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Autore: Fanny Jumping Sparrow    05/06/2009    3 recensioni
Breve fanfction ambientata ipoteticamente dopo la conclusione del manga.
Aveva tanto sperato che dopo la mezza dichiarazione pronunciata al matrimonio di Miki e Umibozoo, il socio si decidesse a confessarle apertamente i suoi sentimenti, ma lui sembrava approfittare delle amorevoli attenzioni che lei gli riservava oppure cercava di evitarla facendosi vedere pochissimo in casa.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Salve! Ho deciso di postare questa breve fanfic che ho scritto qualche hanno fa. Non è niente di speciale vuole solo essere un mio piccolo contibuto a questo splendido manga e cartone. Chiedo scusa se ci possono essere delle coincidenze con storie già scritte.

Ringrazio anticipatamente chi si soffermerà nella lettura e chi vorrà lasciarmi un commentino.



Kaori, seduta in mezzo al letto nella sua stanza, aveva i nervi a fior di pelle: era quasi l'1,30 ma di Ryo ancora nessuna traccia. Ogni minimo rumore attirava la sua attenzione, i suoi sensi erano acutissimi, non avrebbe chiuso occhio se non avesse sentito la porta di casa e si fosse assicurata che lui stava bene. In quei momenti interminabili ripensò a quanto era successo qualche sera prima.

Lo sweeper era tornato a casa dopo mezzanotte ma, quella volta, ad occuparlo fino a quell'ora era stato un incarico serio e non l'incontro con qualche bella ragazza. La socia lo attendeva, come sempre, sul divano, impugnando un grosso martello che gli avrebbe prontamente scagliato sulla testa non appena avesse varcato la porta d'ingresso. Ma Ryo quella volta non era ubriaco, piuttosto sembrava stanco e ferito. Lei aveva subito nascosto il martellone e, preoccupata, era corsa a prendere la cassetta del pronto soccorso. Quando era tornata in soggiorno, aveva visto che il partner si era accasciato sul divano tutto dolorante e si era addormentato. Allora, notando che le sue ferite non erano gravi, per non disturbarlo si era limitata a poggiargli addosso una coperta; poi, dopo avergli dato un bacio sulla fronte, era andata a dormire. Anche le sere seguenti la scena si era ripetuta ma Ryo non le diceva niente, come se nulla fosse accaduto.

Intanto le lancette dell'orologio continuavano a girare e Kaori non era affatto tranquilla: il timore che Ryo non tornasse si faceva sempre più angosciante nel cuore della ragazza.
Aveva tanto sperato che dopo la mezza dichiarazione pronunciata al matrimonio di Miki e Umibozoo, il socio si decidesse a confessarle apertamente i suoi sentimenti, ma lui sembrava approfittare delle amorevoli attenzioni che lei gli riservava oppure cercava di evitarla facendosi vedere pochissimo in casa.
Nonostante ciò Kaori, detestava ammetterlo, ma lo amava tantissimo e non aveva intenzione di arrendersi, anche se non sapeva neanche lei come definire il loro rapporto. In fondo gli era stata accanto per sette lunghi anni, come avrebbe potuto abbandonarlo ora, sapendo che lui aveva più bisogno di lei?
Finalmente il cigolio della porta d'ingresso si fece sentire e Kaori fece un lungo respiro prima di scendere al piano inferiore. Dopo aver disceso alcuni scalini avvertì il rumore di passi che salivano e poco dopo si ritrovò faccia a faccia con Ryo, il quale, fingendo di non vederla, avanzava verso il bagno.
- Ryo, sei tornato finalmente! Com'è andata? - domandò evidentemente preoccupata.
- Ho bisogno di una doccia, scusami. Non c'era bisogno che mi aspettassi, vattene a dormire – rispose freddamente lui chiudendosi la porta dietro le spalle.
Kaori provò un grande vuoto dentro di sé: possibile che si era illusa tutto quel tempo di vivere accanto ad un uomo che in fondo l'amava? Aveva sempre rischiato la sua vita inutilmente quando lo aveva aiutato in alcuni incarichi? E lui perché la salvava sempre, per il semplice fatto che aveva promesso a Hideyuki di proteggerla? Quella notte i sogni della ragazza furono pieni di lacrime; il mattino dopo, però, si ricordò che mancavano tre giorni al compleanno di Ryo e lei aveva intenzione di organizzargli una festa a sorpresa: se anche in quell'occasione lui si sarebbe mostrato indifferente, almeno sarebbe stato un bel modo per lasciarlo.

Quando Ryo fu sveglio cercò la ragazza: si sentiva in colpa per come si era comportato con lei; non trovò neanche la colazione sul tavolo della cucina e iniziava a chiedersi se lei facesse ancora parte della sua vita.
“Forse”, pensò, “ si sta davvero stancando di me!”. Immaginare la sua vita senza lei gli pareva impossibile.

Kaori intanto si avvicinava a passi lenti al Cat's eye dove, nonostante il locale esibisse l'insegna "CHIUSO”, trovò già Miki al bancone, intenta a pulire con aria assonnata.
- Kaori già a quest'ora non ce la fai più con il tuo Saeba? Dimmi, è tornato di nuovo a casa tardi, completamente sbronzo? - pronunciò tra uno sbadiglio e l'altro.
- Veramente sono venuta a prendere una tazza del tuo ottimo caffè e qualche cornetto – disse la ragazza servendosi da sola.
Miki la guardava incuriosita: era insolito vederla così allegra negli ultimi tempi, allora ne approfittò per farle una domanda che da tempo avrebbe voluto rivolgerle: - È successo qualcosa tra te e Ryo?
- No! - esclamò la ragazza arrossendo – Anzi – aggiunse rabbuiandosi, dopo una breve pausa – è inutile che fingo di essere contenta, è che non volevo affliggerti ... ma il problema è che non mi vuole dire niente!
Proprio in quel momento Umibozoo comparve dietro il bancone con indosso un pigiama turchese con le mezze maniche e pantaloncini e, non accorgendosi di Kaori, diede un bacio sulla guancia alla mogliettina. Kaori in quel momento si ritrovò ad immaginare lei e Ryo nella stessa situazione, ma la voce cavernosa di Umi che le dava il buongiorno la fece tornare alla realtà.
- Come mai qui a quest'ora? – domandò l'omone alla sweeper, imbarazzato.
- Mi dispiace venirti a disturbare, ma ho bisogno di farti alcune domande su Ryo.
- Non so niente di quello lì! - si limitò a risponderle con aria sfuggente. - Adesso, scusa, ma ho da fare – continuò sparendo dietro la porta. Miki lo seguì e poco dopo i due tornarono insieme nel locale. Kaori pensò che era incredibile come quella donna fosse riuscita a cambiarlo.
- Senti – iniziò a dire – io e Ryo siamo stati scelti per portare a termine una missione a fianco della polizia. Di più non posso dirti.
- C'era da scommetterci che fosse colpa di Saeko! - urlò la ragazza mentre Umibozoo scomparve dietro la porta.
- Se non sbaglio fra qualche giorno è il compleanno di Ryo – si azzardò a ricordarle Miki.
- Già, ma non credo che avrà il tempo di festeggiarlo – sospirò Kaori. L'amica non sapeva cosa risponderle.
- Sai, avevo perfino pensato di organizzare una festa a sorpresa, avevo già preparato gli striscioni e comprato i palloncini e gli invitati ... - le rivelò con tristezza.
- Ma non sarebbe meglio una festa solo per voi due? Sarebbe una buona occasione per chiarirvi – le propose la barista.
- Sei matta! Da sola con quello lì! - si accalorò la ragazza.
- Ma lo ami o no? – domandò Miki con aria perplessa.
- Non lo so – rispose infine Kaori mentendo.
Le due giovani donne rimasero ancora un po' a scambiarsi confidenze, finché Kaori non lasciò il locale assicurando l'amica che le avrebbe fatto sapere se la festa si sarebbe fatta o meno.
Mentre camminava per strada guardando le vetrine dei negozi si sentì chiamare a gran voce da una ragazza che le corse incontro:
- Kaori! Che piacere vederti! Dov'è Ryo?
- Scusami ragazzina ma non mi sembra di conoscerti.
- Ma che dici?! Sono io, Betty! È grazie all'aiuto di te e Ryo se sto in piedi!
Dopo un attimo di esitazione la sweeper la riconobbe: - Sei la ragazzina che abitava di fronte e che ci guardava con il cannocchiale! Quanto tempo è passato! Sei diventata grande ... e bella ... – constatò.
- Anch'io ti trovo bene! Ma come mai non sei venuta alla riunione del club?
- Club?! - ripeté la donna non capendo.
- Il club delle fans di City Hunter, tu ... non lo sapevi? Abbiamo fatto una riunione il mese scorso – la informò la giovane – Ryo è venuto, ci ha detto che tu avevi un impegno.
Kaori stava visibilmente iniziando a cambiare colore, dal viola al rosso intenso, non riuscì a trattenere la rabbia e gridò: - E pensare che io volevo pure organizzargli una mega festa di compleanno!
- Davvero! È fantastico! – esclamò la ragazzina.
- Dimmi un po' – riprese Kaori dopo essersi calmata – com'è che è nato questo “fans club”?
- Oh, è una storia lunga ... È nato tutto su internet, precisamente su una chat, non so se te ne intendi. Insomma parlando parlando ci siamo accorte di avere in comune il fatto di essere state salvate da City Hunter e poi è stato un passaparola.
- Capisco ... Lo sai mi è venuto in mente che a Ryo farebbe tanto piacere potervi rincontrare, perciò ti do questo incarico: dì a tutte le ragazze del fans club che sono invitate alla festa di compleanno di Ryo Saeba!
Quando Kaori raccontò a Miki la sua idea, questa rimase sconvolta ma si offrì ugualmente di aiutarla a preparare tutto ciò che serviva per la festa.

Il giorno del compleanno cominciò in modo un po' bizzarro per Ryo: la porta della sua camera si spalancò violentemente sbattendo contro la parete e una grande sagoma a lui familiare si posizionò esattamente davanti il suo letto: - Ditemi che sto sognando! Umi che ci fai qui! Chi ti ha fatto entrare in casa?!
- Non c'è tempo di fare domande: abbiamo un compito da portare a termine – si limitò a ribattere quello.
- Lo so – sospirò Ryo – ma non credi che sia un po' sospetto se mi vieni a prendere fino a casa? E poi non immagini che sogno stavo facendo! – esclamò con la tipica faccia da maniaco, mentre Umibozoo gli aveva voltato le spalle e fingeva di non sentirlo – A proposito – aggiunse poi tornando serio – per caso hai visto Kaori?
- È stata lei a farmi entrare ma subito dopo è uscita. Ha detto che aveva da fare e che ti ha lasciato qualcosa da mangiare in cucina – gli fece sapere il collega.
- Preferisco affrontare quelli lì a stomaco vuoto, non si sa mai. Adesso, se me lo permetti, vorrei andare a farmi una doccia – non ebbe neanche il tempo di finire la frase che Falcon era già scomparso al piano inferiore.
Mentre l'acqua tiepida gli accarezzava la pelle, Ryo chiuse gli occhi. Nella sua mente si affollavano immagini confuse, ricordi, incubi, la guerra, la fame, la sofferenza, la morte. Per un attimo si ricordò che quello era il giorno che Kaori aveva stabilito come giorno del suo compleanno: chissà quanti anni aveva ... 33? 34? Di più? Di meno? Non ne aveva idea, non c'era alcuna certezza nella sua vita, anzi una sola: lei, i suoi occhi marroni, limpidi e sinceri che col tempo lo avevano fatto innamorare con la loro gioia di vivere, la loro dolcezza. Ma ora li vedeva sempre più distanti da lui. Avrebbe perfino rinunciato ad essere City Hunter per vederla felice, un giorno. Se lo meritava, la sua piccola Kaori. Ma in quel momento non aveva la certezza che questo potesse bastare.
Un'ora dopo si trovava insieme a Umi nel quartiere più malfamato di Tokyo dove lo attendeva un altro compito rischioso. I due sweeper erano riusciti ad infiltrarsi nella banda criminale che da giorni terrorizzava la città, rapinando le più importanti banche e lasciando dietro anche diversi feriti e tanta paura. Ma quel giorno i migliori cacciatori della città avrebbero messo la parola fine a quella storia ...

Nello stesso tempo Kaori e Miki erano tornate a casa cariche di spesa e si apprestavano a preparare quanto occorreva per la festa. La loro mattina trascorse fra le pulizie e i fornelli; quando ebbero terminato erano quasi le 4 di pomeriggio. Miki era esausta ma la sua amica sembrava non essere contenta della nuova disposizione dei mobili e di come aveva appeso palloncini e striscioni, continuava a girare per casa per assicurarsi che fosse tutto a posto. Ad un certo punto Miki le fece notare una cosa: - Hai scelto cosa indossare stasera?
- Cosa? Ah, si certo! – rispose distrattamente – Allora dov'ero rimasta...
- Davvero? È qualcosa di speciale, suppongo. Fammi vedere! – la esortò.
- Oh, bé ecco ... veramente non ho ancora deciso, però pensavo di scegliere qualcosa di comodo, non mi ci vedo a fare l'elegantona ... insomma mi sentirei a disagio! Più tardi ci penso.
- Stai scherzando? Voglio dire, inviti tutte quelle ragazze e vorresti vestirti in modo anonimo? Non se ne parla! Adesso vieni con me e andiamo a comprare un bell'abito!
Kaori fu letteralmente trascinata fuori casa da Miki che le fece girare vari negozi per quasi due ore. Dopo vari tentativi andati a vuoto, anche per via dei prezzi troppo alti, finalmente trovarono un negozio che faceva al caso loro, sia per i loro gusti sia per le loro tasche. Kaori presa dall'euforia mise sottosopra il negozio provando tutto, ma alla fine non seppe scegliere e così fu Miki a consigliarla. La convinse a comprare un vestito semplice ma elegante: rosso, lungo fino a metà coscia, aderente, con le maniche a campana lunghe fino al gomito e un'ampia scollatura che arrivava appena sopra il seno.
- Ti sta benissimo – le disse Miki notando dal sorriso della ragazza che anche lei era felice dell'acquisto che aveva fatto.
Peccato che appena un'ora dopo, però, avesse già cambiato idea.
- È proprio lunatica quella ragazza! – sospirò Miki.
- Ma dov'è finita? – chiese Reika che nel frattempo era arrivata insieme alla sorella Saeko.
- Non vuole uscire dalla sua stanza – spiegò Miki – Dice che non se la sente di affrontare tutta quella gente!
- E perché? – chiese la poliziotta.
Fu la stessa Kaori a rispondere urlando dietro la porta: - Andate via!
- Non fare la ragazzina, Kaori Makimura! Ryo potrebbe essere qui da un momento all'altro. Che figura ci faresti? – cercò di convincerla Saeko.
- Tanto neanche si accorgerà della mia mancanza – sostenne l'interpellata.
- Ma che dici? Avanti vieni fuori se non vuoi che usiamo la forza – la minacciarono le sorelle Nogami, ma Kaori faceva finta di non sentire.

La mini rossa imboccava, rallentando, la strada che conduceva al palazzo dai mattoni rossi. Ryo aveva la sensazione che qualcuno lo stesse seguendo, ma nello specchietto retrovisore non aveva notato nessuna auto sospetta che gli stesse dietro.
   
 
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