Fandom: Prince of tennis
Titolo: Run baby run
Personaggi:  Niou Masaharu, Yagyuu Hiroshi
Pairing: NN
Genere: introspettivo, generale
Avvisi: NN/leggero what!if (come i due siano giunti allo Switch mica lo sappiamo)
Rating: verde
Conteggio parole: 834
Note: 

Per il COW-T, parole chiave "caos", "volto", "essere"

 

Yagyuu entra nello spogliatoio proprio mentre Nioh si sta finendo di sistemare una parrucca di corti capelli castani sulla testa, armeggiando di fronte allo specchio per far sparire sotto di essa il suo codino decolorato. Per un istante, resta immobile a fissarlo, esterrefatto.
L’altro, probabilmente avendo ben udito il rumore dell’aprirsi  della porta ma non del suo richiudersi, si volta a guardare chi è il nuovo arrivato, e appena lo vede allarga la bocca in un sorriso che promette solo diaboliche ripercussioni sulla vita di tutti gli studenti della Rikkai.
-Oh, Yags, meglio tardi che mai!- cinguetta, tornando a rivolgersi verso lo specchio e spostando la chioma posticcia di un centimetro più a destra –Vieni qui, devi darmi una mano col correttore-
Yagyuu non si muove. Non riesce a muoversi, perché quella che il suo di recente designato compagno di doppio si è appena calcato in testa è una perfetta replica della sua capigliatura, e ora che l’altro sta iniziando ad armeggiare con trucchi vari per far sparire il proprio neo dal mento e ogni possibile differenza, anche il suo volto sta rapidamente assumendo l’aspetto che Yagyuu di solito vede soltanto la mattina, quando si specchia nel bagno di casa sua dopo essersi lavato il viso e prima di infilarsi gli occhiali.
Niou si sta trasformando in lui, e la cosa lo sconcerta alquanto.
-Cosa stai facendo, Niou-kun?- chiede, riuscendo finalmente a muoversi. Non è esattamente una novità, che Niou Masaharu abbia questa (a volte assurda, a volte quasi magica) capacità di camuffarsi alla perfezione in chiunque desideri, e soprattutto di riuscire ad imitare i suoi atteggiamenti e, ancora più incredibilmente, il suo stile di tennis. Questa però è la prima volta che fa una cosa del genere con Yagyuu, e la cosa non gli piace molto.
È così facilmente prevedibile?
Niou scrolla le spalle, prima di terminare di tamponarsi il viso, esaminarsi il viso allo specchio e lisciare l’ultimo ciuffo fuori posto.
-Diciamo che ieri sera non riuscivo a dormire e mi sono messo a pensare- lo informa, concisamente. Poi si volta verso di lui e con uno scatto felino gli sfila gli occhiali e se li infila sul naso, parando immediatamente il suo tentativo di fermarlo –E nel pensare mi sono chiesto come potessimo migliorare la nostra combinazione. Così mi è venuta un’idea geniale- conclude, prima di raddrizzare le lenti con un gesto che è fin troppo famigliare per non far sobbalzare Yagyuu di nervosismo e rivolgersi direttamente a lui –Cosa ti sembra?-
Hiroshi è scosso da un brivido, non esattamente piacevole. Quella voce è la sua, suo è quell’intonazione e quel modo indolente e puntiglioso di articolare le frasi. Punto sul vivo, incrocia le braccia al petto.
-Niou-kun, esigo sapere cosa stai architettando- sibila, seccamente.
Niou (o meglio, la replica di sé stesso) lo replica per qualche secondo perfettamente in silenzio, prima di scoccargli un sorrisino complice (che sul suo viso stona orrendamente), piegarsi sul proprio borsone, ed estrarne una parrucca di capelli bianco slavato.
Fornita di un codino sottile, anche quello troppo famigliare.
-Prova a mettertela, dai-
Yagyuu fissa la parrucca, non riuscendo a comprendere dove l’altro voglia andare a parare.
-Che cos…-
-Immagina- lo interrompe Niou, rigirandosi la parrucca tra le mani. La studia, e poi gli si avvicina e gliela calca in testa; Hiroshi vorrebbe protestare, ma per qualche motivo le parole non gli si formano in gola –Abbiamo quasi la stessa altezza e la stessa corporatura. Ho osservato il modo in cui esegui quel tuo colpo laser e sono quasi sicuro di poterlo replicare abbastanza bene. Però quel tipo della Seigaku sarà là fuori a tentare di carpire le nostre informazioni. Ma…- e qui si ferma, interrompendo un attimo il moto delle sue mani sui suoi capelli, e lo guarda dritto negli occhi.
È in quel momento che Yagyuu capisce. Ma certo.
-… ma se tu fossi me e io fossi te, i suoi dati non varrebbero nulla- conclude al posto suo –Capisco-
Niou sogghigna un’altra volta, un sorriso apertamente mefistofelico –E scommetto che muori dalla voglia di poter essere me per qualche giorno, vero, caro il mio Gentiluomo?-
Yagyuu lo fissa, senza fare una piega, per almeno un minuto. Poi sospira, e un lieve, glaciale sorrisetto si fa strada sulle sue labbra sottile.
-Cercherò di abbassarmi al tuo comportamento scurrile, petenshi. Ma se in qualche modo rovini la mia reputazione, soprattutto con il comitato disciplinare, è inutile dire che ti farò pagare molto caramente questa tua trovata…-
Ma Niou, essendo Niou, delle sue minacce si fa beffe, e ride, sguaiato, e Yagyuu si rassegna a recuperare una matita da trucco per tentare di disegnarsi un neo che sia convincente sulla pelle del mento. Non dovrebbe impiegarci poi molto, prima di riuscire a imitare alla perfezione i comportamenti e gli atteggiamenti dell’altro, e già si può immaginare la faccia che faranno i Tre Demoni quando propineranno loro l’ultima trovata del loro doppio.
Quando a un maestro dell’inganno se ne somma un altro, il caos può solo raddoppiare.