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Autore: stuck93    03/06/2009    3 recensioni
Forse è il caldo che mi fa scrivere sta roba... xD comunque... [Reno è il nuovo idolo delle teenager di New York, adorato da tutti, pagato bene... insomma una vera star! ma qualcosa gli manca e gli fa sentire che la sua vita è vuota. Gli mancano gli amici, gli mancano i parenti, gli manca la sua Yuffie] 
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Reno, Yuffie Kisaragi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Anche stanotte purtroppo è giunta al termine, anime bianche di New York City

Avete ballato fino alla fine delle tenebre come vampiri lussuriosi?

Avete passato la notte di fuoco col la più bella creatura del vostro pianeta?

O magari avete dormito fin ora e adesso vi state recando al lavoro...

Brava gente!

Il vostro Dj vi ha tenuto compagnia tutta la notte

ma è tempo anche per quest'animale notturno di staccare la spina...

qui è il vostro Reno

che vi augura un buon giorno

anime bianche!”


Le sue dita afferrarono velocemente un disco e lo infilarono nella consolle, selezionando la traccia giusta per dare la carica alla gente che si svegliava con le prime luci dell'alba o tenere sveglia la gente che tornava a casa, stanca e assonnata dopo una notte di puro svago.

Si tolse le cuffie e trattenne un sonoro sbadiglio mentre il suo agente gli annunciava che il suo turno era finito con degli ampi gesti delle braccia.

Fece un giro sulla sedia girevole e poi si alzò in piedi, al ritmo sfrenato di Back in Black degli AC/DC, imitando Angus Young muovendo bizzarramente le dita come se stesse suonando lui la chitarra.

Non c'era niente al mondo che riusciva a demoralizzare il più acclamato Dj della notte di New York, nemmeno un'intensa “giornata” di lavoro. Capelli rosso fuoco che parevano tinti, ma che erano molto più naturali di quel che sembrasse, legati in un codino curato, vispi occhi acquamarina risaltati da due piccole cicatrici, e animo metallaro, nonostante fosse costretto per contratto a portare una linda camicia bianchissima che lo faceva apparire in carne, ma in realtà era uno stecchino.

Nuovo idolo delle teenager, scoperto per caso dal presidente della ShinRa's Radio Company e portato dopo nemmeno una settimana alla ribalta grazie al suo stile e alla sua voce melodiosa e spesso sbeffeggiatoria.

Cambia canale, metti su SR che c'è quel Dj figo in onda” così, tramite le ragazzine, era diventato famosissimo e amato.

Ma il suo posto non era lì chiuso in uno stupidissimo studio di registrazione, il suo lavoro non era quello di Dj. Sapeva che inoltre la sua era una stella destinata a spegnersi, le ragazze cambiavano moda e gusti con la stessa velocità con cui lui cambiava canzone sulla consolle. Presto si sarebbero stancate di lui, e lui di loro.

Il suo posto era su un palco a suonare la chitarra elettrica come Young o Izzy Stradlin, passando poi per roba soft come Brad Delson... i suoi idoli.

Salì in macchina scortato dal suo body-guard e autista di fiducia. Nonostante fossero le sei del mattino le fan erano già compresse contro il vetro del palazzo e appena lo videro cominciarono a gridare il suo nome come quarantenni isteriche in preda alla menopausa.

Sbuffò distrattamente scostando così la frangetta rossa dal volto, squadrando l'armadio pelato di fianco a lui. Viso duro, impassibile, occhialini scuri, smoking nero e radiolina nell'orecchio, si muoveva a passo spedito con fare professionale. Sorrise sfacciatamente fissando la folla con aria di sfida. “Sei pronto, Rude?” “Sono pagato per essere pronto” Partirono di corsa lungo il corridoio mentre i fan spaventati li fissavano sbalorditi. Non si fermarono, anzi tesero le braccia in avanti per aprire la porta. “Ma che fanno?” I ragazzi e le ragazze accalcati contro il vetro dovettero far spazio per evitare di venire travolti da quei due folli, mentre quelli di dietro si aprirono ai lati. “Sembra di essere Mosè nel Mar Rosso!” Esclamò il Dj continuando a correre facendosi spazio verso la macchina, una Coupè Cabriolet nera come la pece. Reno e la sua guardia del corpo Rude erano famosi per le loro fughe improvvisate dai fan. Erano in perfetta sintonia, bastava un occhiata per capire cosa avesse intenzione di fare l'altro e nessuno riusciva a prevedere la loro mossa successiva. Saltarono nella macchina che aveva la capote abbassava e il pelato Rude mise in moto intimato dal compagno. Le bestie assatanate erano già alle loro spalle, ma vennero immediatamente sommersi dal fumo nero della Cabrio.

Come al solito era filato tutto liscio.

Aveva ringraziato Rude che lo aveva accompagnato fino a casa, un anonima villa di Manatthan, e si era steso sul suo letto senza fare nient'altro. Nonostante la cassetta delle lettere fosse piena, nonostante non avesse fatto colazione, nonostante quella rompiscatole della sua vicina continuasse a bussare insistentemente alla porta.

Elena non rompere! Tanto per te lo sai che non ci sono mai!” esclamò, facendo cessare così il continuo martellare che gli stava facendo esplodere la testa. “Se non tieni quel tuo gattaccio lontano da casa mia, giuro che lo do in pasto ai randagi!”

Reno si alzò di scatto dal materasso, spaventato. Si girò intorno e cercò l'unica presenza vivente nella casa oltre a lui e alle piante, che ormai tanto viventi non erano più. Dopo pochi richiami un gatto nero dal petto bianco saltò sul letto facendo le fusa “Caith Sith! Lo sai che quella megera di Elena ti detesta...”

Sì. come se il gatto potesse rispondere... anzi più che altro sembrava che fosse venuto da lui solo per richiedere l'unica cosa che esigeva da lui: cibo.

Ma lui quando si sarebbe goduto il suo meritato sonno?

Si alzò, ascoltando il riecheggiare dei suoi passi nella casa vuota. Andò in cucina e contemplò il frigo dopo averlo aperto. Pressoché vuoto se non per la carne in scatola per Caith.


Tutto nella sua casa era vuoto, mancava quel qualcosa che riempiva la vita di qualsiasi ventenne newyorkese. Mancavano gli amici, mancava una donna, mancava una madre che lo accogliesse, mancava un padre che lo rimproverasse, un fratello... beh quello non l'aveva mai avuto. E pensare che una volta, prima di diventare famoso, aveva tutto ciò che potesse desiderare... mentre in quel momento anche la sua anima era vuota. L'unica compagnia era quel gatto pulcioso che si strusciava contro le sue gambe, quel parassita che altro non voleva che da mangiare, ma di cui non poteva farne a meno, perchè lo faceva sentire meno solo.


Amici... un tempo ne era pieno. Barrett, che vendeva armi all'angolo della strada, sua figlia, la piccola Marlene, Cid il meccanico della sua vecchia Ford, la sua unica vera macchina; Vincent, il suo compagno di banda metallara; Tifa, la cameriera del suo bar preferito, Aerith la fioraia, Cloud dell'ufficio consegne, Zack della polizia...

gli aveva voltato le spalle perchè aveva scelto il successo, ma in quel mondo di fama pochi erano veramente da considerare amici e non sanguisughe.

Rude a parte rimanevano il suo agente Tseng, il presidente Rufus ShinRa e la vicina.

Per il resto... era solo.


Una donna... aveva pure quella. La più carina di tutte. Con quel sorriso accattivante, gli allegri occhi nocciola, il viso sempre felice. La tipa giusta per lui. Yuffie Kisaragi, che studiava medicina e nel frattempo si dedicava all'insegnamento del Taijustu nelle scuole... quando si era accorta che ci provava con le sue fan e le colleghe, gli aveva mollato un sonoro ceffone ed era uscita dalla sua vita.

A quei tempi la fama gli aveva dato alla testa, e il fatto di essere un tipo esclusivo lo inebriava come una droga. Solo ora che l'aveva persa si rendeva conto di quanto le mancasse. Il suo sorriso, le sue labbra, i suoi occhi. Che stupido. Probabilmente ora era da qualche parte a pomiciare con Vincent...


Sempre in preda alla voglia di crescere in fretta si era distaccato dai suoi genitori, era andato a vivere da solo perchè ormai non aveva bisogno di loro. Che errore. Lui era ancora un marmocchio dentro e aveva bisogno di un affetto paterno e materno. Troppo orgoglioso però per chiedere scusa e tornare da loro. Aveva fatto una sfuriata a suo padre e aveva sbattuto la porta dietro di sé, promettendo che non sarebbe mai tornato indietro. Che idiota!


Eppure loro lo avevano avvisato che la vita di una star non era rose e fiori.

Yuffie era rimasta l'unica al suo fianco.

I suoi amici gli avevano detto che era diverso...


ma la bramosia di fama e successo lo avevano stordito. E adesso... sapeva che prima o poi sarebbe finita, e non vedeva l'ora che arrivasse quel giorno.

Ma li avrebbe ritrovati?


Si addormentò coccolando Caith Sith sapendo che non sarebbe stato disturbato da nessuno, Rude dopo il giro di consegne per suo conto sarebbe rimasto fuori dalla porta insieme ad alcuni suoi sottoposti per evitare intrusioni di fangirl.


Risvegliatosi tentò l'ennesimo tentativo di richiamare Yuffie.

Qui è Yuffie-Chan che vi parla! In questo momento io e Vinnie non siamo in casa, quindi lasciate un messaggio e provvederemmo a richiamarvi!”

BEEP

“Yuffie? Vincent? Sono io, Reno, vi ricordate di me, zo to? Sì lo so, alla radio non lo dico più, però con voi è diverso... qui è tutto diverso, zo to... mi mancate ragazzi. So che sono un po' un seccatore, ma non richiamate mai. Cioè, insomma, so che io non ci sono mai in casa... ma una volta soltanto potreste... sì, lo so che dovrei essere io il primo a tacere e che vengo da voi solo a piangere, zo to. Però... scusatemi.”

Riattaccò la cornetta incapace di continuare. Che stupido! Che stupido!

“Meow?” chiese il gatto... chiese... ok stava impazzendo.

“Il tempo di fare una doccia e poi di nuovo in studio!” esclamò accorgendosi dell'ora...



Scortato da Rude e accompagnato da Tseng raggiunse il palazzo pronto per essere mandato di nuovo in onda. “Stamattina una ragazza ha cercato di entrare in casa tua, Reno...” “Sai che novità...” rispose il rosso aggrottando un sopracciglio firmando nel contempo alcuni autografi rubati. “Questa era diversa. Non voleva autografi o un pezzo di qualcosa di tuo da mostrare come trofeo... sembrava volesse darti qualcosa...” Ribatté Rude mettendosi a posto la radiolina nell'orecchio, mentre Tseng gli pose una mano sulla spalla cordialmente “Di regali e lettere dalle ammiratrici ne riceve a bizzeffe... era solo un altra che voleva attirare l'attenzione su di sé!” “Sarà...” mugugno la guardia poco convinta. Stavolta non ci fu bisogno di un entrata scenica, c'erano body-guard a bizzeffe e transenne. Non c'era solo lui come star, sembrava di essere alla prima di un film di Spilberg.


Una ragazza si fece largo a spintoni tra la folla venendo più volte bloccata dalle guardie del corpo senza successo. Gridava il suo nome, e quella voce gli sembrava estremamente famigliare. Rude lo prese per il braccio e lo trascinò con forza dentro con grande disappunto delle fan. “Pensare che sei solo un Dj... pensa se eri un attore famoso come Brad Pitt!” ridacchiò Tseng divertito. “Io sono cento volte meglio di quell'omuncolo!”


Yuffie fu allontanata dalla folla e gettata lontano. Sembrava un sacco di rifiuti. Era la quarantesima volta che cercava di contattare Reno invano. Ogni volta leggeva i suoi messaggi in segreteria, ma aveva paura a rispondere, le case dei famosi erano sempre sorvegliate e una cimice nel telefono avrebbe potuto compromettere la carriera del rosso.

“Mitico Dj esce con una studentessa universitaria qualunque” e non solo. Lei sarebbe morta di vergogna.

Si mise a piangere silenziosamente. Amava Reno, lo amava prima della fama, prima dei soldi, prima del successo. Rivoleva il vecchio e pazzo Reno, quello che spendeva sempre milioni per ripagare la chitarra che aveva rotto imitando i suoi gruppi preferiti; che alla fine di ogni frase ripeteva sempre zo to, quello che sorrideva sempre, che scherzava, che giocava, la sua anima gemella. Non quel serio e monotono pezzo di ghiaccio che sentiva di sera alla radio. Quello non era lui!


“Tutto ok, Yuffie?”

Eccolo davanti a lui. Vincent Valentine. L'unico pilastro a cui aggrapparsi. L'unico che non aveva mai smesso di credere, come lei, che Reno un giorno sarebbe tornato da loro. L'unico che la consolava e, anche se in modo freddo e distaccato, le dava man forte.

“Non riusciamo mai ad avvicinarci nemmeno di un millimetro!”

“La prossima volta andrà meglio!”

“La prossima volta sarà quella decisiva... se solo non avessi paura di richiamarlo quando mi telefona!”

“Yuffie tu vuoi bene a Reno! Molto più di quanto non gliene vogliano tutte quelle finte bambole laggiù. E vedrai che ce la farai a riportarlo da te!”

La ragazza tirò su col naso e sorrise.

“Ok Vinnie-Chan!” “Smettila di chiamarmi in quel modo!” “Ma è più carino di Vincent”

Yuffie non si smentiva mai.



E anche stanotte è cominciata sulla scia del metal

ascoltiamo ora “Paradise City” dei Gun'n'Roses

Il vecchio Axl non si smentisce mai.

Carichi stasera

è la notte per voi!


Via il cd. Via la traccia che va.


Take me down to the paradise city

when the grass is green

and the girls are pretty

I want you please take me home!


Ti voglio, ti prego riportami a casa!


[due mesi dopo... la luce della ribalta aveva cominciato a splendere più che mai...]


20 Luglio...

il giorno del suo compleanno. “Magari sbuca qualcuno dalla torta gridando sorpresa!” autoironizzò vedendo la casa vuota. Nemmeno Caith Sith lo accolse facendo le fusa per elemosinare cibo. Se ne andò come al soltio a letto senza mangiare nulla.

Quando si risvegliò si ritrovò il naso di Yuffie a pochi centimentri dal suo. Credette di essere in un sogno. Poi si risvegliò lentamente, rendendosi conto che la sua “piccola ninja” era sdraiata su di lui e gli rivolgeva un ampio sorriso. “Buon compleanno, testa rossa!”

“M... ma cos...?” “Tutto merito di Vinnie! Quando ha scoperto che il tuo agente era Tseng ha fatto di tutto per contattarlo. Erano amici sai?” No, non lo sapeva... ma la piccola ninja non gli diede il tempo di realizzare nulla. Era una cosa da copione quasi. Eppure era così felice!


Al piano di sotto tutti gli cantavano allegri cori d'auguri, amici vecchi e nuovi, i genitori, il gatto, la vicina... tutti insieme che nonostante tutto volevano ancora bene a quella testa rossa che dentro non aveva nulla. Li abbracciò uno ad uno trattenendo lacrime di gioia. Barrett lo stritolò, mentre Cid gli chiese come mai non portasse anche la sua Cabrio a revisionarla da lui. Strinse forte Aerith e Tifa che gli avevano fatto la torta. Stappò champagne e il tappo arrivò in fronte a Rude, ma per fortuna la roccia era salda e indolore!


Si sedette accanto a Yuffie, guardando insieme a lei i loro amici ubriachi fradici, mentre Cloud cercava di riportare la calma.

“Siete tornati, zo to!” “Anche tu sei tornato!” sorrise lei, rubandogli un bacio alla faccia di quelle fanatiche marmocchiette. “Sono tornato per restare... dici che mi prenderanno a fare Karate coi bimbi?”


Il giorno dopo si licenziò. Rufus non ne era affatto sorpreso. “Il tuo posto non è qui. È su un palco con una chitarra elettrica in mano!”

“No, non è nemmeno lì... il mio posto è ovunque ci siano le persone a cui voglio bene, zo to!”

Il presidente sorrise cordialmente, senza costringerlo a rimanere come avrebbero fatto molti altri proprietari di star famose. Gli porse la mano che Reno strinse forte e si salutarnono come due amici.


La notizia che il celebre Dj aveva abbandonato la carriera per dedicarsi alla medicina con la fidanzata fece scalpore finchè Reno non fu dimenticato da tutti.


Questa signori miei, è la storia di una qualsiasi piccola stella americana, avrebbe potuto andare diversamente, ma per Reno ci fu il miglior futuro che un divo potesse desiderare: una famiglia normale, una vita normale, e amici veri a cui voler bene.



Fine.

  
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