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Autore: Rowena    02/06/2009    6 recensioni
Uno sweeper non può concedersi debolezze, si dice, né un amore, se non vuole metterlo in pericolo. Ryo Saeba è sempre stato ligio alle regole... Ma è possibile che la febbre possa convincerlo a lasciarsi andare almeno un po', in una notte calma e sicura?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter, Saeko Nogami/Selene
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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È il mio primo scritto su City Hunter... Non so, non mi convince particolarmente, ma è venuta fuori così. I personaggi appartengono all'autore, Tsukasa Hōjō, che ne detiene i diritti; non scrivo a scopo di lucro e pertanto nessuna violazione del copyright è intesa.

Questa storia partecipa a Temporalmente, organizzato su Criticoni



There's no need to hide, we're safe tonight (I am mine – Pearl Jam)

Rumore di sirene, polizia che arriva trafelata rispondendo a una chiamata che ha denunciato un tentato sequestro di minore. Nel quartiere di Shinjuku, tutto questo è normale, roba di tutti i giorni.
Quello che non è normale, invece, è vedere la più bella poliziotta della zona scapicollarsi in strada saltando giù dalla volante ancora in movimento: l’ispettrice Saeko Nogami è accorsa al più presto sentendo la telefonata di sua sorella Reika, temendo per la vita della giovane Yuka, presa di mira da un gruppo di terroristi.
Ma quando la polizia è arrivata, le cose sono già sistemate, Yuka è in casa a cercare il suo computer per annotare la scena che ha appena vissuto, Reika le sta già facendo la predica – non che la piccola le dia molta importanza – e i criminali sono svenuti, ancora privi di sensi dopo il piccolo incidente in cui la loro auto è stata coinvolta per sventare il rapimento. Saeko sospira, chiedendosi perché quando si ha a che fare con la sua famiglia debbano sempre succederne di tutti i colori, e già trema all’idea di dover spiegare a suo padre che cosa è accaduto. Quando si tratta delle sue bambine, il capo della polizia diventa una belva, è un fatto risaputo!
Meglio non pensarci per ora, pensa affranta, mentre dà istruzioni agli agenti perché traggano in arresto i terroristi e li portino in centrale. Lei ha un’altra questione da risolvere, una sorella pestifera.
«Ti è andata bene, questa volta: credevo che ti stessero cercando per via di qualche informazione che hai fotocopiato dai miei fascicoli», sta dicendo Reika, tentando di apparire più seria e arrabbiata che mai.
Saeko segue la voce della maggiore tra le sue sorelle nella casa di Ryo e Kaori, alla ricerca delle due. La scena che l’aspetta è comica, in un certo senso: Yuka è china a terra, concentrata sul suo computer portatile, e digita freneticamente sulla tastiera prima di dimenticarsi quello che ha visto. Reika potrebbe cambiare discorso in qualunque momento, e per lei non farebbe alcuna differenza. «Stai bene, Yuka?»
La voce della sorella maggiore, o per meglio dire la mano che abbassa il monitor del pc, riportano la ragazzina alla realtà. «Oh, Saeko, sei tu… Sì, non mi sono fatta niente a parte un colpetto in testa: mi verrà un bel bernoccolo, ma non è niente di grave!», esclama contenta, prima di rimettersi subito a scrivere.
Le due donne si fissano e scrollano le spalle, impotenti: qualunque altra liceale avrebbe reagito in modo diverso a un tentato sequestro, almeno si sarebbe spaventata un po’, avrebbe subito un discreto shock, ma non la loro sorellina. Del resto, è del loro stesso sangue, e i geni pazzi di famiglia si notano al primo sguardo. «Non c’è tanto da scherzare», riprende Saeko, anche lei arrabbiata, «Reika ha ragione nel dire che non dovrai più usare i nostri documenti per cercare l’ispirazione per i tuoi romanzi: anche se quei terroristi volevano rapirti per un altro motivo, potresti inimicarti qualche personaggio della Yakuza, e allora sì che finiresti nei guai! Senza contare l’umore di papà… Non comportarti mai più così, almeno fallo per noi».
«Già», rincara l’altra, «ci manca un’altra carica d’assalto per correre a salvare l’innocenza della terzogenita!»
Hanno faticato non poco a tenere il signor Nogami lontano da casa dei due sweeper, convinto com’era che Yuka fosse stata adescata da qualche tipaccio della peggior specie, e con tutto l’impegno di entrambe il capo della polizia era riuscito comunque a spedire un paio d’agenti in appostamento all’angolo del palazzo. Meno male che sono i figli a dare problemi ai genitori, in genere, e non il contrario…
La cosa più divertente è che il loro paparino non ha neanche lontanamente capito chi sia Ryo in realtà: impazzirebbe, se venisse a sapere che è arrivato così vicino a City Hunter e non è riuscito ad arrestarlo!
E dopo essere impazzito, avrebbe reso la vita ancor di più un inferno alle sue due figlie maggiori, questo era sicuro.
«Yuka, andiamo…», sospira Saeko, stanca di tutta questa storia. «Hai tutto il materiale che ti occorre per una storia adesso, no? È meglio rientrare a casa, prima di rimanere orfane di padre».
La ragazzina finalmente ubbidisce e si alza dal pavimento: «Sì, tanto ho finito di scrivere la scena! Devo salutare Saeba e Kaori, però», aggiunge guardandosi intorno. Di loro, nessuna traccia. «Dove sono finiti? Forse a Ryo è tornata la febbre… Sarà meglio che vada a vedere».
«Non ce n’è bisogno, se Saeba sta davvero male non è di certo un bello spettacolo. Potrai tornare a salutarli tra qualche giorno, quando si sarà ripreso», le spiega pazientemente la maggiore delle tre, desiderosa soltanto di riportare al padre la sua diletta piccola Yuka prima che ci siano gli estremi per un raid nel palazzo.
Reika le corre in aiuto. «Ma sì, tranquilla: io abito qui accanto, no? Non appena sta meglio ti telefono, così potrai venire a salutare e a scusarti per tutto il trambusto che hai causato».
In effetti, il suo passaggio è stato simile a quello di un terremoto, per i due sweeper, ma si sa che con le sorelle Nogami non c’è mai da scherzare, neanche con una all’apparenza così dolce e tranquilla come Yuka. Per non parlare delle due gemelle, che anche se hanno solo sette anni promettono già di far dannare chiunque incroci il loro cammino!
«Ora andiamo a casa».

«Perché non siamo tornate indietro con la macchina della polizia?» domanda Yuka, già stanca di camminare.
Saeko fa spallucce, indisposta. «Ci tenevi così tanto a ritrovarti vicino ai tuoi rapitori? E poi, questi due passi ci serviranno ad accordarci su quello che racconterai di questi ultimi giorni».
Pensierosa, la sorellina cerca di tenere il passo dell’altra, senza mai mollare la presa sul suo computer.
«Penso che non userò la storia di Saeba per il mio prossimo libro», annuncia all’improvviso.
«Ma come sarebbe a dire? Se quasi non volevi venire via per finire di digitare il tuo romanzo!» «Sì, la traccia è avvincente, ma manca la parte rosa, e i miei lettori sarebbero molto scontenti se non inserissi una bella storia d’amore».
Che peccato, un uomo come Saeba, ad eccezione dei suoi istinti da maniaco, sarebbe l’ideale come protagonista del suo prossimo giallo! Già… Eppure, due personaggi come Ryo e Kaori, che non sembrano nemmeno voler ammettere l’esistenza di un legame tra loro, non riscontrerebbero il favore del pubblico. Dopo una scena come quella dello sparo che l’ha salvata, avrebbe dovuto esserci un bel bacio, secondo lei, e invece non è successo nulla.
La mancanza di materiale da cui attingere è un bel problema, per Yuka: sa bene come reinventare ciò che le viene insegnato e le esperienze delle sue sorelle, grazie al suo talento di narratrice, ma inventare di sana pianta le risulta davvero difficile. Figuriamoci poi una scena d’amore, giovane e inesperta com’è!
Eppure, nonostante questo, Yuka è certa che Kaori sia innamorata di Ryo, e che quest’ultimo contraccambi in qualche modo il sentimento della sua partner. Cosa la spinga a esserne così convinta è un mistero, non riesce neanche a spiegarselo, ma nel vedere come quei due si comportano le rimangono pochi dubbi.
«Saeko», mormora la ragazza, imbarazzata, «come si fa a capire se due persone sono innamorate?»
Ecco, di tutte le cose che la maggiore delle sorelle Nogami poteva aspettarsi dalla sorellina, quella proprio non è in cima alla lista. Le ha insegnato come uccidere con i coltelli, come lanciarli e come difendersi con un’arma da taglio, per dire, e queste abilità sono state prontamente riversate in uno dei suoi romanzi.
«Ma che domande mi fai?»
Arrossendo vistosamente, Yuka comincia a raccontare cos’è successo negli ultimi giorni, dalla febbre di Saeba al trucco per abbassarsi la temperatura a come i due hanno risposto all’attacco dei terroristi. «Quando li ho visti sparare insieme… Ho capito come stanno davvero le cose», mormora ancora emozionata. «Solo due persone profondamente legate possono fare una cosa del genere».
Saeko si trattiene dal ridere in faccia alla sorellina, colta di sorpresa.
Ryo e Kaori innamorati!
Chiunque li conosca si è accorto da tempo che tra i due sweeper esiste un legame speciale, questo di certo non la sorprende, ma da qui a pensare che possa trattarsi di amore…
Anche lei ha avuto lo stesso sospetto in passato, ma visto che pur vivendo insieme Ryo e Kaori non sono mai andati oltre l’amicizia, si è convinta di aver preso un abbaglio.
«Si preoccupano uno dell’altra perché lavorano insieme, Yuka, altrimenti non potrebbero fare un mestiere così pericoloso», le spiega con calma, ridacchiando. La tensione che c’era tra lei, Saeba e Maki era molto diversa, si ricorda bene quel periodo.
Yuka alza le spalle, ancora decisa a non dargliela vinta. Per qualche strana ragione, non ha rivelato di aver spiato in camera di Ryo e di aver visto Kaori che si prendeva cura di lui in un modo così dolce e protettivo da farle pensare che tra i due ci fosse qualcosa. «Sarà, ma io so quello che ho visto. Magari ancora non se ne sono resi conto, ma si comportano come una coppietta di sposi».
«Yuka, credi a me: prima che tra quei due nasca qualcosa, faremo in tempo a diventare vecchie», così Saeko liquida l’argomento, sentendo però che i sospetti di sua sorella iniziano a farsi strada nella sua mente.

Si sta facendo buio, a Shinjuku, e mentre le due sorelle tornano a casa c’è chi ha la febbre e deve stendersi a letto, ma non per questo può considerarsi esente da un’altra predica.
«Insomma, ti sembra normale fingere di essere guarito quando abbiamo per le mani un caso tanto delicato? Potevi dirmelo che non ti sentivi ancora bene, avrei portato io Yuka a scuola così da lasciarti tranquillo ancora per un po’».
Seduto sul proprio letto, Saeba osserva intimorito la sua partner che camminava avanti e indietro per la stanza con aria furibonda.
«Non capisco perché ti scaldi tanto, Kaori», pigola Ryo tra un colpo di tosse e l’altro, nascondendosi sotto le lenzuola, preoccupato la donna tiri fuori uno dei suoi martelli. «In fondo tutto si è risolto per il meglio, no? Quella pestifera di Yuka è tornata a casa e noi stiamo bene».
Kaori non sembra d’accordo, però, e si ferma per un istante così da potergli ribattere direttamente in faccia. «Tu non stai bene, hai ancora la febbre! E come se non bastasse, mi hai mentito un’altra volta: ti fidi così poco di me da non dirmi nemmeno che ti senti male», lo accusa, ora più triste che arrabbiata.
«Sciocchina… Non volevo farti preoccupare: non ti fa bene dormire sul pavimento tutta scoperta, rischi di ammalarti anche tu».
«Non sono mica così debole, posso resistere per una o due notti», minimizza Kaori alzando le spalle. «Ma se preferisci, stasera mi porto un futon in camera tua, così non prenderò freddo». «Non devi restare sveglia anche stanotte, domani mattina dopo una buona dose di sonno sarò di nuovo in piedi».
«Certo, proprio com’è successo oggi, non è vero?», lo prende in giro lei, avvicinandosi un po’ e posandogli una mano sulla fronte. «Per la miseria, scotti! Sarà meglio che ti prepari un po’ di brodo di pollo, e poi quella tisana alle erbe che mi ha consigliato Miki e…»
«Rilassati, Kaori, è solo un po’ di raffreddore».
«Sarà, ma è meglio non correre rischi: stenditi, su, ho portato una pezzuola di ricambio e un po’ d’acqua fresca».
Malconcio com’è, Ryo si ritrova costretto a ubbidire, e con rammarico la guarda mentre esce dalla stanza per andare in cucina a preparargli qualcosa di caldo.
Non ha idea di cosa farebbe senza di lei, probabilmente sarebbe già morto da un sacco di tempo. Certo che era proprio strano, di tutte le donne bellissime e affascinanti che hanno incrociato il suo destino, è andato a innamorarsi proprio di quella più strana e pazza…
Al cuor non si comanda, dicono, e anche per lui non è stato diverso; certo, per convincerlo a rivelarle quello che prova ci vorrebbe ben altro che qualche linea di febbre. Col lavoro che fa, non può rischiare di metterla in pericolo e, se anche in qualche modo scoprissero di non poter evitare di amarsi, qualunque gesto d’amore dovrebbe rimanere entro le mura di casa, dove nessuno può spiarli e capire quanto davvero Kaori sia importante per lui.
Certo, non sono pochi ad averlo già intuito, ma con il suo comportamento è riuscito a sviare i sospetti più pericolosi.
«Ecco il brodo!»
La voce squillante di Kaori gli annuncia il suo ritorno, e lui sorride. «Grazie, mammina, non so cosa farei senza di te», la prende in giro.
«Probabilmente saresti di nuovo sdraiato in un vicolo mezzo ubriaco, stupido che non sei altro», gli risponde per le rime con un sorrisetto strafottente prima di posare il piatto che ha portato con sé sul pavimento. «Aspetta, ti rinfresco la pezza…»
È un attimo, ma qualcosa suggerisce a Ryo di non perdere l’occasione: istintivamente, si alza quel che basta per circondare la vita di Kaori con le braccia e tirarla sul letto accanto a sé. «Si può sapere che stai facendo?», si lamenta con foga cercando di liberarsi.
«Niente, t’impedisco solo di dormire sul pavimento un’altra notte. Se proprio vuoi assistermi, puoi farlo benissimo da qui».
Lei si sistema contro il suo corpo, sapendo già che se ha deciso così non riuscirà ad alzarsi neanche con tutte le sue forze. «Se provi a muoverti, là ai piani bassi, giuro che ti faccio a pezzi», lo minaccia; oggi è stata buona, preoccupata per la sua salute non ha usato neanche un martello, ma può sempre recuperare…
Ryo scoppia a ridere: «Non hai niente da temere, Kaori, stasera sono a pezzi anche per quel genere di cose».
La donna non sa se rispondere a tono o godersi il bel momento. «Non ti ho mai visto stare così male», mormora piano gustandosi il calore del corpo di Ryo, e le sue braccia che la stringono.
Le accarezza i capelli corti, stranamente affettuoso. «E io non ti ho mai visto sparare così bene: sei stata brava oggi, socia, senza di te non sarei riuscito a salvare Yuka».
Kaori sussurra qualche ringraziamento poco chiaro, arrossendo in modo adorabile, e Saeba sorride. Benedetto raffreddore, non avrebbe potuto spingersi a tanto se non avesse la febbre.
Domani tutto tornerà come al solito, una provocazione seguita da colpo di martello gigante dietro l’altra, insulti, prese in giro, un giretto al locale di Umi e Miki, che non distruggono da un po’ di tempo, ma per qualche ora stanotte può prendersi qualche libertà in più, e dormire con la donna che ama senza preoccuparsi di nulla, senza doversi nascondere.
Chissà come risponderebbe Kaori se arrivasse a farle la dichiarazione… Ryo sorride immaginandosi la scena: probabilmente, quella matta andrebbe a chiamare Doc convinta che il suo socio deliri!


Allora, che ve ne pare? Rowi
   
 
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