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Autore: Roby_chan_    25/02/2017    3 recensioni
Ohayo, Minna!
Ritorno alla carica con un mare di nuove Gruvie, o meglio, non proprio nuove. Sono storie scritte da quando mi sono iscritta su efp, quindi poco più di un anno, e che non ho avuto modo di pubblicare. Sono forse più di dieci e revisionate, pronte per essere lette da tutti gli amanti di questa coppia. Alcune Gruvie saranno spoiler, ma metterò di volta in volta degli avvertimenti a inizio capitolo, così che possiate leggere in tutta tranquillità.
Spero di avervi incuriosito, buona lettura,
Roby-chan
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gray Fullbuster, Lluvia
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Prompt: Strip poker
Generi: sentimentale, introspettivo
Raiting: arancione
Ambientazione: saga di Avatar
Avvertimenti: spoiler!
 
Curiosità: la storia è ispirata ad un altro disegno di Mashima, e penso che abbiate già capito, eheh. È quello appunto in cui stanno giocando a strip poker, o qualcosa di simile. Subito ha stuzzicato la mia curiosità, e niente, non c'è molto da aggiungere. Come sempre vi riporto l'immagine a fondo storia nel caso non la ricordiate o conosciate XD
 
 
 
Quella sera avevano completato una missione davvero impegnativa, ma che aveva fruttato loro un bel po' di jewels. Potevano così dirsi soddisfatti perchè, probabilmente, per almeno un mese, avrebbero potuto stare tranquilli e concentrarsi sul loro allenamento al villaggio di Rainfall. Per fare qualcosa di diverso, e svagarsi un po' una volta ogni tanto, Gray aveva proposto di comprare un paio di bottiglie di sakè nella città dove avevano alloggiato per un paio di giorni prima di ripartire. Wuel* era rinomata per il suo ottimo sakè, quindi perchè non approfittarne?
Purtroppo però avevano fatto male i calcoli, e si ritrovarono entrambi ad aver alzato un po' troppo il gomito, nonostante il lauto pasto.
-Juvia è sazia, Gray-sama. Non ce fa davvero più, hic- singhiozzò la turchina, portandosi una mano alle labbra arrossate, così come le proprie guance. La differenza era però che stavolta non era imbarazzo, ma bensì l'alcol che aveva iniziato già da qualche minuto ad entrarle in circolo.
-Forza Juvia, sono gli ultimi due bicchieri, hic- la incoraggiò lui, con l'intenzione di terminare le tre bottiglie di sakè che avevano acquistato.
La ragazza lo guardò diffidente, per poi afferrare il bicchiere che gli stava porgendo il moro. Se era Gray-sama a chiederlo, non poteva di certo rifiutare. E così, dopo qualche altro secondo, lo buttò giù in un solo sorso.
-Hic- la ragazza si portò nuovamente la mano alla bocca, nel tentativo di fermare i singhiozzi. La testa iniziava a girarle in un modo assurdo. Se da un lato lei sapeva di non reggere bene l'alcol come il mago del ghiaccio, dall'altro era anche vero che aveva bevuto appena un terzo di ciò che aveva ingerito il moro, perciò si poteva dire che stavano sulla stessa barca. Nonostante tutto però la turchina riuscì a mantenere ancora per qualche attimo un po' di lucidità, così da essere  cosciente che, con tutto quello che avevano mangiato, mettersi subito a dormire non fosse una buona idea. Ma solo per poco, eh.
-Gray-sama vuole giocare a poker?- chiese lei. Appunto, per poco.
Il moro la fissò per qualche secondo, come ad elaborare quello che gli stesse proponendo. -Che ne dici di strip poker?- ribattè poi, appoggiando un gomito sul tavolo e scrutandola meglio, come se non riuscisse a metterla a fuoco.
Anche la ragazza si prese qualche istante in più per valutare la proposta, ma il mal di testa che si stava facendo strada nella sua mente non l'aiutava di certo a ragionare. -D'accordo- acconsentì infine, alzandosi alla ricerca delle carte da gioco, mentre il moro si spostava nel salottino.
Ci vollero circa dieci minuti buoni per sistemarsi e prendere l'occorrente.
Dopo i primi giri Gray già aveva abbandonato parte del vestiario per il troppo calore che diceva di sentire, accentuato dalla presenza dell'alcol in circolo. E così, dopo una sola sconfitta, si era tolto già maglia, cintura, scarpe e pantaloni, mentre Juvia, più sfortunata col gioco d'azzardo, si era dovuta togliere la mantellina, il cappello e gli stivali.
Nel frattempo era passata già un'ora da quando avevano iniziato, e vista la lentezza di riflessi di entrambi, non c'era da stupirsi. Ma con il tempo che passava, fortunatamente, o forse no, la lucidità stava pian piano tornando, così come la consapevolezza del guaio in cui si erano cacciati volutamente. Bhè, più o meno.
Con l'ennesima vittoria del moro, Juvia fu costretta a togliersi la maglietta aderente. La ragazza, imbarazzata come non mai, iniziò lentamente a sfilarsela dall'alto. La pancia liscia fu la prima parte del corpo ad essere scoperta, portando il moro a fissare, come in trance, i primi lembi bianchi di pelle. Gli occhi del mago, non più così annebbiati come prima, si fissarono sulle sue forme perfette che venivano pian piano mostrate dalla maga. Il corpo snello e flessuoso della ragazza si muoveva leggermente, nel tentativo di sfilarsi completamente la maglia, mentre il moro deglutiva rumorosamente, pensando che fosse dannatamente attraente. O forse era l'alcol a fargli fare quegli strani pensieri? Non lo sapeva, la testa stava iniziando a pulsargli all'impazzata, ma non per questo distolse gli occhi dalla turchina.
Quando finalmente Juvia riuscì a passare la maglia sopra ai seni, coperti solo dal reggiseno blu in pizzo, Gray non potè che sentirsi i boxer improvvisamente stretti e la gola secca. Istintivamente si portò una mano tra le gambe incrociate, approfittando della distrazione di Juvia che si stava liberando completamente della maglietta, per nascondere quel "piccolo problema" che si era creato, e che aumentava ad ogni singolo movimento della turchina, la quale inconsapevolmente stava facendo rimbalzare le sue rotondità come se nulla fosse.
Quando Juvia fu finalmente libera, entrambi erano arrossiti, Juvia per la fatica, e Gray... bhè, per qualcos'altro.
Nessuno dei due disse nulla, troppo presi dai propri pensieri. Come in automatico il moro riprese le carte in mano per mescolarle. E adesso? Si trovavano davvero in un bel guaio. Erano entrambi consapevoli che mancava poco per raggiungere il punto di non ritorno. Adesso l'alternativa era tra i suoi boxer e il reggiseno di lei. Tuttavia Gray era troppo orgoglioso per tirarsi indietro davanti ad una sfida. -Juvia, se vuoi possiamo fermarci- disse così lui, alzando di poco lo sguardo che si era ostinato a tenere fisso sulle carte, nella speranza di un cedimento da parte della turchina, che cercava di coprirsi almeno in parte il petto.
La ragazza sobbalzò a quelle parole. Certo, era davvero imbarazzante, ma non poteva di certo tirarsi indietro di fronte al suo amato. Avrebbe pensato che fosse una codarda, e lei non lo era. In più aveva acconsentito anche lei a quel gioco, quindi adesso dovevano finirlo.
-N-no, non c'è n-nessun problema Gray-sama -lo rassicurò lei, arrossendo se possibile ancora di più e stringendo maggiormente le braccia attorno alle spalle, inconsapevolmente riducendo lo spazio alle sue generose forme. Il moro deglutì ancora a quella vista, iniziando a sudare freddo. E adesso? Come la mettevano? L'unico modo era concentrarsi su altro e sperare che quel gioco terribilmente perverso finisse. Certo, facile a dirsi. Ogni singolo movimento della turchina metteva a dura prova il suo autocontrollo, portandosi addirittura a chiedersi se fosse davvero un mago del ghiaccio.
Il moro riuscì miracolosamente a riabbassare lo sguardo e a riconcentrarsi sulle carte.
Sì! Aveva fatto colore... o meglio no! Oddio, non sapeva nemmeno lui se fosse un bene o un male. Se lui perdeva, doveva togliersi i boxer, ma se lei perdeva...
Purtroppo non poteva farci niente, e, come previsto, Juvia perse con la sua misera coppia.
Doveva togliersi il reggiseno. Il moro deglutì, guardandola mentre, titubante, toglieva le braccia attorno al proprio seno, per portarle dietro, fino al fatidico gancetto.
-Emm... Gray-sama? - si fermò lei, guardandolo in imbarazzo.
-Sì?- chiese l'altro con un tono un po' più acuto del solito.
-Se Gray-sama potesse voltarsi...- chiese lei, a disagio per quello sguardo bramoso su di sè. Ma non era possibile che Gray-sama la guardasse in quel modo, no? Di sicuro doveva essere ancora l'effetto del sakè.
-S-sì, certo, hai perfettamente ragione- acconsentì lui, rigido, indugiando qualche secondo, prima di voltarsi. Teso come una corda di violino era un eufemismo. Ma al diavolo! Non poteva farsi controllare così dai suoi bassi istinti! Dov'era finito il suo autocontrollo e la sua freddezza?
-Juvia ha fatto, Gray-sama - la voce di Juvia gli arrivò alle orecchie come un tuono nella tempesta dei suoi pensieri.
Quando le fu nuovamente davanti, non potè far a meno di osservarla con ancora più interesse.  Il corpo della giovane maga era diventato una calamita per lui. Quelle braccia sopra i seni pieni coprivano ben poco, troppo poco.
-Continuiamo- si costrinse ad abbassare lo sguardo con una forza di volontà che non pensava più di possedere.
Cavolo! Stavolta le carte non erano buone, per niente. Alzò lo sguardo dalla sua mano per osservare l'espressione della turchina e vedere se aveva qualche chance, ma il suo sguardo ben presto si abbassò più giù. Juvia, per prendere le carte, aveva dovuto lasciar andare un braccio, per cui a coprirle il petto ne restava solo uno, e sinceramente non copriva molto. Deglutì a vuoto per l'ennesima volta, mentre perdeva nuovamente il controllo sui suoi pensieri e sui suoi boxer che ritornavano ad essere stretti. Forse anche più di prima.
Quando scoprirono le carte, i due rimasero un po' sorpresi. Juvia aveva vinto.
Giusto il tempo di realizzare quello che ciò comportasse, che il moro impallidì in un attimo. Certo, gli era capitato di ritrovarsi più volte completamente nudo in gilda o in strada... ma adesso era completamente diverso. Adesso c'era Juvia, solo Juvia e nessun altro in quella casa, o meglio, in quel villaggio. A quella consapevolezza si rese conto di essere nei guai fino al collo. D'altro canto Juvia sembrava sollevata e di nuovo felice.
-Yeee! Juvia ha vinto!- urlò di gioia la turchina, lasciando finalmente andare quelle dannate carte e alzando le braccia in segno di vittoria. Un normale gesto che avrebbe fatto istintivamente chiunque per liberarsi dalla tensione accumulata. Peccato che lei era senza nulla a coprirle la parte superiore del corpo.
Gray arrossì di botto, riacquistando tutto il suo colorito. Non riusciva a staccare gli occhi da quella visione, per quanto avrebbe voluto. Insomma, era Juvia! Non una qualunque ragazza di cui non gli importava nulla!
Quando Juvia si accorse dello strano sguardo di lui e realizzò come era conciata... -Kyaaa!-urlò, voltandosi e coprendosi il più possibile con le braccia.
-G-Gray-sama h-ha visto J-Juvia... h-ha vi-visto...- Non riuscì nemmeno a completare la frase che le lacrime minacciavano già di fare capolino dagli angoli degli occhi. Voltò poi appena la testa nella sua direzione, guardandolo in viso con sguardo disperato e accusatore, anche se la colpa per ciò che era successo non era esattamente sua... o forse si.
-J-Juvia...- balbettò lui, non sapendo come reagire. Gli era piaciuto? Ovvio. Le sarebbe volentieri saltato addosso se non avesse urlato? Ma che domande. Ma era giusto così? Ovvio che no, e questo non poteva negarlo. Si sentiva in colpa per ciò che era successo. In fondo era stata la sua stupida mente a proporre quel gioco pervertito. Doveva fare qualcosa.
-Io direi di finirla qua per stasera- pronunciò così, con il tono più neutro che riuscisse ad assumere in quella situazione, alzandosi e avvicinandosi alla porta della propria stanza. -Tu intanto svestiti...- si bloccò, rendendosi conto di ciò che aveva detto. Dannati effetti del sakè! Si girò titubante verso di lei, rischiando di perdere una buona dose di sangue dal naso. Juvia era ancora lì, tremante sul pavimento, con le lacrime agli occhi e un'espressione da cucciolo sul volto, per di più mezza nuda. In quel momento si sentiva tanto un pervertito che cerca di assalire una vergine innocente. Ma che pensieri faceva?
Il moro si voltò nuovamente di scatto -V-volevo dire d-di metterti il pigiama e andare a riposare. Domani ci prendiamo una pausa dagli allenamenti.- concluse, raggiungendo la soglia della propria stanza, collegata al salotto, proprio come quella di lei.
-Ah, e tanto per essere chiari...- iniziò ad aggiungere, senza più voltarsi -Noi siamo ubriachi, chiaro?- si assicurò Gray, guardando di fronte a sè.
La turchina annuì lentamente -Juvia pensa di non essere tanto consapevole delle sue azioni in questo momento- Quella risposta era il suo modo per dire che anche a lei andava bene così.
Perciò, senza ulteriori indugi, ognuno si barricò nella propria stanza a riflettere sulle sensazioni e i pensieri che quella strana esperienza aveva trasmesso loro.
In cuor loro però speravano solo di addormentarsi e dimenticare quella perversa esperienza. Già, lo speravano...

 
 
*Wuel significa sakè in lussemburghese  (ringrazio Google traduttore per l'informazione XD)

 
Nda:
Eccomi qui come promesso! Ritorno alla carica con una nuova Gruvia, eheh. Spero che vi abbia fatto sorridere e vi sia piaciuta. Non ho molto da aggiungere se non sempre le stesse cose, e cioè che adoro mettere Gray in difficoltà, ma questo lo sapete già.
Detto questo, lasciatemi i vostri pareri,
Alla prossima settimana con un nuovo capitolo!
Baci, Roby-chan ^.^


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