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Autore: Heaven Black    01/03/2017    0 recensioni
DAL TESTO:
"La giovane si fece accompagnare fino ai piedi delle scale che conducevano al piano superiore, senza indugi decise di seguire il ragazzo dalle manette tatuate sul collo e, quando arrivarono in cima, poté notare un corridoio abbastanza luminoso, le pareti erano di un tenue color crema e su ogni lato delle pareti si vedevano chiaramente sei porte, per lato s'intende. Le porte erano in legno di quercia bianco, perfettamente tenute tanto da sembrare nuove.
Il particolare che la incuriosì fu il fatto che le scale proseguivano, fece scorrere lo sguardo fin in cima alla seconda rampa e intravide un corridoio del tutto buio, privo di luce e dava l'impressione di essere freddo.
-Dove portano ancora le scale?-, chiese curiosa al giovane.
Lui si girò con un sorriso complice e sincero.
-Nulla di interessante-.
Nel momento stesso in cui se ne andarono, Morgana sentì come un urlo lontano provenire proprio da quel corridoio nascosto e in distacco con quella meravigliosa villa.
***
Storia precedentemente pubblicata su Wattpad
Written by Heaven Black
Genere: Horror, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo quattro : Gatto e topo

"L'ultima cosa che vedrai sarà il mio viso ricoperto dal tuo sangue" ~Heaven

Brian munito del suo solito sorriso strafottente e con in mano un coltello abbastanza grande decise di iniziare a camminare per il piano inferiore. Aveva lasciato ai ragazzi giusto il tempo di nascondersi, sapeva che nessuno sarebbe potuto uscire da quella casa, non senza il suo consenso, sentire la paura degli altri lo eletrizzava ...forse fin troppo.

Passò davanti alla cucina, sapeva che nessuno sarebbe stato così stupido da nascondersi là dentro; al piano terra gli rimanevano il garage, la cantina, il bagno di servizio e lo sgabuzzino. 
Mosse i primi passi verso il piccolo stanzino ma, giustamente, non ci trovò nessuno, cercare le persone al buio per lui non era un problema, aveva vissuto così tanto nel buio che i suoi occhi si erano abituati. Aprì la porta che conduceva alla cantina, percorse quei pochi gradini e si ritrovò in una stanza abbastanza grande che fungeva anche da lavanderia.
Restò fermo per qualche secondo con gli occhi chiusi.

Un respiro troppo accellerato.
Un battito troppo rimbombante per quel silenzio.

Aprì gli occhi, illuminati di una luce pazza e si avvicinò a grandi falcate dietro una pila di vestiti piegati e scatoloni ancora chiusi, fece appena in tempo a sporgersi quel tanto che bastava per ricevere un colpo in pieno stomaco. Colpo che gli venne sferrato da una mazza da baseball, fece un paio di passi indietro e vide Zacky sbucare da dietro quegli scatoloni, il ragazzo aveva la mazza ben salda tra le mani e lo sguardo tra lo spaventato e il vendicativo.

-Sai che quella non ti servirà a nulla-, ghignò Brian sorridendo.

-Farò di tutto pur di sopravvivere!-, borbottò Zacky cercando di nascondere il lieve tremore della sua voce.

-Voi umani siete così patetici! Cristo, mi chiedo come facciate a vivere ancora in questo mondo!-, gli urlò contro Brian chiudendo una mano in pugno.

-Sei umano anche tu, anche se della peggior specie...-

-Sta zitto! Io sono quello che tu non sarai mai! Io sono quello che, stanotte, deciderà chi vivrà e chi morirà-

-Tu sei pazzo...-

-Scelta sbagliata come ultime parole-

In meno di un battito di ciglia Brian lanciò il coltello.
Un lancio preciso e ben calcolato che prese Zacky in piena gola.
Brian iniziò a ridere come solo un pazzo può fare e si avvicinò al corpo di Zacky, ora a terra con il sangue che schizzava ovunque. Prese il manico del coltello e, senza estrarlo dalla gola del giovane, tracciò una linea seghettata fino al lato destro del collo. Il sangue gli macchiò i vestiti e parte del viso mentre sentiva i gemiti strozzati di Zacky e vedeva la paura farsi largo in quegli occhi che piano piano si spegnevano. 
Estrasse il coltello quando ormai Zacky era scivolato via dalla vita. Si tirò su e si portò la lama alle labbra per sentire il sapore di quel liquido rosso e viscoso, si passò la lingua sul labbro inferiore e uscì dalla cantina.

-Meno uno...spero che il prossimo mi farà divertire un po' di più ...-, borbottò tra se, leggermente indispettito per aver ucciso Zacky così in fretta.

Tornato al piano terra perlustrò il garage e il bagno ma, in entrambi, non vide nessuno. Decise così di salire al secondo piano.
"Se non sono sotto sono sopra..."
Il lungo corridoio era immerso nel silenzio e nel buio più assoluto. 
Mosse qualche passo per poter raggiungere le ultime due stanze, aveva voglia di giocare e di sicuro quei tre non erano così stupidi da nascondersi nelle prime stanze...per la ragazza...l'avrebbe lasciata come la ciliegina sulla torta.
Spalancò la porta alla sua sinistra e questa si aprì così forte che i cardini si staccarono. Entrò nellaa stanza con un gran sospiro e riuscì a percepire un lieve profumo di lavanda.

-Chi si nasconde qui...-, sussurrò con la voce più falsa che potesse fare.

-...andiamo...vieni fuori...-, i suoi occhi da assassino guizzarono al letto matrimoniale, dietro di esso poté intravedere il comodino di cui c'era un cassettino aperto. Mosse pochi passi prima di bloccarsi di colpo.
Un colpo forte e un dolore al braccio destro. 
Brian cadde sul pavimento, colto alla sprovvista mentre si portava la mano sul braccio sanguinante.
Urlò di rabbia facendo sembrare quell'urlo quasi il ringhio di un animale, con gli occhi iniettati di sangue perlustrò tutta la stanza e nella penombra intravide Matt.

-Figlio di puttana, questa me la paghi!-

-Non se ti uccido io prima-

-No...no aspetta...ti prego non lo fare!-

Matt gli puntò la pistola contro, i suoi occhi puntarono quelli, ora, ricolmi di paura di Brian e premette il grilletto.
Il proiettile colpì Brian in pieno petto e il ragazzo si lasciò cadere a terra con un gemito strozzato e sofferente. Matt sospirò buttando a terra l'arma e si avvicinò al corpo di Brian, gli posò un piede sul braccio ferito e con il tallone dello stivale, che presentava un tacco basso, premette contro la ferita procurando a Brian un urlo.

-Oh...fa male? Beh non può far più male dell'umiliazione che mi hai provocato-, premette ancora appoggiandosi con tutto il suo peso sul braccio inerme di Haner.

-Credevi ti avrei lasciato morire così in fretta? A dire il vero...credevo sarebbe stato più difficile. Hai perso, e stai per morire, mentre il tuo piano di ucciderci è andato in fumo!-, una punta di vittoria nella voce di Matt era palese, ma quando notò che Brian stava ridendo come un malato mentale lo guardò male.

-V-vai in...in cantina...del tuo amico...Zacky...ne ritroverai solo una pozza di sangue!-

-Cosa...-

-Credevi davvero di potermi uccidere così facilmente?-, ogni sofferenza nella sua voce era svanita.

Senza che Matt se ne accorgesse si ritrovò con la lama del coltello conficcata nel polpaccio, cadde a terra urlante mentre Brian non perse l'occasione e gli saltò addosso iniziando a prenderlo a pugni, Matt parava i colpi e talvolta riusciva anche a ricambiare ma con scarsi risultati.
Passarono dieci minuti buoni a rotolarsi sul pavimento tra pugni e calci e per poco Matt riuscì quasi a scappare, ma il dolore al polpaccio aumentava ogni secondo di più impedendo al ragazzo di fare grandi movimenti. Con uno strattone Brian riuscì a tirarsi a cavalcioni di Matt, gli afferrò i capelli tirandoli con forza per poi estrarre malamente il coltello dalla gamba del ragazzo sotto di lui.
Con perversione, Brian, si leccò del sangue che gli fuoriusciva dalla bocca, godendosi l'espressione disgustata e vuota di Matt.

-Sai, dicono che in punto di morte, le persone tirano fuori il loro vero essere...-

Parole fredde e ben mirate.
Matt non poté far altro che tentare un'ultima volta a colpirlo, ma Brian riuscì a colpirlo su entrambe le braccia con la lama facendolo urlare di dolore, il pavimento iniziò a macchiarsi di sangue, l'aria stessa della stanza puzzava ma per Brian quell'odore era come afrodisiaco. Sorrise sornione prima di sedersi, letteralmente, sugli addominali di Matt, che non faceva altro che guardarlo spaventato, non aveva mai pensato alla sua morte. Non avrebbe mai pensato sarebbe stata così lenta e dolorosa.

-Vuoi che ti uccida. Te lo leggo negli occhi ...ma perché lo vuoi così tanto?-

Matt non rispose, lasciò semplicemente che una lacrima solitaria gli rigasse la guancia sporca di sangue, era così calda che gli sembrò di sentire la pelle bruciare.
Socchiuse gli occhi sentendo le forze venir sempre meno e quasi si dimenticò della stretta salda di quel pazzo sui suoi capelli.

-È una ragazza...si...lei ti manca, non è così? L'amavi...così tanto che è quasi un dolore. Cosa te la portata via?-, Brian si avvicinò di più a quel viso e dagli occhi semichiusi di Matt intravide un bagliore.

-Il cancro. Ho indovinato?-, ghignò prima di ricominciare, -Sai...potrei anche pensare di salvarti la vita. Per le persone come te la morte non è altro che un'occasione per ritornare dalle persone amate. Diabetica come cosa ...ma non posso permetterti di continuare a vivere. Mi ringrazierai credo-

In un movimento fluido Brian alzò il braccio destro per poi colpire Matt in pieno petto.
Una. Due. Mille volte. 
I gemiti di Matt si fecero sempre più flebili mentre la quantità di sangue nei vestiti di Brian non fece che aumentare. 
Soddisfatto del suo operato decise di fermarsi, fissò quel corpo martoriato sotto di lui, era così tanto ricoperto di sangue da non riconoscerlo quasi più. 
Gli lasciò il coltello conficcato in gola e decise di recuperare la pistola, notando che aveva ancora due colpi.

"E siamo a meno due..."

Johnny fu il più difficile da trovare. 
Quel ragazzo era agile, niente da ridire, era riuscito a scappare dalle grinfie di Brian per ben quattro volte. Uscendo ed entrando da una camera all'altra senza farsi notare, Brian spazientito urlò per minuti interi per il corridoio, sparò anche un colpo di pistola senza un motivo preciso, solo guidato dalla rabbia.
Johnny riuscì ad arrivare al piano inferiore senza essere visto, l'intenzione era quella di scappare e chiamare la polizia, si sentiva un codardo a lasciare i suoi amici da soli ma...la paura non gli permetteva più di ragionare lucidamente.
Arrivò alla porta di casa, fece per aprirla, ma la scoprì chiusa a chiave.
E fu questo a tradirlo.

-Mossa sbagliata, piccoletto-

Johnny fece appena in tempo a voltarsi che un colpo di pistola gli trapassò la testa.
Il sangue schizzò sulla porta, prima di un bianco immacolato, e poi il corpo del ragazzo si accasciò a terra privo di vita.

"Meno tre..."

-Jimmy...vieni fuori, traditore bastardo-, cantilenò Brian mentre tornava sulle scale e, poi, al corridoio.

   
 
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