*Note
dell’autrice che continua a scrivere Shot invece
di aggiornare “Ombra”*
Bene. Ora
mi ucciderete, ma sono tornata.
Ve lo
dovevate immaginare, no?
In fondo
non ho nulla da fare [in teoria sì, e anche tante cose, ma
in pratica non mi
interessa niente], quindi che male c’è se continuo
a riempirvi di Shot?
Nessuno.
Anche perché lo decido io
e non c’è
possibilità di obbiettare.
Ho
tentato di cambiare Paring, questa volta.
Era da
tanto che volevo scrivere su questa coppia, su questo momento.
Non mi
sono mai sentita in grado di farlo.
Oggi l’ho
fatto e voglio sapere cosa ne pensate.
Ammiro
molto questi personaggi, lo ammetto. Forse, in qualità di
carattere, sono i
miei preferiti.
Impassibili,
ma sofferenti.
Rappresentano
la libertà.
E, in
fondo, chi non la desidera?
[Dediche]
Dedico
questa piccola Shot [forse dovrei dire Flash-fiction] a chi ha
commentato le Shot
“The time”,
“Contrasto” e
“Tutto è nato
da Me e Te”.
Cioè: Ryanforever,
Giuly_chan, Inukag4ever, Red S
i n n e r, KaDe, Kaggy95, Monik, Achaori, Callistas e Lili90love.
Ma, in
particolare, la dedico a mia madre [so che posso sembrare sciocca,
però…], che
ama la libertà, che lotta per ottenerla, che non si ferma
davanti ad una
costrizione e da tutta se stessa per essere libera. Spero che ci riesca
presto,
davvero. E ce la farà, ne sono certa^^.
Bene,
adesso, miei cari, vi lascio alla Shot, ringraziandovi con il cuore.
Spero che
vi piaccia! Fatemi sapere cosa ne pensate!
Baci!
Mary-chan
A voi,
che mi seguite
sempre, in ogni storia.
A voi,
che non vi stancate
di leggere le mie scemenze e commentate ogni volta.
A voi,
che mi fate scaldare
il cuore ogni volta che vedo una persona in più che
commenta, legge, o inserisce
le mie storie fra preferiti.
A voi,
che mi fate sentire
importante, con tutti i vostri complimenti.
A voi,
che mi date la
forza di andare avanti e continuare a scrivere, sempre.
A voi,
che mi fate sentire
brava e avete sempre una parola buona per ogni mia
opera.
A voi,
a cui non riesco
a far arrivare la mia gratitudine immensa.
A voi, che, come me,
sognate la libertà.
Il vento della
libertà
– Chi sa combattere
è degno di libertà –
Piero
Gobetti
– La vita senza
libertà è come un corpo
senza lo spirito –
Kahlil
Gibran
Kagura posò lo sguardo
affaticato dinanzi a lei, mentre piccole gocce di rugiada le
solleticavano i
palmi delle mani.
Uno youkai, bianco come la
neve, si stagliava sulla macchia verde del prato primaverile.
Osservò i lunghi
capelli,
color della Luna, che si libravano liberi a ritmo del vento –
il suo sogno.
I movimenti aristocratici,
propri dell’indiscusso Principe dei Demoni.
La coda bianca e soffice. Una
stonatura tenera, inadatta al
carattere
freddo di chi la possedeva.
Poi, gli occhi: affilati ed
eleganti.
Le iridi ambrate la
stregavano, riempiendo i suoi pensieri, unica forma di
libertà che le era
concessa.
Lui non proferiva parola.
La scrutava con i suoi occhi
magnetici, cercando di cogliere ogni suo piccolo movimento.
Il più piccolo, il
più
importante.
L’ultimo.
La yasha sentiva batterle il
cuore nel petto – squartato da artigli velenosi –,
per la prima volta.
Era veloce, perfettamente
udibile.
Lei riusciva
a sentirlo dentro di sé.
Il suo suono, l’aveva
tanto
agognato…
Ed ora, ora che poteva essere
libera, non riusciva neanche a muoversi.
Ma
c’era lui.
Lui che non era capace di
amare, ma che era lì, solo per lei.
Kagura pensò alla sua
libertà.
Cos’era, veramente?
Anche se fosse sopravvissuta.
Anche se avesse ucciso
Naraku.
Quegli
occhi non l’avrebbero mai resa libera.
Abbassò lo sguardo per
un istante,
per osservare il prato verde sotto di lei, macchiarsi lentamente di
sangue.
Vederlo fluire la rese
felice: possedeva finalmente il suo corpo.
Poteva ferirsi.
Poteva
morire,
proprio come in quel momento.
Vide Sesshomaru,
l’impassibile
demone davanti a lei, estrarre
Gli fece cenno di riporla.
Sorrise, dolce
– un sorriso che non aveva mai fatto, un sorriso che non
aveva mai immaginato di poter fare, un
sorriso che non era da lei.
L’aveva rivisto.
Le bastava aver rivisto i
suoi occhi ambrati per l’ultima volta.
Non desiderava
nient’altro,
in quell’eterno momento di serenità.
Si dissolse, diventando
vento.
Era finalmente libera.
Libera di poter stare sempre
intorno a lui.
– Sono figlio della
libertà, a lei devo
tutto ciò che sono –
Camillo
Benso Conte di Cavour
– Libertà: un
soffio di vento che ti
penetra dentro –
Anonimo