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Autore: CremeAthena    11/03/2017    0 recensioni
Dopo aver eliminato Asgore e Flowey, Frisk è riuscito a superare la barriera e presumibilmente a tornare a casa, mentre le sei anime umane raccolte dal re defunto sono scomparse. Da allora regna l'Imperatrice Undyne, che come primo provvedimento ha indetto la caccia agli umani, volendo vendicare il re e la regina uccisi da Frisk, dopo aver giurato vendetta contro questo umano. Ma da allora sono passati molti anni, l'Underground è stato militarizzato, ormai l'uomo non ne sa più nulla.
Ma se una ragazzina cadesse nuovamente nelle Rovine? Quale storia si genererebbe? Cos'è cambiato intanto nel mondo dei mostri?... Scopriamolo insieme.
Genere: Fantasy, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Chara, Nuovo personaggio, Sans, Un po' tutti, Undyne
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Angolino dell'autrice:
Heya! Regalino per i miei lettori, due capitoli di fila! In realtà ho da studiare per i prossimi giorni, quindi ho pensato di pubblicare questo bel pezzo per farmi perdonare per la futura assenza. ^3^" La storia comincia a farsi più cruda, verso la fine è presente un po' di violenza e la prima uccisione della protagonista, e a questo proposito voglio fare un giochino con voi, il mio adorato pubblico. Chi sarà il primo essere ucciso da Pleya? Provate a indovinare e leggete fino alla fine! (... Non barate, vi vedo!)
EDIT: C'è stata una piccola modifica, avevo dimenticato di far diventare polvere il corpo di un mostro morto, ma nulla che modifichi il capitolo in modo esagerato. Lasciatemi una recensioncina se vi va e mettete la storia tra le seguite per rimanere aggiornati!;)
Buona lettura.~

 

~ Capitolo I-4 ~ First Blood ~


«Beh, che dire, il Sole visto da qui è fantastico... Ah, anche se in fondo è eccitante stare qui.» Stava commentando Pleya, rimasta dove ci eravamo lasciati, mentre contemplava la luce solare tramite la registrazione in corso. Non si vedeva direttamente il globo solare, probabilmente o era ancora presto o si stava andando verso il tramonto. Non c'era altro da fare che proseguire. Nel silenzio delle rovine, che ora l'umana sapeva essere abitate da piccole creature dalla mente potenzialmente come la sua, ella tornò alla crocevia e decise di proseguire per la direzione originale del corridoio, evitando di andare a sud. Perchè? Sinceramente, a caso. Proseguendo dunque si trovò in un altro corridoio, illuminato ai lati da torce accese innestate nelle mura. Il pavimento roccioso era coperto di foglie rosse dal colorito lucido, non calpestate da molto probabilmente. Cosa la aspettava lì? L'umana avanzò tra le foglie, ma non notava alcun pericolo, nè sulle mura nè dinnanzi a sè, e nemmeno sopra. «Wow, sto diventando troppo sospettosa.» Commentò a bassa voce, una volta giunta in fondo alla sala senza alcuna ferita nè alcun pericolo. Di nuovo scale, anche queste illuminate da torce da un lato. Dove stava andando esattamente? Salì anche queste scale e si ritrovò in un'altra stanza vuota dal tetto naturale aperto, che lasciava dunque filtrare la luce. In mezzo al tutto, era sottolineata dalla luce la presenza di una grossa lapide, con sopra di sè una piccola scultura che rappresentava un globo con le ali. Pleya si fermò sulla soglia e chinò il capo, chiudendo la videocamera. Quel luogo... Era la tomba di qualcuno. Si avvicinò lentamente con un solenne silenzio. «Splash.» Eh? Solo ora che era giunta vicino al monumento sepolcrale si accorse che attorno ad esso c'era una piccola pozza di liquido biancastro-trasparente. «Bleah...» Commentò l'umana a bassa voce, per poi spolverare con la mano la superficie frontale della tomba, rivelando il testo.

"Qui gace Toriel, ex regina dell'Unground.
Riposa in pace."


Toriel, aveva già visto quel nome... Sì, sulle leve di una delle stanze che aveva attraversato. «Toriel... ?» Uno strano suono cominciò a vibrare attorno alla ragazzina, di provenienza incomprensibile. Pleya prese ad allontanarsi velocemente, inquieta. La gelatina cominciò a volteggiare, alzandosi in aria e poi unendosi, cominciando a comporre una precisa forma.

«Sono... Sono io!»

Le disse l'essere gelatinoso, prima ancora di aver assunto una forma completa. Aveva riconosciuto quella voce. Presto la gelatina assunse la forma di una capra antropomorfa, vestita con una tunica sempre composta di quello stesso strano materiale. Una volta che la figura fu completa, aprì gli occhi. Il sinistro era bianco, come il corpo stesso, mentre il destro splendeva di un'inquietante luce rossa. Le forme del mostro erano molto amichevoli, ma il suo sorriso sinistro annullava la sua dolcezza... Anche se presto si calmò, sorridendo gentilmente.

«Io sono Chara. Finalmente ho trovato un corpo idoneo da possedere, amica mia. Così puoi sentirmi, giusto?»

«Esci da lì... Q-quello è un corpo morto.» Le rispose la bionda senza troppa convinzione, osservandola con timidezza. Non avevano un vero e proprio rapporto, ma non sapeva come comportarsi con qualcosa di così poco naturale. In confronto la ranocchia e gli altri mostri erano semplici animaletti.

«Non vorrai privarmi di un corpo... Vero?»

C'era una nota minacciosa nella voce di Chara, che faceva tremare Pleya, ma un rifiuto la faceva anche arrabbiare. «Ho detto di uscire da quel corpo, porta un po' di rispetto per quel cadavere... Altrimenti...»

«Oh aspetta, siamo amiche, non litighiamo! Volevo solo cogliere l'occasione per farmi vedere, ma non riesco a manipolare a sufficienza questo cadavere.»

L'essere sorrise dolcemente all'umana prima di sciogliersi e tornare semplicemente liquido, anche se la bionda notò la forzatura del sorriso nel non trasformarsi in un... Ghigno malevolo, le parve. Però non l'aveva attaccata nè le aveva anche solo provato a nuocere. Mh, a Pleya cominciò a parere di avere qualcosa che incuteva paura negli altri. «Forse dovrei pettinarmi...» Si ritrovò a commentare ridacchiando, ma parlava da sola. Quella presenza, Chara, era vicina a lei ma allo stesso tempo lontana, dato che nella stanza non c'era propriamente nessuno oltre lei. L'umana superò la tomba e riprese a camminare, andando verso il fondo della stanza nonostante questo fosse vuoto. "Tutta la stanza è stata dedicata a questa Toriel." Pensò Pleya, osservando che effettivamente fino al muro non c'era proprio niente di niente. Tornando indietro però si accorse di alcune incisioni sul retro della lapide. In alto c'era una figura formata da un globo con le ali, sovrastante tre triangoli con la base rivolta verso la sfera alata, e sotto la seguente iscrizione.

"Ecco la profezia. L'Angelo... Colui che ha visto la Superficie... Torneranno. E l'Underground si svuoterà."

Senza togliere nulla al rispetto per la morta, tirò fuori la videocamera e registrò la "profezia". «Potrei essere io l'angelo a questo punto...» Si disse ridacchiando, mentre si dirigeva verso la porta. «Buon riposo, regina Toriel.» Decise di rivolgerle un'ultima reverenza chinando appena il capo, per poi uscire. Beh, sarebbe andata a salvare per poi prendere l'ultima delle tre vie che le si erano aperte... Era stata molto fortunata pensandoci, aveva preso proprio le due strade corte! Probabilmente la terza via avrebbe portato fino all'uscita delle rovine... Chissà che casino sarebbe stato tornare sempre indietro. Scese le scale e tornò nella stanza con le colonne, ancora una volta non ci trovò nessuno. 
Avanzava con tranquillità verso la stella, posta infondo alla stanza, quando ci fu uno strano suono che la spaventò. Alzò lo sguardo verso l'alto giusto per vedere un altro di quei soldati caprini scenderle davanti, con addosso una sorta di jetpack. Pleya indietreggiò d'istinto, ma quello senza pietà estrasse la lancia che aveva nascosta sotto il mantello e la colpì con una larga falciata orizzontale. «Aahi...» La maglia a righe che indossava si tagliò contro la dura punta della lancia, che pareva pià un arpione, il sangue dell'umana cominciò a scorrere copiosamente dalla ferita. Non era profonda, ma... «Perchè mi attacchi?» Chiese debolmente la ragazzina, indietreggiando ancora con una mano a stringersi il petto sanguinante. Non era stata l'unica ad essere tagliata in realtà, dato che buona parte di due colonne cadde, anch'esse tagliata. L'essere ruggì, afferrando ora l'arma con entrambe le mani. Contrariamente a quelli incontrati giorni prima, non indossava un'armatura, ma un ampio mantello e qualche indumento leggero. Ma perchè ce l'aveva con lei...? «Muori!» La attaccò di nuovo, saltandole addosso con un ampio fendente verticale dall'alto in basso, questa volta però l'umana fu rapida e schivò con un rapido salto indietro, evitando al pelo. Qualche capello biondo cadde comunque a terra, tagliato dalla lama. «Io n-non...» Sentiva gli occhi già diventare lucidi. Non poteva fare nulla, ma... Non voleva mica morire. E l'essere si stava per avventare su di lei. 
«Grrr... AHH!» Un terrificante verso, da sopra di loro, ruppe l'equilibrio sonoro che c'era nella stanza. La capra antropomorfa alzò lo sguardo e fece appena in tempo a bloccare con la lancia il grosso essere con una pesante ascia bipenne che lo aveva attaccato. Cos'era? Una sorta di toro antropomorfo... «Crà crà.» Quel verso...! L'umana alzò lo sguardo e notò che ai lati del pavimento della stanza superiore c'erano la ranocchia e i suoi altri amici. Allora era opera loro!
Tornando al combattimento, l'essere taurino saltò pesantemente a terra, mentre l'inviato reale indietreggiò, un po' stordito a causa dell'attacco che aveva dovuto sostenere. «Minox, Re delle Rovine, il patto con l'imperatrice prevedeva la consegna di qualsiasi umano fosse...» Le parole del mostro dalla pelle chiara furono interrotte dal sovrano delle rovine, che ringhiò furioso. «Hai attaccato una mia suddita, questo ti impedisce di parlare.» Mosse l'ascia indietro, indicando l'umana. «Quella creatura è palesemente un mostro, gli umani non parlano con i mostri.» «La vostra insistenza vi rende nemico dell'Imperatrice. Mi prendo il diritto di attaccare.» Replicò l'essere caprino, anche se in realtà fu il toro per primo ad attaccare con furia, un pesante fendente dell'ascia che l'avversario evitò, per poi ferire Minox con un rapido colpo di lancia, direttamente sul viso. Il re ruggì, per poi tentare di mozzare direttamente il capo all'essere caprino, che ancora una volta evitò, abbassandosi... Ma non si era aspettato di ricevere un possente calcio, che lo scagliò direttamente contro il muro, facendolo sbattere pericolosamente. Il jetpack parve rompersi, ma... Era passato attraverso la stella del salvataggio? Pleya stava assistendo, terrorizzata. I muscoli del suo protettore sembravano pompati e inarrestabili, possenti, mentre l'altro era piuttosto piccolo e veloce.
«Tsk... T-tu stai andando contro la legge!» Gridò il mostro sbattuto al muro, rimettendosi in piedi dopo essersi tolto dalla crepa che aveva creato con il proprio corpo. Si sentiva la testa che girava, ma grazie alla dottoressa Alphys aveva un'arma segreta... Determinazione. I suoi occhi si illuminarono di rosso, e cominciò la fine delle danze: si gettò sul monarca e cominciò un duro corpo a corpo, in cui paradossalmente il più piccolo dei due stava avendo la meglio. Non che il re non l'avesse compreso, ma... Non avrebbe deluso i propri sudditi.
«GRR... AAAHH!» L'essere taurino saltò addosso all'altro con l'ascia in alto, per tagliarlo in due, ma egli scomparì dalla sua vista e... Era sopra di lui. La lancia penetrò la spalla del sovrano che cominciò a dimenarsi e gridare, in preda al dolore, agitandosi con una furia a cui l'altro resisteva appena. Con un grande sforzo, il soldato reale estrasse la lancia e mozzò la testa al ribelle. Il grosso corpo si riversò a terra, sulla schiena, lasciando sgorgare copiosamente il sangue sulla pietra violacea da ciò che rimaneva del collo, per poi scomporsi in polvere bianca che si sparse con l'aria.

A quale scena... Spaventosa stava assistendo la biondina? Il mostro-capra si alzò in piedi con in mano la lancia, ansimante ed esausto, con gli occhi ardenti di rosso come la punta dell'arma, tinta del sangue reale dell'essere appena ucciso. Quegli stessi occhi si posarono sulle innocenti pupille azzurre dell'umana, e l'essere cominciò ad avanzare, sogghignando. «Ora tocca a te... Umana.» Ringhiò con una voce strana, cadente, mentre afferrava la lancia a due mani. «Crà... Crà...» Un gracidare lamentoso e altri versi circondarono la sala, giungendo dall'alto. I mostri sul piano superiore stavano piangendo il loro re... E la colpa era sua. Pleya strinse i denti ed afferrò il macete, brandendolo verso il mostro che si avvicinava. Sapeva cosa fare... Doveva solo essere determinata. Il suo occhio sinistro si illuminò di rosso scuro, avvolto da una fiammella immateriale dello stesso colore. Solo uno sforzo... "Coraggio . . ."
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La biondina girò improvvisamente la lama e chiuse gli occhi, per poi infilzarsi nel seno, dove più o meno doveva esserci il cuore. Le lacrime colarono tra le palpebre serrate, mentre l'umana tentando di ignorare il dolore rigirava la lama nella piaga. Doveva morire e cambiare gli avvenimenti.
«Eh, pensavi ti avrei torturata? Per estrarti l'anima basta il cadavere!» Anche la lancia penetrò Pleya, o almeno il cadavere che rimaneva di lei, che cadde a terra senza alcuna energia.
.
I lamenti dei mostri stavano crescendo, ma tanti piccolini non potevano nuocere a una delle guardie reali d'élite. Il corpo dell'umana però si rimise eretto dinnanzi all'essere caprino, circondato di un'aura rossa che terrorizzò il mostro, facendolo indietreggiare. L'umana aprì gli occhi ora entrambi rossi, le guance le si erano coperte di un lieve rossore e i suoi capelli stavano diventando castani. Il macete era ancora infilzato nel suo seno, così come la lancia ancora la trapassava da parte a parte. Ma le sue labbra si piegarono in un ghigno, nonostante le lacrime versate poco prima, che ancora le inumidivano le guance.

«Finalmente ce l'ho fatta... Questo corpo è mio!»

Con un movimento troppo rapido per il mostro inviato da Alphys, Chara gli fu davanti con la mano sul machete che le aveva trapassato il cuore. Stretta la mano sul manico, lo tirò fuori senza alcuna esitazione e... Proprio mentre la lama stava per percorrere profondamente tutta la faccia della bestia, il corpo già morto dell'umana si bloccò, cadendo poi a terra senza forza, per giacere nella pozza di sangue che si formò velocemente del sangue colante dal cuore di Pleya, lasciando la guardia reale solamente con un doloroso graffio sul volto.



[[ Game Over;
«Pleya... Sei la mia unica speranza! Sii determinata.» ]]
   
 
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