Giocattoli

«Cagalli!» Lei ruotò gli occhi in direzione della porta, osservando impassibile il marito irrompere nella sala con decine di rotoli di carta fra le mani. «Guarda e dimmi quale ti piace di più», disse il giovane, adagiando il tutto sul tavolino davanti al divano su cui sedeva lei.

   «Cosa sono?», domandò incuriosita Lunamaria, sbirciando quelli che avevano tutta l’aria di essere dei progetti.

   «Sembrano robot», osservò Shinn, accanto a lei, mentre prendeva fra le mani uno degli schizzi senza neanche chiedere permesso. Avendo ancora la cittadinanza di Orb, adesso che il ragazzo aveva vinto la propria battaglia interiore con i fantasmi del passato, si sentiva autorizzato a tornare lì ogni volta che gli pareva, licenze permettendo, e a sfruttare l’ospitalità degli Athha Zala un po’ come se la cosa gli fosse dovuta. «Anche se non mi pare abbiano un aspetto molto serio…»

   «È vero», convenne la fanciulla originaria di PLANT. «Sembrano giocattoli.»

   «Lo sono», confermò il loro ex-comandante, sorridendo soddisfatto. Tornò a rivolgersi a Cagalli. «Preferisci il fiore o la farfalla?»

   «Mi piacciono entrambi», rispose lei, scrutando ora l’uno ora l’altra. «Anche il coniglietto che mi hai fatto vedere ieri era carino», assicurò, incrociando gli occhi dell’Ammiraglio. «E se sarà maschio?»

   Quella domanda lasciò di sasso i loro ospiti, e Shinn fece scivolare i fogli sul tavolino, ascoltando la conversazione a bocca aperta.

   «Se sarà maschio, mi inventerò qualcos’altro, sta’ tranquilla. Ho mille idee per la testa», li informò Athrun, sempre più orgoglioso.

   Sua moglie sorrise, restituendogli i disegni. «Tanto già lo so che, maschio o femmina, lo vizierai da morire», lo prese bonariamente in giro, tornando a sorseggiare il tè che si stava godendo quel pomeriggio in compagnia dei due soldati di ZAFT.

   «Cercherò di non farlo, promesso», si arrese l’altro, imbarazzato, raccogliendo tutta la sua roba per tornare nello studio a passare altre ore curvo sulla scrivania e armato di squadre e compasso.

   Quando fu oltre la soglia, visto che Shinn pareva troppo sconvolto per parlare, la sola Lunamaria, eccitata, non riuscì più a contenersi. «Delegato… Lei e Athrun state per annunciare qualcosa alla nazione?»

   «Macché», rise Cagalli. «La cosa comica è proprio questa: non sono nemmeno incinta.»

   «Ma allora…?»

   Scrollò le spalle, prendendo fra le dita uno dei biscotti con cui stavano accompagnando il tè. «È bastato accennare alla possibilità ch’io possa rimanerlo in futuro, per farlo impazzire a quel modo.» Infine, addentò il dolcetto e concluse: «Comunque sia, memore di questa esperienza, credo proprio che per il suo bene, prima di comunicargli un mio eventuale stato interessante, aspetterò di scodellargli il bambino sotto al naso.»