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Autore: Ronnie the Fox    18/02/2017    0 recensioni
E' Midori a dettare i tempi e i modi delle manifestazioni d'affetto che giudica di volta in volta opportune, è lui a riservarsi il privilegio di muovere il primo passo e Fujimoto non ha mai nemmeno pensato di infrangere questo tacito accordo.
Una sottomissione che lui stesso ha scelto di accettare e che tuttavia talvolta trova frustrante; ma si tratta pur sempre di una sofferenza terribilmente dolce, alla fine.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un'unica parola risuona nel silenzio innaturale del campo di battaglia. Non si ode nemmeno un suono, ora che anche il rumore delle armi da fuoco è cessato e il suo eco ormai disperso nell'aria. Il pubblico, per lo più formato dalla moltitudine dei giocatori già sconfitti, assiste con il fiato sospeso all'ultimo atto dello scontro.
«Colpita!» annuncia, non senza una smorfia di delusione, l'ultima componente della squadra avversaria rimasta in gioco, sollevando entrambe le mani in segno di resa.
Fujimoto è perfettamente immobile, il respiro affannato, le dita serrate intorno all'impugnatura della sua arma fin quasi a fare male, ancora incapace di dare un senso a quanto appena accaduto.
E ancora prima che riesca a realizzare che, alla fine, almeno uno dei suoi proiettili ha centrato il bersaglio, decretando la vittoria per sè e per i propri compagni e si lasci andare ad un qualsiasi genere di esultanza, una voce familiare giunge alle sue orecchie, portandolo a voltarsi.
«Molto bravo, davvero molto bravo~» il tono della voce di Midori è mellifluo e al contempo controllato, anche quando le circostanze perdonerebbero di certo la temporanea assenza del suo usuale contegno. Anche percorrere i pochi metri che lo separano da lui è un gesto che compie con estrema tranquillità, come se fino a pochi minuti prima non avesse preso lui stesso parte a quello che a buon diritto si sarebbe potuto definire un combattimento all'ultimo sangue se non per la mancanza, appunto, di sangue versato. 
«Forse meriti una ricompensa per i tuoi sforzi.» A separarli ora, non più di qualche centimetro, una distanza ridicola e allo stesso tempo insopportabile. 
Fujimoto percepisce un inconfondibile segno di  compiacimento nell'espressione del compagno di squadra e spera, spera davvero che sia abbastanza per fargli meritare la sua riconoscenza.
La sua silenziosa preghiera, in qualche modo, viene accolta. Nemmeno un istante dopo, le labbra di Midori sono sulle sue.
Allora nulla ha più importanza. Non la tanto desiderata vittoria, non gli sguardi attoniti degli spettatori, nemmeno il tonfo sordo della minigun che, sfuggita alla presa, atterra ai suoi piedi sull'erba umida.
C'è soltanto Midori, adesso, e la sua bocca infinitamente morbida, e le sue dita che si stringono possessive sui lembi della sua uniforme e che, come sempre, pretendono totale ed incondizionata attenzione.
Ubbidisci soltanto a me, ama soltanto me.
E come può il povero Fujimoto fare altro, se non acconsentire? 
Dischiude le proprie labbra, temendo quasi che si tratti di un'illusione generata dalla sua mente facilmente suggestionabile e lasciandosi sfuggire un flebile sospiro di sollievo che si infrange sul viso del compagno, quando il modo in cui questi approfondisce il bacio diventa fin troppo reale. Ma non dura che un istante, ed ecco che già si sottrae, il maledetto, con il palmo della mano premuto contro il suo petto per allontanarlo, in un gesto di inaspettata fermezza. 
Ci sono pur sempre delle regole da rispettare, ci sono sempre state.
E' Midori a dettare i tempi e i modi delle manifestazioni d'affetto che giudica di volta in volta opportune, è lui a riservarsi il privilegio di muovere il primo passo e Fujimoto non ha mai nemmeno pensato di infrangere questo tacito accordo. 
Una sottomissione che lui stesso ha scelto di accettare e che tuttavia talvolta trova frustrante; ma si tratta pur sempre di una sofferenza terribilmente dolce, alla fine. Tanto più è penosa l'attesa trascorsa nella costante incertezza delle intenzioni dell'altro, tanto più grande e piacevole è la gratificazione che  gli scalda il petto quando, senza il minimo preavviso, Midori gli rivolge un sorriso sincero e decide di coglierlo impreparato con un bacio o una carezza, così che Fujimoto si trova a dover cercare di nascondere, spesso senza successo, il rossore che gli colora le guance.
Anche ora che le gambe lo reggono a stento, forse per la stanchezza, forse per l'anticipazione di un piacere che ancora una volta gli viene sottratto, Midori sa dimostrarsi deliziosamente inclemente. Il suo viso è ancora troppo, troppo vicino a quello di Fujimoto perchè questi non decida di mandare al diavolo la razionalità e di cercare un ulteriore contatto, che gli viene prontamente negato con una risata divertita da parte del compagno di squadra.
«Piano, piano Fujimon. Perchè prima non andiamo a reclamare il nostro premio, mh?»


«Ti stavo osservando» gli confessa ore dopo, davanti ad una bottiglia di Champagne, quando sono seduti uno di fronte all'altro al tavolo più appartato del piccolo locale che sono riusciti a trovare «Sarei potuto intervenire in qualsiasi momento per aiutarti, ma quando ti ho visto affrontare da solo quella ragazza ho preferito rimanere in disparte a guardare.»
Fujimoto solleva lo sguardo dal proprio bicchiere, nel dubbio di non aver ben compreso il significato di quella dichiarazione e cercando dunque un indizio nell'espressione serafica dell'altro uomo.
Fortunatamente, Midori prosegue: «E' stato molto interessante.  Come se ti stessi affidando unicamente al tuo istinto e l'atmosfera del campo di battaglia avesse liberato una sete di sangue che non avevo mai visto in te prima d'ora.»
Un'altra pausa. Fujimoto fatica ad intuire dove una tale considerazione voglia andare a parare e per qualche terribile istante arriva perfino a pensare che quello sia il modo di Midori di decretare la fine della loro collaborazione, per di più nello stesso giorno della loro prima vittoria ufficiale, affermando che di certo il suo stile di combattimento freddo e calcolatore  non è compatibile con quello di qualcuno che tanto facilmente si lascia trasportare dagli istinti e dalle emozioni.  
Anche questa volta, Midori si diverte a confonderlo, a tenerlo sulle spine provando una soddisfazione quasi sadica nel vederlo spaesato. Gli istanti che seguono senza che nessuno dei due pronunci una sola parola sembrano durare secoli.
Una lenta agonia a cui Midori decide di porre fine alzandosi dalla propria sedia e protendendosi verso il compagno, le sue dita sfiorano appena la guancia di Fujimoto, invitandolo a sollevare il viso e lui, di rimando, non può far altro se non sussultare e ubbidire.
«D'ora in poi» scandisce ad un soffio dalle sue labbra «Voglio che tu combatta soltanto per me.»
A quel punto, entrambi sanno già che l'unica risposta possibile è quella affermativa.

Note dell'autrice: La leggenda narra che ogni sei mesi, Ronnie pubblica una fanfiction per poi tornare in letargo creativo per i sei mesi successivi.
Scherzi a parte, ringrazio chi ha voluto spendere cinque minuti del proprio tempo per leggere questa cosa, scritta in due serate in cui avevo poco o nulla da fare.
E un grazie random a Zanny, che -volontariamente o meno- ogni tanto riesce ad ispirarmi con i suoi disegni e che, tra l'altro, è la stessa persona che mi ha fatta appassionare a questo sfiga-fandom. 
Recensioni e commenti sono, as always, ben accetti. 
Alla prossima!

Ronnie~
  
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