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Autore: Selva oscura    12/03/2017    8 recensioni
Lo shock di trovarselo così inaspettatamente davanti gli impedì di rispondere subito. Era cambiato notò non si era mai rivolto così con lei.
**Fanfiction scritta per il contest “Immaginando...” indetto dal gruppo su Facebook “Takahashi Fanfiction Italia”**
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Stardust and the white moon

Era la ventunesima volta che si sistemava il grembiulino bianco e la crestina.
Con passo stanco si diresse per l'ennesima volta verso l'entrata della villa, si stampò un sorriso fasullo sulle labbra mentre attraversava l'enorme stanza  districandosi tra la folla di invitati tutti vestiti eleganti, per un momento ebbe la sensazione di essere guardata da loro con disprezzo e superbia. Represse un moto di rabbia verso quelle persone piene di sè e ricche sfondate.
 Rin sospirò esasperata il trillo del campanello suonato con insistenza la rese ancora più nervosa. L'ultimo invitato doveva avere una certa impazienza nell'unirsi agli altri ospiti.  Dopo qualche istante aprì la porta  e la prima cosa che notò nel nuovo arrivato erano due occhi dorati freddi e distaccati che la scrutavano, il suo sorriso svanì lentamente ed un incessante allarme iniziò a rimbombare nella sua testa.
Il suo piccolo mondo fino a quel istante quasi perfetto andò in frantumi in pochissimi secondi. Che diamine ci faceva lì Sesshomaru? E come l'aveva rintracciata? Aveva tutta l'intenzione di chiederglielo, ma notando quanto fosse rigido si disse che era meglio sorvolare al momento.
<< Sesshomaru. >> mormorò a fatica facendo un passo indietro permettendo all'amico d'infanzia di entrare sull'uscio.
<< Sorpresa Rin? >> rispose glaciale come se le stesse sputando in viso ogni singola parola.  
Lo shock di trovarselo così inaspettatamente davanti gli impedì di rispondere subito. Era cambiato notò non si era mai rivolto così con lei.
<< Cosa ci fai qui? >> chiese, la voce gli tremò un poco sotto lo sguardo inflessibile di lui.
<< Ovviamente per vedere come stavi. Kagome non aveva più tue notizie, era talmente preoccupata che non ha fatto altro che assillarmi e così ho deciso di  assecondarla. >>  spiegò atono incrociando le braccia sul petto continuando a guardarla come fosse un' estranea.
La ragazza lo conosceva bene e quando usava quel tono di voce non prometteva nulla di buono. Sesshomaru era furibondo lo indicava anche il fatto della lunga spiegazione. Non era da lui! Di solito rimaneva in totale silenzio gettando occhiate gelide al povero mal capitato, in questo caso lei, oppure esprimeva i suoi pensieri con monosillabi come se pronunciare qualche frase in più gli risultasse inutile, però quando era di buon umore i suoi lineamenti erano distesi e le sue labbra accennavano un sorriso nascosto.
Erano cresciuti in un certo senso insieme, Sesshomaru era più grande di sette anni, ricordava con affetto che lo inseguiva dappertutto chiedendogli di sposarsi quando lei aveva cinque anni. I suoi fratelli minori Inuyasha e Koga erano i suoi due migliori amici ed erano fratelli gemelli, ma non potevano essere più diversi tra loro sia caratterialmente che fisicamente, giocavano insieme tutti i giorni ed essendo coetanei avevano quasi gli stessi gusti, praticavano gli stessi giochi sotto la severa sorveglianza di Sesshomaru, anche se poi alla fine si divertiva anche lui assieme a loro. Fino a quando il loro padre morì per cause sconosciute e da allora Sesshomaru si chiuse in sè stesso allontanando tutti perfino lei e sua sorella Kagome. Durante la sua crescita Rin capì che lo amava profondamente e sapeva che il suo amore non sarebbe mai stato corrisposto da lui. 
A quel tempo il ragazzo si era addossato dell' enormi responsabilità per la sua giovane età, a modo suo Sesshomaru non aveva mai fatto mancare nulla alla madre e ai fratelli e non si era mai accorto dei sentimenti dell'amica l'aveva sempre considerata la sua sorellina, ora invece trovarsela lì davanti ai suoi occhi si accorse di quanto era cresciuta. La sua Rin era diventata una ragazza bella e tremendamente sexy anche se indossava quell'orribile uniforme che non la sminuiva affatto, sentì qualcosa scattargli dentro come un interruttore rimasto spento troppo a lungo.
 Lei lo aveva sempre guardato da lontano e lo ammirava a tal punto che desiderava solo stargli accanto sempre, la vita però sembrò che non gli volesse concedere questa opportunità anzi li aveva fatti allontanare ancor di più così prese la dolorosa decisione di dimenticarlo e di esserle semplicemente un'amica. Lui si era fatto coinvolgere e assorbire dal lavoro, anche se ancora adesso non gli era chiaro di cosa si occupasse l'amico, ma si divertiva un mondo ad immaginarlo in un noioso ufficio che lo rispecchiava magnificamente.
<< Mi dispiace. >> rispose mortificata, aveva avuto tanto lavoro da sbrigare che non aveva pensato di rassicurare sua sorella. << E poi come puoi vedere tu stesso sto bene! >> continuò leggermente infastidita dallo sguardo penetrante che gli rivolse Sesshomaru.
Odiava quando la guardava in quel modo sembrava leggergli l'anima, e poi non voleva assolutamente che sapesse che il suo "fantastico lavoro" sbandierato ai quattro venti spinta dall'orgoglio e dalla sua incontenibile gioia si era rivelato infine una bufala colossale. Kagome l'aveva messa in guardia.
Ricordava ancora quando aveva risposto ad un annuncio lavorativo su Internet: " Cercasi segretaria per amministratore delegato di una importate azienda. Contratto a tempo determinato con possibilità di rinnovo a tempo indeterminato. Sede di lavoro a Nizza. "
Aveva toccato il cielo con un dito quando la loro risposta fu positiva aveva fatto il colloquio tramite Skype, sua sorella un pò meno entusiasta le diceva in continuazione che l'annuncio era troppo vago e scarno era sicura che davano una falsa speranza per chi come loro desideravano entrare nel mondo del lavoro per il quale avevano studiato sfruttandoli, insomma uno specchietto per le allodole. Era partita senza preoccuparsi delle conseguenze e degli amonimenti di sua sorella, la sua felicità e le sue aspettative si sciolsero come neve al sole immediatamente appena aveva messo piedi in Francia. Nel giro di una settimana era passata da segretaria personale dell'amministratore delegato della Ivasco a domestica della loro famiglia. 
 Kagome aveva avuto pienamente ragione su tutto, ma lei non lo avrebbe mai ammesso.
<< Ho sete! >> esordì il ragazzo strappandola dai suoi pensieri.
<< Mi dispiace Sesshomaru non puoi rimanere. Io vorrei ... però i miei datori di lavoro questa sera hanno ospiti importanti e si adi.. in realtà è una festa per sponsorizzare il prossimo progetto. >> cercò di spiegare agitata.
<< Meglio no? Cosi non notano una persona in più. >> la interruppe lui brusco.
<< Sarebbe meglio invece che tu vada via. Grazie per la visita rassicura Kagome da parte mia. >> iniziando a spingerlo fuori la porta terrorizata al pensiero della lavata di testa che il capo e sua moglie gli avrebbero fatto se scoprissero Sesshomaru lì.
<< Insomma Rin! Quanto ci metti ad accogliere un ospite? >> la voce irritata di Kikyo gli giunse improvvisamente nelle orecchie. Tremò dentro di sè alla sola idea di spiegare a quell'arpia la presenza dell'amico.
Si girò lentamente pronta per l'ennesima sfuriata ultimamente sembrava che lo scopo di vita di quella donna era assegnargli le più umilianti mansioni, ma il viso giovanile e finto allegro della padrona di casa si illuminò alla vista del giovane.
<< Signor Taisho che piacere rivederla. Venga mio marito la sta aspettando. >> esordì facendo entrare completamente il ragazzo lasciando Rin completamente spiazzata e confusa.
<< La sua domestica non voleva farmi entrare. >> dichiarò Sesshomaru con un tono annoiato guardando Rin indirizzandogli un occhiolino senza farsi notare dalla donna.
<< Oh! La perdoni è nuova ed anche un pò imbranata! >> cinguettò Kikyo rivolgendo alla ragazza un occhiata furibonda che sembrava dirgli: "Dopo facciamo i conti."

Due ore dopo chiusa in cucina. Rin cercava caparbiemente di azionare la lavastoviglie che aveva deciso di tirargli un brutto scherzo quella sera.
<< Sei molto più carina quando sorridi! Quell'espressione arrabbiata non ti si addice proprio. >> disse un bel ragazzo moro e aitante entrando nella cucina.
<< Kohaku! >> esclamò sorpresa. 
<< Non ti vedevo più e mi sono chiesto dov'eri andata a finire? >> spiegò lui rivolgendogli quel sorriso sexy che l'aveva colpita fin dal loro primo incontro. Era il dolce fratello di Kikyo nonchè motivo della sua testardagine a rimanere a lavorare per lei. Si era presa una bella cotta per lui.
<< Tu cercavi me. >> rispose sognante.
"Oh cielo! Cercava proprio me? Non ci posso credere. Le scarpe con il tacco alto che mi stanno torturando i piedi, mi hanno fatto notare da lui anche se sono in questa orrenda uniforme. " pensò la ragazza entusiasta.
<< Si Rin, non dirmi che sei sopresa? Anche se hai passato la serata a guardare quello sbruffone di Taisho. Sei interessata lui piccola Rin? >> ridacchiò lui osservandola.
<< No. Non sono interessata a quello là. Sembra così fuori luogo eppure tutti gli stanno intorno come se fosse un ape regina. >> rispose fredda.
<< Si hai ragione sembra fuori luogo qui Taisho. Ma è proprio la cosa che va a suo vantaggio. Vedi come sono vestiti pomposi gli altri signori? Anche se lui ha un conto bancario da capogiro e una eleganza innata che qualunque straccio lui si metta sembra sempre di alta sartoria. >> spiegò Kohaku inconsapevole di aver costretto Rin a guardare l'amico.
Lei osservò Sesshomaru in mezzo ad un gruppo di distinti signori e signore, ma lui era avvolto da un aurea di potenza che sovrastava tutti gli altri. Il completo grigio di Armani gli stava divinamente slanciando tutta la sua figura ed esaltava le ampie spalle, le mani affusolate che stringevano il calice di vino, i capelli neri lasciati sciolti sembravano risplendere alle luci del soggiorno, con molta probabilità lui si sentì osservato che gli rivolse uno sguardo sorridente accennando un muto brindisi indirizzato a lei.
<< A quanto pare nemmeno il potente Taisho è immune alla tua bellezza Rin. >> sospirò il giovane facendogli un delicatissimo baciamano per poi tornare dagli altri ospiti. Sconvolta un poco dalle rivelazioni del ragazzo che nemmeno si accorse del tentativo di approcio che aveva ardentemente desiderato in quei giorni, la sua mente e tutta se stessa era rivolta a Sesshomaru.
Finito di sbrigare le faccende in cucina e servito gli ospiti Rin si rifugiò in giardino dove in bella vista c'era un'enorme piscina. Al sicuro da sguardi indiscreti la ragazza si concesse una meritata pausa sedendosi, i piedi gli dolevano a causa delle scarpe ormai divenute strette. Con una smorfia di dolore le sfilò permettendo all'aria fresca della sera di alleviare il gonfiore.
<< Rin. >> la chiamò dolcemente Sesshomaru.
<< Che vuoi! >> rispose stizzita ricordando la figura dell'idiota che gli aveva fatto fare due ore prima con Kikyo.
<< Perchè ti ostini a rimanere? >> chiese prendendo posto davanti a lei.
<< Non sono affari tuoi. E poi perchè non mi hai detto che conosci la famiglia Ivasco? >> chiese lei rimanendo sullo stesso tono.
<< La cosa non ti riguarda! >> rispose seccamente lui scostando bruscamente la sedia.
<< Sesshomaru io... >> le parole gli morirono in gola mentre lo guardava allontanarsi. 
" Forse era meglio che lui uscisse definitivamente dalla sua vita. " pensò osservandolo tristemente. 

<< TU! >>  l'aggredì Kikyo appena rientrò in casa afferrandola per un braccio stringendolo così forte da farle male  << Tu piccola ingrata. Come osi appartarti con il Signor Taisho in piscina? E non mentirmi vi ho visto insieme sembra che vi conosciate molto bene. >> continuò urlando davanti a tutti. 
<< Siamo amici. >> mormorò la ragazza guardandola dritta negli occhi neri come la pece.
<< Bugiarda! Lui non ti guarderebbe mai, non sei altro che una squattera! >> inveì la donna con maligna soddisfazione.
Molti visi si girarono verso loro due, Rin guardò Kikyo con astio e una piccola idea le si formò immediatamente in testa forse era folle, ma sperò che funzionasse e che d' ora in avanti sarebbe stata trattata in modo decente.
<< E va bene! Lui è il mio ragazzo. >> le urlò in faccia godendosi l'espressione sorpresa della donna. << Prima che partissi avevamo litigato, lui ha scoperto dov'ero e poco fa mi ha chiesto di parlare in privato per appianare le cose tra di noi. >> continuò Rin sapendo che stava dicendo una piccola bugia inventata sul momento.
<< Non ti credo! Piccola bugiarda! Vado a chiederglielo immediatamente e se scopro che mi hai mentito ti licenzio! >> le urlò  duramente in faccia fissandola con odio.
<< Prego glielo chieda. >> le disse beffardamente Rin sicura che Sesshomaru non l'avrebbe mai tradita.

Era stato un idiota fin dall'inizio. Doveva rimanere concentrato su quel affare e invece si era fatto distrarre da lei, non era riuscito a staccare gli occhi dalla sua figura che si aggirava silenziosa in cucina. E quando aveva visto quel damerino di Kohaku avvicinarsi a lei e aveva visto il suo sguardo gentile illuminarsi alla vista del giovane era stato colto da un improvvisa gelosia. Un istinto potente lo aveva invaso desiderava trasformare quel bamboccio in una poltiglia sanguinolenta, poi lei lo aveva guardato e lui si era sentito come uno scolaretto colto in flagrante a combinare una marachella.
<< Signor Sesshomaru aspetti un secondo. Lei può chiarire una piccola cosa. >> sentì la voce mielosa di Kikyo giungere alle sue spalle mentre stava per uscire. 
Quella donna era fastidiosa. Gli era rimasta appiccicata come la colla tutta la serata guardandolo lascivamente. Era un uomo e coglieva perfettamente i segnali che lei gli lanciava, ma non era intenzionato a soddisfarla. Si girò di scatto e vide che era seguita a ruota da Rin rimasta un poco indietro che gli gesticolava freneticamente. " Guai in vista. " pensò lui cogliendo lo sguardo supplichevole di lei.
<< Cosa vuole? >> chiese glaciale osservandola freddo.
<< Vede la mia cameriera sostiene che la conosce e che addirrittura siete fidanzati. Vorrei sapere se è la verità. >> disse la donna ridendo falsamente spingendo bruscamente Rin davanti a lei.
<< Amore glielo dovuto dire. >> cinguettò Rin stringendosi al braccio di lui.
Sesshomaru voleva solo strozzarla al momento, si chiedeva com'era venuto in mente a Rin di dire che erano fidanzati, ma guardando gli occhi neri di lei e leggendo una muta supplica non gli rimase altro che sospirare e annuire.
<< Capisco. Sei licenziata Rin. >> disse lapidaria Kikyo avanzando minacciosamente verso la ragazza rimasta scioccata da quelle parole mormorando perchè.
<< Sei venuta a lavorare per me sotto mentite spoglie. Mi hai mentito per tutto questo tempo. Sei stata la peggior collaboratrice mai avuta! Sei un disastro ambulante, disordinata e pigra! >> le urlò spietatamente, il bel viso della donna era trasformato in una maschera di pura ira.
<< No si sbaglia! Non è lei che licenzia Rin! Sono io che la porto via! Va a prendere le tue cose cara. >> si intromise Sesshomaru adirato << Può dire a suo marito di iniziare a vendere i vostri beni. Non troverete più nessuno disponibile a finanziarvi. Dopo il modo con cui ha trattato la mia fidanzata ci penserò io personalmente a contattare i vostri investitori. E vi ritroverete velocemente così poveri da dover chiedere l'elemosina per strada. >> concluse glaciale osservando Kikyo accasciarsi sulle ginocchia comprese che ogni sua parola era andata a segno e che la donna aveva compreso l'errore appena commesso. Nessuno si poteva permettere di maltrattare Rin in sua presenza. 

Era stanca e affamata. Da quando era salita sull'auto di Sesshomaru era sceso tra di loro un imbarazzante silenzio, aveva provato a ringraziarlo per non averla tradita davanti a quell'arpia eppure lo sguardo minaccioso di lui l'aveva convinta a rimanere in silenzio. Chiuse gli occhi ed appoggiò meglio la testa. Non seppe dire a se stessa quanto tempo era trascorso quando riaprì gli occhi, ma guardando fuori dal finestrino si accorse che si erano fermati davanti ad un hotel a tre stelle. 
L'interno sui colori rosso ed oro era caldo ed accogliente. Rin guardava sbalordita gli arredi in arte povera in tinta bianca opaca, e le poltrone rosse velluttate esercitavano su di lei un'idea di puro relax per le sue membra stanche. La voce alterata del suo amico gli giunse alle orecchie interrompendo le sue fantasticherie, i suoi occhi vagarono nella hall fino a quando non lo videro in piena discussione con il direttore dell'albergo, lo sguardo assassino di Sesshomaru che gli rivolgeva era bastato a farla avvicinare a loro.
<< Problemi Sessh? >> chiese sfoderando un sorriso luminoso all'uomo che stava dietro il bancone.
<< Non hanno camere disponibili! >> rispose freddo continuando la sua "crociata" esprimendosi in francese fluente e veloce. 
<< Bhe! Scusa dove sarebbe il problema? Da quel poco che sono riuscita a capire la tua camera da letto è una matrimoniale. Dormiamo insieme! >> affermò lei beandosi dello sguardo shoccato di lui. << In fondo quando eravamo piccoli lo facevamo spesso. >> aggiunse guardandolo dritto negli occhi.
<< C'è un particolare che dimentichi! Non siamo più dei bambini! >> ringhiò lui al limite dell'esasperazione.
Rin scosse la testa ed iniziò a spiegare al direttore d'albergo che lei avrebbe diviso la stanza con il signor Taisho, il quale furente afferrò le chiavi della stanza e la trascinò fino all'ascensore.
Sesshomaru inserì la chiave nel chiavistello ed aprì la porta, appoggiò una mano sui reni di lei spingendola dentro. La stanza era enorme, al centro spiccava un letto matrimoniale con la spalliera intarsiata bianca come la neve, affianco i comodini dello stesso colore con sopra vari oggetti, di fronte aveva un armadio a muro con i sportelli scorrevoli e di fianco ad esso una porta. L'aprì e scoprì che all'interno vi era un enorme bagno sui toni celestini, sinceramente rimase deluso da esso poichè si aspettava che vi fosse una doccia a cabina anzichè di una vasca idromassaggio a forma di spicchio. Il suo sguardo infine si posò su di lei e vedendo i suoi occhi scuri come la notte brillare, i suoi sensi si infiammarono quel letto enorme ora gli sembrava piccolo al pensiero che lo avrebbe diviso con lei, avrebbe sfiorato quella pelle diafana. Scuotendosi dai suoi pericolosi pensieri si ripromise di tentare di non saltarle addosso... almeno non subito, si disse mentre sogghignava.
<< Vai prima tu Rin! >> gli ordinò indicando la stanza da bagno facendola sobbalzare. La ragazza dopo qualche istante di smarrimento annuì e gli passò così vicino che lui potè sentire il suo profumo preferito, infiammando fino allo spasmo i suoi sensi già in subbuglio. Strinse le mani a pugno dandosi dello stupido idiota per la seconda volta in quella sera infinita. Dopo una quarantina di minuti Rin uscì dal bagno avvolta in un accappatoio morbido, notò che era sparita ogni traccia di trucco dal viso che la faceva sembrare ancora più giovane ed innocente. L'indumento la copriva senza far trasparire nulla eccetto i piedi scalzi. La sua mente gli proiettò un immagine di lui che glielo faceva scivolare via scoprendo il suo corpo snello e di possederla lì sul uscio della porta. Era tremendamente realistica la visione che riuscì a fatica a superarla e rinchiudersi in bagno dove si concesse una veloce rinfrescata.
Quando rientrò nella stanza la trovò che già indossava una candida camicia da notte che le arrivava a metà polpaccio. Era assorta nei suoi pensieri.
<< Non so tu, ma io avrei sonno! >> esordì scostando le lenzuola infilandosi fra di esse.
<< Si scusami hai ragione, sarai stanco dal lungo viaggio. Arrivo immediatamente. >> rispose lei raggiungendolo e una volta dentro il letto si sporse per spengere la luce.

Rin non sapeva quanto tempo era passato da quando si era coricata a letto, ma sembrava che il sonno non volesse arrivare a lei. Temeva che se si sarebbe rigirata nel letto lo avrebbe svegliato e che si sarebbe infuriato, sospirò leggermente. 
Diamine! Aveva ragione lui! Non erano più piccoli e lei era perfettamente consapevole del corpo mascolino di lui steso al suo fianco. Quando era in bagno si era ripetuta che c'è l'avrebbe fatta a dormire vicino a lui, ma quanto era stata stupida a propogli di dormire insieme, ogni cellula del suo corpo era sveglia e in allerta.
<< Non hai sonno Rin? >> la glaciale voce di lui rieccheggiò nel buio facendola sobbalzare.
<< Scuusa ti ho svegliato. Mi dispiace Sessh! >> sussurrò girandosi dalla sua parte. << Pensavo a quanto è successo stasera e non ti ho nemmeno ancora ringraziato per quello che hai fatto per me! >> 
<< Sciocchezze! Dormi ora! >> la liquidò lui guardandola nell'oscurità.
<< Sesshomaru?! >> lo chiamò lei dopo svariati minuti.
<< Cosa c'è? >> rispose spazientito lui.
<< Secondo te, un uomo e una donna che sono amici se si danno un bacio il loro rapporto cambia? >> chiese lei tremando in cuor suo, non era mai stata così audace in vita sua.
<< Ma che ne so io! >> ringhiò lui sommessamente.
<< Proviamo? >> esordì lei sentendosi ad un tratto più sicura.
<< No! >> asserì lui, pregando che lei la smettesse di fare domande, altrimenti non rispondeva più di se stesso.
<< Che c'è hai paura? >> lo prese bonariamente in giro lei avvicinandosi di più al suo viso fermandosi solamente a qualche millimetro.
<< Se ci tieni proprio tanto a scoprilo. Baciami tu! >> disse lui annullando quella breve distanza. 
Si impossessò della bocca di Rin in modo possessivo incendiando entrambi come una foresta secca, le loro lingue danzavano in modo erotico da farli scuotere da brividi lungo il corpo. Nel momento in cui le mani si Sesshomaru le accarezzavano i seni, lei gridò contro la sua bocca inarcando la schiena. Sembrava che lui sapesse esattamente dove toccarla facendola cadere in un vortice di puro piacere, infine lui si staccò da lei spezzando così quella magia che li aveva uniti.
<< Mi vedi diversa ora? >> sussurrò con il respiro affannato.
<< Smettila e vieni qui! >> rispose lui riappropriandosi della sua bocca dando vita a una delle notte più belle della loro vita.




 
   
 
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