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Autore: x_Secrecy_x    22/02/2017    0 recensioni
[Stony][titolo un po' a caso][storia abbastanza sconclusionata][forse un po' OOC][happy endning ♥]
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All'inizio credeva si trattasse di inadeguatezza; il futuro dopotutto era così diverso dal suo presente: i telefoni ora erano portatili, piccolissimi e senza tasti, le persone comunicavano oltreoceano tramite cinguettii, l'America non era più in guerra contro i nazisti – beh, almeno non ufficialmente – e ormai l'esistenza degli alieni era un fatto dato per scontato. Ammirava i grandi passi fatti dall'umanità, certo, ma apprendere in così poco quella che era stata una progressiva evoluzione durata oltre mezzo secolo non era stata sicuramente una cosa facile.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Pop Culture

 






Da quando era “tornato a vivere”, Steve aveva una strana sensazione che non lo lasciava in pace neanche per un istante. Provava uno strano senso di vuoto misto a quella che a lui appariva come nostalgia, un incredibile e logorante tristezza che non riusciva bene a spiegare.

All'inizio credeva si trattasse di inadeguatezza; il futuro dopotutto era così diverso dal suo presente: i telefoni ora erano portatili, piccolissimi e senza tasti, le persone comunicavano oltreoceano tramite cinguettii, l'America non era più in guerra contro i nazisti – beh, almeno non ufficialmente – e ormai l'esistenza degli alieni era un fatto dato per scontato. Ammirava i grandi passi fatti dall'umanità, certo, ma apprendere in così poco quella che era stata una progressiva evoluzione durata oltre mezzo secolo non era stata sicuramente una cosa facile. 

Con il progressivo passare del tempo però si era reso conto che il suo essere un dinosauro, tanto per citare come lo aveva chiamato qualcuno, non era la causa di quel vuoto: quella era una cosa totalmente diversa dalla paura di essere attempato e obsoleto, qualcosa che lo faceva sospirare mentre, sdraiato sul divano del suo piccolo e spoglio appartamento, guardava il soffitto della stanza incapace di pensare a qualsiasi cosa; qualcosa che lo faceva svegliare in preda al panico nel bel mezzo della notte annaspando nel disperato bisogno di ossigeno, un braccio proteso verso l'alto e la mano che si muoveva alla cieca come se stesse cercano un appiglio. 

Steve alla fine aveva deciso che quella era disperazione – cos'altro poteva essere? Certo non solo il disagio di sentirsi vecchio, qui si parlava di una totale incomprensione del “nuovo mondo”, di quel terzo millennio per lui tanto confuso e caotico in cui ormai non esisteva più una vera e propria distinzione tra buono o cattivo, giusto o sbagliato, ma era tutto un po' così, disordinato e ambiguo. Oh, mamma mia, quasi gli mancava la guerra. Quella pop culture proprio non faceva per lui. Ma dopotutto i tempi erano cambiati e c'era ancora bisogno di lui, quindi l'unica cosa che poteva fare era prendere atto della situazione e andare avanti. 



 

 ●♦●




Tony Stark agli occhi di Steve era incomprensibile quasi quanto l'epoca in cui vivevano: per quanto a tratti somigliasse  terribilmente al padre, c'erano dei momenti in cui invece gli differiva totalmente lasciandolo vagamente confuso e impossibilitato dal farsi un'idea precisa su di lui. 

Quella, in ogni caso, era una di quelle volte in cui si stava comportando da Howard. 

- Hai comprato l'intero palazzo in cui abito!?- esclamò sbigottito Steve guardando il miliardario come se gli fosse cresciuto un terzo occhio in mezzo alla fronte.
 
Era pomeriggio inoltrato e dalle grandi vetrate della Stark Tower, dove i due si trovavano in quel momento, filtrava l'incantevole luce rossastra del sole che colorava tutto di un magnifico colore rosato, ma Capitan America era troppo stupefatto in quel momento per poter davvero prendere in considerazione l'idea di contemplare Manhattan al tramonto.

- Avanti, Cap, non fare quella faccia. - gli rispose quello incrociando le mani dietro la nuca e scivolando un po' di più sulla poltrona in pelle su cui era seduto – Tu non volevi parlarmi e così io ho dovuto inventarmi un qualche stratagemma alternativo per fare in modo che, in un modo o nell'altro, fossi costretto a farlo. Devo essere sincero: all'inizio avevo pensato di creare un qualcosa che potesse essere abbastanza minaccioso da riunire gli Avengers, ma poi mi sono reso conto che forse era troppo eccessivo e...- 

- Ma perché? - domandò Steve interrompendo quello che si prospettava come un racconto troppo lungo perché lui potesse sopportarlo nel suo attuale stato emotivo.  

- Perché cosa? - sembrava Tony adesso quello perplesso. 

- Insomma, hai comprato l'intero edificio in cui vivo solo per parlarmi, devi avere qualcosa di davvero importante da dirmi per fare una cosa simile. - dopotutto i due passavano una considerevole quantità del loro tempo a litigare per poi riappacificarsi nel giro di qualche ora, tanto che alcuni dello S.H.I.E.L.D. ci scherzavano su dicendo che sembravano una vecchia coppia sposata.

- Oh, beh, ad essere sincero non avevo da dirti nulla in particolare, mi dava solo fastidio il fatto che tu non volessi rivolgermi la parola. - ammise dopo averci riflettuto per un po'.

Se prima Steve era confuso, adesso era totalmente sbigottito. All'inizio, doveva ammetterlo, la risposta l'aveva spiazzato un po', rendendolo incapace di pensare o fare qualsiasi cosa; poi aveva incominciato ad irritarsi e a provare il forte desiderio di prendere a sberle Tony (che aveva una bella faccia da schiaffi, c'era da dirlo) per la sua sfacciataggine; infine tutta la rabbia era svanita, repentina come era arrivata, ed eccolo quindi lì, a fissare incredulo il miliardario. 

- Ehi, Cap? - lo chiamò quello schioccandogli due dita davanti agli occhi, temendo si fosse incantato – Steve? - riprovò quando vide che il richiamo non aveva sortito effetto. 

Ma Capitan America ora rideva, rideva perché aveva finalmente capito cosa era passato per la testa all'uomo: c'è chi, per farsi perdonare, ti compra dei fiori e ti invita a cena fuori, e c'è poi chi, come Tony Stark, crede sia più romantico comprare l'intero edificio in cui abiti. 

- Tu sei pazzo. - disse mentre ancora ridacchiava. 

L'altro fece un sorrisetto sbieco: sembrava molto più rilassato anche lui, ora: - Sarà. - ribatté – Ma voglio ricordarti che ci vai a letto, con questo pazzo
, quindi neanche tu devi avere tutte le rotelle a posto. - continuò alzandosi e avvicinandosi a lui. 


- Non ho mai affermato il contrario. - rispose allora Steve baciandolo.  
  



 

 ●♦●




Scene confuse gli scorrevano davanti agli occhi. Soldati. Spari. Bombe. Incendi. 

Steve si svegliò di botto con il fiatone e il sudore che gli rigava la fronte. Era il solito incubo, i soliti frammenti della guerra che quasi ogni notte riviveva nella sua testa. Eppure quella volta c'era qualcosa di diverso. Si guardò la mano, puntualmente protesa verso il soffitto, e si rese conto che qualcuno gliela stava stringendo. 

- Ehi, Steve. - lo chiamò Tony con la voce lievemente impastata dal sonno. - Era solo un incubo. - lo tranquillizzò strusciando un po' schiena contro il suo petto.

- Sì, hai ragione. - gli rispose mente lo cingeva da dietro e tornava a chiudere gli occhi. Era solo un sogno.                                                                                                                                                             



Note dell'autrice
Ed è così che, dopo quasi tre anni (e non scherzo nel dirlo) dall'ultima volta che ho pubblicato, torno a farmi viva qua sopra. 

L'altro giorno mi sono svegliata con il bisogno di scrivere una fanfiction, anche se non sapevo bene cosa e su chi volessi scrivere. All'inizio mi era venuta voglia di fare una raccolta di one-shot su Dirk Gently, ma prima di buttarmi in un progetto troppo ambizioso ho pensato di provare a vedere come andava con qualcosa di meno complesso, e questo è il risultato. 

Lo ammetto: non sono proprio soddisfatta, ma per essere il primo scritto dopo tre anni non è andato male. 

Venendo a noi, il titolo l'ho messo a caso, ma credo lo abbiate notato e la storia non ha un vero e proprio senso. Sono solo reduce da una lunga maratona Marvel e niente, amo questi due insieme. Devo ammettere che volevo fare qualcosa di leggermente meno sdolcinato, ma sono un'inguaribile romantica e non ci sono riuscita.

Ringrazio in anticipo coloro (se mai ce ne saranno lol) che avranno la buona volontà di lasciare un commentino, positivo o no, a questa storia, coloro che l'aggiungeranno a qualche lista and you! che siete arrivati fino a qua e avete letto questo piccolo papiro un po' sconclusionato.
 
Grazie mille, 

XX

 

  
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