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Autore: Kureiji    28/02/2017    2 recensioni
Forse qualcuno voleva fermarmi, quella notte, forse qualcuno voleva dirmi che qualsiasi cosa stessi cercando, probabilmente era andata perduta per sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Qui dove vivo la neve è perenne e così fredda che a malapena si riesce ad uscire di giorno. Io uscivo ogni notte, molti mi davano del pazzo, ingenuo, qualche volta addirittura del suicida, eppure io continuavo ad uscire. Forse qualcuno voleva fermarmi, quella notte, forse qualcuno voleva dirmi che qualsiasi cosa stessi cercando, probabilmente era andata perduta per sempre. Ma io ci credevo. Credevo che avrei ritrovato quel sorriso, quella voce che, molto tempo fa, mi parlò delle stelle cadenti. Anche lei usciva, la notte, ma un giorno non tornò a casa. Forse uscivo per trovarla, forse uscivo per le stelle. Mi allontanavo da casa ogni volta un po’ di più, restavo fuori al massimo dieci minuti. Chissà perché restai fuori più a lungo, quella notte. Ricordo che camminavo con una candela stretta nella mano nuda, una sciarpa legata al collo, troppo leggera. La neve era dolce, ma incredibilmente fredda. Camminavo, camminavo, sempre più avanti e poi, all’improvviso, mi fermai. Perché mi fermai? Forse ero stanco, forse volevo solo smettere di cercare. Non so il motivo, ma mi fermai e guardai il cielo. Il mio fiato creava piccole nuvole, i fiocchi di neve pallida mi cadevano sopra, fermandosi tra i capelli, la tenue luce della candela minacciava di spegnersi da un momento all’altro facendo sembrare tutto intorno quasi troppo scuro e freddo. Perché non tornai indietro? Cosa aspettavo? Poi eccola: una scia luminosa attraversò il cielo, durò un singolo istante. Quella piccola striscia che illuminò timida il cielo riportò alla mente vecchi ricordi: un abbraccio, un sorriso pieno d’affetto, una fiaba raccontata prima di dormire, una figura che si allontanava nella notte per non tornare più. Quella luce doveva essere una stella cadente. Il tempo sembrò fermarsi per un istante e tutto divenne più luminoso. Ma tutto questo durò un unico istante. Non so perché quella notte camminai così a lungo, non so perché mi fermai, ma so che quella notte smisi di cercarla, capii che lei non sarebbe tornata e che io non l’avrei trovata. Mi sedetti a terra, nella neve, continuando a guardare il cielo: non mi volevo accontentare di quell’unico, meraviglioso attimo, ne volevo altri mille come quello, e forse nemmeno allora avrei deciso che era abbastanza. Che anche lei si fosse fermata così, quella notte in cui scomparve? Che anche lei volesse vedere di più? Che anche lei avesse trovato tutto quello che cercava in quel momento, quando passò la stella cadente? Il freddo cominciò a farsi sentire, diventò insopportabile, ma io non tornai indietro a cercare il calore di una casa, di un camino. Credo che tutto il calore di cui avessi bisogno si trovasse proprio lì, in tutto ciò che mi circondava in quel momento, in tutto quello che mi ricordava quella ragazza, in tutto quello che, pian piano, ricreava il suo abbraccio, invitandomi a cercare altre stelle cadenti con lei.

   
 
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