Nick autore: Oducchan
Titolo: In tempore
Fandom: Prince of tennis
Personaggi: Jackal Kuwahara, Marui Bunta, il resto della Rikkai
Pairing: leggerissimo JackalBunta (D2/Bubblegum Pair)
Genere: generale
Rating: verde
Conteggio parole: 664
Note:
Scritta per il COW-T, parole chiave "fiamme", "magia", "abbraccio".
 

La palla descrive un arco perfetto, nel cielo azzurro senza una nuvola. Marui ingoia un respiro, prima di mordere il chewing gum che sta masticando e decidere di lasciare l’onore di inseguirla a Jackal, che di energia ne ha ancora da vendere.
Il suo fedele compagno non si fa attendere: in un lampo è già sulla linea di fondocampo, urlando a pieni polmoni, pronto a respingere il lob avversario. Con un sordo SMACK contro le corde della sua racchetta, la piccola sfera torna nell’aria, di là della rete, preda della disperata difesa avversaria. Marui osserva lo scambio che ne consegue, la foga con cui il doppio contro cui stanno giocando (che scuola è? Ah, già se l’è scordato) si appiglia alla speranza sempre più flebile di riuscire in qualche modo a spuntarla, a salvarsi, a porgere la vittoria in dono ai propri compagni. Ma è inutile, è tutto così futile, le fiamme di Jackal ardono inestinguibili e i suoi leggendari quattro polmoni gli permettono di arrivare su ogni palla, di rispondere ad ogni dritto, ad ogni rovescio. È uno spettacolo meraviglioso, e Marui, esausto, ormai allo stremo, si incanta a guardarlo, affascinato.
È un attimo.
Uno dei due tennisti di quella squadra di cui Marui proprio non riesce a ricordarsi il nome sbaglia a ricevere, prendendo la palla sul telaio della racchetta anziché sulle corde. La vede schizzar via ma poi perdere di spin e potenza sopra la rete, calare bruscamente di parabola, troppo corta perché Jackal possa arrivarci in tempo.
-BUNTA!-
Marui batte le palpebre offuscate dal sudore. Sente, ovattate, le urla di tutto il suo team, il tifo sfegatato delle cheerleaders, la voce di Jackal che tuona il suo nome. Ha le gambe pesanti che bruciano di dolore, i muscoli rigidi e pesanti sotto i pesi alle caviglie che ancora non si è sfilato. Ha le braccia indolenzite, che proprio non ne vogliono sapere di muoversi ancora, la gola arsa dalla sete. È stanco.
Ma la legge della Rikkai è una soltanto ed è imperativo vincere; non deve voltarsi per sapere che lo sguardo penetrante di Sanada è piantato sulla sua figura, pronto a ricordarglielo con un poderoso manrovescio. Loro sono la Rikkai, sempre vincente, sempre gloriosa. E quindi, ignorando la stanchezza, ignorando il dolore, Marui fa un passo, piega dolcemente il braccio, accoglie la palla e mette in scena la più perfetta delle sue magie.
Tsunawatari, la palla danza sul nastro e rotola elegante prima di ricadere nel campo avversario, dove nessuno dei due componenti del doppio avversario può sperare di andare a riprenderla.
-Game e set, Marui-kun e Jackal-kun della Rikkaidai!- grida l’arbitro, ma la sua voce si perde nel boato con cui i tifosi della sua scuola accolgono la vittoria.
Marui sorride, esausto. Si volta, e Jackal è già lì da lui, la racchetta abbandonata in un angolo del campo. Scoppia una bolla e tende un pugno, pronto al solito saluto.
-Dou? Tensai deki?- bofonchia, ma Jackal lo travolge in un abbraccio spaccaossa, tirandolo quasi su di peso da terra. È sudato e vagamente appicicaticcio, ma tra le sue braccia calde Bunta si ricorda perché non si è ancora stancato, di spremersi in quel modo.
È perché la adora, quella sensazione.
-Mi devi almeno una torta- borbotta, ricambiando l’abbraccio del suo compagno di doppio. Jackal sogghigna, senza perder tempo a brontolare
-Tutte le torte che vuoi!- risponde, felice ed entusiasta, prima di afferrarlo per le spalle e pilotarlo verso la panchina. Dove li aspettano Niou e il suo ghigno ferino, Yagyuu con una fetta del suo dolce preferito, Sanada con un sommario cenno d’assenso, e Yanagi, con quello che Marui sa già essere un programma di allenamento per aumentare di almeno il doppio la sua resistenza.
Ma mentre si siede, ed Akaya si affaccenda per fargli aria e commentare sulle sue debolezze, a Marui non importa molto. Scambia un’occhiata con Jackal e ride, spensierato: finché il Muro di ferro veglierà sulle sue spalle, lui non avrà nulla da temere.