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Autore: maddybettucci    07/03/2017    1 recensioni
Hannibal e Carice alla fine del film ... cosa sarà successo prima che la giovane riuscì a scappare?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarice Starling, Hannibal Lecter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Lasciò cadere con naturalezza un sudicio strofinaccio su Paul, che già cominciava a perdere coscienza, dandomi le spalle.
Era il momento buono.
Aprii la porta piano, senza far rumore, braccio destro alzato, pronta a colpirlo col candelabro d'argento che stringevo con ben poca decisione. Ma mi percepì, e, girandosi di scatto mi bloccò la mano in aria, facendo cadere la mia arma.
Allora lottammo. Lottammo furenti. Lottammo per la nostra vita.
Poi mi sospinse con violenza contro lo sportello del frigorifero, facendo tintinnare le bottiglie che erano dentro.  Mi immobilizzò, i polsi stretti nelle sue mani, ed ammirò soddisfatto la sua preda, guardandomi dritta in viso.
Io ero lì, a collo scoperto, ansimante. Mi aspettavo di tutto.
Poi ruppe il silenzio:  ”Ho attraversato mezzo mondo per vederti correre, Clarice…”. Si avvicinò, lentamente, al mio viso, per poi tornare indietro. ”Ora tocca a me”.
Mollò per un attimo la presa, come impietosito, ed io colsi quel breve attimo per fare ciò che dovevo.
Mi scagliai su di lui con veemenza, e cercai il suo collo con le unghie; Ma le mie ferite, una alla spalla e l'altra al cuore, erano ancora molto dolorose, e ancora una volta riuscì a immobilizzarmi contro il frigorifero.
Si fermo vicino, molto più vicino, tanto che potevo sentire il suo respiro sopra il mio collo.
Aprì lo sportello, con me davanti, e fece cadere la mia coda di cavallo nell’apertura. Poi chiuse di scatto, incastrando i miei capelli nello sportello, e ruppe la maniglia. Si allontanò un po' da me, con un mezzo sorriso sul volto, e la appoggiò sopra il frigo.
Cominciò a parlare, lasciandomi le mani: “Dimmi Clarisse, Tu mi diresti mai: fermati, se mi ami fermati?”
“Neanche tra un milione di anni!” risposi, con un groppo in gola ”Neanche tra un milione di anni.” ripeté, quasi sogghignando.
Si avvicinò al mio volto, vicinissimo, famelico, ed accennò un morso, battendo i denti, e temetti (o forse sperai) il peggio. Allontanandosi un poco, ammirò il mio volto, e proclamò compiaciuto: ”Così mi piaci”. Poi si avvicinò di nuovo, e velocemente mi baciò.
Fu un bacio doloroso, bruciante, che non ricambiai, lì sullo sportello. Allora pensai che era il momento buono per far ciò per cui ero venuta, e svelta mi ammanettai a lui, il suo polso unito al mio, per impedirgli di fuggire di nuovo.
Rimanendo sulle mie labbra,  aprì gli occhi e si fissò la mano. Poi mi guardò e si allontanò, in tempo per vedere una lacrima bollente rigare il mio volto.
Perché era scesa? Perché faceva male?
Si staccò dal mio corpo e alzò la mano, per contemplare il suo polso chiuso saldamente nell’anello di ferro.
“Questo è molto interessante, Clarice”, disse ”Ma ho davvero pochissimo tempo, quindi dimmi … dov’è la chiave?”.
Si appoggiò a me, ma questa volta sembrava più minaccioso ”Dov’è la chiave?”. La foga dell'amante sembrava scomparsa, e riaffiorava il freddo assassino.
Non risposi.
La polizia era in arrivo, si sentivano già le sirene, e lui si allarmò. “Ok…” proclamò girandosi verso il tavolo della cucina ed impugnando una mannaia. Il metallo era lucido, e scintillava nella luce soffusa del cucinino.
Mi strattonò con forza verso il tavolo, e, bloccandomi il braccio, premette la sua mano sopra la mia, immobilizzandomi quasi completamente.
Mi strinse il polso con più forza.
“Sopra… o sotto il polso … Clarice?” chiese beffardo, agitando la lama splendente.
Stetti in silenzio, cercando di apparire coraggiosa. Anche in quel momento tenevo alla sua considerazione, e volevo apparire come Agente Starling, non come Clarice, ai suoi occhi.
Alzò la lama. “Farà davvero male…”disse, guardandomi dritta in viso.
Mi sembrò di scorgere una goccia di dispiacere nei suoi profondi occhi grigi, ma in quel momento capii che lo  avrebbe  fatto davvero.
Stringendo i denti calò la mannaia.
Udii un tonfo sordo, ed io chiusi velocemente gli occhi ed urlai forte.
Poi però mi accorsi che non provavo alcun dolore, quindi riaprii gli occhi, in tempo per vedere il polso di lui luccicare di rosso, e poi il sangue uscire a fiotti sul tavolo.
 
   
 
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