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Autore: Hil 89    22/03/2017    3 recensioni
Dal testo:
Ragazzino, guardami. Sono vivo. Sono proprio qui. Con te. È stato solo l'ennesimo, dannato incubo. Non è colpa tua, non è mai stata colpa tua
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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WRAP YOUR ARMS AROUND ME 


 
Derek Hale si svegliò di colpo a causa di un urlò che squarciò il silenzio del suo loft.
Si voltò verso il giovane che dormiva al suo fianco e lo trovò seduto con la testa fra le mani, i fianchi stretti avvolti nel lenzuolo grigio aggrovigliato e le spalle nude tremanti.
Mosse una mano verso il ragazzino e gli accarezzò piano lo schiena, sentì il corpo del più piccolo fremere sotto il suo tocco, Stiles girò appena il capo nella sua direzione e quando il suo sguardo d’ambra incrociò quello del lupo, il moro fu colpito da un senso di disperazione, misto ad angoscia e puro terrore.
Derek” fu appena un sussurro, ma raggiunse comunque le orecchie del mannaro come una straziante richiesta d’aiuto.
Gli occhi dell’umano erano vitrei, completamente inondati dalle lacrime, Derek si alzò e gli passò le braccia intorno al collo per stringerselo addosso mentre iniziava ad accarezzargli i capelli fini.
Sono qui” rispose piano, “Sono qui con te” continuò frizionandogli le spalle con movimenti delicati, ma decisi.
Eri morto” un singhiozzo scosse il corpo pallido di Stiles, “Allison era in piedi dietro di te, mi fissava e continuava a ripetermi che era colpa mia” le lacrime dell’umano, che aveva nascosto il viso nel suo collo, gli bagnavano la pelle, “Io non volevo guardare, ma Aiden mi teneva fermo per le spalle e mi costringeva ad osservarti mentre continuava a sussurrarmi all’orecchio che ero io la causa della tua morte”.
Derek gli prese il volto tra le mani e gli asciugò con dolcezza le lacrime, “Era solo un incubo, sto bene. Stai tranquillo” la sua voce era profonda ed estremamente calma.
Stiles scosse la testa “C’era così tanto sangue” il più piccolo singhiozzò forte mentre faceva scorrere le dita sul suo torace, tastando i suoi addominali in modo quasi maniacale, come se fosse alla ricerca di qualche ferita, “Eri immobile, completamente ricoperto di sangue e i tuoi occhi…Dio, Derek eri morto. Ed era tutta colpa mia” proseguì con voce tremante, mentre nuove lacrime presero a scorrere sulle sue guance.
Derek gli accarezzò la testa, prima di appoggiargli il palmo sul collo “Ascoltami, è stato solo un sogno. Sono proprio qui di fronte a te. Guardami, sto bene” continuò prendendogli il mento tra le dita per convincerlo ad alzare il viso verso il suo, “Ragazzino, guardami. Sono vivo. Sono proprio qui. Con te. È stato solo l’ennesimo, dannato incubo. Non è colpa tua, non è mai stata colpa tua” le iridi verdi del mannaro osservarono il volto di Stiles, che sospirò sconfitto riabbassando nuovamente il capo, Derek non si diede per vinto perché non poteva sopportare di vederlo così, la faccenda del Nogitsune l’aveva sconvolto e devastato psicologicamente e quei maledetti incubi lo stavano letteralmente ed inesorabilmente distruggendo.
Il moro prese ad accarezzargli lentamente con i polpastrelli, la pelle morbida e ancora bagnata delle guance, convincendolo con ferma dolcezza ad alzare nuovamente lo sguardo su di lui, gli sorrise cercando di trasmettergli un po’ di sicurezza, Dio solo sapeva quanto avrebbe voluto strappargli via tutto quel dolore che lo stava consumando.
Lo sentì fremere ancora tra le sue braccia, così se lo trascinò addosso facendolo sedere a cavalcioni su di lui, mentre appoggiava la schiena contro la parete per poter stare più comodo.
“È tutta colpa mia” bisbigliò l’umano con voce rotta, “Io sono la causa della loro morte. Non sono stato in grado di contrastare il Nogitsume. Sono solo uno stupido umano. Questa è la mia punizione. Me la merito” Stiles tirò su con il naso mentre appoggiava la fronte contro la spalla nuda del mannaro.
Derek lo afferrò per le spalle e lo obbligò a guardarlo negli occhi “Stammi bene a sentire, ragazzino. Perché lo ripeterò una volta sola” cominciò con voce ferma, ma senza smettere di accarezzare con i pollici la pelle arrossata del più piccolo, “Tu non sei uno stupido umano. Sei iperattivo, estremamente logorroico e a volte irritante, ma i tuoi piani strampalati ci hanno salvato il culo in più di un’occasione! Sei parte del branco e nessuno, e credimi se ti dico che nessuno, ti incolpa di quanto è successo. Non è stata colpa tua. Mi hai sentito?” il lupo fermò il movimento delle dita ed afferrò il viso di Stiles impedendogli così di abbassare nuovamente il volto per sfuggire al suo sguardo, il suo giovane e tormentato cuore batteva come un tamburo ed i suoi meravigliosi occhi d’ambra erano estremamente lucidi, il suo odore sapeva di dolore, disperazione e senso di colpa, Derek fu sopraffatto da tutte quelle emozioni che lo colpirono come un pugno nello stomaco, ma non demorse.
“Non meriti di soffrire così, perché non è stata colpa tua” continuò a parlare con un tono di voce calmo avvicinando la fronte del castano contro la sua.
Stringimi” la richiesta di Stiles fu appena un sussurro, ma la risposta del mannaro arrivò subito: spostò le mani sulla schiena del più piccolo e lo attirò contro il suo petto, abbracciandolo stretto mentre gli sfiorava una tempia con le labbra.
Le braccia dell’umano si ancorarono ai suoi fianchi ed il suo corpo fu scosso da un altro singhiozzo mentre affondava il viso nell’incavo della collo del lupo. Derek rafforzò la presa su di lui, stringendoselo forte addosso, per fargli sentire e percepire la sua reale presenza con lo scopo di alleviare, almeno in parte, le sue sofferenze. Gli passò le dita tra i capelli castani, prima di accarezzare la base della nuca con movimenti lenti e sospirò quando lo sentì, finalmente, rilassarsi tra le sue braccia.
Stiles sfregò la punta del naso sulla pelle sensibile del suo collo e sussurrò 
“Grazie”, con un tono di voce ancora incerto e tremante.
Derek gli baciò ancora la tempia, “Per cosa?”
“Perché nonostante tutto, non te ne vai”
“Non potrei mai lasciarti” il mannaro si avvicinò ancora di più al suo orecchio, ”Tu sei la mia Ancora, ricordi?”
Stiles si mosse piano su di lui e si allontanò giusto quel poco che gli avrebbe permesso di guardarlo negli occhi, il licantropo sorrise davanti alla sua espressione sorpresa e cominciò a muovere in circolo la mano sulla sua schiena.
L’ umano si mordicchiò il labbro inferiore “Sono la tua ancora” ripeté con voce piccola.
Derek annuì “Certo, ragazzino” gli confermò sicuro prima di attirarlo verso la sua bocca per poter baciare le sue labbra morbide. Un brivido percorse la spina dorsale di Stiles ed il lupo sorrise nel bacio, prima di renderlo più profondo e intenso.
Il corpo del più giovane tremò nuovamente quando le labbra del moro presero a torturargli la pelle sensibile della gola, mentre le sue mani forti avevano iniziato ad accarezzargli le cosce per poi fermarsi sulle natiche.
Derek si allontanò dalla sua pallida epidermide cosparsa di nei per osservarlo: aveva gli occhi socchiusi, il respiro leggermente accelerato e le labbra lucide dai suoi baci.
Come richiamato dal suo sguardo, Stiles lo fissò e per la prima volta sorrise “Sei meraviglioso” sussurrò prima di appoggiare entrambe le mani ai lati del suo volto “Anche tu non scherzi, ragazzino” ghignò il moro spostando le dita sui suoi fianchi stretti. “Dovresti provare a dormire un po’” gli disse senza smettere di accarezzare la sua pelle nuda.
Stiles scosse la testa “Non voglio” rispose sfuggendo dal suo sguardo verde e muovendosi in modo irrequieto cercando di scappare dalla presa ferrea del licantropo.
Derek lo strinse con più forza impedendogli di spostarsi, “Stiles, guardami” disse con un tono fermo, ma calmo “Sono qui con te. Prometto di svegliarti se cominci ad agitarti, ok?”
Stiles annuì poco convinto, mantenendo lo sguardo basso.
Vieni qui” il lupo parlò con un tono dolce allargando le braccia in un chiaro invito, il più piccolo sorrise appena prima di rifugiarsi nel suo abbraccio, sentì gli arti del mannaro stringerlo forte mentre si sistemava meglio sul suo petto.
Stringimi a te” sussurrò mentre iniziava a sentire le palpebre farsi pesanti.
Sempre” 





 
  
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