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Autore: Yumiko    10/02/2017    1 recensioni
Guardò la mano tesa verso di lui, gli occhi azzurri come i suoi puntati addosso. Il pesante velo di preoccupazione che lo imprigionava si dissolse in un respiro, quando si riconobbe nello sguardo cristallino del giovane. Un brivido lo travolse, lasciando spazio ad un principio di serenità.
“Ciao, grande me.”, sussurrò, stranito e stanco da quel turbine di sensazioni contrastanti.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mirai!Trunks, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Gioco riflesso - La consapevolezza di Trunks






Fu un incontro di anime.

Gli occhi cristallini di Trunks osservarono con riluttanza la sua immagine riflessa. Non riusciva a credere ai suoi occhi: erano identici.
Uno sguardo gelido, ma insolitamente caloroso, ricambiò l’occhiata con apparente tranquillità. Non sembrava affatto stupito.
Il bambino increspò le labbra in un sorriso ingenuo, troppo scosso per poter parlare. Lasciò scivolare la sua attenzione sulla figura poco distante, indeciso sul da farsi. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma rimase in silenzio.
Il ragazzo sembrò quasi rincuorarlo quando gli accennò un sorriso, più maturo e consapevole di quello della sua piccola copia.
Avrebbe dovuto dargli delle spiegazioni, questo lo sapeva, eppure restò fermo ad osservarlo, gli occhi azzurri più luminosi del solito.

Trunks, il cuore agitato e le braccia immobili lungo i fianchi, sentiva una sensazione estranea crescergli nel petto. La curiosità che gli pulsava nelle orecchie fino ad un momento prima, si sostituì con un’emozione ambigua - qualcosa che faticava a comprendere. Poi, scrutando nei dettagli quel ragazzo che tanto gli somigliava, capì: un senso di rabbia si stava insinuando tra i suoi pensieri, troppo affannati e confusi.
Quel Trunks... Come poteva essere lui?
Guardarsi da fuori, così piccolo e spensierato, gli faceva uno strano effetto.
Erano la stessa persona, eppure i loro destini non si sarebbero mai scontrati: avrebbero seguito strade del tutto diverse, allontanandosi sempre di più fino a disperdersi.
Si sentì felice per questo, più sereno di quanto non lo fosse mai stato
.
Quello sguardo così severo, triste, tormentato, gli apparteneva davvero?
Avrebbe sperimentato tutto quel dolore quando sarebbe diventato grande?
Cosa sarebbe stato del suo innato ottimismo?
Trunks non aveva risposte, solo un’infinità di domande che continuavano a martellare ogni angolo della sua giovane mente.
Riusciva a percepire la sua angoscia. Sentiva il turbamento misto ad incredulità. La sua piccola controparte continuava a fissarlo curioso, confuso e arrabbiato.
Si sentì in colpa per aver spezzato il suo equilibrio, per essere piombato nella sua vita e nel suo mondo per l’ennesima volta.
Il bambino avrebbe tanto voluto prendere quel tizio da parte, assestargli una serie di pugni e urlare con tutta la voce che aveva in corpo che non potevano essere la stessa persona. Era impossibile.
Quell’assurdo senso di rabbia andava e veniva in continuazione, causando un’irrefrenabile confusione.
Trunks gli si avvicinò con passi misurati, la spada ciondolante dietro la schiena, un sorriso sereno sulle labbra.
I loro sguardi si incontrarono ancora, in continua lotta tra loro.
“Piacere di conoscerti, piccolo me.”

Guardò la mano tesa verso di lui, gli occhi azzurri come i suoi puntati addosso. Il pesante velo di preoccupazione che lo imprigionava si dissolse in un respiro, quando si riconobbe nello sguardo cristallino del giovane. Un brivido lo travolse, lasciando spazio ad un principio di serenità.
“Ciao, grande me.”, sussurrò, stranito e stanco da quel turbine di sensazioni contrastanti.

Le loro anime si riconciliarono.

 


A tempo debito tutto sarebbe stato chiaro.

Fine




 
  
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