Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: Nightkey    23/02/2017    2 recensioni
Raccolta di "And If" e "Missing Moment".
Pericolo SPOILER per chi non segue il manga.
Come sarebbe la gilda di Fairy Tail se certi eventi avessero preso una svolta diversa da quella tracciata da Mashima? Lucy si sarebbe comunque unita a Fairy Tail? Gray avrebbe mai usato l' "Ice Shell"? E cosa è realmente accaduto dopo i Matou Embu?
E se certe morti fossero rimaste tali? O se avessero preso una piega diversa? Alcuni personaggi staranno mai davvero assieme?
Quelli che vi propongo sono brevi racconti, la mia personale visione alternativa della storia che fin' ora c'è stata raccontata.
Buona Lettura!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tipologia: Missing Moment

A mezzanotte ti verrò a prendere e insieme danzeremo sotto le stelle

La sala era gremita di gente. Un complesso musicale stava suonando in fondo alla stanza, fornendo una base sulla quale danzare. Numerosi corpi scivolavano dolcemente sulla pista, avvolti in strati e strati di morbida stoffa colorata, al ritmo di musica. Le coppie di ballerini andavano tutte a tempo, come fossero burattini manovrati da qualcun altro: prima un passo a destra, poi uno a sinistra e infine una capovolta. Erano sincronizzati, come se fino a quel momento si fossero esercitati per fare quello e nient’altro. Leggeri, come piume.
Erza ne restava sempre colpita. Si era spesso domandata come un mucchio di sconosciuti, se riuniti sotto lo stesso tetto, potessero trasformarsi in un  vero e proprio corpo di ballo. Peccato che quella regola non valesse per tutti. Se Erza spostava lo sguardo dal centro della pista le era possibile intravedere una chioma rosa ondeggiare assieme a un gatto blu, decisamente fuori tempo. Metteva i piedi a casaccio, tentando inutilmente di provar ad andare a tempo. Dietro lui, un mago senza camicia sembrava urlargli di stare più attento e di evitare di pestare i piedi alle altre persone, come era accaduta alla bionda seduta poco distate dai tre, intenta a massaggiarsi i piedi. Finalmente sembrava che tutti si stessero divertendo. Come se la minaccia dei draghi avvenuta solo giorni prima, fosse stata solo frutto di un brutto incubo. Come se quella catastrofe non fosse mai esistita.
Lei era sulla soglia,  immobile  ad attendere il suo cavaliere, torturando tra le mani un pezzo di carta ingiallito. Per la ventesima volta quella sera, rilesse le parole incise con l’inchiostro blu su quel pezzetto di carta. Anzi no, non le rilesse. Le recitò perché ormai le conosceva a memoria.

“A mezzanotte ti verrò a prendere,

e insieme danzeremo sotto le luci delle stelle.

Una sola volta, un’ultima volta, prima che il fato

mi strappi dalle tue braccia e mi  porti lontano da te.

G.”

G.
Erza conosceva solo una persone la cui iniziale del nome fosse la G e che sarebbe dovuta stare lontana da lei. Non poteva nemmeno farsi vedere in quella sala in realtà, stracolma di membri del consiglio che gli davano la caccia. Per questo aspettava sulla soglia. Una volta individuata la chioma bluastra l’avrebbe condotto nel punto della sala più affollata. Dove loro due non sarebbero stati altro che macchie indistinte danzanti in mezzo a tante altre.

Gettò un’occhiata all’orologio posto in alto, al centro della grande sala. Un minuto a mezzanotte. 
Strinse le mani e si lisciò il vestito in un gesto nervoso. Poi portò le mani ai capelli e si assicurò che l’elaborata acconciatura di Lucy fosse ancora perfetta. Aveva confidato solo all’amica del suo incontro. In modo che potesse tenere gli altri lontano da lei, onde evitare che con le loro urla avrebbero attirato l’attenzione sul suo cavaliere. Il gong dell’orologio la riportò alla realtà. Drizzò le spalle e con meticolosa attenzione, stavolta, fece scorrere lo sguardo su ogni persona presente nella sala. Ma nei minuti che seguirono non vide nessuna chioma azzurra, nessun tatuaggio rosso, nessuno districarsi dalla folla per venirle incontro. Abbassò il capo e diede le spalle alla sala. Si incamminò fuori dal palazzo. All’improvviso quelle mura erano diventate troppo soffocanti. Poteva percepire delle mani avvolte attorno ai suoi polmoni che premevano, per farle buttare fuori tutta l’aria. Una lacrima le corse giù dall’occhio buono e l’asciugò in un batter baleno.
Una volta fuori, si sentì meglio. Il silenzio, la quiete. Tutte cose che l’avrebbero aiutata a schiarire i suoi pensieri. 
Alla fine lui aveva deciso di non presentarsi. Si sentì una grossa stupida, aveva passato la maggior parte del suo tempo ad attendere qualcuno che evidentemente aveva deciso di non presentarsi. 
Inspirò.
Andava già meglio. Adesso aveva bisogno di camminare e di sedersi per un po', aveva i piedi indolenziti da tutto quello stare ferma. E da quelle scomodissime scarpe con i tacchi alti. Si fermò sotto un albero del grande giardino che circondava il palazzo. Si sedette. 
E restò in silenzio, sola nella notte ad ascoltare in lontananza le melodie provenienti dal castello. 
Poi udì una voce familiare:
Sei in ritardo.
Alzò il capo e arrossì. Sotto un manto di stelle c’era lui. Vestito con un semplice smoking  scuro che sembrava mettere in risalto i suoi occhi enegmatici, quella sera indecifrabili. I capelli, quei capelli, ondeggiavano selvaggiamente spinti da leggere brezze di vento. 
Non lo aveva mai trovato così bello. Così…perfetto.Socchiuse gli occhi, elaborando le sue tre semplici parole. Lei non era in ritardo, semmai lo era lui. A meno che lei non avesse frainteso tutto. La sala in cui si teneva il ballo aveva una cupola trasparente che le permetteva di guardare il cielo. Le stelle. Erza aveva pensato subito a quello quando aveva letto il messaggio la prima volta. E se invece lui aveva inteso per tutto questo tempo il vero cielo stellato?
Erza sorrise tra sé e sé. Che sciocca che era stata. 
Si alzò, stavolta con gli occhi puntati sui suoi piedi. Si riequipaggiò con la sua “Armatura del Samurai” e, puntando una katana sotto il mento dell’uomo, lo spinse contro un albero. Tutto successe in un lampo, senza dare a lui il tempo di reagire.
Il vestito, i capelli, era sparito tutto. In quel momento c’erano solo lei, la sua furia e l’uomo che desiderava più di ogni altra cosa. Il ragazzino che da bambina le aveva rubato il cuore. Lo stesso che aveva tentato di ucciderla e che poi crescendo aveva cercato di redimersi. L’uomo che quella volta stava provando a baciarla e poi si era interrotto, dicendole che aveva una ragazza. 
Aveva una ragazza.
Come aveva fatto a dimenticarlo? Si era davvero illusa che quella sera sarebbe potuto accadere qualcosa di diverso? 
Ferita, ecco come si sentiva. E umiliata, per aver aspettato tutto quel tempo immobile.
Era furiosa. 
-Mi hai fatto sentire una stupida. – ringhiò la maga. I suoi occhi ardevano furiosi. Bramosi ed egoisti. La parte razionale di lei, la parte che riguardava la mente stava per essere offuscata. Nelle sue orecchie rimbombava solo il suono del suo cuore. Un cuore che batteva furioso, desideroso. 
Lui era suo. Lo desiderava così tanto.
Gerard socchiuse gli occhi e inspirò. -Erza - la ragazza fu percorsa da numerosi brividi che le scossero il corpo. Poi lui aprì i suoi occhi e li inchiodò in quelli di lei. La mano che teneva la spada puntata alla gola ebbe un sussulto. - Mi dispiace.
Lei chinò il capo. In una scintilla le spade sparirono e permise a lui di allungare una mano per toccarle una guancia. 
Le alzò il volto percorrendole brevemente i lineamenti della guancia vellutata e poi con l’altra mano, afferrandole un braccio, l’avvicinò e strinse a sé. Eliminando ogni distanza. Le sue labbra erano così vicine al suo orecchio che quando parlò le senti formicolare. - Mi dispiace così tanto.
Si scostò un po’ da lei e senza mai lasciarla andare e cominciò a muovere i primi passi di danza. La ragazza dalla chioma scarlatta si lasciò trascinare. Adesso danzavano, come una delle coppie di quella sala. Come aveva desiderato lei tutta la sera. Senza il timore di doversi nascondere, senza il timore di essere visti. Perché erano solo loro e la luce delle stelle.
Danzarono, danzarono, danzarono. 
La furia, la tensione, l’ondata di gelosia… era tutto sparito.
Adesso c’erano solo lui e lei.
Erza non ricrdava per quanto tempo andarono avanti, ma quando lui l’avvicinò di nuovo a sé, cingendole i fianchi, e le lasciò un morbido bacio sulla guancia capì che era arrivato il momento. Non appena il corpo di Gerard si allontanò di nuovo dal suo, percepì il freddo impossessarsi di lei. Penetrarle nelle ossa, in profondità. Sacciando via il calore corporeo di lui. Per un solo momento si sentì come se le avessero rubato qualcosa di fondamentale. Come se, senza quel calore, il suo corpo non potesse funzionare bene.
Dove andrai? - lo lasciò andare, tenendolo solo per una mano. Si guardarono negli occhi per dei secondi. Entrambi pieni di malinconia, avvolti da un alone di tristezza.
Te ne ho già parlato. Ho una missione da portare a termine. - Lei annuì e lui si voltò. Il suo tono di voce era morbido.
Tornerò, ogni qual volta  ne avrai bisogno. - le lasciò la mano. Quella cadde lungo il fianco dell'uomo e si chiuse a pugno. 
E sparì sotto la luce delle stelle.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Nightkey