Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: silbysilby_    09/02/2017    3 recensioni
Alla fine delle riprese per BTS RUN, il gruppo di cantanti non ha potuto fare a meno di notare un certo cambio di comportamento di Jimin nei confronti di Yoongi. Decidono così di tirargli uno scherzo, proponendo al rapper di sedurre il vocalist in abiti femminili.
Yoongi accetta, inconsapevole di come si evolverà la situazione.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi tornata con un'altra one shot! Vi avevo già precedentemente detto che stavo lavorando a una ff parecchio lunga e importante che mi avrebbe preso tempo, ma sono riuscita a farmi viva in un qualche modo. 
Partiamo dicendo che QUESTA COSA NON E' STATA SCRITTA PER ESSERE UN CAPOLAVORO, è nata semplicemente come uno sclero personale. Sono  m o r t a  quando ho visto Suga vestito con la divisa scolastica femminile e ho iniziato a raccontare questa idea alle mie amiche che mi hanno convinto (costretto) a scriverla lol
Spero vi piaccia comunque! Mi farebbe davvero un sacco piacere ricevere le vostre recensioni! 


(DOMANDONA: vi farebbe piacere se vi aggiornassi più spesso sui social su come procedono le mie storie? Se sì, quali? Scrivetemelo nelle recensioniiiiii) 
 
Alle ragazze che mi hanno fatto scrivere 'sta roba. Vi si ama. 
 

That time when Min Yoonji had to seduce Park Jimin  
 
"Stai davvero bene." aveva ripetuto Jimin per quella che sarà stata la centesima volta. 
Il gruppo di ragazzi aveva appena concluso di girare una skit per il ritorno di "BTS RUN" e ovviamente la situazione era sfuggita di mano a tutti, trasformando quello che doveva solo essere uno show divertente nel disagio più totale. Non rimaneva altro da fare se non tirare le fila della giornata di riprese, dire la propria opinione sull'esperienza e salutare le ARMY. 
Si erano tutti allineati davanti alla lavagna, le divise scolastiche ancora addosso, intenti come al solito a parlare liberamente tra di loro senza essere frenati dalla presenza delle telecamere. Yoongi, il protagonista assoluto della skit, o meglio, la protagonista assoluta della skit, si era posizionato al centro del gruppo, il disagio nell'essere vestito da scolaretta con tanto di parrucca che non lo affettava più. 
In fin dei conti era ormai abituato a certe sorprese che la BigHit, Bang PDnim o chi per lui gli rifilavano ogni tanto. Non era la prima volta che gli toccava fare qualcosa di così imbarazzante come indossare abiti femminili, per cui si era semplicemente arreso all'idea. Almeno non era stato costretto a distribuire confezioni di pane in un locale pubblico vestito da maid. 
In certi casi stare al gioco era la cosa migliore da fare. Oltretutto poteva dire di essersi genuinamente divertito nel rifiutare uno per uno tutti i membri del gruppo. Non aveva neanche dovuto recitare più di tanto, essendo rimasto fedele al proprio carattere. 
Anche gli altri ragazzi si erano divertiti parecchio. Non avevano fatto altro che ridere da quando era stato annunciato il ruolo di Yoongi e tutti quanti avevano insistito per restare a osservare le truccatrici all'opera, scoppiando in un coro di ovazioni quando gli era stato applicato del lucidalabbra. 
Jimin in particolare non gli aveva staccato gli occhi di dosso per un secondo, troppo meravigliato del cambiamento così repentino dell'aspetto fisico di Yoongi. Sembrava impossibile capacitarsi di quanto delle meches, un po' di trucco e i vestiti giusti potessero donargli quell'aria davvero femminile. Non era stato l'unico a concordare sul fatto che così conciato il rapper sarebbe potuto seriamente passare per una ragazza. 
Per tutta la durata delle riprese dell'episodio Jimin si era sentito elettrizzato, sull'attenti per ogni singola cosa. Ogni volta che Yoongi si atteggiava toccandosi il caschetto di capelli che gli era stato appioppato in testa o abbassava gli occhi mostrando le palpebre lisce e ben truccate, sentiva la temperatura nella stanza salire. 
Se fosse toccato a Taehyung o a Jungkook sarebbe stato mille volte più facile andare lì da loro, prenderli in giro e scherzarci, ma il problema non stava nel fatto che fosse più grande di lui. Anche Namjoon e Hoseok si erano vestiti da donna per un'altra recente skit, interpretando rispettivamente Kim Army e sua madre. Il punto era che loro due erano apparsi semplicemente ridicoli. E Min Yoongi, tradendo ogni aspettativa, al momento era tutt'altro che ridicolo. 
Questo cambio di atteggiamento da parte di Jimin non era passato inosservato dai suoi hyung. Ci avevano riso sopra a telecamere accese, ma era una situazione troppo divertente per lasciarla finire lì. 
Fu per questo che i ragazzi proposero una scommessa a Yoongi. 
La troupe aveva dato via libera ai ragazzi per andarsi a cambiare d'abito e prepararsi per tornare al dormitorio, lasciando loro i due spaziosi camerini vuoti. Yoongi era stato uno dei primi a saltar su per potersi andare a mettere un paio di pantaloni, ma Namjoon lo aveva trattenuto per un braccio. Mentre Seokjin, Jimin e Taehyung si incamminavano per un corridoio, quest'ultimo che discretamente si era voltato per strizzare l'occhio al leader del gruppo, Jungkook e Hoseok si erano posti alla destra e alla sinistra di Yoongi, braccandolo. 
Il moro dedusse da quell'identico sorrisetto che tutti parevano portare tranne lui che qualcosa doveva star bollendo in pentola.  
"Hyung," iniziò Namjoon abbassando il tono della voce. "abbiamo una proposta da farti."
Yoongi lo guardò inespressivo, in attesa che l'altro si spiegasse meglio. 
"Hai notato come ti sta puntando Jimin, vero?" chiese Jungkook quasi saltellando sul posto. Gli altri due ragazzi lo guardarono male per star precipitando le cose, ma non persero quel luccichio inquietante negli occhi. 
Puntando? Jimin? 
Yoongi già si era stancato delle loro idiozie. Alzando gli occhi al cielo fece per dar loro le spalle e dirigersi verso l'altro corridoio ma fu placcato una seconda volta. Namjoon passò un braccio sopra le sue spalle, più per assicurarsi che non tentasse di nuovo la fuga che per altro. 
"Sappiamo tutti quanto ti piaccia andare a cenare da Shibuya." 
Yoongi incrociò le braccia al petto. "Continua a parlare." 
"Se tu riesci a-" Jungkook e Hoseok attaccarono a sghignazzare istericamente coinvolgendo Namjoon. Cercò subito di tornare serio, schiarendosi la voce un paio di volte. "Se tu adesso riesci a far eccitare Jimin restando vestito da ragazza siamo tutti disposti a pagarti un buono per la carne. Un ricco buono per la carne. Del tipo che non dovrai pagare uno won per i prossimi trent'anni." 
"Cosa?!" 
Jungkook fece un rumoroso SSHHH, Hoseok si portò l'indice alla bocca e Namjoon per poco non gli diede una sberla nel fargli segno con la mano di abbassare il volume della voce. 
Il viso di Yoongi pareva sul punto di esplodere mentre prese a gesticolare violentemente. Sibilava le parole senza respirare, preso alla sprovvista. 
"Ma che vi salta in mente, eh? Vi rendete conto di cosa mi state chiedendo di fare?"
"Calmati, hyung." disse Hoseok. "Vogliamo solo tirargli uno scherzo, come abbiamo sempre fatto e sempre faremo. Non è una cosa seria." 
"Non ti stiamo chiedendo di fare chissà che cosa. Vogliamo solo vedere come reagisce e farci una risata sopra tutti insieme." aggiunse il maknae. 
"Lo sai che anche se all'inizio se la prende poi gli passa tutto. Non devi temere per la tua amicizia con Jimin." aggiunse Namjoon. 
Yoongi non sembrava convinto. Non capiva perchè se ne fossero usciti con una idea così strampalata. O meglio, lo capiva, ma si rifiutava di credere che i suoi compagni di vita fossero caduti così tanto in basso. 
Non era facile la vita da idol, questo si sapeva. Ma non tutti avevano messo in conto quell'impossibilità per contratto di avere una relazione amorosa seria. Sembrava una sciocchezza se si pensava all'affetto dei fan, alle opportunità strabilianti di fare musica, di vivere il proprio sogno giorno dopo giorno, ma non si poteva non considerare il fatto che dopotutto erano sette ragazzi nel pieno della giovinezza. Il loro mestiere gli permetteva di avere il cuore di milioni di persone ma non gli lasciava donare il proprio ad una sola. 
Nonostante lo avessero accettato da tempo, certi bisogni ed istinti non si sarebbero mai dissolti. 
Erano arrivati al punto di esaltarsi e dare di matto come un branco di ragazzine non appena, incastrati in un qualche gioco dei tanti che gli proponevano ai programmi televisivi, uno di loro doveva scambiarsi effusioni di ogni genere con un altro. Hoseok e Taehyung ne sapevano qualcosa. 
I BTS erano un gruppo di repressi, su questo non ci pioveva. 
Namjoon, vedendo come Yoongi stesse comunque valutando la cosa senza scartarla a priori, si disse che era il caso di dare man forte finchè non era giunto ad una conclusione. 
"Fa solo in modo che Jimin esca dal camerino sottosopra e avrai tutta la carne che vuoi. Noi faremo in modo di non perderci la scena. " 
Lo sguardo negli occhi scuri di Yoongi era mortalmente serio. "Definisci sottosopra." 
Jungkook lo disse senza filtri, stufato da tutte le mezze verità di Namjoon che cercava di non fare apparire la situazione così squallida. 
"Faglielo venire duro, hyung."
Hoseok iniziò a tossire violentemente, la saliva che gli era andata di traverso. Dopo essere trasalito insieme a Yoongi, come se non ne fosse già al corrente, Namjoon balzò su Jungkook e prese a sfregargli energicamente le nocche sul capo, intimandogli di tornare ad essere il ragazzino innocente che un tempo era stato. Quest'ultimo si limitò a ghignare; adorava tenere testa ai suoi amici in questo modo. 
I tre iniziarono a battibeccare tra di loro, rimproverandosi a vicenda di non aver trovato modo di argomentare meglio. Seokjin e Taehyung ci sarebbero rimasti malissimo una volta saputo che non erano riusciti nel loro intento. 
Erano talmente presi che nessuno si degnò di prestare attenzione a Yoongi che nel frattempo era rimasto impalato sul posto, lo sguardo vacuo e i pugni serrati sull'orlo della gonna. 
"Avete detto il Shibuya?" 
Nella stanza piombò il silenzio. Namjoon, Hoseok e Jungkook si immobilizzarono, voltando in contemporanea i loro visi verso di lui. 
"Per i prossimi trent'anni." rispose il primo. 
Yoongi si passò una mano tra le meches, annuendo impercettibilmente con la testa. Una strana luce divertita crebbe nei suoi occhi sottili. 
"Preparatevi a sganciare gli won." 
 
Jimin aveva raggiunto il camerino in cui si trovava con Taehyung e Seokjin, ma i due erano dovuti tornare quasi subito indietro dopo essersi resi conto di aver lasciato il loro cambio di vestiti nell'altro. Il ragazzo non pensava che sarebbe rimasto solo per tanto tempo; questione di secondi e gli altri membri del gruppo lo avrebbero raggiunto. 
Aveva iniziato a pensare che forse era il caso di spronarli a darsi una mossa dopo essersi già struccato e aver indossato i propri pantaloni. La felpona grigia con cui era arrivato doveva essere da qualche parte, ma il guaio era che non riusciva a ricordarsi se sotto portasse una maglia, una canottiera o entrambe. Quando ci si abitua a vivere in così tanti sotto uno stesso tetto scambiarsi accidentalmente i vestiti diventava la prassi. Se avesse perso per la terza volta una delle t-shirt bianche di Jungkook, Seokjin lo avrebbe rimproverato a vita; poco importava che il maknae ne comprasse in serie. 
Jimin si era piegato in avanti per allacciarsi una scarpa quando un paio di mani che non gli appartenevano entrarono nella sua visuale. Afferrarono le stringhe ancora sciolte dell'altra scarpa e iniziarono ad annodargliele strette. 
Il biondo raddrizzò la schiena, ritrovando ai suoi piedi proprio Yoongi. Il moro non si era ancora tolto nè la divisa da studentessa nè le meches che gli arrivavano alle spalle. 
Jimin rimase interdetto. Non che Yoongi non fosse uno bravo hyung, ma loro due si erano sempre limitati a supportarsi di tacito accordo nell'ombra. Questo gli pareva un gesto più altruista e innecessario del solito. 
Si limitò a starsene in piedi mentre l'altro gli tirava le stringhe delle scarpe per i vari forellini, ben ammaestrato da tutte le volte che le loro stylist si raccomandavano di assicurare sempre che tutte le cerniere, i bottoni ed i gancetti fossero chiusi nel modo giusto per evitare di perdere pezzi sul palco. 
Dando un ultimo strattone finale ai lembi del doppio nodo, Yoongi scoccò uno sguardo a Jimin dal basso, il viso inespressivo ancora perfettamente truccato. Rimase per qualche secondo seduto sui talloni, fissando le scarpe davanti a lui. Come faceva spesso quando era sovrappensiero, si morse l'interno delle guance, puntellandosele poi con la lingua. Tornò a guardare il suo amico negli occhi, enigmatico. 
Jimin era sul punto di chiedere se c'era qualcosa che non andasse, stranito dall'intensità dello sguardo di Yoongi. Forse sarebbe stato in grado di leggerci qualche indizio se solo il movimento continuo di quella lingua non lo stesse distraendo. 
Alla fine Yoongi tirò le stringhe e disfò sia il suo nodo che quello di Jimin, sospirando. Si portò i capelli dietro l'orecchio, un gesto diventato di routine nel giro di poche ore, e si rimise a piegare e stringere tutto daccapo. 
"Hyung," mormorò Jimin senza avere davvero niente da dire. Non sembrava molto carino chiedere che cosa diamine stesse facendo dato che, oltre ad essere ovvio, lo stava facendo al posto suo.  
Dopo aver sistemato entrambe le scarpe in modo soddisfacente, Yoongi si sollevò sulle ginocchia come se da quelle distanza potesse valutare meglio il suo lavoro. Gli occhi gli volarono nuovamente su quelli di Jimin, insistenti. Erano talmente vicini che per rivolgerglisi dovette rovesciare il capo all'indietro, i capelli lunghi che gli scivolavano sulle spalle. Senza interrompere il contatto visivo premette le labbra insieme, assaggiando accidentalmente quel filo di lucidalabbra. 
Per poco Jimin non fece un salto all'indietro. 
Il suo primo pensiero fu che la combinazione delle loro posizioni era del tutto inappropriata, altrochè se lo era. Il biondo girò furiosamente sui talloni e si diresse dalla parte opposta della sala, mettendo più distanza possibile tra il viso del rapper e il suo... zona x. 
Il suo secondo pensiero fu che quell'idea non gli si sarebbe neanche dovuta formare nella mente. Un attimo prima si stava chiedendo perchè Yoongi gli stesse allacciando le scarpe con tanta meticolosità, quello dopo aveva visto in modo limpido e chiaro lo stesso Yoongi fargli tutt'altro tipo di servizio. Cosa cavolo era successo nel mezzo? Alla sua immaginazione era bastato registrare una minuscola informazione di per se innocente per partire per la tangente e creargli nel giro di tre secondi uno scenario completo e nuovo di zecca della situazione. Era stato un flash, un battito di palpebra e aveva tutto già nella sua testa.  
Jimin si sentì le guance avvampare. Dando la schiena a Yoongi si appoggiò con le mani ad un tavolo adiacente la parete, imponendosi di darsi una calmata. Si tenne occupato per un po' con la scusa di voler un po' d'acqua per la sua gola secca, o meglio, arida, scansando a destra e a sinistra zaini, borse, confezioni ancora sigillate di cibo, senza trovare ciò che stava cercando. In tutto quel rovistare non sentì il rumore di passi farsi più vicini. 
Yoongi afferrò Jimin per il mento, voltandolo verso di sè. 
"Hai qualcosa qui..." borbottò, lo sguardo focalizzato su un punto vago della mandibola del ballerino. Yoongi provò a sfumare la macchia con il pollice, avvicinandosi per studiarla meglio. 
Ben cinque respiri contati si infransero sulla pelle dell'altro prima che proclamasse il suo verdetto. "E' fondotinta. Non ti sei struccato bene." 
Il più giovane si strofinò forte il viso con il palmo della mano, come per scacciare la senzazione pruriginosa del tocco del più grande. 
"Non fa niente, hyung. Cercherò di struccarmi meglio le prossime volte, ora sono troppo stanco anche solo per pensare." 
"Se tieni il trucco addosso per tutto questo tempo ti si irriterà la pelle e si arrosserà tutta. Allora le make-up artist dovranno usare doppie dosi di tutto e la tua pelle peggiorerà, dando vita ad un circolo vizioso che non avrà mai fine." ribattè, melodrammatico. "Senza contare che macchieresti il cuscino. Saremo costretti a metterlo in lavatrice e Kookie allagherà il bagno un'altra volta." 
Jimin sospirò al solo sentire nominare quest'ultima conseguenza. "E va bene, ma solo se mi presti il tuo struccante. Io ho già messo via tutto, dovrei scaravoltare la borsa." 
Yoongi sorrise tra sè e sè mentre recuperava il necessario dal proprio zaino e lo appoggiava sul tavolo. Si era preoccupato di non avere abbastanza fantasia per fare in modo che certi tipi di situazioni potessero venire fuori dal nulla senza sembrare troppo forzate, ma la cosa si stava rivelando più facile del previsto. 
Spostò due delle sedie da ufficio in cui erano soliti riposarsi durante le riprese dei loro MV e appoggiò lo schienale di una contro il tavolo, ponendogli la seconda di fronte. Fece segno a Jimin di accomodarsi, ordine che lui eseguì più che volentieri: tra i braccioli, il rivestimento in ecopelle e la reclinabilità regolabile poteva prendersi una pausa. 
Yoongi premette il flacone di struccante fino a quando qualche goccia della crema non fuoriuscì, subito raccolta da un dischetto di cotone. 
Si accinse verso il viso dell'altro ragazzo, ma fu chiaro fin da subito che non era un lavoro che poteva comodamente svolgere da seduto. Allora provò a restare in piedi ma così era costretto a sporgersi tanto con il busto dato che Jimin non sembrava intenzionato a raddrizzare lo schienale della sua sedia per facilitargli le cose. 
Doveva inventarsi qualcosa. La cosa pareva star rilassando fin troppo la sua vittima. Doveva dargli una scantata, non farlo addormentare. 
Appoggiando il ginocchio nell'unico spazio disponibile sul sedile, ovvero tra le gambe di Jimin, Yoongi si mise in equilibrio sopra di lui, arrivando con facilità alla sua faccia. Dato che la lunghezza della gonna gli impediva di allontanare così tanto le gambe se la sollevò di qualche centimetro oltre le ginocchia, spiegazzandone la stoffa. 
Finalmente pronto, il moro premette il dischetto umido e soffice sulla mandibola di Jimin, iniziando a sfregare. Setacciò il suo viso alla caccia di ogni rimasuglio di fondotinta, senza risparmiarsi sul sfiorarlo accidentalmente con le sue dita fredde. Rovesciò quella frangia bionda da una parte per poter riservare le sue attenzioni anche alla fronte, rivelando millimetri di ricrescita scura. 
Sapeva quanto Jimin trovasse piacevole quando gli si accarezzavano i capelli. 
Come volevasi dimostrare, le palpebre di quest'ultimo si succhiusero docilmente mentre si abbandonava con tutto il suo peso sulla sedia, rilasciando la tensione accumulata nell'arco della giornata nei muscoli. Le mani del suo hyung erano incredibilmente delicate e leggere. 
Yoongi studiava attentamente ogni smorfia sul viso di Jimin, architettando la sua prossima mossa. I sospiri beati appena percettibili che emetteva erano sicuramente un buon segno, ma non erano abbastanza. 
Ancora non si capacitava di aver davvero concordato ad una tale stupidaggine. Sperò per i suoi compagni che quel buono fosse davvero ricco come dicevano. 
Le gambe di Jimin si serrarono di riflesso quando il ginocchio di Yoongi si spinse più a fondo contro il suo interno coscia. Il biondo strabuzzò gli occhi, ritrovandosi a tre centimetri dal fiocco della divisa femminile che il suo amico portava al collo. 
Allarme zona x. 
Gli ci volle un po' per capire cosa esattamente l'altro stesse facendo. Yoongi si era sporto il più possibile in avanti per poter afferrare lo struccante sul tavolo, la dose nel dischetto a quanto pare insufficente. 
Le dita del moro mancarono l'obbiettivo per un pelo, costringendolo a darsi una seconda spinta con il piede rimasto a terra. Forse si spinse troppo, perchè le ossa del suo bacino, che appariva ancora più stretto avvolto dalla gonna scura, si piantarono contro lo stomaco del biondo. 
Allarme zona x, ripeto, allarme zona x. 
Jimin si ritrovò ad invocare uno per uno tutti i santi del cielo, intrappolato tra lo schienale e il busto di Yoongi; la mano di quest'ultimo si aggrappò al morbido rivestimento della sedia alla sinistra del suo capo, stringendo ulteriormente il campo del suo spazio personale. 
La sedia emise un cigolio di avvertimento nello stesso istante in cui Yoongi riuscì a sbracciarsi abbastanza da afferrare il detergente. Jimin strinse istintivamente il retro del suo ginocchio, prevedendo una brutta caduta che però non giunse. 
Non gli ci volle molto per realizzare, oltre al fatto di essere ancora vivo, vegeto e con la testa attaccata al collo, di star toccando proprio il punto in cui i calzettoni neri che avevano dato da indossare a Yoongi finivano. Subito oltre il bordo, sotto le sue dita, c'era la carne liscia e tenera del rapper. 
Nonostante il pericolo, se mai c'era stato, fosse scampato, la sua mano proprio non voleva scollarsi. A quanto pare neanche il suo pollice dato che si era messo a disegnare semicerchi con il suo tocco in totale autonomia, percorrendo più volte il tratto dove il ginocchio diventava coscia e viceversa. 
La postura di Yoongi si irrigidì tutta d'un colpo. 
Rischiò di cadere all'indietro tanta la foga che mise nel scendere dalla sedia, riappoggiando il peso sul piede che ormai aveva preso a formicolargli da un pezzo. 
Fu il suo turno di dare le spalle a Jimin per nascondere le emozioni che sicuramente stavano ribollendo sul suo viso. 
Dannazione. Era talmente focalizzato sul come fare quel che doveva fare a Jimin che non aveva pensato neanche per un solo secondo a quelle che potevano essere le conseguenze.
Se c'era una cosa che tanti anni di amicizia e di convivenza gli avevano insegnato era la fisicità con cui l'altro era abituato a relazionarsi alle persone. Aveva sempre dimostrato il suo affetto a tutti loro più a gesti che a parole, in perenne ricerca di un qualsiasi contatto, che si trattasse di circondare qualcuno per le spalle o abbracciarlo da dietro. 
Davvero Yoongi aveva pensato che l'altro si sarebbe limitato a subire senza reagire in alcun modo? 
Adesso si ritrovava proprio in una bella situazione. Così imparava a dare ascolto a quegli idioti in astinenza. 
Aveva iniziato tutto questo con l'intenzione di essere il meno attivo ed esplicito possibile, di lasciare che doppi sensi e ambiguità facessero il loro sporco lavoro con le fantasie di Jimin. Tra le idee scartate e quelle impossibili da attuare aveva già dato fondo a tutte le sue risorse e il ballerino gli pareva solo vagamente a disagio. 
E, cosa tristemente più importante, non aveva di certo il cavallo dei pantaloni in tensione. 
La questione era arrivata a un punto di rottura: avrebbe fatto meglio a defilarsi e sperare che Jimin non si facesse domande, accettando la sconfitta. Oppure poteva mettere Jimin a conoscenza della scommessa e proporgli un'alleanza. 
Jimin, d'altro canto, era rimasto seduto al suo posto, le sopracciglia corrucciate. Perchè dopo tutte quelle attenzioni così inusuali adesso Yoongi pareva avercela con lui? 
Il modo in cui il rapper prima si strinse gli orli della gonna nei pugni e subito dopo ne distese le pieghe con movimenti secchi gli fece passare in rassegna tutti gli errori del suo passato. 
"Tutto bene, hyung?" chiese, esitante. 
Yoongi si voltò lentamente verso di lui, ancora indeciso sul da farsi. Quelle stupide meches continuavano a ciondolargli davanti agli occhi, sottolineando quel suo tenere la testa e lo sguardo basso. Iniziò a ridacchiare tra sè e sè, confondendo ancora di più le idee di Jimin. 
Vuotò il sacco con una nonchalance assurda. 
Il moro non tralasciò nemmeno un particolare. Impose alla sua faccia di non cambiare colore quando disse chiaro e tondo qual'era la sua missione, citando Jungkook. 
Jimin perse il dono della parola tanto rimase sorpreso da quello che Yoongi gli stava riferendo. Non poteva credere alle sue orecchie. 
"...Ed è per questo" disse Yoongi "che volevo proporti a mia volta un patto."
Jimin si era portato con il busto in avanti, i gomiti appoggiati alle gambe, incapace di restarsene bello stravaccato dopo una notizia del genere. 
"Cioè?" 
"Sta al gioco e dividerò la vincita con te. Io non dovrò subirmi questa cosa, tu avrai tutti i chili di carne pregiata che vuoi e quegli altri cinque resteranno a bocca asciutta. Cosa puoi volere di più?" concluse Yoongi con un sorrisino. La soddisfazione nel poter raggirare i suoi amici non aveva pari. 
Il biondo non era particolarmente felice. Non sapeva neanche più lui come dovesse sentirsi a riguardo. Di sicuro non gli faceva troppo piacere essere oggetto di questi scherzi, ma non poteva negare che se non fosse stato lui la vittima designata avrebbe trovato la cosa parecchio divertente. 
Restò in silenzio con le braccia conserte per un'eternità, senza rispondere. Rivide tutti i momenti in cui Yoongi si era dato da fare; prima "allacciandogli" le scarpe, poi avvicinandosi più del necessario per occuparsi del suo trucco. Certo che il ginocchio strategico aveva avuto il suo perchè. 
A questo punto c'era una sola cosa che Jimin voleva sapere. "Toglimi una curiosità." 
Il tono di voce usato attirò l'attenzione di Yoongi. 
"Hai detto di aver accettato la scommessa nonostante all'inizio la stessi rifiutando a prescindere. Come mai hai cambiato idea? Eri convinto di riuscirci?" 
Yoongi pensò bene prima di rispondere con qualcosa di inconveniente. "Diciamo che ero disposto a provarci." 
Jimin annuì con la testa, distogliendo lo sguardo dal più grande. Si sentiva amareggiato, indispettito. 
Si disse che non gli piaceva sapere di essere oggetto di burla, anche se affettuose, dei suoi amici. Non gli piaceva essere messo con le spalle al muro in quel modo, solo per farsi due risate in una giornata che fino a poco prima ne aveva avute in abbondanza. 
Ma la verità era un'altra. Per quanto gli dolesse ammetterlo a se stesso, la cosa che più lo infastidiva era che ci stava davvero cadendo dentro con entrambe le scarpe. Yoongi a quanto pare non se ne era reso conto, ma non era stato affatto sulla cattiva strada prima di interrompersi. 
Aveva ancora addosso quel brivido che gli aveva percorso la spina dorsale quando aveva realizzato di star stringendo Yoongi in una zona solitamente così particolare, così inaccessibile per quanto non intima. 
Jimin ovviamente valutò le sue possibilità. Non gli sembrava moralmente giusto rifiutare e lasciare Yoongi nelle grinfie di quei pazzi scalmanati dato che il ragazzo aveva comunque trovato il coraggio di confessare. 
"Non pensi al fatto che io ci rimetto comunque? Anche se dividiamo la tua vincita ci rimetto io la faccia. Gli altri non mi lascerebbero dimenticare questo episodio neanche per sbaglio." 
Yoongi non potè controbattere. Jimin non aveva tutti i torti. 
"Quindi, se proprio devo ridicolizzarmi davanti a tutti sarà meglio che ne valga la pena." Il biondo continuò, battendo un palmo su un bracciolo come per dare più forza alla sua decisione. "Mi unisco alla scommessa stretta dagli altri contro di te. Se vinci puoi tenerti per te la tua vittoria, anzi, aggiungerò la mia dose di won." 
Yoongi rimase esterrefatto. E questo che cavolo doveva significare? 
Di tutti gli scenari che aveva esplorato prima di confessare questa possibiltà non lo aveva minimamente sfiorato. Qualsiasi cosa Jimin avesse scelto di fare si era detto sicuro di non dover più portare a termine la scomoda missione. 
E invece si ritrovava punto a capo, con l'unica differenza che la posta in gioco si era alzata. 
Tanto valeva farla breve e indolore. Yoongi avrebbe fatto eccitare Jimin anche a costo di tradire la sua promessa di restare sul platonico, sulle fantasie mentali. 
Marmorizzando la sua espressione, Yoongi mosse velocemente qualche passo verso la sedia di Jimin. Diede un colpo con le dita all'ampio petto dell'altro che subito tornò ad appoggiare la schiena all'indietro, obbediente. Gli si sedette in grembo a cavalcioni, le gambe strette tra quelle muscolose dell'altro e i due braccioli. 
Il cambio improvviso della situazione trasformò l'atteggiamento di entrambi i ragazzi: se Yoongi era riuscito ad anestetizzare ogni tipo di sentimento procedendo in automatico, Jimin aveva messo da parte la sua timidezza per sfoggiare l'animale da palcoscenico che viveva in lui. 
Le sue mani tozze ma carine finirono mollemente sui fianchi di Yoongi, incapaci di starsene inerti. Anche solo il peso di quel corpo sopra di lui, la stoffa della gonna in tensione , gli facevano stringere lo stomaco. 
Ci fu un momento in cui Yoongi e Jimin si guardarono dritti nelle pupille scure, uno più incoscente dell'altro. 
Poi il moro si sporse in avanti, dischiuse la bocca sull'orecchio del biondo e tutto perse un senso. 
Con le mani pallide sulle spalle dell'altro, Yoongi si ritrovò a torturare il piercing di Jimin, la sensazione fredda dell'anella appesa al lobo che gli sfiorava il mento. Dopo un primo momento di pura tensione, le palpebre di Jimin iniziarono a scivolare verso il basso lasciando visibile solo una sottile linea bianca, le labbra carnose separate. 
Adesso sapeva perchè il rapper aveva tanto proclamato le capacità della sua lingua "tecnologica". 
Più procedeva più la presa sulle spalle di Jimin si stringeva, arpionando la giacca della divisa. 
Dio, era passato così tanto tempo dall'ultima volta che uno dei due aveva fatto una cosa del genere. 
Quando Yoongi gli ansimò contro l'orecchio per rilasciare il respiro che non si era neanche accorto di trattenere, le mani di Jimin scattarono dai suoi fianchi alle sue cosce, facendolo sussultare. 
Il più grande allontanò il viso, lasciando solo la sensazione sfuggente delle meches contro le guance del più piccolo. Si sollevò sulle ginocchia, ritagliandosi una pausa dagli eventi che non gli fu concessa; facendo così aveva dato campo libero alle mani di Jimin che valicarono il confine della sua gonna. 
Jimin se lo tirò addosso, facendo collidere le loro bocche. 
Neanche questo Yoongi se lo era aspettato. Per niente. 
I baci gli erano sempre saputi di romanticismo, di coinvolgimento emotivo. Si poteva benissimo avere, anche se questo non era assolutamente il loro caso, un rapporto sessuale senza darsene. 
Eppure il suo labbro inferiore inseguiva quello di Jimin voracemente, si lasciava catturare e poi scivolava via. Non ci volle molto affinchè anche le loro lingue cercassero e trovassero un contatto tra di loro. 
Uno strato di sudore stava iniziando a depositarsi sulla pelle di entrambi. Le mani di Jimin erano piantate sul retro delle cosce di Yoongi, le mani di Yoongi disperse tra i capelli morbidi di JImin.  Il fiocco al collo del moro venne tirato per un lembo e fatto volteggiare a terra, ridotto ad una striscia di stoffa.  
Jimin non ce la fece più ed emise un gemito soffocato. Subito dopo il suo bacino si spinse contro Yoongi che in quel momento stava tornando a sedersi su di lui. 
Il minore era duro. Decisamente duro. 
Stava perdendo quel barlume di ragione che gli era rimasta, continuando a muoversi sotto di lui. Yoongi rispose alla spinta ancor prima di accorgersene. 
Quando però se ne rese conto fu come se qualcuno gli avesse rovesciato addosso un secchio d'acqua fredda. 
Si sottrò dalla presa di Jimin in fretta e furia, facendo schioccare la spessa soletta delle scarpe con quell'accenno di tacco contro il pavimento del camerino. 
I due si fissarono con la stessa faccia sconvolta, ma per due motivi ben diversi. Le loro gote erano dello stesso color rosso acceso, come se se lo fossero trasmesso pelle contro pelle. 
"Ho rispettato la mia parte del patto," riuscì a balbettare Yoongi. "Ora resta fedele alla tua." 
Jimin lo guardava allibito e confuso, la camicia spiegazzata che fuoriusciva dalla giacca. 
"Stai scherzando, vero?" 
"Ti è venuta una erez- Ho fatto quello che dovevo fare. Il gioco è finito." 
Come per sottolineare il concetto, Yoongi si portò le mani tremanti alla testa, staccando le meches da ragazza dai suoi capelli naturali. 
Il biondo scattò in piedi, riequilibrando le loro altezze quasi identiche. Lo sguardo perso che aveva avuto fino a quel momento venne spazzato via da uno più deciso, la piega delle sopracciglia netta mentre la sua voce si alzava di un paio di toni. 
"Non è finito proprio un bel niente, anche tu sei eccitato almeno quanto me!" 
E con questo il limite mal segnato dalla doppia scommessa si sfumò definitivamente, andando perso. 
Yoongi deglutì, incapace di negare la presenza di un rigonfiamento sotto la sua gonna. 
"Hai detto che avresti collaborato." disse, più esasperato che mai. "Devi farti vedere dagli altri, devi fare in modo che abbiano una prova!" 
Jimin provò ad afferrare Yoongi per il braccio ma quello gli sfuggì, indietreggiando. 
Il ragazzo più giovane, solitamente così dolce, si ritrovò a drighignare i denti da quanto l'erezione che aveva tra le gambe gli doleva. "Ti posso assicurare che avranno tutte le prove che ti pare." 
Jimin saltò addosso a Yoongi e lo sollevò di peso, ignorando i calci che l'altro gli stava rifilando sugli stinchi. Lo buttò senza delicatezza sulla sedia da ufficio, avventandocisi sopra. 
Premette tutto il suo corpo su quello più mingherlino dell'altro, prendendo a mordergli e a succhiargli le labbra con più forza di prima, l'astinenza durata il loro scambio di battute che già gli bruciava troppo. 
Yoongi combattè contro di lui per circa tre secondi, poi circondò il suo collo con le braccia in una presa ferrea, tenendoselo vicino. Conficcò un tallone alla base della sua schiena, giusto per rendere un po' più chiaro il concetto. 
Pochi minuti dopo il desiderio stava facendo bollire i due ragazzi sin dentro le vene. Jimin si ritrovò ad abbassarsi i pantaloni con più disinvoltura di quel che ci si sarebbe aspettati, la gonna di Yoongi già sollevata verso lo stomaco del propretario, i boxer in bella vista. 
 
Seokjin, Jungkook, Hoseok, Taehyung e Namjoon si domandavano che fine avessero fatto i due componenti del gruppo mancanti da quel pezzo. Tutti quanti erano rimasti seduti per il corridoio  in trepidante attesa di vedere uno dei due sgattoiolare fuori dal camerino. 
Ormai era passato troppo tempo, era ovvio che Yoongi avesse fallito. 
"Tae, va a chiamare Jimin. Ormai dobbiamo andare." disse Namjoon controllando l'orario. 
"Non ci penso neanche," protestò il ragazzo che aveva finalmente trovato da sedersi. "Manda Hobi."
Quest'ultimo si alzò, pronto a fare quello che i suoi amici volevano. Nessuno gli prestò molta attenzione mentre si incamminava giù per il corridoio. 
Trovatosi davanti alla porta del camerino in cui aveva visto entrare tempo prima il suo amico, fece per bussare. 
Le sue nocche rimasero sospese ad un centimetro dalla superficie di  legno.
Un cigolio ripetitivo e regolare che il ragazzo riconobbe subito come quello delle sedie reclinabili, loro fidate compagne di riprese, proveniva dall'interno della stanza. 
Quando le orecchie di Hoseok captarono un gemito di quella che era senza dubbio la voce roca di Yoongi, scattò all'indietro così bruscamente che attirò l'attenzione dei suoi amici. 
Con la faccia scarlatta, il ballerino si voltò verso di loro. 
"Quanto avete detto che dovevamo dare a testa per la vincita di Yoongi?" 
 
 
 
 
   
 
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