la sua presenza a Jane con quello che sapeva fare meglio, ovvero scatenare lampi e tuoni e, se fosse stato fortunato, qualche volta l’antico guardiano asgardiano gli avrebbe permesso di vedere la sua amata, vedere come la sua vita proseguiva, vedere come non si arrendeva mai a cercarlo e, più di ogni altra cosa, avrebbe avuto la fortuna di sentire la sua voce sussurrargli parole d’amore.
Per la prima volta dopo giorni, Thor si coricò sereno, ancora con le immagini viste precedentemente che gli scorrevano nella mente. E sentì ancora quelle parole dolci, pronunciate così spontaneamente che, Jane - Thor ne era sicuro – sapeva che sarebbe stata ascoltata.






shoutathedevil's corner:
dopo aver visto il primo film per la centesima volta, sommersa dai feels, ho avuto questa idea. fatemi sapere che ne pensate! :)

 
  
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