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Autore: Giuls_BluRose    13/02/2017    0 recensioni
Raccolta di mini OS | Collegata a "Courage, it will be Okay | Si può leggere senza conoscere il prequel |
Dal primo capitolo:
La piccola Tracy, di appena quattro anni, era tornata da poco dall'asilo e si era andata a sedere sul divano a guardare i cartoni animati, sapendo che entrambi i suoi papà stavano lavorando molto in quei giorni. Era una bambina molto sveglia, come tutte a quella età richiedeva spesso l'attenzione dei genitori, ma capiva bene che se Kurt e Blaine stavano lavorando era certamente per qualcosa di importante e che avrebbero giocato con lei non appena avessero potuto.
Stava pensando al compito che le aveva assegnato la maestra da quando era tornata a casa, per svolgerlo aveva bisogno dell'aiuto dei suoi genitori, ma non voleva disturbarli; aveva quindi deciso che avrebbe aspettato che si fossero liberati per poter fare le sue domande.
Mentre aspettava si era messa a guardare i suoi cartoni animati preferiti, mangiando il panino che Kurt le aveva fatto trovare per merenda: pane dolce con marmellata alla fragola, uno dei suoi preferiti.
Stava tranquillamente finendo la merenda quando Blaine uscì dallo studio, per controllare che lei nel mentre non avesse combinato nessun pasticcio.
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lunedì 13 Febbraio - “You are not alone” by Michael Jackson

 

Something whispers in my ear and says
That you are not alone
For I am here with you
Though you’re far away
I am here to stay
But you are not alone
For I am here with you
Though we’re far apart
You’re always in my heart
But you are not alone


 


 

La.

“No cara, te l'ho già ripetuto dieci volte:devi suonare un Fa, non un La.”
La bambina guardò il padre per una frazione di secondo, per poi tornare a posare lo sguardo sui tasti bianchi del pianoforte, con la massima attenzione.
Tracy aveva chiesto a Blaine di insegnarle a suonare il pianoforte, nonostante avesse solamente quattro anni, e il padre era inizialmente titubante all'idea, ma alla fine i grandi occhioni azzurri della bambina avevano avuto la meglio e l'uomo si era fatto convincere.
Aveva preso accordi con un suo amico per darle alcune lezioni una volta a settimana e lui quando poteva, a casa, l'aiutava a fare i suoi esercizi; la piccola sembrava avere un dono: stava imparando velocemente a leggere le note sul pentagramma e a riprodurle sullo strumento, anche se, come quella volta, poteva fare degli errori.
Era proprio in quel momenti che si vedeva chiaramente di chi era figlia Tracy: aveva il talento naturale per la musica ereditato da Blaine e la determinazione ereditata da Rachel.
“Va bene papà, riproviamo!
La bambina guardò il pianoforte quasi con aria di sfida mentre il padre rideva appena, scompigliandole i capelli e ritrovandosi a sussurrare tra sé e sé.
“alle volte sei proprio identica a Kurt, fai quasi impressione.”
Blaine sorrideva istintivamente, mentre Tracy lo guardava senza capire: Kurt era suo padre, era ovvio che si assomigliassero!
“Papà?”
L'uomo la guardava con aria curiosa, facendole cenno di porgergli la domanda; la bambina esitò un attimo, poi espresse il suo dubbio.
“Perchè non dovrei assomigliare a papà?”
Blaine le sorrise teneramente, la sia innocenza di bambina gli riempiva il cuore di gioia. Qualche mese prima le avevano provato a spiegare che Rachel era la sua mamma naturale, dato che lei aveva trovato dei documenti strani nel cassetto del comodino della ragazza, ma la bambina aveva risposto che Kurt e Blaine erano i suoi papà e nulla lo avrebbe mai cambiato, così come nulla avrebbe mai cambiato il fatto che Rachel fosse la sua “zietta preferita”.
I tre le avevano sorriso, inteneriti dalla sua risposta, sapendo perfettamente che Tracy non aveva veramente capito la situazione.
“Ehi papà!”
Blaine scosse la testa, riportando l'attenzione sulla figura della bambina.
“Sì, assomigli così tanto a Kurt proprio perchè è il tuo papà.”
La bimba lo guardò soddisfatta tornando a concentrarsi sul pianoforte, per poi fermarsi nuovamente, apparentemente pensierosa.
Il padre colse il suo sguardo e le avvicinò cingendole la vita e baciandole delicatamente i capelli.
“Cosa ti succede? Non hai più voglia?”
Il moro le accarezzava le spalle, vedendo il volto di Tracy estremamente pensieroso e credendo che la causa fosse uno strano malumore improvviso della bambina.
Lei, per tutta risposta, fece cenno di no con la testa e continuò a fissare per altri secondi i tasti bianchi e neri del pianoforte.
“Papà?”
I suoi occhioni azzurri incontrarono quelli color miele del ragazzo, mentre iniziava a mordicchiarsi il labbro con i dentini, altra abitudine presa dal controtenore.
“Mi stavo domandando se...”
Si fermò, quasi titubante, non sapendo se quello che voleva dire fosse appropriato o meno al momento.
“Cosa?”
Blaine le sorrideva, facendole un segno con la mano per invitarla ad andare avanti, che non doveva avere paura perchè lui era il suo papà e lei gli poteva chiedere qualsiasi cosa.
“Mi stavo chiedendo se...mi suoni qualcosa papà?”
La su voce si era fatta mano a mano più bassa mentre faceva la sua richiesta e aveva iniziato a guardarsi le mani, giocando con la propria maglietta.
La risposta di Blaine non tardò ad arrivare, si fece attendere soltanto pochissimi secondi.
“Cosa vuoi che ti suoni tesoro?”
Tracy alzò lo sguardo piena di gioia, mentre iniziava a battere le manine e lasciava che il padre prendesse il suo posto davanti al pianoforte, nel mentre che lei si andava a sedere sul divano accanto allo strumento.
“Mh, decidi tu papà.”
Blaine ci pensò qualche secondo, mentre con gli occhi scorreva sui tasti, come promemoria: aveva molte canzoni in testa, non riusciva a sceglierne una con estrema precisione.
Stava per mettersi a suonare uno dei suoi cavalli di battaglia, Teenage Dream, quando sentì la porta di casa aprirsi e vide la figura di Kurt entrare in casa con delle borse della spesa.
“Papà!”
Tracy urlò contenta e si catapultò tra le braccia del controtenore, che la prese prontamente in braccio e le scompigliò o capelli.
“Ciao tigre!”
Kurt sorrise e la portò nuovamente sul divano, dopo averle dato un bacio sulla guancia, per poi togliersi il giacchetto e portare le borse sul tavolo della cucina.
“Che cosa state facendo?”
“Papà mi stava per suonare una canzone!”
Kurt si avvicinò a suo marito e gli diede un bacio veloce a fior di labbra.
“Ah si? E cosa vuoi suonare Blaine?”
L'uomo gli sorrise complice, per poi sedersi meglio in posa teatrale e concentrarsi al massimo per fare bella figura con la propria famiglia; iniziò a suonare le prime note della famosa canzone di Katy Perry, ma Kurt sbuffò sonoramente, facendo ben attenzione a farsi sentire dal marito, che infatti smise subito di suonare e guardò il moro con sguardo indagatore.
“Scusa?”
Tracy muoveva gli occhi velocemente tra le figure dei suoi genitori, vedendo Blaine con un sopracciglio alzato e Kurt che cercava di non ridergli in faccia.
“Teenage Dream? Seriamente Blaine?”
“E allora dimmelo tu cosa suonare!”
Blaine alzò la voce esasperato, gli era sempre piaciuta a Kurt quella canzone, strano che avesse reagito in quel modo.
Suo marito gli si avvicinò e si sedette sul bordo dello sgabello, portando le braccia attorno al suo corpo e sussurrando qualcosa alle sue orecchie.
A Blaine a quelle parole gli si illuminarono gli occhi e la bambina iniziò a tirare la camicia di Kurt per attirare la sua attenzione e farsi spiegare che cosa gli aveva detto.
“Va bene piccola, dato che la prima donna che ti ritrovi per padre ha deciso che il mio cavallo di battaglia è troppo monotono, e stasera pagherà per questo, canterò qualcosa di più personale.”
Il moro sorrise soddisfatto e si andò a sedere accanto alla bambina, prendendola in braccio e accarezzandole le braccia, mentre Blaine faceva mente locale sulle note della nuova canzone e Tracy aspettava in religioso silenzio.
“Allora.”
Iniziò Blaine.
“La canzone che sto per suonare è un classico di un grande artista, era considerato Il Re del Pop sai? Io e tuo padre cantammo questa canzone insieme dopo il nostro fidanzamento ufficiale, quando io ero a Lima e lui qua a New York, e la distanza ci faceva troppo male. E' parte della nostra prima età adulta e vorrei che la tenessi con te e ti facessi tue queste parole.”
L'uomo sorrise al marito e alla figlia, mentre le lunghe dita iniziavano a viaggiare sui tasti bicolore del pianoforte.
Le note di “You are not alone” iniziarono a riecheggiare nella stanza, era una dolce melodia, molto lenta e delicata.
Blaine aveva chiuso gli occhi per mantenere una maggiore concentrazione e quasi non si accorse che Kurt, dal divano, aveva iniziato a cantarla, quasi come un sussurro.
Tracy passava velocemente gli occhi da un ragazzo all'altro e teneva le labbra strette per non parlare: amava la voce di suo padre e vederlo così rilassato la faceva essere felice.
Kurt nel mentre si era alzato e aveva stretto le spalle del marito, continuando a cantare alzando la voce di qualche tono, perchè si potesse unire bene alla musica.
Fu in quel momento che Tracy uscì silenziosamente dal soggiorno, lasciando i suoi papà da soli, sapendo che loro non l'avrebbero mai lasciata sola, sarebbero sempre stati al suo fianco passo dopo passo.
Era felice la bambina, sapeva di non poter chiedere di meglio dalla vita e sapere di avere due papà come Kurt e Blaine non la faceva mai dubitare del futuro.
E non si stava sbagliando, la voce dei due ragazzi l'accompagnò davvero tutta la sua vita: dall'infanzia all'adolescenza, dal primo giorno di college al matrimonio e poi ancora oltre.
Lei non fu mai sola, accanto a sé avrebbe sempre avuto due uomini che l'avrebbero sorretta in ogni circostanza, la loro voce era incisa nel suo cuore e lo sarebbe stata per tutta la sua vita.



Note dell'autrice:
Buon pomeriggio ragazzi!
Ecco a voi il sesto e penultimo capitolo di questa raccolta (sempre scritta in collaborazione con Miriade)
Come avrete già capito la canzone è You are not alone di Michael Jackson.
Detto ciò non mi resta che augurarvi un buon inizio settimana e darvi appuntamento a domani con l'ultimo capitolo.
Un bacione.

Giulia Pierucci

 

   
 
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