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Autore: Antonio Militari    14/02/2017    0 recensioni
"Sa che cosa hanno in comune la maggioranza delle persone che commettono un omicidio?” Pausa quasi teatrale “quasi sempre non volevano commetterlo, e quasi tutti se ne pentono subito dopo” Altra pausa “Io non voglio commettere un omicidio”.
Joe S. Ramírez si ritrova improvvisamente catapultato in una realtà più grande di lui, dove tutta la sua concezione di morale verrà messa totalmente in dubbio da un'unica drammatica scelta.
La storia ha partecipato al contest: I Peccati Capitali, organizzato da Hannibal.L, classificandosi terza.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
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La storia ha partecipato al contest I Peccati Capitali organizzato da Hannibal.L, arrivando terza.
Ogni riferimento a persone o cose è del tutto casuale.
Le opinioni espresse all'interno della storia non rispecchiano necessariamente il pensiero dell'autore.

II
 
Ma quale fortuna e fortuna del cazzo! Qui Joe rischia la morte, e la rischia davvero. Ci vuole una bella dose di logica e furbizia, qui, altro che fortuna. Alla fine, poi, non serve neanche tutta questa furbizia: si tratta di scegliere l’avarizia in ogni caso. Certo rischia di tornare a casa così come è arrivato, ma almeno non rischia di morire, giusto? Cosa ha la sua vita di tanto brutto? Davvero vuole rischiare di perdere tutto per guadagnare due milioni di euro? Tanto vale lasciar perdere e andarsene a casa… anche se…
Comunque non può pensarci adesso, almeno non prima di aver parlato con il suo ‘collega’, come lo hanno chiamato gli altri. Ma gli altri chi? Finora ha parlato solo con una voce registrata che sembrava quella di un uomo, ma può esserne sicuro? Per quel che ne sa poteva essere anche una bella donna che digitava qualcosa su una fredda tastiera di plastica letta da un computer, anche se questa ipotesi la trova decisamente poco probabile.
Fino a quando non riuscirà a parlare con il suo ‘collega’, comunque, non potrà sapere nulla di tutto questo, ed è quindi inutile continuare a ragionare su domande che non può comunque capire. Come se qualcuno gli stesse leggendo nella mente, una delle pareti inizia a muoversi, rivelando una nicchia nella quale un piccolo televisore fa capolino, sormontato da una grossa e vistosa webcam vecchio modello. Qualche momento di silenzio, e poi sullo schermo appare l’immagine di un uomo: è un tipo grassottello, dall’aspetto sgradevole e unto, con un paio di occhiali spessi e neri e una pettinatura che Joe non vedeva da secoli.
Si guardano per un attimo, cercando di fare per un momento mente locale. È possibile che due persone normali siano state catapultati in un esperimento tanto assurdo? E che vita c’è dietro quel volto che vede davanti a sé? È Joe il primo a riprendersi e a presentarsi “Salve. Sono Joe Ramírez, professore”
“Ramírez? Spagnolo?” La voce è tanto fastidiosa quanto il volto, e Joe riesce quasi ad immaginarsi il pesante e nauseante tanfo che immagina uscire da una bocca del genere.
“Messicano, da parte di Padre, ma sono nato qui”
“Messicano… Giusto” Giusto cosa? “Io sono Frank McBain, avvocato” Avvocato? Avrebbe detto professore…
Il silenzio che passa ha dell’imbarazzante, quindi Frank aggiunge “Allora? Quale scelta facciamo?” Giusto… Cosa dobbiamo fare?
“Senta, non voglio mentirle, io non mi posso fidare di lei, non quando la posta in gioco è la mia stessa vita, quindi posso dirle con assoluta certezza che sceglierò l’avarizia, e le consiglio vivamente di fare la stessa cosa, e questo e quanto” Ma in cuor suo Joe vuole essere contraddetto… Perché non possono essere generosi tutti e due per andarsene a casa pieni di soldi?
“Si, la capisco… Stavo pensando esattamente la stessa cosa…” Altro silenzio imbarazzante, nel quale Joe ne approfitta per fissare l’uomo negli occhi, più o meno… L’uomo sta facendo, infatti, la stessa cosa, con il risultato che lo sguardo è obliquo rispetto alla telecamera, e i due non si incrociano. Stanno pensando la stessa cosa, ma nessuno dei due ha il coraggio di formulare il pensiero ad alta voce, perché, in questa situazione, chi scegliesse la generosità sembrerebbe solo più avaro…
“Omicidio” Questa parola fa scattare qualcosa in Joe, che si accorge di aver abbassato lo sguardo e lo rialza immediatamente: Frank è seduto a gambe incrociate e ha la schiena posata al muro, le mani dietro la testa e gli occhi piantati al soffitto “Sa che cosa hanno in comune la maggioranza delle persone che commettono questo reato?” Pausa quasi teatrale “quasi sempre non volevano commetterlo, e quasi tutti se ne pentono subito dopo” Altra pausa “Io non voglio commettere un omicidio”.
Joe si sente colpito da una tale esternazione da parte di un uomo che riteneva insopportabile fino a qualche momento prima “neanche io voglio commettere un omicidio” risponde con una semplicità tale da stupire sé stesso.
“Ora vede: se io scegliessi l’avarizia, avrei la certezza matematica di essermi salvato, ma avrei anche una piccola, minuscola probabilità di commettere un omicidio, anche solo perché lei, sbagliando, potrebbe premere il tasto sbagliato” L’uomo rimane in silenzio, quindi posa le mani sulle ginocchia “Io non voglio commettere un omicidio” Pausa “Io sceglierò la generosità, anche se questa può sembrare, a prima vista, una pazzia perché” Dito puntato in webcam e sguardo fisso “io NON voglio commettere un OMICIDIO!” Wow! È questa la potenza delle parole? “Lei forse adesso starà pensando che questi sono i trucchi del mio mestiere” Ah, giusto. Fa l’avvocato “e che io sto cercando di convincerla di fare la scelta che voglio io, e sa che le dico? Che lei ha ragione!” Cosa? “Si, lei ha ragione! Sto cercando di convincerla che possiamo andarcene di qua con due milioni di euro esentasse a testa, e fanculo questi scienziati idioti! Io non la ucciderò: perché sono un uomo anche io”.
A Joe inizia a girare la testa “Io ci devo pensare”
“Conosce la mia scelta” magari! “Faccia attenzione con la sua, la prego”
 
Il televisore si è spento da circa cinque minuti, ma è ancora lì minaccioso e nero come una tomba (ma le tombe non sono bianco marmo?) che lo sovrasta. Si è seduto con le spalle al muro cercando di riprendere fiato e rilassarsi. Era una scelta facilissima, doveva solo scegliere l’avarizia, e invece quel Frank aveva complicato le cose: adesso cosa doveva fare?
Scegliendo l’avarizia si sarebbe salvato comunque, ma probabilmente avrebbe ucciso un uomo, e un miliardo di euro ripaga la vita di un essere umano? D’altra parte, la scelta della generosità non gli risulta meno difficile da effettuare: vero è che così si guadagna una possibilità di tornare a casa con due milioni di euro in tasca, ma questo significava scommettere sulla scelta di Frank, che avrebbe potuto condannarlo con un gesto di pura e semplice ‘avarizia’. La domanda, quindi, si riduce a questa: si può mettere la propria vita nelle mani di qualcun altro?
Frank gli è sembrato subito antipatico, ma non certo una cattiva persona. Stiamo comunque parlando di un omicidio, e non è una cosa che chiunque può affrontare con leggerezza, giusto? E poi il suo discorso aveva un senso. Vero è che per sua stessa ammissione Frank è un genio delle parole e potrebbe aver montato tutto quel discorso solo per poterlo costringere a scegliere la generosità per poi condannarlo a morte e…
Ma poteva farlo veramente? Certo che esistono persone capaci di farlo, ma… Hanno la faccia di Frank? Che cose ridicole a cui pensare, ma a Joe tutti questi pensieri fanno girare la testa, costringendolo a posarla contro la parete imbottita Per evitare il suicidio Si ritrova a pensare, e ha probabilmente ragione. In una situazione di stallo come questa, sbattere la testa contro il muro fino all’incoscienza sembra la scelta più felice che possa fare.
   
 
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