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Autore: Seeph    01/03/2017    2 recensioni
❝Io sono un essere umano!❞
❝Non più.❞
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kim Taehyung/ V
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Not today
 
 

Le luci artificiali sfrigolavano mentre Kim Taehyung, ammanettato e scortato da due uomini della sicurezza molto più alti e robusti di lui, attraversava uno degli innumerevoli corridoi dell’area nella quale era stato condotto con la forza. La lunga frangia castana copriva parzialmente i suoi occhi e la felpa rossa che indossava era in netto contrasto con le pareti grigie e anonime di quel luogo.
L’attimo prima si trovava all’esterno, quello dopo relegato sotto terra. Aveva sentito parlare di quel luogo prima di arrivarci: un immenso bunker situato al di sotto del suolo terrestre che si estendeva per chilometri e chilometri; un’enorme base militare segreta appartenente al Governo mondiale che, dopo la parziale distruzione del mondo avvenuta non molto tempo prima, era stata resa un vero e proprio laboratorio all’avanguardia.
Lì un’equipe specializzata, composta da scienziati e professionisti provenienti da ogni parte del globo, studiava minuziosamente ogni soggetto al fine di decretare la condizione dell’individuo, dichiarandolo idoneo ad essere nuovamente introdotto al nuovo mondo, quello che dopo la guerra e il periodo buio si sarebbe andato a creare, oppure in caso contrario ordinarne la cessazione.
Il periodo buio, così definivano il lasso di tempo dopo la guerra, aveva lasciato dietro di sé tanta distruzione, morte –la popolazione mondiale, che contava più di sette miliardi di esseri umani prima della guerra, era scesa e due e qualche centinaio in soli tre anni- terrore puro e una fortissima concentrazione di radiazioni anomale convogliate in ogni punto dell’intero globo. Queste radiazioni, nessuno sapeva precisamente in che modo, erano state in grado di modificare i DNA di alcuni particolari individui, probabilmente già soggetti a quel tipo di mutamento, rendendoli più forti, più veloci e più intelligenti di qualsiasi altro comune essere umano. E il Governo mondiale, o quel che rimaneva, sentendosi minacciato da quella nuova sconosciuta forma di vita atipica, aveva dato il preciso ordine all’esercito di catturare ogni individuo presente sul pianeta terra e terminare tutti coloro i quali avrebbero reagito positivamente al test.
Li chiamavano NH; non-human. E Taehyung era uno di loro. Dopo essere stato catturato all’esterno, a pochi chilometri da quella che lui chiamava prigione, era stato portato immediatamente alla base e lì, dopo aver svolto il test al fine di decretare la sua condizione, era risultato positivo.
“Io non sono pericoloso! Non sono stato infettato dalle radiazioni!” aveva allora urlato Taehyung, disperato quanto sicuro delle sue parole, un istante dopo aver ricevuto il responso. “Io sono un essere umano!”
E una giovane donna dai tratti caucasici, con dei biondissimi capelli raccolti in un ordinato chignon basso, l’aveva guardato con i suoi occhi color ghiaccio attraverso gli occhiali dalla montatura sottile. “Non più.”
Ma Taehyung si era rifiutato di crederle. Perché lui era ancora un essere umano, ne era sicuro, per quanto quello stupido test potesse decretare il contrario. Perché lui non si sentiva più forte o intelligente. Non si percepiva diverso, era sempre lui, solo molto più spaventato di quanto non fosse mai stato in tutta la sua breve vita.
Taehyung aveva nuovamente urlato di essere ancora un essere umano; come quando un pazzo viene internato in un manicomio ma continua a proclamare la sua sanità mentale, oppure un assassino che urla da dietro le sbarre di una cella di essere innocente.
“Terminatelo” aveva allora ordinato la donna, irremovibile, stanca di quel giovane e delle sue parole. Poi due uomini della sicurezza, riemergendo dal fondo della stanza, lo avevano preso di peso ammanettandolo e portandolo via.
E forse fu proprio quella paura, dell’insano terrore di essere così vicino alla morte, a dargli la forza di reagire e lottare per la sua vita qualche minuto più tardi.
Avanzava ancora, Taehyung, attraverso quell’interminabile corridoio avvolto nella penombra, mentre le due guardie tenevano la presa salda su entrambe le sue spalle, scortandolo verso la stanza della cessazione. Un appellativo non particolarmente invitante a detta del giovane. Non sapeva nemmeno perché si stesse ancora facendo guidare da quei due energumeni al suo seguito.
Dopo quelli che gli parvero istanti interminabili uscirono da quel corridoio, solo per immettersi in un altro passaggio poco più stretto del precedente. Ma lo sguardo attento di Taehyung si fermò sull’ascensore, quello che salendo l’avrebbe condotto alla libertà, e sul gruppo di persone, quelle che erano risultate negative al test e quindi libere di lasciare la base, entrare al suo interno.
E fu in quell’istante che, vedendo le porte scorrevoli in vetro dell’ascensore chiudersi definitivamente e la spessa lastra di metallo cominciare ad abbassarsi, spinto da un forte desiderio di libertà intraprese una folle corsa verso quelle porte, prima che quella lastra potesse toccare il suolo e relegarlo per sempre in quel luogo. Taehyung si ritrasse repentinamente dalla presa delle due guardie, corse e, distruggendo le manette d’acciaio con uno strattone sorprendentemente potente quanto violento, scivolò sul lastricato spaccando con un pugno le porte in vetro. Fu lui stesso a stupirsi di quella forza che, per quanto si sforzasse di ricordare, non gli era mai appartenuta.
La lastra di metallo sulla sua testa, abbassandosi sempre più, gli avrebbe inevitabilmente reciso il braccio. Eppure, quando quella andò a pressare contro il suo arto, non successe nulla di tutto ciò. E forse, Taehyung, sul serio non era più un essere umano. Perché un ragazzo normale se lo sarebbe ritrovato tranciato quel braccio, mentre lui no. Non avvertì nemmeno il minimo dolore, eppure neanche a quel punto diede ragione alle parole di quella donna. Mai avrebbe rivalutato quel responso.
Il gruppo di persone all’interno dell’ascensore non ci pensò due volte ad aiutare il ragazzo in difficoltà, sebbene in cuor loro sapessero di star aiutando un NH, perciò un nemico, a fuggire. Era illegale aiutare quegli individui, lo sapevano, ma con che coraggio avrebbero lasciato morire quello che un tempo era un essere umano proprio come loro? Così un uomo frantumò completamente il vetro e una ragazza, dai lunghi capelli bruni raccolti in una coda alta, lo afferrò per un braccio e lo trascinò versò di sé.
Il giovane fuggitivo, ormai all’interno dell’abitacolo e con la guancia ancora pressata contro il pavimento dell’ascensore, vide i due uomini della sicurezza, coloro ai quali era stato affidato e ordinato loro di condurlo verso la morte, inveire brutalmente e correre in sua direzione. Poi la lastra di metallo si abbassò completamente e l’ascensore prese a salire. Taehyung si rimise in piedi e nessuno intorno a lui parlò, nessuno gli chiese perché stesse scappando, quello probabilmente poterono benissimo intuirlo da sé.
E quando la sommità dell’ascensore si aprì, i volti dei presenti vennero irradiati dalla luce emanata dal Sole e dal suo dolce e confortante tepore. Niente più bianchissime luci artificiali e luoghi angusti, claustrofobici. Il pavimento sotto ai loro piedi avanzò nella sua ascesa fino ad arrestarsi e divenire un tutt’uno con la superficie a specchio al loro cospetto. E fu a quel punto che Taehyung realizzò di trovarsi al centro di una grande lastra circolare: l’ingresso –o in quel caso uscita- della base militare. Il cielo plumbeo, adornato da scure nubi, si rifletteva in essa e il paesaggio a circondarlo, occupato da vasti spazi aperti e alte montagne, era tinto con sfumature rosa e arancio.
Tutto taceva attorno a lui, nemmeno il gruppo di persone alle sue spalle osava proferire parola. Perciò Taehyung avanzò fino alla fine della superficie e poté dire di essere davvero evaso da quel freddo e spaventoso luogo quando finalmente le suole delle sue scarpe sfregarono contro la ghiaia.
E così Taehyung, sentendo le piante dei piedi pizzicare e l’adrenalina scorrergli nelle vene come mai prima d’allora aveva percepito, lasciò tutti indietro e cominciò a correre sentendo il vento sferzargli le guance e avvertendo quell’indescrivibile senso di libertà penetrargli fin dentro l’anima.
 
Il loro scopo d’ora in avanti sarà quello di trovarmi e uccidermi. E forse un giorno mi cattureranno nuovamente, mi riporteranno alla base e riusciranno a terminarmi. Forse un giorno, magari nemmeno troppo lontano, questo succederà ma di una cosa sono pienamente convinto: quel giorno non sarà oggi.




 



Hello~
Ciò che avete appena letto, se ve lo steste chiedendo (e credo proprio sia così), è frutto di un mio sogno ricorrente.
Sogno che, ci tengo a precisare, mi ha sconvolta e non poco, perciò ho deciso, 
chissà perché poi, di scriverci una OS a riguardo.
Come ho già detto ad un paio di amiche: Taehyung in Not today mi ha sconvolto l'esistenza.
Sarà per questo motivo che il mio subconscio mi porta a sognare cose del genere...
E nulla... Grazie per aver letto questa roba ed essere arrivati fin qui~!!
   
 
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