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Autore: KakashinoSharingan    09/03/2017    2 recensioni
*Nota: il titolo della storia è provvisorio!
Sorrel, trasferitasi a Oros da Johto, diventa allenatrice di Pokémon per sfuggire a una situazione familiare complicata. Il suo sogno è completare le ricerche iniziate dal padre, misteriosamente scomparso anni prima. Tuttavia anche le distese erbose di Oros nascondo dei pericoli. Una banda di criminali sta attentando alla sicurezza della regione, e Sorrel durante il suo viaggio incontrerà una vecchia conoscenza.
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La regione di Oros l'ho inventata ad hoc per questa fic. Il nome non è molto originale in realtà, e una volta giunti al primo capopalestra si capisce subito da cosa deriva. Tuttavia ho mantenuto i 802 Pokémon originali, non me ne sono inventata di nuovi. La decisione di ambientare il tutto in una nuova regione è per mantenere una certa libertà di trama!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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CAPITOLO 1
Dalla città alla campagna


Sin da quando ci siamo trasferiti a Oros ho iniziato a sentirmi a disagio. Dopo aver vissuto per sedici anni nella caotica Fiordoropoli, nella regione di Johto, la pace che regna nelle campagne di Oros mi lascia un senso di vuoto, quasi mi avessero asportato un organo. Non che non mi piaccia, anzi l'aria pulita di Lyra, la città in cui ci siamo trasferiti, è una goduria per le mie narici ormai intasate dallo smog della città. Però mi sento sempre come se mi mancassero dei pezzi, come se il mio cuore fosse rimasto nel nostro piccolo appartamento di città.
«Sorrel, la cena è pronta!» sento mia madre che mi chiama dal piano di sotto. Un'altra cosa a cui faticherò ad abituarmi sono le dimensioni della nuova casa: prima abitavamo in un bilocale, ora stiamo in una villa, e anche urlando da una parte all'altra della casa non è detto che ci si riesca a capire.
«Arrivo!» passo velocemente dal bagno per raccogliermi i capelli, perché il compagno di mia madre, Laurence, odia vedermeli sciolti a tavola.
Il motivo per cui abbiamo lasciato il cuore di Jotho per venire in questa regione dispersa nel nulla è proprio lui in realtà, anche se ci sono altre cause di fondo. Da quando mio padre è scomparso durante una delle sue ricerche, mia madre ha sofferto la solitudine ed era caduta nell'alcolismo. Ha passato diversi compagni, ma nessuno riusciva a darle ciò che lei stava cercando. Finchè non ha incontrato Laurence, due anni fa, che era a Fiordoropoli in viaggio. Inutile dire che lui aveva una casa di famiglia, molto spaziosa, a Lyra, e ovviamente si tratta della casa in cui stiamo vivendo ora.
Non mi trovo male con lui, è solo che da quando ci siamo trasferiti nonostante siano ormai passati un paio di mesi mi sento sempre come se ci fosse qualcosa che non va.
La cena trascorre senza problemi, il Litten di mia madre che si struscia contro la mia gamba per ottenere gli avanzi e io che glieli passo senza farmi vedere da lei. Non conversiamo molto durante i pasti, ma non abbiamo mai avuto questa abitudine quindi la cosa non mi disturba.

Dopo cena me ne torno in camera e mi metto a cercare notizie al computer. Per quanto mia madre abbia cercato di tenermi alla larga dagli studi scientifici, temendo che facessi la fine di mio padre, ho ereditato oltre ai suoi occhi verde smeraldo anche la sua inesauribile sete di conoscenza e quindi eccomi qui a cercare informazioni di ogni genere. Non so nulla delle ricerce che stava conducendo mio padre quando è scomparso, ma il mio sogno nel cassetto è quello di riuscire a completarle. L'unica pista che ho sono gli argomenti dei suoi studi precedenti, e sto cercando di trovare qualche collegamento fra di essi.
Dopo poco sento però bussare alla porta e temendo che sia mia madre spengo il computer prima di andare ad aprire. Fortunatamente è Matt, il mio nuovo vicino di casa. Ci conosciamo da poco, però abbiamo stretto amicizia in fretta, sia perché siamo gli unici adolescenti che abitano nell'arco di qualche chilometro sia perché siamo piuttosto compatibili.
Mi tira un pugno amichevole sulla spalla: «Ci hai messo un secolo ad aprirmi! Che stavi combinando?» mi chiede, fingendo di essere arrabbiato.
«Scusa, ero al computer» rispondo, stringendomi nelle spalle.
Lui scoppia a ridere: «Stavo scherzando. Ancora con quelle ricerche?»
Annuisco. In quel momento spunta dietro di lui il suo Sentret. Io come al solito non resisto e prendo in braccio quel batuffolino, che risponde strofinandomi la coda sul viso.
«A Johto c'erano branchi interi di Sentret! Mi ricordi la mia casa» gli sussurro dolcemente. Lui sembra apprezzare il complimento, perché inizia a strofinarmi la coda addosso con ancora più vigore.
«Se fa così significa che gli piaci» mi spiega Matt, sorridendo. Ricambio il sorriso, per poi chiedergli: «Non mi hai ancora detto perché nonostante tu abbia un Pokémon non sei ancora partito per partecipare alla Lega Pokémon. Non è il sogno di ogni allenatore?»
Lui scrolla le spalle: «Forse, ma io sono diverso. Voglio molto bene a Sentret, ma anche alla mia famiglia. Poi quello che sto facendo in realtà mi piace molto.»
«Dici aiutare nel negozio?»
Annuisce. Sua madre ha un piccolo negozietto sulla strada poco fuori Lyra, nel quale produce medicine naturali utilizzando erbe e bacche. È una salvezza per molti viaggiatori, e anche molti Centri Medici Pokémon si riforniscono da lei. Essendo rimedi naturali hanno pochissimi effetti collaterali, se non quello di avere un pessimo gusto.
«Tu invece non mi hai ancora spiegato perché non hai alcun Pokémon. Tua madre ha addirittura un Litten, è raro vederne in giro da queste parti e per quanto ne so nemmeno a Johto sono così diffusi.»
Stavolta è il mio turno di scrollare le spalle: «Pare che mia madre abbia conosciuto Litten durante il suo viaggio di nozze con papà, prima che nascessi io. Non lo ha mai allenato però, è domestico. Io invece non alleno Pokémon per dedicarmi alla ricerca.»
«Ma scusa, viaggiando non sarebbe più semplice compiere ricerche?» mi chiede Matt.
Sospiro prima di spiegargli la mia situazione familiare: «Mia madre non mi farebbe mai partire per un viaggio. Mio padre a Johto era uno scienziato abbastanza famoso, ma dopo essere partito per uno studio importante si persero completamente le sue tracce. Mia madre ci mise anni a rimettersi dopo quella volta e credo che se partissi crollerebbe.»
«Mi dispiace» mi dice lui, ma poi lo vedo illuminarsi «che ne diresti però di lavorare nel Centro Medico Pokémon qui vicino? So che cercano apprendisti e a te i Pokémon piacciono! Non credo che tua madre abbia da ridire per uno spostamento di dieci minuti in bicicletta, no?»
Rido per il modo gentile in cui è ruiscito a schernire mia madre e annuisco: «Domani consegnerò il curriculum! Grazie!»
Ci salutiamo, poi lui torna a casa. Io riaccendo il computer e per la prima volta dopo molto tempo non sto cercando informazioni su mio padre.



Note dell'autrice
Eccomi qui con il primo capitolo della fanfiction su Pokémon. Sono secoli che non scrivo, spero di non essermi arrugginita. Per questa fic ho deciso di creare una nuova regione, per non essere troppo vincolata alla trama già esistente, anche se Sorrel è originaria di Johto. Il nome Sorrel l'ho trovato su un sito di nomi inglesi, altri nomi come quello di Matt li avevo usati anni e anni fa in una fic sempre su Pokémon (ma mai conclusa o pubblicata).
Questo era un piccolo capitolo introduttivo. Ho deciso di discostarmi un pochino dalla linea innocente dell'anime per proporre una situazione un pochino più realistica (per quanto possibile). In generale comunque mi sono basata più sulle meccaiche dei videogiochi che non su quelle dell'anime!
Grazie a tutti quelli che hanno letto questo primo capitolo, spero che i prossimi saranno all'altezza!
   
 
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