Namjoon non si considerava un fotografo.
Non l’aveva mai fatto, lo riteneva un insulto a chi faceva della fotografia un lavoro e viveva grazie ad essa. Non aveva mai frequentato corsi, non possedeva degli obiettivi professionali, non aveva nemmeno le nozioni di base per catturare l’immagine perfetta, si era sempre e soltanto affidato al proprio gusto artistico.
Nemmeno Seokjin si fregiava di quel titolo, preferiva piuttosto considerarsi un amatore: se ne andava in giro, cellulare sempre a portata di mano, tentando di fermare in uno scatto paesaggi, persone, il corso della natura. Tutto quello che era esteticamente piacevole o degno di nota finiva racchiuso nell’archivio del dispositivo, talvolta stampato se il risultato lo soddisfaceva particolarmente.
Nessuno dei due aspirava alla perfezione - talvolta le foto erano sfocate, in contro luce, scattate da angolazioni che non rendevano giustizia a ciò che vi era rappresentato. Eppure a loro non importava, non erano maniacali come Jeongguk o Yoongi, persi dietro alle loro macchine con mille funzioni.
Amavano fissare quanti più momenti riuscivano, nella loro naturalezza e senza troppi filtri.
C'era però un'unica cosa su cui non transigevano, le uniche occasioni in cui le foto dovevano essere perfettamente a fuoco, altrimenti non ne sarebbe valsa la pena.
Le foto che Seokjin scattava a Namjoon erano sempre nitide, con la luce giusta, attente a catturare ogni più piccolo dettaglio; quelle per i suoi Kim Daily, in particolare, perché il suo ragazzo era davvero fissato nel trovare l'angolazione migliore, in quei casi. Poteva essere fastidioso, ma a Seokjin non dispiaceva - dopotutto, avrebbe fatto qualunque cosa per rendere al meglio la sua bellezza, anche se delle banali fotografie sembravano sempre troppo spente e opache, rispetto ai colori che Namjoon emanava.
Era una cosa che l'aveva sempre colpito, il fatto che riuscisse a sembrare così calmo, lo sguardo perso verso orizzonti lontani, mentre dentro un turbinio di pensieri ed emozioni non gli lasciava pace.
Quelle erano le volte in cui Seokjin si impegnava con tutto se stesso per farlo emergere al meglio, così come quando si ritrovavano dinanzi ad un paesaggio meraviglioso e Namjoon voleva una cosiddetta foto poetica. Aveva comunque migliaia di altre sue fotografie nei momenti più disparati, e non gli importava come fossero riuscite - potevano anche essere le più brutte del mondo, Seokjin si sarebbe sempre incantato davanti alla bellezza della persona che raffiguravano.
La stessa cosa faceva Namjoon con Seokjin, con la sola differenza che non era l'altro a chiederglielo, non davvero; ogni tanto era capitato, certo, magari quando un semplice selfie non riusciva a racchiudere l'ambiente circostante ed una visione d'insieme risultava migliore. Ma per la maggior parte del tempo, Namjoon scattava foto a Seokjin semplicemente perché non poteva lasciare che tutta quella bellezza andasse sprecata, che il luccichio nei suoi occhi svanisse prima che lui riuscisse a catturarlo per sempre.
Non gli importavano la situazione, il momento, le proteste di Seokjin che "ti prego Joonie, non ora, guarda in che condizioni sono" - avrebbe continuato a fotografarlo, qualora ne avesse sentito il bisogno.
Anche quel giorno aveva voglia di dilettarsi in quella che, alla fine dei conti, poteva considerare una vera e propria passione; così, approfittando dei momenti di pausa dalle riprese di Spring Day, si era aggirato sul set con lo smartphone in mano, alla ricerca di soggetti adatti. Ovviamente la scelta era ricaduta sui propri compagni di band, ancora truccati e acconciati - quale atmosfera migliore di quella?
Aveva immortalato Yoongi che sorrideva, un po' per allentare la tensione e un po' per l'imbarazzo; Jimin, intento a scattarsi selfie, e Jeongguk, perso in chissà quali pensieri; e ancora, Hoseok che si godeva attimo di meritato riposo sbocconcellando qualcosa.
Solo Taehyung era scampato alla sua crisi artistica, ancora impegnato a sistemare le ultime scene – a Namjoon era dispiaciuto, il ragazzo era più che fotogenico e avrebbe voluto davvero ritrarre anche lui.
Se ne era fatto una ragione e si era diretto verso l'ultimo destinatario delle sue attenzioni - proprio perché era la persona più importante, aveva deciso di riservargli tutto il tempo necessario, voleva fare un buon lavoro.
L'aveva trovato seduto su un divanetto dalla dubbia fantasia, le maniche troppo lunghe della maglia che ricadevano oltre i polsi e gli abiti di scena ancora indosso.
"Stanco?" gli aveva chiesto, lasciandogli un bacio leggero sulla tempia.
"Da morire" si era lamentato Seokjin, stropicciandosi gli occhi, le dita che scorrevano svogliatamente sul touchscreen del cellulare.
"È quasi finita, hyung. Ancora qualche scatto e poi ci lasciano andare"
"Non vedo l'ora, voglio solo dormire"
Namjoon aveva annuito, accarezzandogli la schiena - erano tutti esausti, sarebbero crollati appena tornati al dormitorio.
"Prima ho scattato alcune foto agli altri"
"Sono venute bene?"
"Volevo un tuo parere, in realtà" gli aveva sorriso, porgendogli il telefono.
Seokjin le aveva passate in rassegna con attenzione, facendo un cenno con la testa. "Sono bellissime, Nam, dico davvero"
"Sono felice che ti piacciano" aveva mormorato. "Manchi solo tu per completare l'opera"
"Adesso?"
"Ti ruberò solo due minuti, promesso"
"Solo perché sei tu" aveva concesso Seokjin e davvero, se fosse stato qualcun altro lo avrebbe ignorato o peggio. Ma per lui poteva fare uno sforzo.
Così si era messo nella stessa posizione di prima, i gomiti poggiati mollemente sulle ginocchia, la schiena un po' curva e lo sguardo fisso sullo schermo del cellulare, senza però vederlo davvero. Namjoon aveva scattato, prima da un lato e poi dall'altro, sorridendogli incoraggiante e ripetendo continuamente che non ci avrebbe messo molto, ancora qualche foto.
Poi, senza preavviso, Seokjin aveva guardato direttamente verso di lui, tramite l'obiettivo del telefono, e a Namjoon era mancato il fiato. Aveva premuto il comando con le mani che gli tremavano, più e più volte, perché quella fotografia era talmente bella che non poteva permettersi che andasse persa o cancellata per errore. Era rimasto a fissarla mentre Seokjin si avvicinava a lui, circondandogli la vita con le braccia e ponendo così fine a quel photoshoot improvvisato.
"Beh, non dici nulla?"
Namjoon non aveva risposto, l'attenzione completamente catturata da quell'immagine: le labbra leggermente dischiuse, gli occhi che tradivano la stanchezza accumulata, quello sguardo a cui mai si sarebbe abituato. Quando aveva rialzato il viso, Seokjin lo stava guardando con curiosità, leggermente spiazzato da quella reazione. Aveva accennato un'altra domanda, ma Namjoon aveva scosso la testa, spostando incessantemente lo sguardo dallo schermo al ragazzo che aveva di fronte - era in piedi davanti a lui, era reale, più bello che mai.
Namjoon non era un fotografo e forse non avrebbe mai imparato a scattare le fotografie che tutti si aspettavano, ma non gli importava - non quando Seokjin era il soggetto perfetto che mai si sarebbe stancato di ritrarre, non quando Seokjin riusciva a rendere bello persino lo scatto più sfuggente.
 

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Così, perché Namjoon che scatta foto a Seokjin rimarrà sempre una delle mie cose preferite.
Non c'è altro, davvero.
De(b)
[il titolo è preso da una frase di una canzone dei Green Day, "Scattered"]