Anime & Manga > Mirai Nikki
Segui la storia  |       
Autore: I_love_villains    12/03/2017    1 recensioni
Un nuovo survival game sta per iniziare.
Chi diventerà Dio stavolta?
[Storia ad OC. Iscrizioni chiuse]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Altri, Deus Ex Machina, Murumuru
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
First: Naoko Fuente, 17 anni
Naoko si contemplò allo specchio, afflitta. Il viso leggermente tondo era contornato dalle ciocche di capelli dalle varie sfumature di rosso che le sfuggivano sempre dalla coda; gli occhi erano grandi e verde scuro, di certo non brutti. La ragazza scoprì i denti, rivelando l’apparecchio che presto avrebbe smesso di portare. Ma non era quello a renderla impopolare. E nemmeno la statura di pochi centimetri più bassa della media o gli ampi vestiti che nascondevano a dovere le sue curve. Il problema era la sua pelle. Negra, la chiamavano.
La rossa posò lo sguardo sul suo cellulare. Quella mattina lo aveva acceso per aggiornare il suo diario - era solita annotare cosa pensava la gente di lei - e l’aveva trovato già compilato. Stranita, aveva letto i messaggi futuri con sempre maggior apprensione. Sapeva ancora prima di uscire che Yuka avrebbe trovato la sua maglietta un vero orrore, che Kanae la considerava una tavoletta, che per Nana era buffa ma troppo timida per riuscire a diventarle amica. Che stava succedendo?
Naoko decise che quella magia o qualunque cosa fosse le sarebbe tornata utile per farsi amici veri. Spesso non riusciva a capire di chi fidarsi e in passato le era capitato di subire delusioni da persone che considerava amiche. Per questo aveva iniziato a scrivere quel diario: per imparare a conoscere gli altri e a rapportarsi con loro nel modo giusto.
Sorridendo, la ragazza uscì dal bagno, prese la sua katana e si allenò.
“Aaah!”
“Mur Mur!”
Per poco non l’aveva colpita. Certo che ad apparire così, all’improvviso, come se fosse ...
“Aspetta, tu sei reale??” strillò sbigottita.
“Sì. Credevi davvero ... che io e Deus fossimo semplici frutti ... della tua immaginazione?” domandò lei, ancora affannata per il pericolo scampato.
“Oh. Ok. Ehm ... ti posso offrire qualcosa?” le chiese Naoko gentilmente. Non sapeva che altro fare.
“Se proprio insisti ... un gelato!”
Mentre divorava la sua maxi-coppetta, Mur Mur le spiegò tutto riguardo il survival game.
“C- cosa? Dovrei uccidere?! Ma io non ne sono capace!”
“Allora sfrutta il tuo diario per evitare gli altri proprietari. Conoscendo le opinioni di chi incontrerai sarà facile, no?” Mur Mur si stiracchiò. “Ci vediamo, First. Attendi quanto prima una chiamata da Deus. Bye!”
“Ciao” mormorò la rossa.
Restò seduta a pensare sul da farsi. Consultare il suo diario per sopravvivere era un buon inizio, ma diventare un dio non le sarebbe dispiaciuto. La domanda era: avrebbe mai ucciso per questo?

Second: Key Scoty, 44 anni
La porta dello sgabuzzino si aprì. Ne uscirono un uomo, visibilmente rosso ed imbarazzato, ed una donna stupenda. L’uomo guardò Key come per imprimersi nella mente ogni più piccolo particolare del suo corpo.
Dai capelli verde chiaro, lunghi e mossi, scese a contemplare il dolce viso acqua e sapone perennemente abbronzato. Gli innocenti occhi castani erano occupati a scovare ogni piega sulla sua camicetta, che le sue agili mani provvedevano ad aggiustare. Le sue prosperose forme erano però ben intuibili grazie allo sgargiante reggiseno che indossava. Gli occhi di lui si soffermarono sulla bocca rossa e piena. Avrebbe tanto voluto baciarla per un’ultima volta ...
Key finì di ricomporsi rimettendosi i lunghi orecchini a tinta unita che indossava sempre. Sorrise con calore all’uomo, che distolse lo sguardo, a disagio.
“Mi è stato davvero d’aiuto, signor Sakakibara” disse dolcemente. “Sa, sono claustrofobica ...”
“S- sì. Per questo io ... io l’ho aiutata, ecco. Colpa mia che non trovavo più le chiavi ...”
“Già. Mi sono concentrata sulla sua voce, ho scaricato la tensione ... come ha detto lei. Grazie ancora.”
“Si figuri, signorina Scoty.”
Lei si alzò sulle punte per dargli un bacio sulla guancia come ulteriore ringraziamento. Lui si voltò e finirono per baciarsi.
“Scusa!” strillarono all’unisono, imbarazzati.
Il signor Sakakibara recuperò le sue carte, salutò e uscì dall’ufficio per poi salire in auto, dove lo aspettava la moglie. Key sorrise: un altro successo. Il dottor Misaki, il rinomato psicologo per problemi di coppia per cui lavorava, le ripeteva sempre che con tradimento e profondo pentimeno c’era una maggiore unione per entrambi i coniugi o fidanzati, e lei era più che felice di essere la causa che avrebbe ricongiunto i suoi clienti.
La donna si mise a riordinare lo schedario, quando un rumore di passi la bloccò.
“Chi c’è?”
“Io!”
“Mur Mur?” esclamò stupefatta Key. “Ma tu … tu non esisti.”
“Invece sì, o non sarei qui, ti pare? Piuttosto, hai notato cosa è capace di fare il tuo diario?”
Lei annuì. Certo che se ne era accorta! Quando aveva aperto il suo taccuino aveva trovato molte pagine già compilate. Inizialmente aveva pensato che fosse uno scherzo, ma la scrittura era proprio la sua e nel pomeriggio si era verificato quell’incontro anticipato dal diario. Per quella sera ne era previsto un altro …
“Ebbene, assieme ad altri dodici persone possiedi un Mirai Nikki e ha la possibilità di diventare dio.”
“Cosa? Frena …”
“Si tratta di un survival game. Chi sopravvive, diventa dio. Deus vi incontrerà tutti a breve, sta’ in campana.”
Detto questo sparì. Key si sedette sgomenta. Era terribile, ma era anche un modo per aiutare la gente come lei …

Third: Pablo Tanaka, 26 anni
Un’altra cliente soddisfatta. Il biondo sorrise felice: quel diario era una manna dal cielo!
Pablo era un giovane stilista di talento. Possedeva una facoltosa boutique e viaggiava spesso per partecipare a sfilate in tutto il mondo. I suoi abiti erano molto apprezzati poiché univa caratteristiche orientali ed occidentali, grazie anche alla conoscenza delle due culture derivata dall’unione di sua madre, un’italiana, e suo padre, un giapponese.
Il pallido ragazzo fantasticò sognante sull’avanzare della sua carriera. Avrebbe saputo in anticipo cosa volevano i suoi clienti, sarebbe stato il primo a seguire le nuove tendenze e sarebbe diventato famoso nel mondo della moda! Una volta stabilizzata la sua situazione finanziaria, poi, avrebbe chiesto al suo grande amore di sposarlo, raggiungendo così l’apice della felicità. Tutto preso da questi lieti pensieri, non si accorse del campanello che annunciava l’entrata di un cliente.
“Ehi!”
Pablo si riscosse. Si guardò intorno, ma non vide nessuno.
“Eccomi!”
Mur Mur saltò sul bancone e si sedette a gambe incrociate. Il ragazzo sgranò gli occhi azzurro cielo, indietreggiò precipitosamente, si tolse gli occhiali e li pulì. Li rimise. Mur Mur era ancora lì, con un’aria scocciata.
“Perché credete tutti che non esisto?”
“B- beh … ehm … tutti?” domandò a sua volta Pablo, impacciato.
“Sì, Third. Sei appunto il terzo che reagisce così. Comunque, sono di fretta. Hai scoperto cosa fa il tuo diario, no?”
“Sì!” rispose esultante lui. “Anticipa le richieste dei clienti, chiunque essi siano!”
“Già, già. Inoltre è anche la chiave per prendere il posto di Deus. Attento però, perché altre undici persone ci proveranno e alcune non si faranno scrupoli ad uccidere.”
“U- uccidere? No, allora grazie, ma …”
“Spiacente, sei in gara, impossibile ritirarsi. Al massimo parlane con Deus, vi riceverà tutti a breve. Ciao. ”
“Aspetta! Mur Mur!”
Ma lei era già andata via. Pablo sospirò, poggiandosi al bancone. In cosa diavolo si era cacciato?

Fourth: Aya Nakano, 18 anni
“Venghino, signori, venghino! Cinque yen, solo cinque yen! Tentate la fortuna da Candace!”
Nessuno però sembrava interessato al bancone della ragazza nera. Aya non ci diede molto peso. Il suo diario diceva che tra un’ora avrebbe trovato ben cento yen per strada. Un buon colpo. E lungo la via per tornare a casa avrebbe rubato due portafogli e un braccialetto. Sorrise rimirando il suo cellulare a conchiglia. Certo, lei non poteva permettersi uno di quei costosi smartphone, ma quel telefono si era rivelato più che utile.
Annoiata, decise di chiudere in anticipo. Di solito fregava la gente che entrava od usciva dal luna park con il gioco delle tre carte, ma quel giorno nessun pollo si sarebbe avvicinato, quindi tanto valeva sbaraccare. La ragazza, prima di incamminarsi, si specchiò. Indossava una maglia rosa di seconda mano, jeans scuciti e delle scarpe da ginnastica bianche. Gli astuti occhi scuri erano nascosti da un paio di occhiali a specchio violetti. In spalla aveva uno zaino verde, informe, con dentro vari trucchi per impressionare la gente e guadagnarsi da vivere. C’era anche una mazza da baseball con la quale si divertiva, talvolta, a compiere atti vandalici. Sul suo manico Aya vi aveva marchiato il suo nome d’arte, Candace.
La giovane si rimirò tenendosi una delle numerose treccine tra le mani, fece un giro su se stessa ed esclamò: “Sei fantastica, ragazza mia!”
“Quando si parla di modestia ...”
Aya spalancò gli occhi e trattenne bruscamente il fiato. Mur Mur era accanto a lei e si specchiava a sua volta.
“Certo che anche io non scherzo, eh?” le domandò Mur Mur, mettendosi in posa come una modella.
La ragazza distolse lo sguardo dal riflesso e lo puntò sulla nana.
“T- tu non puoi essere qui! Tu ...”
“Invece ci sono ... Sono venuta ad avvertirti che il tuo diario ... Molla la coda!”
“Ma che forza! Se tu sei vera allora lo è anche Deus, giusto? Ed il suo universo!”
“Sì, ma adesso concentrati. Sei finita in un survival game. Se sopravvivi diventi dio, altrimenti, beh, finirai uccisa da uno degli altri concorrenti. Devo andare, ma ci rivedremo presto.”
L’attimo dopo era sparita. Aya non riusciva a crederci. Poteva diventare una dea! Prese la mazza da baseball e colpì il faro di un’auto, crepandolo e facendo scattare l’allarme. Corse via esultante.

Fifth: Ume Muayaka, 39 anni
I bambini accolsero con i consueti strilli di gioia il suono della campanella.
“Su, mettete via le vostre cose, bambini. In fila per due e dritti a casa, da bravi.”
“Sì, maestra Ume” risposero obbedienti i piccoli.
Ume sorrise mentre li salutava. Quando anche l’ultimo fu uscito, tornò seria. Sfogliò con trepidazione il suo registro personale. Non si era sbagliata: era già compilato per tutto il semestre.
“Maestra Ume?”
La donna sussultò e chiuse di scatto il registro. Cercò di ricomporre la sua aria dolce e premurosa.
“Sì, Yukiteru caro?”
“Non trovo il mio portafortuna.”
“Oh, sbrigati a cercarlo, sai che fra poco vengono a pulire” fece lei brusca.
Il bambino si mosse per l’aula con comica velocità.
“Così in fretta non risolverai niente, rallenta.”
Yukiteru si fermò di botto e cercò più lentamente. Ume lo guardò critica. Era sempre stata brava a farsi obbedire dai suoi alunni, era quasi una dote naturale, ma adesso sembrava diverso. Decise di verificare la sua intuizione.
“Yukiteru, fermati, alza una gamba e saltella per l’aula.”
Il bimbo eseguì docile il comando. La maestra sorrise soddisfatta. Non aveva idea di come ciò fosse possibile, ma la cosa le andava a genio.
“Va bene, basta così. Torna a casa, se trovano il tuo portafortuna me lo farò consegnare.”
Appena fu lontano, Ume si tolse gli occhiali marrone scuro e si massaggiò i miopi occhi giallo limone. Doveva riflettere attentamente sul da farsi.
“Hai dei capelli stupendi.”
Lei trasalì a quell’ennesima interruzione. Mur Mur osservava i suoi capelli arancioni che, illuminati dal sole, avevano il colore delle foglie in autunno. Peccato che fossero intrecciati attorno al suo capo, sciolti sarebbero stati più belli. Ume si reinforcò gli occhiali.
“Mur Mur ... cosa ...?”
“Sì, sono reale, e anche Deus. Hai scoperto l’abilità del tuo diario, ho visto.”
“Quindi è opera di Deus?”
“Precisamente. Sta morendo e per scegliere il nuovo dio ha dato vita ad un survival game in cui tu sei fra i dodici partecipanti. Chi sopravvive vince.”
“Oh ...”
“Ci rivedremo fra poche ore. Ciao.”
La donna si sedette, pensierosa. La possibilità di diventare un dio ... quella era un’occasione che non si sarebbe certo lasciata sfuggire. Intrecciò le mani e vi posò il capo, continuando a riflettere. Undici persone si frapponevano tra lei e la sua meta. Sorrise determinata. Nessuno, vedendola, avrebbe riconosciuto l’insegnante ammirata e un po’ invidiata da mamme e colleghe per come riusciva a gestire i bambini.

Sixth: Yuu Blain, 68 anni
L’anziano vedovo era barricato nella sua stanza segreta. Nessuno a parte Daisy e Lian, i suoi nipoti preferiti, ne era a conoscenza. Chi si sarebbe mai immaginato che dietro l’identità di Mashermoon, l’imbattibile campione di videogiochi online, si nascondesse un vecchio militare in pensione?
Eppure Yuu amava i videogiochi sin da quando era un adolescente. Sua madre lavorava in quel ramo tecnologico e glieli faceva provare, ricevendo preziosi consigli su cosa andava e cosa invece doveva essere migliorato. Purtroppo suo padre non aveva voluto quella carriera per lui e lo aveva obbligato a farsi strada nell’esercito, come avrebbe dovuto fare qualsiasi buon cittadino americano. Yuu non aveva avuto il coraggio di ribellarsi e aveva assecondato il genitore fino al giorno della sua morte. Nel frattempo la tecnologia aveva fatto passi da gigante e nessuno aveva voluto assumerlo come tecnico o consulente, ritenendolo poco qualificato. Rassegnato, aveva deciso di godersi la pensione, assieme alla notevole eredità lasciata dai genitori, e aveva messo su una numerosa famiglia. Infatti aveva quattro figli e ben dieci nipoti che, dalla morte della moglie, lo andavano a trovare quasi ogni domenica. Lui non era solo nemmeno gli altri giorni, però. Aveva due cani e i suoi sfidanti online che gli tenevano compagnia. Yuu poteva non aver trovato il lavoro che preferiva, ma aveva lo stesso coltivato la sua passione.
Bloccò divertito l’ennesimo attacco di hacker. In molti provavano a rubargli l’identità, venendo puntualmente fermati. La cosa era diventata così frequente che il vecchietto aveva iniziato ad annotare, per scherzo, questi attacchi. Yuu aprì il suo diario per aggiornarlo e si accorse con stupore che era già compilato.
“Salve, Sixth!”
Gli occhi scuri del vecchio si dilatarono. Si voltò lentamente verso Mur Mur.
“Wow, certo che fra te e questa roba c’è un contrasto enorme! Ci credo che nessuno sospetta niente” commentò lei, affascinata.
“Devo aver preso le pillole sbagliate ...” mormorò Yuu, sconcertato.
“Dai, nonnino, non dubitare dei tuoi sensi. Sono qui davanti a te in carne ed ossa. Piuttosto, ti sei accorto di cosa è capace di fare il tuo diario?”
“Ha previsto questo attacco ... mi informerà sugli altri, presumo.”
“Già, ma non è tutto. Hai avuto la fortuna di essere selezionato come potenziale dio. Per diventarlo devi semplicemente vincere il survival game di Deus. Presto lui ti contatterà e chiarirà meglio la cosa.”
“Potenziale dio? Survival game? Ma che ...?”
“Scusa, non mi posso trattenere. Ciao!”
Yuu scosse la testa, frastornato. Dubitava però che fosse solo uno scherzo della sua immaginazione.



***Angolo Autrice***
Ecco i primi sei proprietari!
Ringrazio moltissimo Miky2911 per la collaborazione: mi ha fornito ben otto personaggi, tutti ben caratterizzati ed originali! First, second, fifth e sixth sono suoi. Grazie mille!!
Cercherò di pubblicare entro domenica prossima, ciao!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Mirai Nikki / Vai alla pagina dell'autore: I_love_villains