UN MURO ANTICO
Canta il gallo la mattina,
e spunta l’alba, birichina!
Scivola a Oriente la notte,
e il regno del sole il ciel premette.
Muri e casupole,
campagnole di un mondo che fu,
truci videro il sol calante, per
decenni,
per secoli, poi più ci fecero caso.
Temporali estivi e vento gelido
d’inverno
hanno saputo affrontare; gelo e neve,
sole e aridità.
Come eroi, quattro muri e un tetto
collaborano
ancora in unità ed armonia.
Ah, se fosse tutto più facile!
Se vandali screanzati non insozzassero
coi loro barbari spray quell’entità
che ha visto nascere i loro bisnonni…
Tutto ciò ricorda ancora il suono
delle campane
della chiesa ormai andata in malora,
e quando i frati la mattina
andavano nel loro orticello a
lavorare, dopo la preghiera.
La rovina di un muro antico
diventa la fine di una fetta
d’identità
di una realtà scomparsa, ormai
dimenticata.
È un intonaco sbiadito e sgretolato
che si è reso registro.
NOTA DELL’AUTORE
Salve a tutti, carissimi amici.
Questa è solo una piccola riflessione… nata e venuta per
caso, guardando una casa contadina fatiscente ed antica, dai muri ormai
imbrattati da bombolette spray di qualche ignoto vandalo.
Spero che la poesia vi abbia offerto una gradevole lettura.
Grazie di cuore per tutto, e buona giornata! A giovedì
prossimo.