Colpa colpisce,
va piano, va piano,
arranca e manca la mente.
Sei caparbia, Colpa,
che provi di nuovo e abbracci la gola.
`St'oppressione mi stanca
come fosse un cappio:
lieve spinge ma lavora distante,
lacera, ma pare assente
che non sento niente su pelle
tormenta di una corda molle.
Un piccolo passo alla morte,
un ricordo ricorrente come fragile parvenza,
reminescenza,
delicata carezza che appare e scompare a intermittenza
come luci al neon dei bar grezzi a notte fonda
come passi ridondanti, rimbombanti in una ronda.
A mia discolpa,
cara Colpa,
vorrei dire:
capire e pensare alla mia parte mancante
perduta ch'ero ancora bambina ridente,
mi paralizza
e chiedo scusa,
ma non so nulla.