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Autore: LA dreamer    04/06/2009    5 recensioni
Lasciò una lettera sul freddo marmo della tomba.
Ancora una volta le parole era arrivate dal nulla senza che niente e nessuno le avesse ispirate, solo il suono della sua chitarra e quello sguardo perso che non avrebbe mai dimenticato, erano stati gli autori di tanta dolcezza e di tali parole.
Si alzò dalle sue ginocchie e infilandosi gli occhiali da sole uscì dal cimitero guardando verso l'alto, salutandola per un'ultima volta ancora...
Piccola one-shot sugli Avenged in particolare su Syn!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Synyster Gates
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stella viveva per la musica.
La musica viveva in Stella.
Era nata con essa nelle vene, con la combinazione di sette note che formavano la sua colonna sonora personale, e anche nel momento della morte, la sentiva nell'anima, nella sua anima.
Stella era invisibile agli occhi umani e la vita non l'aveva mai davvero considerata. Aveva vissuto parte della sua vita chiusa in un mondo difficile da capire, dove le persone non avevano l'accesso, dove nessuno potevo permettersi di sputare sentenze e criticare ciò che si era creata con poco.
Li c'era solo musica, la forza di una chitarra ritmica che accompagnava la melodia verso l'apice della sua bellezza, una chitarra solista che compariva e scompariva lasciando uno squarcio nel suo cuore; e poi un basso chiuso e tenebroso come era lei, una batteria capace di dare al proprio corpo esplosioni adrenaliniche mai sentite prima. Mancava solo la voce e l'opera era completa.
A Stella bastava solo questo, il resto poteva andare avanti senza di lei, che importanza aveva se non aveva amici?se nessuno sapeva della sua esistenza quando aveva la musica a farle compagnia, a farla sentire parte di persone lontane e quasi magiche che con poco la facevano sorridere.
Le era bastato questo per anni, ma arrivò anche il momento in cui la musica non riuscì più a fare il suo dovere e si perse via scemando come la fine di un cd ascoltato più volta, come la fine di un'opera che non ha perso valore durante la sua durata.
La vita di Stella era scemata via come un soffio del vento su un mucchio di foglie, era scomparsa nel momento esatto in cui l'ultimo accordo di Dear God era sfumato.
Aveva pregato anche lei quel Dio di cui i suoi idoli parlavano, l'aveva pregato di abbracciarla e farla sentire viva, ma lui non aveva risposto, anche lui non si era degnato di darle un appoggio che la facesse rimanere dov'era, dentro una vita che non aveva voluto e non aveva chiesto, in mezzo ad un mondo pieno di ipocrisia.
Così se n'era andata in un pomeriggio di Luglio durante una giornata che agli occhi umani sembrava normale.
Per Stella non fu così. Chiusa in un bagno privo di emozioni, con candele che emanavano la sua fragranza preferita se n'era andata in punta di piedi senza far rumore, senza farsi notare, senza dare nell'occhio. Lasciò sua madre che madre non considerava, lasciò questo mondo fatto solo di paure e solitudine, fatto di ipocrisia e falsità. Lasciò il suo unico e vero amore. Un amore imparagonabile alle persone normali, un amore che non sarebbe mai scoppiato nel vivo del suo corso, ma che la faceva sorridere.
Non riuscì nemmeno a sentire l'inizio di Seize The Day che i suoi occhi si chiusero per non riaprirsi più, camminando a piedi nudi sulle nuvole verso un Paradiso che era vasto, per non far mai più ritorno sulla strada della vita.
L'ultimo pensiero andò a lui. Al suo amore incondizionato per un ragazzo che probabilmente non ricordava nemmeno il suo nome.
Ma l'amore che Stella provava nei confronti di Synyster Gates non era un amore da fan strappa capelli e stupida senza cervello, il suo amore andava al di là delle barriere umane, andava oltre al banale e all'affettivo, quel ragazzo, anche senza saperlo, le aveva regalato gli ultimi anni della sua vita.
Era un amore diverso, più grande di quello di Rome e Giulietta, meno sofferto di quello di Otello. Era un amore speciale che nemmeno lei sapeva spiegare, ma tanto nona avrebbe dovuto spiegare niente a nessuno, l'importante è che fosse lei a crederci più di quanto potesse.
Prima di addormentarsi rivide gli occhi di quel giovane ragazzo che con solo sei corde l'aveva fatta sognare, sentì di nuovo la sua voce che la salutava, il sorriso che le dedicò restituendole il block notes. Ma soprattutto ricordò quel giorno come se lo stesse rivivendo ancora una volta.
Sola nel caldo di Laguna Beach era andata a quel concerto, era rimasta indietro per godersi lo spettacolo come se fosse il nettare degli Dei e aveva chiuso gli occhi per la maggior parte del tempo sentendo le note entrare nelle sue orecchio e rimanere intrappolata in circuiti virtuosi del suo cervello. Le sentiva pulsare come sangue nelle vene, le sentiva così tanto sue che sembrava fosse lei a suonarle. E voleva che accadesse questo, voleva farle sue per non doverle condividere con nessuno. Quello era il suo nettare, quella era la sua ninfa vitale.
E poi ci fu quell'incontro.
Uscì dal palazzetto, sentì le persone urlare e una voce che riconobbe subito ridere e salutare. Si avvicinò timorosa di essere ancora una volta invisibile, invece lui la notò.
Vide quello sguardo spento, un tempo acceso. Vide quel viso triste e nascosto da un cappuccio troppo grande. Vide due occhi azzurri che mai e poi mai prima aveva visto in vita sua. Cercò di scavare dentro quello sguardo così vuoto per trovare una piccola scintilla, ma non la vide, non fu capace di trovarla, vide solo paura, vide distanza, vide la morte scritta in quegli occhi così belli.
Si liberò dalla persone e le si avvicinò timoroso. Le prese dolcemente il block notes dalle mani e con l'espressione concentrata iniziò a scrivere. Non si dissero niente, lui sorrise, lei rispose appena senza spingersi troppo al limite che si era promessa. E dopo attimi che sembravano interminabili lui si girò e scomparve tra le porte del palazzetto.
Quell'incontro rimase per sempre impresso nel suo cuore. Ancora ora si chiedeva il motivo di un gesto così grande.
Ma le parole rimasero nel cuore di lei. Vennero incise su una fredda lapide e volarono nel vento che cantava le loro canzoni.
<< Da uno sguardo perso, da un sorriso stentato, sento il delicato tocco di una chitarra che suona una melodia sconosciuta. Il potere della musica ha permesso la vita, la vita ha permesso l'entrata della musica come ninfa vitale di un'esistenza persa...Synyster Gates >>
Ecco ciò che rimaneva di Stella, queste parole, la consapevolezza di sapere che per qualcuno lei esisteva ancora, come esisteva il ricordo di quegli occhi spenti.
Stella se ne andò con quel pezzo di carta stretto tra le mani e lo sentì più vicino a lei, lo sentì suonare la sua marcia funebre, lo sentì perdersi con lei nel potere della musica. Anche la musica non riuscì più a salvarla dalla comparsa delle tenebre.

Syn venne a sapere della morte di quella ragazza.
La fonte rimane ancora oggi sconosciuta.
Si sentì morire lui stesso, come se avesse predetto quel momento, come se l'avesse letto nei suoi occhi. Sapeva che sarebbe successo, ma in quel momento non poteva reagire non ne aveva il potere.
Senza dire niente si recò al cimitero e la trovo, come se la sua lapide risplendeva di luce propria, come se lo stesse chiamando. Camminò sui ciotoli fino a riconoscere la sua foto.
Anche li non sorrideva.
Si tolse gli occhiali come segno di rispetto e iniziò a leggere le parole che lui stesso aveva scritto su un pezzo di carta smarrito nel nulla.
Accarezzò la lapide e le lettere in rielievo. Non la conosceva, non sapeva nemmeno chi fosse, ma era come se qualcuno gli avesse strappato un pezzo di se, perchè lui per prima aveva letto nel suo sguardo la paura di vivere, la voglia di scomparire da questo mondo pieno di merda e dolore.
Rimase li per molto, non sapeva bene nemmeno lui quanto e prima di andare poggiò sull'erba un pezzo di carta.
Ancora una volta le parole era arrivate dal nulla senza che niente e nessuno le avesse ispirate, solo il suono della sua chitarra e quello sguardo perso che non avrebbe mai dimenticato, erano stati gli autori di tanta dolcezza e di tali parole.
Si alzò dalle sue ginocchie e infilandosi gli occhiali da sole uscì dal cimitero guardando verso l'alto, salutandola per un'ultima volta ancora...
<< Tra i petali di una rosa rossa, tra le lacrime di una madre piena di dolore, entra in scena una sei corde nera che suona una melodia triste, ma gioiosa di una vittoria personale. Ancora una volta quella chitarra suona una nota dietro l'altra componendo qualcosa di unico e se ora continuerà a suonare sarà solo nel ricordo di te, di ciò che eri, di ciò che sei stata e di ciò che sarai: La melodia di una chitarra solitaria >>

LA dreamer xxx
  
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