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Autore: Ms Mary Santiago    11/02/2017    1 recensioni
La Corte Unseelie nasconde un segreto inconfessabile.
Una bambina, metà Seelie e metà Shadowhunter, destinata a ribaltare il destino dell’umanità.
Dal testo:
La piccola aveva lunghi capelli biondi, che le ricadevano lungo le spalle in boccoli ben modellati, e occhi dello stesso colore dell’argento liquido.
C’era qualcosa in lei che contrastava con i suoi cinque anni.
Il popolo fatato cresceva a ritmi diversi da quello umano, ma nel suo caso c’era qualcosa di tremendamente inquietante in quello sguardo fisso e freddo.
Era lontana anni luce dalle considerazioni dei mortali.
- Come si chiama? –
- Kestrel Morgenstern. –
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Emma Carstairs, Julian Blackthorn, Kieran, Mark Blackthorn, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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 Capitolo 2

 

 

 

 

Jaime era esattamente come lo ricordava.
Alto, dai capelli corvini perennemente acconciati in una sorta di crestino, e gli occhi castano scuri profondi e magnetici.
Era diverso da Diego come il giorno e la notte, non tanto per i colori che avevano quanto per il modo di porsi.
Diego era perfetto, mai una parola fuori posto, sempre vestito in modo sobrio e accurato, ligio al dovere e pronto all’azione; Jaime era impossibile, sempre con una risposta sarcastica e tagliente sulle labbra, vestito di pelle nera, pronto ad attaccare lite o a coinvolgersi in una rissa.
Il bravo e il cattivo ragazzo.
La rosa candida e pura dei Rosales e quella nera e irta di spine.
Un tempo Cristina provava comprensione per Jaime; doveva essere difficile vivere all’ombra di un fratello maggiore come Diego, preso d’esempio da tutti.
Eppure adesso non era più così.
Era arrivata a pensare che a Jaime piacesse allontanare le persone da sé.
Jaime aveva lei, la sua migliore amica e aspirante Parabatai, una persona che non lo giudicava ma era pronta ad accettarlo per ciò che era senza alcuna riserva, eppure le aveva voltato le spalle.
Aveva tradito la sua fiducia e Cristina Rosales non era il tipo di persona che perdonava facilmente un torto del genere.
Lo vide avanzare a testa alta verso di loro, una sacca da palestra piena di abiti in una mano e l’altra affondata nelle ciocche scure, intenta a ravviarle.
- Jaime, non ti aspettavamo così presto – esordì Diego, facendosi avanti a braccia aperte per abbracciarlo.
Il fratello deviò all’ultimo secondo, sottraendosi dalla sua stretta.
- Noi Shadowhunters non siamo tipi da abbracci; quante volte devo ripetertelo, fratello? – ironizzò, posando lo sguardo su di lei.
Le rivolse un lieve cenno del capo al quale replicò con freddezza.
Jaime non parve sorpreso.
La conosceva meglio di chiunque altro e sapeva che la ferita infertagli bruciava ancora.
- Cristina, è bello rivederti. –
- Jaime. –
Non disse che era bello anche per lei; non gli avrebbe dato la soddisfazione di sapere che, per quanto la sua testa gli dicesse di odiarlo, il suo cuore batteva per la gioia di rivedere il vecchio amico.
Emma le si avvicinò, osservando il nuovo arrivato dalla testa ai piedi, le braccia strette sotto al seno e uno sguardo severo negli occhi di solito vispi e allegri.
Il messaggio era chiaro: Jaime aveva fatto soffrire una sua amica e lei non aveva alcuna intenzione di rendergli piacevole la permanenza.
Degnandolo di un’occhiata sghemba, gli disse: - Abbiamo preparato una stanza per te; Diego ti farà vedere dove alloggerai. –
- Perfetto. Il viaggio è stato lungo e, francamente ragazzi, non siete i migliori degli ospiti – la rimbeccò, inarcando un sopracciglio davanti al resto dei Blackthorn che lo osservava in silenzio.
Le rivolse un’ultima occhiata prima di seguire Diego all’interno dell’istituto.
Cristina sospirò, rilassando le spalle contratte.
Era andata meno peggio di quello che pensava.
Con la coda dell’occhio vide Livia avvicinarsi con modo circospetto al fratello, alzandosi in punta di piedi per arrivare all’altezza del suo orecchio e sussurrargli qualcosa.
Mark corrugò le sopracciglia, ma annuì.
Si allontanarono insieme e a lei non rimase altro che domandarsi cosa stessero complottando quei due.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

- Abbiamo bisogno che ti metta in contatto con Kieran – esordì Livia non appena giunsero nella camera di Mark.
- Questo lo hai già detto, Livvy -, le fece notare, - ma la domanda è, perché? –
- Julian ha incontrato Richard Nightmark poco fa … è il luogotenente di Anselm Nightshade – aggiunse, vedendo la perplessità nelle iridi eterocrome di Mark, - E lui sostiene che le fate nascondano qualcosa al Clave. –
- Kieran non può invischiarsi nei fatti delle Corti, è un membro della Caccia, Gwyn non glielo permetterà. E poi chi è questo Nightmark e come facciamo a sapere che ha ragione? –
Livia annuì, giocherellando distrattamente con una ciocca castana.
L’arrotolò e la srotolò meccanicamente intorno all’indice per tre volte prima di prendere la parola.
Doveva essere il più convincente possibile oppure tutta la sua brillante strategia sarebbe miseramente naufragata in un nulla di fatto. - Richard Nightmark era uno Shadowhunter come noi, è stato trasformato due anni fa, ed è una fonte di notizie molto attendibile proprio perché non odia né i Nascosti né i Nephilim. È obiettivo, il che è molto più di quanto si possa dire della maggior parte della gente con la quale abbiamo avuto a che fare nel corso degli anni. Se lui dice che gli Unseelie nascondono qualcosa allora io mi fido – concluse, fissandolo dritto negli occhi e sfidandolo a contraddirla.
Mark la sorprese sorridendole in modo strano.
C’era una punta di malizia nella sua espressione, qualcosa che era più abituata ad associare alle fate che agli Shadowhunters.
Era in quei momenti che la metà Seelie di suo fratello si rendeva più chiara ai suoi occhi.
- Sembra che questo Nightmark ti piaccia. –
- È così, é un tipo in gamba – confermò, sforzandosi di non arrossire sotto il suo sguardo indagatore.
- È solo per questo oppure c’è dell’altro? –
- Non capisco a cosa ti riferisci. –
D’accordo, era vero, quando c’era un bel ragazzo lei lo notava eccome … ma era mai possibile che i suoi fratelli dovessero accorgersene ogni sacrosanta volta?
- Lo sai a cosa mi riferisco, Livvy. –
Ecco, appunto, beccata un’altra volta.
- Come diavolo fate? Avete per caso un gps che rileva ogni volta che m’interessa qualcuno? -, sbuffò, - Perché se così fosse gradirei saperlo, almeno sarei preparata. –
Mark rise piano, scompigliandole i capelli, - D’accordo, ascolteremo l’idea del tuo amico, chiederò a Kieran di presentarsi all’istituto. –
Livia lo ricompensò con un sorriso solare, coinvolgendolo in uno dei suoi soliti abbracci spaccaossa, - Giuro che ne varrà la pena, Mark. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

- Chi è il tipo che è arrivato poco fa? –
Ty mise via il libro che stava leggendo, posando gli occhi grigi sul volto del suo nuovo amico, - Un vecchio amico di Cristina, si chiama Jaime, e non è un tipo con cui la maggior parte di noi va d’accordo. –
- Allora forse mi sarà simpatico. –
Ty gli rivolse un’occhiataccia. – I miei fratelli e le mie sorelle sono delle brave persone, e anche Cristina ed Emma lo sono, non capisco perché non ti sforzi di comportarti civilmente nei loro confronti. –
Christopher scrollò le spalle, tormentando nervosamente l’orlo della tuta da combattimento che gli era stata prestata in attesa di averne una tutta sua.
- Per me non è facile fidarmi delle persone, specialmente se sono Shadowhunters – ribattè, a disagio, - E pensavo che tu potessi capirmi più di chiunque altro. –
Tiberius lo scrutò attentamente, ritrovando in lui la stessa indole riservata e solitaria che albergava in se stesso.
Probabilmente era stato proprio quello ad attrarre l’uno all’altro.
Sentiva un legame forte con Christopher, come se lui fosse l’unica persona sulla faccia della terra che avrebbe mai potuto capirlo e con il quale avrebbe potuto essere davvero se stesso.
- È la stessa cosa che provo io -, ammise, - Come se tu fossi la metà che manca in una sorta di puzzle. –
Christopher sgranò le iridi azzurre, sorpreso, - Credi che sia questa la sensazione che spinge due persone a fondersi in un legame superiore? Che sia questo quello che provano due persone che hanno trovato il loro Parabatai? –
Ty esitò, incerto.
Aveva sempre pensato che, se e quando si fosse deciso ad accettare l’idea di avere un Parabatai, si sarebbe trattato di Livia.
Voleva bene alla sua gemella, era la persona più importante della sua vita, eppure il sentimento che cominciava a provare nei confronti di Christopher era diverso, più profondo, qualcosa che andava al di là dell’affetto fraterno.
Desiderava proteggerlo, essere sempre al suo fianco, farsi carico delle sue sofferenze e dei suoi problemi.
Se era questo quello che legava Julian ed Emma allora cominciava a capire perché quei due fossero inseparabili e vivessero praticamente in simbiosi.
- Io … Io non ne sono sicuro, potrebbe esserlo. –
- Ma tu vuoi andare alla Scholomance; è per questo che non hai accettato quando Livia ti ha proposto di fare il giuramento, vero? – concluse Christopher, mentre un po’ di quell’entusiasmo iniziale cominciava a scemare.
Voleva andare alla Scholomance, era vero, ma non ne era più così sicuro.
Il suo rapporto con Livia sarebbe sopravvissuto in eterno, due gemelli rimanevano tali anche se si trovavano in continenti diversi, ma tutto il resto sarebbe cambiato.
L’amicizia con Christopher poteva resistere a un lungo periodo divisi dall’oceano?
Era un sentimento fresco, giovane, e non si sentiva affatto pronto a metterci la mano sul fuoco né se per questo a rinunciarvi.
- È vero e alla Scholomance non è permesso avere Parabatai, ma non so ancora se ci andrò effettivamente oppure no. Le cose potrebbero anche cambiare – replicò.
Le iridi grigie di Ty osservarono quelle di Kit diventare più serie mentre il giovane Herondale diceva: - Spero che la tua idea cambi e tu rimanga qui, Ty … Lo spero davvero. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

- Continuo a pensare che non sia una buona idea – mormorò Drusilla mentre si incamminavano verso l’ingresso del palazzo in cui si erano stabiliti i vampiri del clan locale.
- Ti preoccupi troppo, Dru. –
- E tu non ti preoccupi affatto, Livvy – la rimbeccò.
Effettivamente l’idea di sgattaiolare fuori dall’istituto e recarsi in un luogo affollato di vampiri poteva ritenersi quantomeno discutibile, ma Anselm era uno scrupoloso sostenitore degli Accordi e Richard non avrebbe certo permesso che accadesse loro qualcosa di male.
- Andrà tutto bene. –
- L’importante è che tu ne sia sicura, giovane Shadowhunter – commentò una voce dal pesante accento italiano.
La vampira aveva lunghi capelli rossi e occhi verdi come quelli di un gatto, mostrava i canini appuntiti ed era decisamente affamata.
O forse aveva già mangiato, ma l’idea di uno spuntino con una Shadowhunter non le dispiaceva affatto.
Lanciò un’occhiata a Drusilla, che aveva già portato una mano sull’elsa della sua spada angelica.
Vide sua sorella annuire e voltarsi contro di lei, sistemandosi spalla contro spalla.  
La vampira era accovacciata sul tettino di una macchina, intenta a soffiare come un grosso felino, ed era pronta a scattare in avanti al minimo cenno.
La vide sussultare una frazione di secondo prima che una voce maschile e decisamente familiare squarciasse il silenzio.
- Artemisia! –
Richard era in piedi davanti all’ingresso del palazzo, come sempre interamente vestito di pelle nera, e indossava un giubbotto da motociclista sopra la maglia aderente.
Gli occhi scuri ardevano per la rabbia e il suo sguardo era talmente minaccioso che Livvy si chiese distrattamente se la vampira avrebbe mai osato contraddirlo.
- Non è come sembra, hai frainteso – asserì, coprendo i canini e saltando giù dalla macchina.
Richard inarcò un sopracciglio, liquidandola con un secco cenno della mano.
- Que lastimà[1]. Adesso sparisci. –
Poi si voltò verso di loro, accennando alle spade, - Quelle potete metterle via, nessuno vi darà fastidio. –
Mentre le rinfoderavano Livvy colse una lieve scintilla di curiosità nello sguardo del vampiro.
- Ti starai chiedendo perché siamo qui. –
- Mi sto chiedendo se Julian sa che avete lasciato l’istituto e siete venute qui nel cuore della notte, a dire la verità. Non è la decisione più intelligente che abbiate preso – la corresse, sorridendo quando sentì Drusilla borbottare che era assolutamente d’accordo con lui.
- Volevamo farti sapere che Mark ha chiesto a Kieran un colloquio e che domani mattina si presenterà all’istituto, speriamo di riuscire a capirci qualcosa – continuò imperterrita.
- Buon per voi. –
Il sorriso di Livvy vacillò.
Era sicura che Richard si fosse dimostrato interessato a lei qualche ora prima, eppure adesso si comportava in modo freddo e sarcastico come se non gli importasse minimamente della sua presenza e avesse di meglio da fare piuttosto che parlare con loro.
- Non tornate a disturbare, Blackthorn, a meno che non abbiate qualcosa di serio da comunicare ai figli della notte. –
Cercando di tenere sotto controllo la delusione, fece segno a Drusilla di andarsene.
- Non ti disturberemo più – disse, allungando il passo quando fu certa che sua sorella fosse pronta a starle dietro.
Richard le vide allontanarsi consapevole di aver ferito i sentimenti della giovane Blackthorn, ma era meglio una ragazza dal cuore infranto che una Shadowhunter morta e lui non poteva proteggerla per sempre … non se cominciava a fare scampagnate notturne attorno alla loro residenza.
Anselm rispettava gli Accordi, ma non tutti all’interno del clan erano della stessa opinione al riguardo.
E poi una Nephilim e un vampiro erano davvero una pessima accoppiata, qualcosa di destinato a non durare, considerò mentre rientrava nel palazzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice: 

Eccoci qui con il nuovo capitolo. Spero che vi piaccia e che vogliate farmi sapere che ne pensate. Alla prossima.
Stay tuned.
XO XO,
Mary Sibley



[1] Che peccato

   
 
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