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Autore: We are the abyss    01/03/2017    0 recensioni
“Balliamo.”
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Care to dance
Erano passate poco più di ventiquattro ore dalla caduta, dalla finta morte di Sherlock, della quale a quanto pare, ne arano a conoscenza solamente lei, il fratello Mycroft, la sua segretaria e qualche altra persona fidata; per il resto del mondo l’unico consulente investigativo era un impostore, un criminale ormai morto. Ed erano quasi ventiquattro ore che Sherlock abitava nel suo appartamento occupando la sua camera degli ospiti.
L’uomo non voleva darlo a vedere, ma Molly se ne are accorta e una volta glielo aveva detto, lui era triste quando gli altri non potevano vederlo, e così era in quel momento. Vedeva nei suoi occhi quanto fosse devastato, quanto soffrisse nel sapere che le persone a cui tiene stanno male per lui. Anche lei, pur sapendo che lui era vivo ed era lì con lei, stava soffrendo. Era un grosso fardello quello che stava portando ma Sherlock le aveva chiesto aiuto e lei glielo aveva promesso. Sapeva in oltre che rigirando il dito nella piaga non avrebbe risolto nulla. E così un’idea balenò nella sua mente che sicuramente avrebbe aiutato lei a non pensare e Sherlock a rilassarsi. Abbandonò il libro sulla poltrona mentre si alzava di scatto per andare nello sgabuzzino.
 Sherlock intanto disteso nel divano osservava i gesti di Molly senza cercare di capirli. Aveva troppa confusione nella testa e questo non andava bene. Aveva anche bisogno di dormire, cosa che gli dava abbastanza fastidio, ma appena chiudeva gli occhi gli incubi l’attanagliavano.
Perso nei suoi pensieri non si accorse che la giovane patologa era ritornata con uno scatolone in mano, aveva inserito un disco in vinile nel mangiadischi e si era seduta vicino a lui sul tappeto. Quando lei gli aveva preso la mano lui automaticamente l’aveva stretta ed appoggiata al petto. Quel leggero ed innocente contatto lo faceva sentire bene, al caldo e a casa.
“Balliamo.”
La delicata voce di Molly aveva rotto il silenzio cullato dalla musica. Lui l’aveva guardata con stupore. Era stranito dal coraggio che aveva tirato fuori la sua piccola Molly ma aveva accettato ben volentieri, infondo aveva bisogno di distrarsi prima di affrontare la missione.
Nessuno di due aveva più proferito parola ma lui l’aveva stretta a se sovrastandola con la sua altezza; avevano entrambi chiuso gli occhi e si erano fatti cullare dalla musica lasciando fuori tutti i problemi ed i pensieri.
Quando la musica finì e Sherlock aprì gli occhi Molly sapeva che la sua idea aveva funzionato perché in essi vi era una luce diversa, la scintilla di un sentimento positivo.
“Sono contenta che la mia idea abbia funzionato.”
“Ho sempre saputo di poter contare su di te Molly Hooper.”
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Se ne era andato il giorno dopo, una berlina nera si era fermata fuori dal suo palazzo ed il cellulare di Sherlock aveva iniziato a squillare: la missione era iniziata.
Lui l’aveva lasciata con un bacio sulla guancia.
“Grazie mille Molly Hooper, tu riporti ordine nel mio caos.”
Prima di chiudersi la porta alle sue spalle aveva aggiunto: “Non posso promettere di tornare ma farò di tutto per riuscirci.”
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Alla fine ce l’aveva fatta, era tornato, più tormentato di prima perché quello che ha dovuto passare deve essere stato terribile anche se non voleva darlo a vedere per non fare soffrire ulteriormente John.
Dopo lo shock iniziale dovuto al suo ritorno Mrs Hudson aveva pensato e soprattutto considerato essenziale organizzare una festa alla quale Sherlock aveva in tutti i modi, ma senza possibilità di riuscita, tentato di disertare. E fu dunque durante quell’occasione per puro caso o per volere di Sherlock che la stesa musica che aveva riempito l’appartamento di Molly Hooper più di due anni prima ora stava riempiendo anche il 221B di Baker Street.
Sherlock aveva così attraversato a grandi falcate la stanza piazzandosi davanti a lei mentre le porgeva la mano.
“Balliamo.”
Non era una domanda la sua, come non lo era stata quella della patologa anni prima.
Tutti erano rimasti stupiti di quel gesto, che ai loro occhi sembrava strano dato che era stato compiuto dal consulente investigativo; questo però, almeno in quel momento, non tocco minimamente i diretti interessati. Finito il ballo la patologa si accorse che nessuno aveva commentato quanto fatto da Sherlock e di questo fu grata.
Quando fu ora di andare Sherlock la bloccò sulla porta per posarle un bacio sulla guancia.
“Grazie. Davvero grazie Molly Hooper.”
“No, grazie a te Sherlock Holmes.”
   
 
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