E’
verità
universalmente ammessa che l’amore instupidisca le persone.
Tutte quelle storie
sulle lenti rosa, il canto delle campane, le farfalle nello stomaco con
annessi
e connessi non sono altro che metafore ingentilite del generale stato
di
rincoglionimento cerebrale ed emotivo in cui si versa quando la freccia
di
Cupido trafigge il cuore di un povero mortale.
Ma se ad
innamorarsi sono due completi idioti, la situazione non può
che degenerare.
A due giorni
da San Valentino, Sehun è nel panico. Lui e Jongin escono
insieme da due mesi,
una settimana e tre giorni (non che tenga conto anche delle ore e dei
minuti,
anzi!) e ancora non hanno fatto fiki-fiki. Nessun biscotto è
stato inzuppato,
nessuna virginea galleria è stata attraversata da un treno
espresso, non una
trivella ha trapanato buchi promettenti alla ricerca di gemme preziose
o
petrolio. Insomma, lasciando da parte le figure retoriche (che non sono
proprio
il suo forte), la sostanza è che Sehun soffre di violente
crisi di astinenza
come gli eroinomani in disintossicazione.
Jongin
è
perfetto, il fidanzatino pucci-pucci che tutti vorrebbero e sognano in
segreto.
Dolce, premuroso, affettuoso senza essere melenso, attento, prodigo di
regali…
e totalmente, irrimediabilmente, sconsolatamente TARDO. Troppo ingenuo,
eccessivamente timido. Pavido. Scemo. Tonto. Santo. Sehun non sa
più dove
sbattere la testa. Va bene giocare ai teneri piccioncini che tubano al
chiar di
luna, vanno benissimo le romantiche cenette a lume di candela e le
coccole sul
divano davanti a un film di serie B alla cui trama non badano nemmeno
perché una
bella pomiciata è sempre bene accetta. Però,
però, però. Sehun vuole passare
alla terza base, darsi al frinzi-frinzi selvaggio, scoprire le gioie
della
copulazione. Consapevole delle dimensioni abnormi della Sehonda, che
potrebbero
spaventare o (Satana non voglia) ammaccare seriamente il più
normodotato
Jongin, è persino disposto a stare sotto. Non gliene importa
un fico secco, ad
essere sinceri: non è la posizione che si assume sotto le
lenzuola a rendere un
uomo più o meno virile. L’importante è
scopare. Tutto il resto è noia.
Pronto a
dare voce ai propri istinti animaleschi, il quattordici febbraio Sehun
riesce
ad organizzare una sorpresa che Jongin non potrà non
apprezzare. Lo invita a casa
sua, prospettandogli una seratina all’insegna del buon cibo
(d’asporto) e di
mani rigorosamente sopra alla cintura. Si finge innocente, accomodante,
privo
di libido, e non il malvagio tricheco che è nella
realtà. Sogghigna tra sé e sé
mentre ultima i preparativi, canticchiando sulle note di una vecchia
canzone di
Rocky Roberts: “Stasera si tromba,
stasera si tromba, si tromba con te~”.
Quando,
poche ore più tardi, Jongin varca la soglia
dell’appartamento del compagno,
trova ad attenderlo uno spettacolo alquanto bizzarro. Dei faretti da
pavimento,
simili a quelli usati nelle piste di atterraggio degli aeroporti, sono disposti in modo da
tracciare un sentiero
che conduce sino alla camera da letto. Jongin batte le palpebre, poi
guarda il
mazzo di fiori (tulipani, i preferiti di Sehun) che ha in mano. Il
messaggio è
inequivocabile, benché non abbia senso. Sehun è
un ragazzo così a modo, discreto.
Che sia in vena di burle?
Aperta la
porta della stanza, non prima di aver educatamente chiesto
l’accesso, sente i propri
neuroni, uno per uno, invocare a caratteri cubitali l’allarme
rosso e, in
contemporanea, gli ormoni minacciare il suicidio. Sehun è
mezzo steso sul letto
a cosce divaricate, vestito solo di un imbarazzante slip leopardato
(felicissimo
suggerimento di Zitao; a suo dire, infatti “quando li indosso
a Jongdae parte
un embolo da paura, non mi si stacca di dosso per delle
ore!”) e un’espressione
da sexy sarago dipinta in volto.
“Sehun,
che
diamine…?”
L’interpellato
trattiene a stento un bestemmione epico, da tirare giù dal
Paradiso tutti i
santi del calendario. Perché, perché Jongin non
capisce?? Come accidenti fa ad
avere il raziocinio ancora funzionante? Perché lo guarda
perplesso, incredulo,
con un filo di timore negli occhi? Un altro uomo, un uomo normale, non
perderebbe tempo a porgli inutili domande retoriche. Gli sarebbe
già saltato
addosso, irretito dalla sua biancheria intima; cercherebbe di
possederlo o di lasciarsi possedere fino a
perdere la ragione, un altro uomo.
Jongin invece continua a fissarlo, adesso quasi compassionevole. Gli si
avvicina, posa su una sedia un grande mazzo di fiori (tulipani, oddio
che pensiero
carino!) che ha evidentemente comprato pensando a lui, gli chiede come
si sente,
se non ha freddo così conciato. Dice aspetta, ti prendo un
cambio e poi
mangiamo, ho una fame da lupi, sapessi oggi in ufficio che delirio,
devo
proprio raccontartelo…
Ma Sehun ne
ha avuto abbastanza di chiacchiere e apericene e cioccolatini e
comprensione. E’
stufo di rassegnarsi all’idea che “anche oggi si
tromba domani”, che il suo
incantevole e bellissimo e pirla da morire fidanzato lo mandi in bianco
ogni
dannata volta. Ne ha, letteralmente, le palle piene. Sicché
lo afferra per un
braccio, brutale come gli aitanti maschioni protagonisti di Harmony
scadenti.
Se Jongin si ostina a fare lo gnorri, prenderà lui in mano
la situazione.
“Buon
San
Valentino, amore” cantilena con chili di melassa nella voce
prima di papparselo
in un sol boccone.
Avevo
promesso ad Alice G. che avrei scritto una ficcyna basata sul suo
prompt (https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/16298812_1055232754588615_5913205331469268059_n.jpg?oh=cdb649659398d05eeb3b77b0d3d64b2c&oe=58FF157B)
e finalmente ci sono riuscita. Ho dimostrato a me stessa di non essere
una
completa cialtrona, yay!
Una
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