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Autore: Minori Kuscieda    28/02/2017    5 recensioni
Noi terrestri abbiamo il Carnevale, festa che, ad uno come Vegeta, sembra dannatamente senza senso e per soli perditempo. Per lui, ovviamente, sempre abituato a guerre, missioni, conquiste tutti i giorni dell'anno.
Eppure, forse, anche i Saiyan si meritavano un po' di allegria e divertimento che riusciva a mettere da parte la loro sete di potere anche solo per qualche giorno.
Tra sogno, ricordi e realtà vissuta, venite con me e vi porterò a scoprire non solo come i nostri eroi passano questo ultimo giorno di Carnevale, ma anche quel lato allegro e spensierato che non avreste mai immaginato di vedere nel palazzo di Neo-Vegeta.
Dal testo:
"In un unico sogno aveva rivisto una scena della sua infanzia, chiara e precisa. Poi suo padre, sua madre, il palazzo, la metropoli di Neo-Vegeta, i bambini che si divertivano in strada, i servitori che si dibattevano per organizzare la festa.
Quella festa. Così lontana dalla realtà in cui viveva, ma così vicina a quella ricorrenza terrestre da lui reputata stramba...
Certo che, quando le coincidenze ci si mettevano, era impossibile sfuggirgli."
Curiosi? Spero di si.
Aspetto una vostra recensione, Minori.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bulma, Goku, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AUTORE: Minori Kuscieda
LUNGHEZZA: Oneshot (4597 parole)
PERSONAGGI: Altri, Bulma, Goku, Vegeta,  
PROMPT: Carnevale
RATING: Verde
GENERE: Commedia, Generale
NOTE/AVVERTENZE: ///


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Il Carnevale Saiyan


ATTO I: Un motivo in più per pentirsi di non aver distrutto la Terra.
Ma che razza di festa era mai quella?
Carnevale. Che nome strano. 
Non era nemmeno sicuro che quella parola esistesse sul vocabolario.
Bambini allegri che, travestiti da principi, principesse, supereroi, animali, o con semplici maschere variopinte sul viso, si divertivano a lanciare piccoli pezzi di carta in aria, o a soffiare dentro strani e doppi cerchi che si srotolavano formando una lunga e sottile striscia colorata. 

Vegeta si allontanò dalla finestra del salone della Capsule Corporation, ormai annoiato dal fissare tutti quei marmocchi che correvano avanti e indietro sul marciapiede che costeggiava il giardino dell'immensa casa.
Si chiese, dirigendosi verso un posto ben preciso, quali altre stramberie gli riservava quel pianeta.
<< Hai aggiustato il meccanismo di accensione di quella dannata Gravity Room? >> Domandò, seccato, varcando l'ingresso dell'enorme laboratorio, rivolto alla scienziata.
Bulma, dal canto suo, non degnò il compagno di uno sguardo, intenta a continuare ciò che stava facendo.
<< Ehi, mi stai ascolt- >> Non riuscì a finire la frase perchè qualcuno urlò, varcando di corsa la soglia della porta.
<< Mammaaaaa, hai finito di cucire il mio vestito? >> Probabilmente Trunks gli era passato sotto le gambe, senza nemmeno rendersi conto della presenza del padre.
Diamine, non poteva sopportarlo, il principe dei Saiyan ignorato a quel modo. Ma doveva trattenersi, non poteva mettersi a fare storie inut...
<< Ehi, moccioso. >> Il bambino si girò verso l'unica persona che poteva averlo chiamato in quel modo. << C'ero prima io, spostati. >>
Si avvicinò con due falcate al piano di lavoro della donna e spostò con una mano il bambino che indietreggiò di qualche passo, riuscendo a tenersi in equilibrio. A quella scena, sebbene l'avesse vista solo con la coda dell'occhio, Bulma alzò lo sguardo dal suo lavoro e posò quest'ultimo sul tavolo, rivelando qualcosa di incompleto che doveva essere il costume citato dal bambino giusto due minuti prima.
<< Ma papà- >> Cercò di ribattere il lilla, ma venne fermato dalla madre.
<< Dimmi Vegeta, >> Iniziò la donna, dopo aver accarezzato la testa del bambino, provocando in lui una smorfia fintamente infastidita da quel gesto << cosa ti fa pensare che ci fossi prima tu? >> Disse, marcando le ultime parole.
Lo sguardo che aveva rivolto al marito era il più freddo e tagliente che l'uomo avesse mai visto.
Non rispose, si limitò ad uno dei suoi soliti 'tsk'
Maledetta donna, riusciva sempre a reggere il suo sguardo fiero e a farlo tacere. Ma lui non poteva star zitto anche quella volta, oh no.
<< I miei allenamenti sono più importanti di uno stupido costume di carnevale. >> Disse, marcando le parole con un tono di voce rigido e fermo. 
"Non sei l'unica a saper utilizzare questa tecnica", pensò.
<< Ma si da il caso che qui sono io a lavorare per entrambi, e Trunks mi ha chieso un mese fa di realizzargli il vestito, a differenza tua, che solo ieri sera mi hai "ordinato gentilmente" -la donna mimò le virgolette- di riparare la Gravity Room. >> 
Vegeta sbuffò, voltando lo sguardo alla grande finestra del laboratorio.
Bulma sorrise: aveva vinto.
<< E comunque, >> Incalzò il Saiyan << proprio non capisco tutta questa euforia per una stupida e inutile festa. E' proprio vero che voi terrestri avete la testa piena di cavolate. >> Si avviò verso la porta per uscire.
<< Non parlare in quel modo! >> La voce acuta della donna lo fermò, Trunks trasalì, colto di sorpresa e dall'insolito urlo della madre << Carnevale è una festa che porta allegria e serenità nei cuori di tutti, aiuta gli adulti a staccare un po' dalla quotidianità monotona per seguire i bambini in mezzo ai festeggiamenti. Anche tu dovresti lasciarti trasportare. A proposito di ciò, ho organizzato una festa per domani sera nel nostro giardino. >>
<< Stupidaggini. Le mie giornate vanno bene così. >> 
<< Possibile che sul Pianeta Vegeta non avevate niente di simile? >> Chiese, curiosa, accantonando l'idea di convincerlo a divertirsi un po'.
<< Ovviamente no. >> Disse, ed uscì, sbattendo la porta.
Eppure non era così convinto della sua risposta... Aveva esitato nel darla, perchè? Possibile che quell'usanza terrestre gli ricordasse qualcosa? Perchè sentiva familiari quegli atteggiamenti allegri e spensierati? 
Sicuramente stava vaneggiando, non c'erano altre spiegazioni.
Vegeta scosse forte la testa, allontanando quei pensieri, e si diresse in giardino per allenarsi all'aria aperta in attesa della sua amata stanza gravitazionale.


ATTO II: Sogni e Ricordi si mescolano, alla riscoperta di una vecchia, e ormai scomparsa, usanza.
"Saturnalia: il carnevale Saiyan"
Il Principe lesse quello striscione posizionato sopra la porta della grande sala del palazzo con superficialità, senza prestarci troppa attenzione.
Alzò gli occhi al cielo.
Dall'alto dei suoi sette anni, Vegeta ancora non aveva capito l'utilità di quella ricorrenza e la reputava una semplice scusa che gli adulti avevano per fare baldoria, bere, ubriacarsi, baciarsi con il primo che capita (come aveva visto fare ad alcuni tizi invitati alla festa l'anno prima) e chissà cos'altro quando lui, stanco, veniva portato nelle sue stanze già abbandonato da un pezzo alle braccia di Morfeo.
Ma c'era una cosa che amava in quella festa: il momento del ballo mascherato a corte.
Fortuna voleva che quella fosse una delle prime attività in programma ogni anno e lui, ancora vigile e sveglio, non rischiava di perdersela addormentandosi sul petto della madre.
<< Padre. >> Disse, raggiungendo il fondo della sala dove, su tre alti scalini, erano poggiati i due troni dei regnanti; suo padre occupava quello a sinistra.
L'uomo voltò leggermente la testa nella direzione del più piccolo e gli fece un cenno di saluto con il capo. Poi continuò a parlare con il suo interlocutore, molto probabilmente un servo, o un soldato, a cui era stato ordinato di guidare i lavori con le indicazioni del monarca.
<< Ordina ai cuochi di preparare il banchetto, e che sia delle giuste dimensioni. -Cioè enorme, pensò Vegeta.- Ordina ai sarti di recuperare e organizzare i vestiti come hanno fatto ogni anno, e di portarli qui appena possibile. In più, ordina ai servi di pulire la sala e di addobbarla come si deve. Puoi andare. >>
L'uomo annuì e, dopo un piccolo inchino, uscì a passo svelto dalla sala.
<< Che vuoi? Non dovresti essere a seguire qualche lezione? >> Il principe, che era rimasto incantato a fissare la porta da cui era uscito l'uomo poco prima, trasalì alla voce dura e fredda del padre.
Effettivamente, lui a quell'ora doveva essere impegnato nelle sue ore di studio giornaliere, non in giro per il palazzo. << Il maestro non si è presentato, mi pare sia malato. >> 
Il più grande alzò un sopracciglio continuando a fissare il figlio.
Veldock sapeva quanto quel bambino potesse essere esuberante e un po' troppo combina guai, e si chiese se in realtà quel pover'uomo dell'istruttore non fosse scappato dopo aver ricevuto qualche scherzo di cattivo gusto.
Avrebbe sicuramente indagato, più tardi.
Il silenzio che si venne a creare era rotto solo dal vociare che proveniva dall'esterno del palazzo e, in seguito, dal suono duro di tacchi che si spostavano verso un punto preciso della stanza.
Vegeta seguì il padre verso la grande vetrata che dava sulla piazza principale della metropoli. Due delle finestre di cui era composta erano state lasciate aperte e da lì si poteva sentire il rumore esterno, rumore di aria pulita, non inquinata dal continuo sollevarsi in aria di navicelle, rumore di vita serena che prendeva il posto di quella movimentata dell'ultimo anno. 
Solo tre giorni prima le truppe erano rientrate vittoriose da alcune missioni sparse per l'Universo: i soldati erano tornati alle loro case, solo dopo aver assistito al discorso del Re che, per le successive due settimane, dichiarava concluso anche quell'anno di conquiste.
Ed era dopo qualche giorno da questo avvenimento che, ogni anno, si teneva una delle poche ricorrenze a cui i Saiyan erano legati: i Saturnalia.
<< Padre... >> Vegeta sapeva che il genitore non amava le persone curiose, ma non se ne preoccupò << Mi può spiegare il perché di questi festeggiamenti? >> Chiese, continuando a fissare i bambini che si correvano per le strade, urlando, inseguendosi, tutti vestiti in modi variopinti.
<< Lo scoprirai a tempo debito. >>
Il principe rimase deluso da quella risposta << Ma- >>
<< Questa ricorrenza, cucciolo, >> Il bambino si voltò verso quella voce: la Regina si stava dirigendo verso di loro << si tiene una volta all'anno ed esiste da quando anche io ero solo una bambina. Si tiene il secondo mese dell'anno e sancisce la fine dei dodici mesi di missioni e conquiste, interrotti solo per questi giorni in cui noi Saiyan ci lasciamo andare al divertimento allontanandoci dalle fatiche e dalla monotonia della quotidianità. E' un modo per sentirsi allegri, stare tutti insieme, riposarsi e ripagare se stessi per gli sforzi e le grandi imprese compiute. E per rendere tutto ciò possibile, i regnanti organizzano la festa a palazzo a cui prendono parte soldati e persone di grande importanza. >>
<< Ma allora, quei bambini lì cosa fanno? >> Chiese, indicando con un cenno del capo le persone fuori dalla grande vetrata.
<< Si divertono, proprio come faremo noi stasera. >> La donna sorrise, portando una mano a scompigliare i capelli del figlio. << Lo fanno a loro modo, travestendosi, giocando, mangiando. >>
Il principe annuì, come a voler dire che aveva capito.
Poi si allontanò dalla finestra, annoiato dal guardare tutti quei bambini.
Aveva soddisfatto la sua curiosità, ora doveva solo placare la voglia di combinare qualche scherzo ai poveri organizzatori che lavoravano all'evento.
Sperava solo che suo padre non lo scoprisse...


ATTO III: Al riparo nella Gravity Room, piano di fuga dalla serata.
Quando Bulma gli diceva "Nei sogni vedi materializzarsi l'ultima cosa a cui hai pensato prima di addormentarti" non pensava avesse ragione.
Insomma, quante volte, dopo aver fatto l'amore, si era addormentato pensando a lei che stava al suo fianco? 
Eppure non l'aveva mai sognata in atteggiamenti intimi o vestiti succinti o, ancor di più, nuda sul loro letto. MAI.
Ma era solo colpa sua se aveva sognato quel che aveva sognato: era andato a dormire con il pensiero e le domande che lo avevano accompagnato tutta la giornata, quelle riguardanti il carnevale e la familiarità con esso.
E queste, con un calcio, avevano gettato alle ortiche il suo intento di levarsele dalla testa, impadronendosi di essa. Il risultato?
In un unico sogno aveva rivisto una scena della sua infanzia, chiara e precisa. Poi suo padre, sua madre, il palazzo, la metropoli di Neo-Vegeta, i bambini che si divertivano in strada, i servitori che si dibattevano per organizzare la festa.
Quella festa. Così lontana dalla realtà in cui viveva, ma così vicina a quella ricorrenza terrestre da lui reputata stramba...
Certo che, quando le coincidenze ci si mettevano, era impossibile sfuggirgli.
"Dannati kami, com'era stato possibile?" Scosse la testa a quell'ennesimo pensiero.
Doveva assolutamente chiedere a quella scellerata della suocera con cosa aveva condito quella maledetta insalata la sera prima, perché sicuramente gli aveva fatto male.
Si alzò dal letto, intontito, deciso a smettere di farsi domande e a rimpinzarsi di cornetti e brioche a colazione.

Quando Bulma entrò in cucina trovò il marito intento a bere una tazza di caffè.
<< Ne è rimasto un po'? >> Gli chiese, avvicinandosi al frigo per prendere un vasetto di yogurt.
L'uomo mugugnò e indicò, sollevando di poco l'indice, la caffettiera grigia sul piano cottura.
<< Ho aggiustato la stanza gravitazionale. >> La scienziata si versò il caffè in una tazzina e si sedette sul divano. Accese la tv. 
<< Finalmente. >> L'uomo si alzò, intenzionato a chiudersi in quelle quattro mura per allenarsi fino ad ora di cena.
<< Neh, Vegeta, ho invitato Goku, Chichi, Gohan e gli altri alla festa di stasera. Ti ricorderai di essere fuori da quella dannata stanza, lavato e vestito con abiti normali, entro le sette? >>
L'uomo si fermò vicino alla porta. << Ti ho già detto che non mi interessa. >> Affermò, laconico.
Bulma mise il broncio. << Rovini sempre tutto, mai una volta che tu dica si alla tua bella mogliettina. Dovresti essere contento di avere al tuo fianco una donna che sa avere idee così belle e divertenti. >>
Ora il principe iniziava a pensare che la cena avesse fatto male non solo a lui, ma anche alla moglie.
Alzò gli occhi al cielo e dopo un sonoro 'tsk' sparì dietro allo stipite, lungo il corridoio. 
Ma si fermò quando sentì alcune parole giungergli all'orecchio.
Tornò indietro, cercando di non farsi notare dalla donna, e si mise ad origliare ciò che la tv diceva.
<< Stasera andrà in scena al Teatro OVEST uno dei più famosi musical della storia: "Il ballo mascherato a corte". Le televisioni locali lo trasmetteranno in diretta su molti canali, impossibile perderselo! >>
Aveva sentito bene? 
Scandì le parole una ad una:
Ballo.
Mascherato.
A Corte.


Deglutì. Il ricordo di quel momento vissuto dal Vegeta bambino gli tornò in mente vivido e fresco, lo investì in pieno come un'onda energetica. 
<< Sarebbe un'idea splendida quella di organizzarne uno stasera. >> 
Le parole che uscirono dalla bocca della moglie lo convinsero ancor di più a chiudersi nella Gravity Room per tutta la serata. Anzi, per la notte intera!


ATTO IV: L'organizzazione della serata richiede l'aiuto di un Angelo.
Bulma aveva consumato l'erba del prato con il suo continuo avanti e indietro.
Ma quanto ci metteva ad arrivare?
Guardò il tavolo imbandito, sperando vivamente che quel cibo saziasse i suoi ospiti. Non poteva permettersi di lasciarli insoddisfatti proprio adesso che aveva bisogno del suo aiuto.
Per l'ennesima volta girò sui tacchi e riprese a camminare; sussultò quando, davanti a lei, apparve un fascio di luce rivelando i due nuovi arrivati.
<< Konnichiwa Bulma-san. >> Whis fece sparire il suo bastone toccando leggermente il terreno con la punta.
Al suo fianco Bills alzò la mano in cenno di saluto. << Spero tu abbia un buon motivo per averci fatti venire qui di corsa. >> 
<< M-Ma certo, Bills-sama. Seguitemi, vi spiegherò tutto davanti a qualche pasticcino. >>

<< Quindi, Bulma, vuoi il mio aiuto per organizzare questa festa di...com'è che si chiama? Ah, si, Carnevale. >> Whis bevve un sorso di the dalla sua tazza.
La donna annuì. << Esatto, la festa è stasera, e da sola non riuscirei a fare tutto. >>
<< E noi cosa riceveremo in cambio? >> Bills trangugiò altri tre muffin in un sol boccone.
L'Angelo diede una gomitata nel fianco del Dio come a rimproverarlo sia per la domanda, sia per il modo di mangiare.
<< Lo scusi, a volte sa essere sgarbato a livelli inimmaginabili. Ovviamente per me sarà un piacere aiutarla, lo prenda come un modo per ripagarla del cibo squisito che ci fa trovare tutte le volte che veniamo qui. >>
<< Ma Whis! >> Sbottò Bills << Devo insegnarti ad essere più approfittatore. >> Sibilò
<< E Lei deve imparare ad essere più gentile e a non pretendere di fare le cose sempre e solo per avere qualcosa in cambio. >>
Tra i due iniziarono a saettare scintille di sfida.
"Sembrano marito e moglie."  Pensò la turchina che si decise a fermare il litigio prima di veder volare il tavolo in aria.
<< Non si preoccupi Bills-sama, ovviamente ho pensato di invitarvi alla festa per ripagarvi. Ci sarà da divertirsi e un banchetto pieno di squisitezze e specialità culinarie. >>
A quelle parole il gatto si girò a fissare la donna con occhi lucidi e sognanti. << Così si ragiona. >> Affermò, afferrando l'ennesimo cupcake con la zampa.
<< Molto gentile da parte tua. Allora, cosa dobbiamo fare? >> Whis si pulì delicatamente il muso con un tovagliolo e si alzò, in attesa delle richieste della terrestre. 

C'era voluto meno di un'ora per organizzare il grosso delle cose per quella serata con l'aiuto di Whis e del suo bastone magico.
Ed erano ancora le cinque del pomeriggio! Ora doveva chiamare i robot domestici per apparecchiare i tavoli, spostare le sedie, mettere i festoni e montare le luci che avrebbero illuminato il giardino quando si sarebbe fatto buio.
Preparò le regole del gioco che aveva inventato e, dopo aver ringraziato l'Angelo per l'ennesima volta, si congedò lasciando lì la madre a tenere compagnia agli ospiti.
<< Tsk, quanti convenevoli questi terrestri, io sto qui solo per il cibo. >> Fu il commento di Bills, che era stato seduto sul prato tutto il tempo a guardare il movimento che si era creato in poco più di qualche minuto. 
<< Signor Biiiiills, Signor Whiiiiis, guardate cosa vi ho preparato! >> Il Dio della Distruzione perse qualche goccia di saliva quando vide arrivare una donna bionda e riccia con in mano due enormi coppe di budino alla vaniglia.

Quando Vegeta uscì dalla Gravity Room erano le otto di sera. 
Aveva messo piede fuori solo perché iniziava ad avere fame: evidentemente il pranzo di una portata stravagante che la moglie gli aveva preparato, e accuratamente lasciato davanti alla porta metallica della stanza, non gli era bastato e lo stomaco reclamava cibo.
La scena che gli si palesò davanti una volta arrivato vicino all'ingresso della casa era simile all'inferno.
Non che si fosse scordato della festa organizzata per quella sera, ma non si aspettava di trovare già tutti lì.
"Okay, Vegeta, la festa iniziava alle sette e sono le otto... Cosa ti aspettavi? Che si presentassero alle dieci?" Disse a se stesso.
In realtà, lui sperava che non si presentassero proprio.
Prese un respiro profondo ma non fece in tempo a calmarsi che i suoi occhi si posarono sulla figura gatti forme che stava seduta sotto un gazebo. 
Spalancò la bocca, incredulo.
Sua moglie aveva invitato anche Lord-Bills. 
A volte si chiedeva se lo stare troppo in laboratorio rendesse la moglie un filino più pazza e irrazionale di quanto già non fosse.
Ingoiò la saliva, e optò per entrare in casa passando dalla porta sul retro. 


ATTO V: Sogno e ricordi si mescolano, coppie accoppiate male.
Quando era uscito dalle sue stanze non immaginava di trovare tutte quella gente già riunita a palazzo.
E non erano nemmeno le otto di sera, quindi i festeggiamenti non erano ancora iniziati.
Scese la scalinata che dall'ala delle stanze reali portava all'ingresso del palazzo e percorse l'ampia sala in silenzio, guardando tutta la gente che si inchinava al suo passaggio.
Entrò nella grande stanza e notò subito i vestiti appesi a grandi sbarre di ferro poggiati alla parete.
Erano sia per uomini che per donne, in egual numero. 
L'unico problema era che a quei balli i due generi erano molto disequilibrati, vedendo prevalere i maschi, ogni anno.
Vegeta sorrise divertito immaginandosi le decine di uomini, soldati virili, signori potenti, vestiti da principesse in rosa.
Si spostò vicino alla parte della stanza riservata ai regnanti appena in tempo per vedere i servitori e i cuochi entrare in sala con degli enormi tavoli e piatti d'argento pieni di cibo.
Si sedette sul trono del padre, disubbidendo volutamente al suo perentorio ordine di non toccarlo nemmeno con un dito.
Avrebbe potuto sedersi tranquillamente su quello della madre, senza rischiare di perde la testa, ma lui amava sfidare il Re.
<< Sei proprio come me, lo sai? Anche io ho sfidato tuo padre, nove anni fa, e ora sono sua moglie e Regina di questo popolo. >> Gli aveva detto la donna, fiera.
Il sole fuori era tramontato, la luna brillava in cielo, ma da fuori provenivano ancora gli schiamazzi dei bambini che si divertivano per le strade.
Il principe continuò a guardare il via vai di gente davanti a lui senza rendersi conti dei minuti che passavano, come in trance.
Si destò da quello stato solo quando qualcuno gli si posizionò davanti, coprendo la luce con la sua stazza.
<< Quante volte ti ho detto che non devi sederti qui? >> Si sentì sollevare dal retro del colletto del suo vestito; il nulla sotto di lui venne ben presto riempito dalle cosce morbide su cui era stato poggiato.
Sua madre lo strinse a sé, in una sottospecie di abbraccio, mentre suo padre si sedette sul trono al lato.
Di lì a poco, i festeggiamenti iniziarono.
La gente si riversò nella sala in massa, e subito iniziarono a bere, chiacchierare, fare gare di braccio di ferro, mangiare.
L'orologio appeso alla parete segnava le dieci meno venti quando il Re diede il via alla prima attività, quella che lui amava.
I tavoli vennero spostati ai lati della sala, gli abiti vennero posizionati al centro.
Si spensero le luci. 
I commensali avevano dieci minuti per trovare un vestito e indossarlo, come meglio potevano, al buio.
Poi, azzerando l'aura, dovevano girare a tentoni con le braccia lunghe davanti al corpo per trovare un partner con cui ballare.
Poi le luci si riaccesero.
Gli occhi della famiglia reale vagarono per la stanza.
Ad un'occhiata veloce, non c'era una coppia accoppiata bene, lì dentro.
Donne vestite da principi che ballavano con uomini vestiti da principesse, uomini vestiti da principi che ballavano con altri uomini vestiti da principi. 
Ad un'osservazione più attenta, le coppie con principe e principessa del sesso giusto erano tre.
E no, nonostante la bravura, quelle non avrebbero mica vinto qualcosa.
Il piccolo Vegeta guardò tutti con un'aria mista tra divertimento e superiorità.
Neanche morto lui avrebbe partecipato ad una cosa simile.


ATTO VI: Il buio può dar vita a qualcosa di davvero, davvero insolito.
<< Ehi Bulma, ma V- >> 
<< Sarà ancora in quella dannata stanza gravitazionale. Ma non mi interessa, facesse cosa vuole. >>
Nervosa, la turchina rientrò in cucina per far rifornimento di pizzette.
E lui era LI', seduto sul divano, con i piedi sul tavolino.
E mangiava le pizzette. 
<< Chi ti ha dato quelle? >> Chiese, indicando il piatto pieno.
<< Fua mafre. >> Ingoiò il boccone
Bulma si sforzò di stare calma. 
<< Si può sapere dov'eri finito? Ti avevo detto che alle sette- >>
<< E io ti avevo detto che non mi interessava. >> Afferrò un'altra di quelle prelibatezze rotonde e piene di sugo, poi si rimise comodo sul divano, avvicinando la schiena ai morbidi cuscini e distendendo i muscoli.
Poi uno scatto fulmineo: il piatto era stato velocemente sollevato dal tavolo e allontanato da lui.
<< Che stai facendo?! >> Sbraitò verso la donna, cercando comunque di mantenere un tono di voce basso.
<< Vieni almeno a mangiare fuori con noi. >> Disse la donna, che si era allontanata di qualche passo quando aveva visto il marito alzarsi dal divano, intenzionato a riprendersi ciò che era suo.
<< Ridammele. >> Sibilò
<< Solo se verrai a mangiare fuori insieme agli altri. Dai, fallo per me. >>
No, non doveva cedere agli occhi dolci della compagna.
<< Va bene. Verrò fuori. >>
Dannazione, si era fatto fregare.

<< Io non ho capito. Di nuovo. >> Affermò Goku alzando la mano.
Tutti alzarono gli occhi al cielo. Lors Bills e Vegeta avevano i nervi a fior di pelle. Kami, cosa c'era di così difficile?!
Crilin, Yamcha, Tenshinhan, il mastro Muten, Oolong e anche un apparente disinteressato Piccolo scommettevano su chi dei due avrebbe perso prima le staffe.
<< Accidenti, Kakarot, cosa c'è di così difficile?! Quando Whis spegnerà le luci tutti entrerete in quelle cabine e, non so come -e non lo voglio nemmeno sapere-, sui vostri vestiti appariranno costumi da principi e principesse, in modo casuale. Una volta conciati come si deve, uscirete e dovrete cercare, sempre al buio, un compagno con cui formare una coppia. Quando le luci si riaccenderanno... >> Si fermò. Perché a lui tutto quello sembrava familiare?
<< Ovviamente, siccome le coppie dovranno essere casuali, Whis creerà una sorta di campo magnetico -chiamiamolo così- che permetterà a tutte le aure di non essere percepite, così da evitare accoppiamenti scontati. E a tutti verrà reso impossibile usare sfere di energia per illuminare il giardino o per distruggere tutto. >> Concluse Bulma, fissando sia il marito che l'amico.
<< Ora mi è tutto chiaro! Urca, sembra divertente, andiamo! >>
Goku partì in quarta verso una delle cabine, seguito da tutti gli altri.
Poco prima che Whis spegnesse le luci il guerriero si avvicinò di soppiatto al principe e, una volta che fu tutto buio, lo spinse all'interno della cabina più vicina.
<< Ma cosa..? >> Vegeta si risvegliò dai suoi pensieri solo quando sentì un click dietro le sue spalle.
Si era distratto, e qualcuno l'aveva chiuso lì dentro, e non sarebbe uscito finché quello strano marchingegno, frutto della mente malata della moglie e della magia di Whis, non avesse finito di cucirgli addosso un ridicolo vestito di Carnevale.
Sperava almeno che gli fosse capitato quello da principe.
Dopo qualche minuto, la serratura si sbloccò e poté uscire.

Era impensabile che lui dovesse cercare, al buio, un soggetto con cui fare coppia.
Era frustrante non poter captare le aure degli altri. 
Era frustrante quella surreale situazione.
Era frustrante ricordarsi in modo così vivido della sua infanzia sul pianeta Vegeta.
Era frustrante che lui, convinto di non voler prendere parte a queste stupide attività fin da bambino, ci fosse capitato dentro a quarant’anni (e più) suonati.
Colpa della moglie e di quel dannato Saiyan da quattro soldi.
Ma la cosa più frustrante in assoluto era quella di essere capitato in coppia proprio con quel dannato Saiyan da quattro soldi.
Poteva accettare Piccolo, Chichi, la suocera e pure Freezer -se mai avesse preso parte a quella diavoleria-, ma lui no.
"Guarda il lato positivo," Pensò "E' lui quello vestito da principessa."
MA. C'era un ma.
Come se quel vestito ridicolo non bastasse, ora doveva anche invitare quell'idiota -che sembrava divertirsi- a ballare.
<< Manca solo il baciamano. >> Sussurrò Bulma a Chichi, mandando alle ortiche i loro intenti di trattenersi da ridere.
Oh, se gliel'avrebbe fatta pagare alla moglie. E quella sera stessa.
Quando la musica partì, con un leggero movimento del bastone di Whis, le coppie iniziarono a danzare nel cortile.
<< Che ne dice di ballare, Lord Bills? >> L'Angelo si avvicinò
<< Neanche morto. Guardarli è troppo esilarante. >>

<< Dove hai imparato a ballare così bene? >> L'occhiataccia che Goku ricevette avrebbe fatto impallidire anche Cell.
<< Mi stai prendendo in giro? Taci. >>
Ma proprio mentre il Saiyan più piccolo sollevava il piede destro per dare un altro passo, il piede sinistro del più grande gli pestò la punta. 
Il risultato? La perdita d'equilibrio fu scontata, e mentre Goku inciampava all'indietro, Vegeta cercava di riacquistare l'equilibrio per non finirgli letteralmente addosso.
Inutile.
I due ruzzolarono a terra, tra gli sguardi prima increduli e poi divertiti dei presenti che scoppiarono in una risata generale.
Bills non si reggeva più in piedi dal ridere e si rotolava reggendosi la pancia; addirittura Whis, sempre serio e composto, si era concesso una risata divertita. Le donne, che prima cercavano di trattenersi, adesso ridevano di gusto.
<< E' stata tutta colpa tua! >> Sbraitò il principe
<< Non è vero, tu mi hai pestato il piede venendomi addosso! >> Ribatté l'altro
<< Che ne dici di risolvere la questione a modo nostro? >> Disse, accennando il solito sorriso di sfida
<< Accetto. >> 
Tra i due iniziarono a saettare fulmini di sfida.
Poi, liberatisi di quegli ingombranti vestiti, saltarono in cielo iniziandosi a colpire.
<< Bulma... >> 
<< Lasciali stare Chichi, si stancheranno e la smetteranno anche senza il nostro intervento. >> 
In quel momento, due forti luci blu apparvero in cielo, illuminando la notte. 
Probabilmente avrebbero continuato così fino alla mattina dopo.


*Angolo Autrice*
Buon martedì (grasso)!
Inizio con il ringraziare chi è arrivato a leggere tutto questo morbo (?) di OneShot senza vomitare.
Avete davvero un gran fegato, bravi! XD
Allora, non sono qui per scocciarvi più di quanto io già non abbia fatto... 
Non scrivo storie così lunge da mesi e mesi, e farlo è stata prima di tutto una sfida con me stessa. Nonostante la difficoltà iniziale, l'ansia per la revisione dei disegni a scuola (faccio l'accademia del fumetto), sono riuscita a scrivere qualcosa che mi soddisfa almeno all'80/90%. L'altro dieci dipende da voi, con i commenti che spero mi lascerete.

Ho diviso la storia in atti, sei in totale, perchè non so, mentre la scrivevo mi sembrava di star lavorando ad un'opera teatrale.
Quattro di questi sei atti sono ambientanti nel periodo di Dragon Ball Super, con Whis e la sua magia, Bills e il suo stomaco (o pozzo senza fondo), Vegeta...ehm, il solito, ma noi lo amiamo così, Goku sempre un po' con la testa fra le nuvole (questo particolare mi è servito ai fini della trama, insomma, non penso sia così scemo XD), Bulma, la solita, pure lei, e gli altri a fare da sfondo ma comunque importanti.
I due atti che meritano più attenzione sono il secondo e il quinto, quelli ambientati nel passato di Vegeta.
Premetto che io adoro la famiglia reale, Vegeta bambino e tutto ciò che li riguarda (siano fanart, storie, tutto), e mi sono cimentata anche io nello scrivere qualcosa che li riguardasse.
Ho voluto soffermarmi non tanto sulla loro indole dedita alla guerra e alla conquista, ma su quel lato propenso al divertimento che, secondo me, esiste anche nei popoli più rozzi e sanguinari.
I Saturnalia (parola gentilmente offerta dalla mia amica che ha fatto una ricerca per me, grazie grazie u.u), sono delle feste svolte dai Romani ogni anno, a dicembre. (leggete qui ---> http://www.treccani.it/enciclopedia/saturnali_(Enciclopedia-Italiana)/)
Ovviamente io ho preso il nome, ma ho rivisto questa festa in chiave Saiyan, collegandola al fatto che, dopo un anno di battaglie e sforzi, forse anche loro si meritano la loro fetta di divertimento e spensieratezza.
E poi vabbè, concordate con me che il principe da piccolo è un nano adorabile (e, a mio dire, pestifero) *^*

Che dire? Il disegno che vedete in cima alla storia l'ho fatto io, e l'ispirazione per realizzarlo è nata da una scena di (nonricordocheserie) Doremì. E da qui è a nata la storia.
Penso proprio di aver finito. 
Ringrazio tantissimo chi leggerà e chi vorrà lasciarmi una recensione, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. <3
Alla prossima storia (e forse non trascorrerà molto tempo), vostra, Mino-chan :3
  
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