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Autore: cin75    21/02/2017    5 recensioni
Quando la musica è la colonna sonora di un grande amore. Un sottofondo dalle note più gioiose a quelle più drammatiche.
E Jared e Jensen ne sono l'ispirazione e ne vengono ispirati al tempo stesso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Misha fece le scale talmente di corsa che schivò solo per caso l’anziana signora Maison.
“Piano ragazzo!” lo riprese la donna. “Ti farai venire un infarto!” gli disse mentre il ragazzo continuava la sua corsa.
“Mi dispiace..ma…è importante!!” gridò dalla rampa che aveva appena superato.
 
Entrò quasi senza fiato nell’appartamento che divideva con Jensen e quando il suo coinquilino lo vide in quelle condizioni a dir poco pietose, trattenne a stento una risata.
“Va bene che hai deciso di fare movimento, ma questo…” disse indicandolo: “…mi sembra esagerato. Guardati!! Sei sudato…sfinito e ….” sporgendosi appena: “..puzzi, amico mio!”
Misha sorrise a stento. Avrebbe voluto rispondergli a tono ma la busta che aveva tra le mani era molto più importante dei loro amichevoli battibecchi. Cercò di riprendere fiato o almeno recuperare quello che gli serviva per parlare.
“E’ arrivata!” disse mostrando la busta bianca.
“Cosa è arrivata?” domandò perplesso Jensen.
“E’ arrivata!” ripetè più compiaciuto Misha , sventolando la lettera.
“Spero tanto che  tu non abbia fatto tutta questa fatica per l’ennesima bolletta?!” ironizzò il biondo.
Misha a quel punto si mise dritto, tenendosi una mano, però, sul fianco dolorante e sorrise soddisfatto.
“La Juilliard non manda bollette, Jensen!” e in quel momento il sorriso ironico di Jensen sembrò congelarsi in una smorfia di sorpresa apprensione.
“La…”
“..Juilliard!” finì per lui, l’amico.
 
Misha era, da oltre dieci anni, il manager, nonché amico fraterno di Jensen. Lavoravano insieme da quando Jensen aveva dato più che una prova della sua bravura artistica. Infatti Jensen era uno dei giovani pianisti più apprezzati del momento. Si era fatto valere in molte manifestazioni e ai tempi dello studio , la Juilliard stessa ne aveva seguito la crescita musicale. Poi era arrivato il tempo delle tournè, delle collaborazioni e delle varie soddisfazioni personali e Misha, gli era stato costantemente vicino. Attento a che nessuno sfruttasse la persona, anche pubblica, del suo migliore amico.
“Oh cavolo, Mish!! Tu…tu credi che loro….insomma che loro abbiano accettato?!” fece nervoso mentre prendeva la busta dalle mani dell’amico.
“Gli aspiranti non erano tanti. So che cercavano qualcuno per il corso di storia della musica e un docente anche per strumenti ad archi…”
“Già…violino …mi pare!” convenne Jensen.
“Sì…ma ora che ne dici di aprire?!” lo incoraggiò, anche curioso il moro.
“….”
“Jensen?!”
“E se….”
“Hai comunque la tua vita!” lo rassicurò.
Jensen gli sorrise, ringraziandolo segretamente di come gli fosse stato vicino in quell’ultimo anno. Non il più bello della sua vita.
“Ok! Apro!” e così fece. Aprì la busta e divenne immediatamente serio. A Misha sembrò addirittura deluso se non triste.
“Jensen…” mormorò.
Jensen lo guardò e un leggero sorriso di rassegnazione gli illuminò comunque il viso.
“Vieni con me!” disse sorprendendolo del tutto e illuminando il suo viso con un sorriso raggiante.
“Cosa?!” sussurrò stranito da quella richiesta.
“Mi hanno accettato come docente alla Juilliard. Vieni con me!!”
“Grandioso!!” esclamò al colmo della felicità l’altro abbracciandolo con entusiasmo. “Ma un attimo…aspetta !! che …che vuol dire  “vieni con me”?”
“Andiamo amico. E’ quello che aspettavo da tempo. Quello che speravo accadesse dopo…” e un’espressione triste e amareggiata sembrò rovinare il momento.
“Jensen, sarebbero fieri di te. Credimi!” lo incoraggiò immediatamente. “Ma perché vuoi che venga con te?!”
“Perché tu mi sei stato sempre vicino. Sempre, Misha. Questa sarà una nuova parte della mia vita e voglio che tu, amico mio, ne faccia parte. Infondo sei ancora il mio manager e venire con me, ti agevolerebbe le cose, no?”
Misha restò per un attimo perplesso. Jensen voleva cambiare vita, ne aveva un disperato bisogno. E infondo anche lui. E poi si fermò a pensare che Cleveland non sarebbe stata più divertente come prima, senza Jensen. E che farsi ore di treno o di macchina per raggiungerlo o farsi raggiungere sarebbe stato sfiancante.
Dell’aereo nemmeno a parlarne. Specie per Jensen!!
 
“Facciamo le valigie!!! Si va New York!” esclamò convinto e felice.
I due amici si abbracciarono e diedero inizio alla loro nuova vita.
 
 
Due settimane dopo, Jensen prendeva possesso del suo ufficio alla Juilliard mentre Misha si era impegnato ad aspettare il camion del trasloco che sembrava aver fatto un viaggio della speranza per giungere a destinazione.
“Ehi! amico!” fu la voce di Jensen al telefono.
“Jensen, come va l’ufficio?!”
“Grandioso, ma ti ho chiamato per sapere se il camion è arrivato.”
“Dovrebbe farlo tra meno di un’ora.” lo informò Misha.
“Ok! Chiamami quando è lì. Vengo a darti una mano, non voglio che tu faccia tutto da solo!”
“Tranquillo e poi …” fece abbassando la voce. “…c’è Vicky che si è offerta di darmi una mano!”
“Perfetto e ….chi sarebbe Vicky?” domandò sorridendo di un sorriso Misha già immaginava.
“La nostra splendida vicina, amico. La nostra molto molto splendida vicina!” rispose quindi.
“Mish?”
“Sì?”
“Non farmi pentire di aver preso due appartamenti vicini!!”
“Sarò silenzioso. Lo giuro! Non ci sentirai nemmeno.” ironizzò il bruno.
“Che scemo!!” rispose l’altro ridendo. Poi qualcuno bussò al suo ufficio. “Devo andare, ci sentiamo dopo!”
“Falli secchi, Tigre!” fu l’amichevole monito dell’amico.
 
 
A pochi uffici di distanza da quello di Jensen, un altro incontro stava per cambiare la vita di un altro artista “tormentato”.
“E’ stato davvero un piacere, Jared, aver ricevuto la sua richiesta di insegnamento. Anche se ci ha sorpresi, devo essere sincero!” confidò il preside Beaver.
“Preside Beaver…” fece il giovane violinista.
“La prego, mi chiami Jim. Lasciamo i formalismi per gli eventi pubblici!”
“La ringrazio…Jim. Come le dicevo, questa è una scelta dettata da un esigenza fisica piuttosto che ….emozionale.” si apprestò a giustificare.
“Il suo incidente?!”
“Sì. I medici continuano a dire che la mia mano non potrà più sopportare lo stress che sopportava prima, durante i concerti, ma a dire il vero, dicevano che non avrei nemmeno più suonato. E invece si sono sbagliati. E cosa mi impedisce di mostrare loro che si sbagliano ancora?” riferì provocatorio verso l’idea di quei medici.
“Più che giusto!” convenne compiaciuto l’anziano preside.
“Non voglio smettere di suonare. Non posso smettere di suonare e la Juilliard è l’unico posto in cui posso farlo con i miei tempi e ottenere ciò che mi serve. Insegnando, confrontandomi con questi ragazzi potrò continuare a suonare e a tenere in allenamento la mia mano! Darò quello che posso e avrò in cambio quello di cui ho bisogno.” fu la richiesta sincera da parte del giovane violinista.
“Qui avrà tutto l’appoggio che le serve! Benvenuto, Jared!” fece soddisfatto. “Non vedo l’ora di presentarla a tutto il resto del corpo insegnanti e agli studenti. Abbiamo anche un altro insegnante appena arrivato, quindi non sarà solo.”
“Meglio così. Dividerò l’imbarazzo del nuovo arrivato, allora!”
 
Due settimane dopo, ci fu la cerimonia di apertura dell’anno accademico.
Le presentazioni di rito erano state fatte e anche Jared e Jensen si erano conosciuti ormai da giorni.
Jensen aveva portato Misha alla cerimonia con lui. O meglio, Misha lo aveva pregato di portarselo dietro quando aveva saputo che Jared Padalecki, violinista di fama indiscussa, era il nuovo docente di archi.
 
“Stai pensando di rimpiazzarmi, Collins!?” aveva scherzato Jensen sconfitto dalla pressione a cui Misha l’aveva sottoposto.
“No, ma è meglio avere larghe vedute. Che ne sarà di me se tu decidi di darti all’insegnamento per sempre?!” e quella battuta ironica Jensen si era fatto serio e l’aveva guardato.
“E se lo facessi, Mish. Se decidessi di scegliere questa vita?!” e glielo chiese quasi sentendosi in colpa.
L’amico , allora, gli era andato vicino e l’aveva rassicurato.
“Ti farebbe felice?!” gli aveva chiesto. “Perché se ti metti ad insegnare e scopri che sei felice e che è quello che vuoi fare, beh!, fregatene di me , di tutto e di tutti e continua ad insegnare. Non sarò io a dirti di smettere e di certo non permetterò a nessuno di farlo!!”
“Dove sarei senza di te, amico mio!?”
“Di sicuro o in qualche piano bar o ad insegnare solfeggio a qualche marmocchio foruncoloso!!” aveva scherzato Misha, passandogli al volo la giacca nera che doveva indossare per la cerimonia.
 
“Bene signori!” fece la voce profonda del preside Sheppard e a quel richiamo sia i docenti che gli studenti, riuniti nella grande sala concerti, fecero silenzio. “Come già detto ad inizio serata, abbiamo due nuovi insegnanti di pratica musicale. Il maestro Jensen Ackles per il pianoforte e il maestro Jared Padalecki per il violino.” disse mentre un applauso sottolineava la presentazione. “Ora!, nuova tradizione vuole che i due neo insegnanti diano ….come dire….prova del loro talento con qualcosa di classico magari!” disse ancora invitando i due ragazzi, non in imbarazzo ma decisamente a disagio a causa della situazione inattesa, a salire sul palco.
Jensen si avvicinò al bellissimo pianoforte a coda e lo accarezzò appena, mentre a Jared venne consegnato un violino.  Il pianista sorrise e cercando di scrollarsi di dosso quella sensazione di disagio azzardò.
“Ha un autore in particolare che le piacerebbe ascoltare?!” fece rivolto al preside.
“Adoro Chopin!”
Allora Jensen si sedette allo sgabello e trovò la giusta altezza e la giusta distanza e poi prendendo un respiro profondo sfiorò appena con le dita i tasti bianchi  e neri .
 
"Non sa che suonare?!" fece curioso uno dei professori.
Misha dal suo posto lo guardava. Sapeva che cosa era quel gesto e se per qualcuno sembrava indecisione per l’amico non lo era.
"No! sa esattamente cosa suonare!" si permise di rispondere in sostegno all'amico. “Lui sta salutando la musica!” disse sottovoce al docente al suo fianco.
Poi la musica arrivò.
 
https://www.youtube.com/watch?v=vrcP0VWV320  
Dolce, leggera, a tratti triste, a tratti disperata, ma sempre con una soave decisione. In ogni accento, in ogni cadenza, in ogni variazione c’era l’anima di Jensen. C’era quello che provava quando suonava. C’era il suo mondo e chi ne faceva parte o che ne aveva fatto parte. E la gente lo vedeva, lo capiva e sorrideva rapita da quella musica a da chi le stava dando una simile anima. Qualcuno socchiudeva perfino gli occhi per farsi coinvolgere completamente.
Jared appena dietro il pianista, vedeva la schiena seguire i movimenti delle braccia, vedeva le mani e le dita scorrere veloci sulla tastiera. Si spostò appena per poter essere in grado di vedere il viso di Jensen e quando ci riuscì ne rimase affascinato.
Jensen aveva gli occhi chiusi, le labbra appena schiuse e la testa seguiva il dolce ritmo che le sue mani stava suonando in quella maniera così dolce e avvolgente. Jensen non suonava semplicemente. Lui viveva la musica con ogni parte del suo corpo. Le parlava. E lei gli rispondeva plasmandosi al tocco delle sue dita.
E quando l’ultima nota segnò la fine del brano un applauso scrosciante diede lustro al giovane maestro che si alzò dal suo posto, fece il classico inchino di ringraziamento e fece un cenno come a lasciare il palco al suo nuovo collega.
 
Jared che non era riuscito a distogliere lo sguardo da quel suo collega così affascinante, ringraziò discretamente e si avvicinò al microfono.
 “Wow!!! Meno male che io suono il violino, altrimenti sarebbe stata dura da eguagliare!” scherzò, facendo ridere tutti, compreso Jensen e Jared dovette ammettere che Jensen aveva uno splendido sorriso. Timido ma splendido.
“Quindi…” fece , facendo cenno ad alcuni ragazzi che erano tra gli ospiti  e che aveva conosciuto nei giorni addietro, di raggiungerlo e di prendere posto ai loro strumenti. “….mi scuserete se io cambio genere. Così tanto per assaporare un’altra atmosfera!”
Il giovane violinista si avvicinò al ragazzo che aveva imbracciato la chitarra elettrica e gli disse qualcosa nell’orecchio, cosa che poi, il ragazzo passò ai suoi compagni di gruppo.
Le prime note , di indiscussa gloria e memoria, furono introdotte dal giovane violinista e poi tutto esplose.
 
https://www.youtube.com/watch?v=8DNYKTxxsgw
 
Nell’esatto momento in cui tutti gli strumenti si unirono seguendo l’innovativa melodia dettata da Jared, un enorme applauso segnò l’approvazione del pubblico che assisteva all’esibizione.
Anche Jensen si unì all’acclamazione , colpito dalla sensualità con cui Jared si muoveva mentre suonava. Dal movimento deciso e armonico che seguivano le sue braccia nella battute musicali. Ogni tanto vedeva il musicista sorvolare una battuta non troppo incidente per aprire e chiudere la mano stretta intorno al manico degli accordi e poi riprendere a suonare. Non sapeva della situazione di Jared, in quel momento pensò, solo che quel disagio era dovuto al fatto che non era il suo violino personale. Ma violino o non violino , Jared era un artista sopraffino che faceva del suo strumento una parte del suo corpo. E Jensen , segretamente, ammise, che era bellissimo, così preso e perso fra le note di quella melodia.
 

Quando anche l’esibizione di Jared arrivò a conclusione , il pianista, mentre gli altri applaudivano, gli andò vicino per fargli personalmente i suoi complimenti. Si strinsero la mano e mentre erano lì a congratularsi , il preside Beaver , gli si avvicinò e li costrinse amichevolmente ad un bis da “consumare” insieme.
“Signori, non volete mica deludere il vostro pubblico e i vostri allievi?!” li provocò. “Per favore!”
“Qualcosa di breve!” disse con educazione Jared anche se Beaver intuì il perché di quella richiesta. “Abbiamo già dato abbastanza spettacolo!” e Jensen annuì convenendo con lui.
“Chopin ha molti  brani brevi!” azzardò Beaver.
Allora i due , guardandosi, non ebbero bisogno di dirsi altro. Sapevano perfettamente cosa suonare.
Jensen si sedette di nuovo allo sgabello. Jared trovò la perfetta angolazione sul corpo del violino e rimase con lo sguardo fissò verso il pianista. Un semplice cenno di intesa e la magia dell’artista  polacco prese vita.
 
https://www.youtube.com/watch?v=19cWuEXFa7YHYPERLINK "https://www.youtube.com/watch?v=19cWuEXFa7Y&list=RD19cWuEXFa7Y"&HYPERLINK "https://www.youtube.com/watch?v=19cWuEXFa7Y&list=RD19cWuEXFa7Y"list=RD19cWuEXFa7Y
 
Un silenzio irreale prese vita mentre i due suonavano in perfetta armonia. Era come se avessero suonato insieme da anni. Seguivano gli stessi accenti, lo stesso fraseggio, perfino le sottili sfumature della melodia sembravano essere state provate e riprovate assieme.
Sembravano nati per suonare insieme!!
“Che magia!” esclamò quasi rapito uno degli ospiti accanto a Misha e il ragazzo se da un lato ne fu piacevolmente colpito, da un altro se ne dispiacque nel ripensare al motivo per cui quella magia, in Jensen, aveva rischiato per svanire.
Ma quei pensieri furono messi a tacere quando i due finirono la loro esibizione e ringraziando chi li applaudiva , lasciarono il palco, uno accanto all’altro.
 

La serata arrivò alla fine e Misha tornò da solo a casa poichè Jensen aveva delle cose da sbrigare nel suo ufficio.
“Ok! Ma non fare tardi!” scherzò l’amico mimando un tono paterno e apprensivo.
“Sì, papà!” replicò anche Jensen, giocando.
 
Circa dieci minuti dopo, Jensen , sentì bussare alla sua porta.
“Jared?!” fece stupendosi di vedere il collega ancora nell’accademia. “Come mai ancora qui?!”
“Stavo aspettando!” fu la risposta curiosa.
“Aspettando cosa?!”
“Che tu fossi da solo!” lo spiazzò.







N.d.A.: Confesso che mi è piaciuto tanto scrivere questa storia. Spero che a voi piaccia leggerla.
Se volete ascoltate le canzoni che ho inserito e se vi va fatemi sapere.
Al prossimo capitolo.
Baci baci!!

Cin.
   
 
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