Jaime
era esattamente come lo ricordava.
Alto,
dai capelli corvini perennemente acconciati in una sorta di crestino, e
gli
occhi castano scuri profondi e magnetici.
Era diverso
da Diego come il giorno e la notte, non tanto per i colori che avevano
quanto
per il modo di porsi.
Diego
era perfetto, mai una parola fuori posto, sempre vestito in modo sobrio
e
accurato, ligio al dovere e pronto all’azione; Jaime era
impossibile, sempre
con una risposta sarcastica e tagliente sulle labbra, vestito di pelle
nera,
pronto ad attaccare lite o a coinvolgersi in una rissa.
Il
bravo e il cattivo ragazzo.
La rosa
candida e pura dei Rosales e quella nera e irta di spine.
Un
tempo Cristina provava comprensione per Jaime; doveva essere difficile
vivere
all’ombra di un fratello maggiore come Diego, preso
d’esempio da tutti.
Eppure
adesso non era più così.
Era
arrivata a pensare che a Jaime piacesse allontanare le persone da
sé.
Jaime
aveva lei, la sua migliore amica e aspirante Parabatai, una persona che
non lo
giudicava ma era pronta ad accettarlo per ciò che era senza
alcuna riserva,
eppure le aveva voltato le spalle.
Aveva
tradito la sua fiducia e Cristina Rosales non era il tipo di persona
che
perdonava facilmente un torto del genere.
Lo vide
avanzare a testa alta verso di loro, una sacca da palestra piena di
abiti in
una mano e l’altra affondata nelle ciocche scure, intenta a
ravviarle.
-
Jaime, non ti aspettavamo così presto –
esordì Diego, facendosi avanti a
braccia aperte per abbracciarlo.
Il
fratello deviò all’ultimo secondo, sottraendosi
dalla sua stretta.
- Noi
Shadowhunters non siamo tipi da abbracci; quante volte devo
ripetertelo,
fratello? – ironizzò, posando lo sguardo su di lei.
Le
rivolse un lieve cenno del capo al quale replicò con
freddezza.
Jaime
non parve sorpreso.
La
conosceva meglio di chiunque altro e sapeva che la ferita infertagli
bruciava
ancora.
-
Cristina, è bello rivederti. –
-
Jaime. –
Non
disse che era bello anche per lei; non gli avrebbe dato la
soddisfazione di
sapere che, per quanto la sua testa gli dicesse di odiarlo, il suo
cuore
batteva per la gioia di rivedere il vecchio amico.
Emma le
si avvicinò, osservando il nuovo arrivato dalla testa ai
piedi, le braccia
strette sotto al seno e uno sguardo severo negli occhi di solito vispi
e
allegri.
Il messaggio
era chiaro: Jaime aveva fatto soffrire una sua amica e lei non aveva
alcuna
intenzione di rendergli piacevole la permanenza.
Degnandolo
di un’occhiata sghemba, gli disse: - Abbiamo preparato una
stanza per te; Diego
ti farà vedere dove alloggerai. –
-
Perfetto. Il viaggio è stato lungo e, francamente ragazzi,
non siete i migliori
degli ospiti – la rimbeccò, inarcando un
sopracciglio davanti al resto dei
Blackthorn che lo osservava in silenzio.
Le
rivolse un’ultima occhiata prima di seguire Diego
all’interno dell’istituto.
Cristina
sospirò, rilassando le spalle contratte.
Era
andata meno peggio di quello che pensava.
Con la
coda dell’occhio vide Livia avvicinarsi con modo circospetto
al fratello,
alzandosi in punta di piedi per arrivare all’altezza del suo
orecchio e
sussurrargli qualcosa.
Mark
corrugò le sopracciglia, ma annuì.
Si
allontanarono insieme e a lei non rimase altro che domandarsi cosa
stessero
complottando quei due.
*
-
Abbiamo bisogno che ti metta in contatto con Kieran –
esordì Livia non appena
giunsero nella camera di Mark.
-
Questo lo hai già detto, Livvy -, le fece notare, - ma la
domanda è, perché? –
-
Julian ha incontrato Richard Nightmark poco fa …
è il luogotenente di Anselm
Nightshade – aggiunse, vedendo la perplessità
nelle iridi eterocrome di Mark, -
E lui sostiene che le fate nascondano qualcosa al Clave. –
-
Kieran non può invischiarsi nei fatti delle Corti,
è un membro della Caccia,
Gwyn non glielo permetterà. E poi chi è questo
Nightmark e come facciamo a
sapere che ha ragione? –
Livia
annuì, giocherellando distrattamente con una ciocca castana.
L’arrotolò
e la srotolò meccanicamente intorno all’indice per
tre volte prima di prendere
la parola.
Doveva
essere il più convincente possibile oppure tutta la sua
brillante strategia
sarebbe miseramente naufragata in un nulla di fatto.
Mark la
sorprese sorridendole in modo strano.
C’era
una punta di malizia nella sua espressione, qualcosa che era
più abituata ad
associare alle fate che agli Shadowhunters.
Era in
quei momenti che la metà Seelie di suo fratello si rendeva
più chiara ai suoi
occhi.
-
Sembra che questo Nightmark ti piaccia. –
- È così,
é un tipo in gamba – confermò,
sforzandosi di non arrossire sotto il suo
sguardo indagatore.
- È solo
per questo oppure c’è dell’altro?
–
- Non
capisco a cosa ti riferisci. –
D’accordo,
era vero, quando c’era un bel ragazzo lei lo notava eccome
… ma era mai possibile
che i suoi fratelli dovessero accorgersene ogni sacrosanta volta?
- Lo
sai a cosa mi riferisco, Livvy. –
Ecco,
appunto, beccata un’altra volta.
- Come
diavolo fate? Avete per caso un gps che rileva ogni volta che
m’interessa
qualcuno? -, sbuffò, - Perché se così
fosse gradirei saperlo, almeno sarei
preparata. –
Mark rise
piano, scompigliandole i capelli, - D’accordo, ascolteremo
l’idea del tuo
amico, chiederò a Kieran di presentarsi
all’istituto. –
Livia
lo ricompensò con un sorriso solare, coinvolgendolo in uno
dei suoi soliti
abbracci spaccaossa, - Giuro che ne varrà la pena, Mark.
–
*
-
Chi è
il tipo che è arrivato poco fa? –
Ty mise
via il libro che stava leggendo, posando gli occhi grigi sul volto del
suo
nuovo amico, - Un vecchio amico di Cristina, si chiama Jaime, e non
è un tipo
con cui la maggior parte di noi va d’accordo. –
- Allora
forse mi sarà simpatico. –
Ty gli
rivolse un’occhiataccia. – I miei fratelli e le mie
sorelle sono delle brave
persone, e anche Cristina ed Emma lo sono, non capisco
perché non ti sforzi di
comportarti civilmente nei loro confronti. –
Christopher
scrollò le spalle, tormentando nervosamente l’orlo
della tuta da combattimento
che gli era stata prestata in attesa di averne una tutta sua.
- Per
me non è facile fidarmi delle persone, specialmente se sono
Shadowhunters –
ribattè, a disagio, - E pensavo che tu potessi capirmi
più di chiunque altro. –
Tiberius
lo scrutò attentamente, ritrovando in lui la stessa indole
riservata e
solitaria che albergava in se stesso.
Probabilmente
era stato proprio quello ad attrarre l’uno
all’altro.
Sentiva
un legame forte con Christopher, come se lui fosse l’unica
persona sulla faccia
della terra che avrebbe mai potuto capirlo e con il quale avrebbe
potuto essere
davvero se stesso.
- È la
stessa cosa che provo io -, ammise, - Come se tu fossi la
metà che manca in una
sorta di puzzle. –
Christopher
sgranò le iridi azzurre, sorpreso, - Credi che sia questa la
sensazione che
spinge due persone a fondersi in un legame superiore? Che sia questo
quello che
provano due persone che hanno trovato il loro Parabatai? –
Ty
esitò, incerto.
Aveva
sempre pensato che, se e quando si fosse deciso ad accettare
l’idea di avere un
Parabatai, si sarebbe trattato di Livia.
Voleva
bene alla sua gemella, era la persona più importante della
sua vita, eppure il
sentimento che cominciava a provare nei confronti di Christopher era
diverso,
più profondo, qualcosa che andava al di là
dell’affetto fraterno.
Desiderava
proteggerlo, essere sempre al suo fianco, farsi carico delle sue
sofferenze e
dei suoi problemi.
Se era
questo quello che legava Julian ed Emma allora cominciava a capire
perché quei
due fossero inseparabili e vivessero praticamente in simbiosi.
- Io …
Io non ne sono sicuro, potrebbe esserlo. –
- Ma tu
vuoi andare alla Scholomance; è per questo che non hai
accettato quando Livia
ti ha proposto di fare il giuramento, vero? – concluse
Christopher, mentre un
po’ di quell’entusiasmo iniziale cominciava a
scemare.
Voleva
andare alla Scholomance, era vero, ma non ne era più
così sicuro.
Il suo
rapporto con Livia sarebbe sopravvissuto in eterno, due gemelli
rimanevano tali
anche se si trovavano in continenti diversi, ma tutto il resto sarebbe
cambiato.
L’amicizia
con Christopher poteva resistere a un lungo periodo divisi
dall’oceano?
Era un
sentimento fresco, giovane, e non si sentiva affatto pronto a metterci
la mano
sul fuoco né se per questo a rinunciarvi.
- È vero
e alla Scholomance non è permesso avere Parabatai, ma non so
ancora se ci andrò
effettivamente oppure no. Le cose potrebbero anche cambiare –
replicò.
Le
iridi grigie di Ty osservarono quelle di Kit diventare più
serie mentre il
giovane Herondale diceva: - Spero che la tua idea cambi e tu rimanga
qui, Ty …
Lo spero davvero. –
*
-
Continuo
a pensare che non sia una buona idea – mormorò
Drusilla mentre si incamminavano
verso l’ingresso del palazzo in cui si erano stabiliti i
vampiri del clan
locale.
- Ti
preoccupi troppo, Dru. –
- E tu
non ti preoccupi affatto, Livvy – la rimbeccò.
Effettivamente
l’idea di sgattaiolare fuori dall’istituto e
recarsi in un luogo affollato di
vampiri poteva ritenersi quantomeno discutibile, ma Anselm era uno
scrupoloso
sostenitore degli Accordi e Richard non avrebbe certo permesso che
accadesse
loro qualcosa di male.
- Andrà
tutto bene. –
- L’importante
è che tu ne sia sicura, giovane Shadowhunter –
commentò una voce dal pesante
accento italiano.
La
vampira aveva lunghi capelli rossi e occhi verdi come quelli di un
gatto,
mostrava i canini appuntiti ed era decisamente affamata.
O forse
aveva già mangiato, ma l’idea di uno spuntino con
una Shadowhunter non le
dispiaceva affatto.
Lanciò
un’occhiata a Drusilla, che aveva già portato una
mano sull’elsa della sua
spada angelica.
Vide
sua sorella annuire e voltarsi contro di lei, sistemandosi spalla
contro
spalla.
La
vampira era accovacciata sul tettino di una macchina, intenta a
soffiare come
un grosso felino, ed era pronta a scattare in avanti al minimo cenno.
La vide
sussultare una frazione di secondo prima che una voce maschile e
decisamente familiare
squarciasse il silenzio.
-
Artemisia! –
Richard
era in piedi davanti all’ingresso del palazzo, come sempre
interamente vestito
di pelle nera, e indossava un giubbotto da motociclista sopra la maglia
aderente.
Gli
occhi scuri ardevano per la rabbia e il suo sguardo era talmente
minaccioso che
Livvy si chiese distrattamente se la vampira avrebbe mai osato
contraddirlo.
- Non è
come sembra, hai frainteso – asserì, coprendo i
canini e saltando giù dalla
macchina.
Richard
inarcò un sopracciglio, liquidandola con un secco cenno
della mano.
- Que
lastimà[1].
Adesso sparisci. –
Poi si
voltò verso di loro, accennando alle spade, - Quelle potete
metterle via,
nessuno vi darà fastidio. –
Mentre
le rinfoderavano Livvy colse una lieve scintilla di
curiosità nello sguardo del
vampiro.
- Ti
starai chiedendo perché siamo qui. –
- Mi
sto chiedendo se Julian sa che avete lasciato l’istituto e
siete venute qui nel
cuore della notte, a dire la verità. Non è la
decisione più intelligente che
abbiate preso – la corresse, sorridendo quando
sentì Drusilla borbottare che
era assolutamente d’accordo con lui.
-
Volevamo farti sapere che Mark ha chiesto a Kieran un colloquio e che
domani
mattina si presenterà all’istituto, speriamo di
riuscire a capirci qualcosa –
continuò imperterrita.
- Buon
per voi. –
Il
sorriso di Livvy vacillò.
Era
sicura che Richard si fosse dimostrato interessato a lei qualche ora
prima,
eppure adesso si comportava in modo freddo e sarcastico come se non gli
importasse minimamente della sua presenza e avesse di meglio da fare
piuttosto
che parlare con loro.
- Non
tornate a disturbare, Blackthorn, a meno che non abbiate qualcosa di
serio da
comunicare ai figli della notte. –
Cercando
di tenere sotto controllo la delusione, fece segno a Drusilla di
andarsene.
- Non
ti disturberemo più – disse, allungando il passo
quando fu certa che sua
sorella fosse pronta a starle dietro.
Richard
le vide allontanarsi consapevole di aver ferito i sentimenti della
giovane
Blackthorn, ma era meglio una ragazza dal cuore infranto che una
Shadowhunter
morta e lui non poteva proteggerla per sempre … non se
cominciava a fare
scampagnate notturne attorno alla loro residenza.
Anselm
rispettava gli Accordi, ma non tutti all’interno del clan
erano della stessa
opinione al riguardo.
E poi
una Nephilim e un vampiro erano davvero una pessima accoppiata,
qualcosa di
destinato a non durare, considerò mentre rientrava nel
palazzo.
Spazio
autrice:
Eccoci
qui con il nuovo capitolo. Spero che vi piaccia e che
vogliate farmi sapere che ne pensate. Alla prossima.
Stay tuned.
XO XO,
Mary Sibley