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Autore: aethereally    05/06/2009    8 recensioni
Trasudava sensualità da ogni parte del corpo e da ogni gesto che compieva.
Anche se doveva trattarsi di una scherzosa pacca sulla spalla, lui conferiva a quell’ azione quel qualcosa in più che faceva voltare tutti e incantava perfino gli sguardi più disinteressati.
Merda.
Lo volevo.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aoi, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rhapsody ~ he is the cause of my headache.




In realtà a guardarlo attentamente non era nemmeno tra i più belli in assoluto: aveva un mento forse anche troppo marcato per gli orientali, quel nasone a patata e le labbra leggermente allungate… c’ era di meglio, ma aveva un fascino ed un’ eleganza invidiabile.

Trasudava sensualità da ogni parte del corpo e da ogni gesto che compieva.
Anche se doveva trattarsi di una scherzosa pacca sulla spalla, lui conferiva a quell’ azione quel qualcosa in più che faceva voltare tutti e incantava perfino gli sguardi più disinteressati.

Certo è che non si potesse dire fosse brutto… anzi.

Nonostante tutti quei piccoli difetti era…lui. E mozzava il fiato.

Inoltre si, insomma… era nato per provocare. Bastava guardarlo per un po’ per capirlo. Poteva indossare di tutto e sul suo corpo sarebbe apparso sempre perfetto.
Magari un giorno ti si presentava con una fascia tra i capelli sistemata in modo casuale e il giorno dopo ti veniva vicino chiedendoti se gli stesse bene quella camicia in tessuto leggero chiusa solo con due piccoli ed insignificanti bottoni centrali.

In quei momenti cosa potevi rispondergli se nel frattempo il tuo cervello era occupato a fare a pugni con l’ istinto di saltargli addosso alla vista di quei pettorali scolpiti e… Kami! La linea delle anche che si stagliava netta sul suo ventre e che –porca miseria- si vedeva dannatamente bene quando innocentemente allungava le braccia per stendere i muscoli, permettendo a quell’ insulso tentatore pezzo di stoffa il lusso di lasciarlo ancora più scoperto di quanto già non fosse.

Lo faceva apposta. Ne ero convinto.

Ed era inconcepibile!

Non era umanamente possibile possedere una carica sensuale così forte!
Nemmeno io che ero la bambolina del gruppo –la puttana in termini più generali- riuscivo ad apparire così provocante senza mostrarmi come la maschera di qualcuno che non ero.

Senza contare che si, io ero anche il più femminile del gruppo, ma la mia voce tradiva beffardamente il mio aspetto risultando bassa, baritonale, cupa…
…la sua invece? Profonda ed elegante. Sensuale anche quella.

Come gli si poteva biasimare la scelta del nome della sua chitarra¹ una volta appurato tutto ciò?
Quello strumento era così simile a lui: sinuoso, felino, raffinato.
Passionale… 艶²~en~Attraente…艶~en~Sensuale艶~en~.

艶~en~艶~en~艶~en~艶~en~艶~en~.

Merda.
Lo volevo.

E non era solo il mio cervello a mandarmi quell’ impulso irrefrenabile.

«Kou…?»
Silenzio.
«Uruha?»
«Eh?» quasi sobbalzai nel ritrovarmi Yutaka che mi sventolava una mano davanti al volto con sguardo preoccupato.
Guardandomi intorno mi resi conto che non era l’ unico che mi fissava.

eccetto lui.


Mi dava leggermente le spalle e con un panno scuro lasciava scorrere le sue dita sulle corde della chitarra per pulirle.
Un movimento lento dall’ alto verso il basso, dal basso verso l’ alto…

Lo volevo.

E volevo le sue mani sul mio corpo, le sue carezze e le stesse attenzioni che dedicava a quella stramaledettissima 艶~en~.

Fanculo.
La odiavo.

«Kouyou Takashima!»
«EH?» sbottai scocciato.
Avevano seriamente deciso di distrarmi quel giorno.
«Che c’è?» domandai sbuffando tornando –a malincuore- a posare lo sguardo sul nostro Leader.
«Dove hai la testa oggi, Uru? Non c’è un solo accordo che tu abbia preso e in più sembri perso in un tuo mondo! Dovresti dormire di più la notte invece di andare ad ubriacarti!»
Risatina di Takanori… che nano inutile.
Sapessi dove ho la testa non scocceresti così tanto, Leader.
E giusto per informazione: non tocco una goccia d’ alcol da giorni ormai, da quando lui viene a casa mia per provare e poi se ne va lasciandomi totalmente spiazzato, scombussolato ed… eccitato.

Non riesco a pensare ad altro se non a lui, lui e ancora lui.

Sta diventando un’ ossessione, questa cosa.
Mi si sta friggendo quel po’ di cervello che mi è rimasto.

«Sono solo un po’ stanco, ecco tutto…» buttai giù la prima scusa poco credibile che mi venne in mente per tornare a dedicarmi al mio passatempo preferito dell’ ultimo periodo: guardarlo.

Stavo diventando maniacale e pazzo, si. Fottutamente pazzo.

«Su ragazzi, ci prendiamo una pausa! Tra trenta minuti qui, io vado a prendere un caffè.»
Nemmeno il tempo di finire la frase che già quel deficiente che ci ritroviamo per bassista aveva cominciato ad esultare lanciando in aria quel povero martire del suo basso.
Se avesse avuto vita propria e capacità di parlare, l’ avrebbe già mandato a quel paese.
Takanori, invece, era schizzato fuori alla velocità della luce lasciandosi alle spalle l’ eco della sua voce in una cantilena continua «Famefamefame. Cibocibocibo.»

Soli.
Mentre ti appropri con calma del divano con la tua inseparabile chitarra in grembo –dannata 艶~en~- accavallando le gambe in un movimento così naturale da sembrare irreale…e da chiudermi lo stomaco.
Strimpelli qualche motivetto inventato al momento arricciando il labbro superiore in quel FA che non riesci a prendere come vorresti.
Io, invece, resto ancora in piedi con Hellion³ tra le braccia e non riesco a smettere di guardarti nella mia immobilità.

Un burattino sarebbe stato più dinamico di me in quel momento.
Mi mancavano pelo, zampe e coda e poi avrei potuto tranquillamente dire di somigliare ad un cane arrapato con tanto di bava alla bocca e faccia da pesce lesso.

Complice –per non dire ulteriore attentatore alla mia ben poca stabilità- quel caldo snervante.

E quella stupida, piccolissima ed insignificante goccia di sudore.

Maledetta anche lei.

Lei che si arrecava il diritto di percorrerti il collo con studiata lentezza, scivolare giù lungo il petto solcando la piccola barriera delle clavicole e morire lì, sotto quella camicia leggera di seta nera, sul tuo petto.

Stupida, piccola ed insignificante goccia di sudore.
Stupida, piccola ed insignificante bastarda.

E addio capacità di resistenza.


Stupido inquilino dei piani bassi che non sta mai al posto suo quando dovrebbe.

«Pensi di rimanere lì a fissarmi ancora per molto?»

Spluf! Secchiata di acqua gelida.

Ti sfili 艶~en~dalle braccia, finalmente –si può essere gelosi di una chitarra?- inclinando la testa per raccogliere i capelli e portarli di lato in una carezza sensuale, lasciando scoperto il collo niveo… bianco, elegante.

Kami, quella linea è così invitante.

Addio autocontrollo.


Lo fai apposta stronzo, vero?
Dillo che lo fai apposta!

Senza proferire parola mi smuovo dalla posizione statica sfilandomi Hellion, poggiandola in malo modo non so nemmeno io dove –scusami piccola!- per dirigermi verso di lui, afferrargli quella mano che ancora giaceva sul collo e tirarlo verso di me facendolo alzare.

«Ma che…?»
Non gli lascio il tempo di continuare trascinandolo fuori dallo studio, lungo il corridoio, nel primo bagno che mi trovo a tiro.
«Uruha ma cos…?»
Lo spingo dentro chiudendo a chiave la porta alle mie spalle controllando velocemente che non ci sia nessuno nei bagni oltre noi, poi torno a guardarlo.

Ha un’ espressione adorabilmente confusa sul volto, il sopracciglio destro leggermente inarcato.

Addio TUTTO.

Questa te la sei cercata.

Lo spingo con le spalle al muro quasi violentemente, alle orecchie mi giunge un flebile «Ahi» al quale sarebbero seguiti sicuramente una serie di imprecazioni –poco ma sicuro- se non l’ avessi anticipato gettandomi disperatamente sulle sue labbra.

Dire che lo volevo era veramente poco.

Fanculo all’ amicizia, fanculo tutto! Mi sarei giustificato dicendo di soffrire di allucinazioni e che per i morsi di fame l’ avevo scambiato per un pasticcino… un elegante bignè alla crema cosparso di zucchero a velo… o per una fragola! Un’ eccitante e succosa fragola.

Basta! Stop!

Kami che buon sapore aveva la sua bocca!

EH!?
Non mi ero fermato alle labbra? Le sue mani non erano lungo i fianchi? Cosa ci facevano ora, intorno al mio collo?

Non scodinzolare troppo Uruha.
Sta solo rispondendo al tuo bacio.

…presi fiato a malincuore staccandomi dalle sue labbra, allontanandomi di poco.

Sorrideva lui.
Ancora con gli occhi chiusi e le guance picchiettate di rosa, sorrideva incurvando leggermente gli angoli delle labbra verso l’ alto.
Sorrideva e io volevo strappargli a morsi quel ghigno soddisfatto dalla faccia.

Quasi sobbalzai quando aprì lentamente gli occhi. E mi ci persi dentro…
Le sue iridi erano scure, nere come la sua chitarra, nere come lo smalto che portava sempre.
Nere e profonde: una distesa sconfinata di…tutto?
Liquide, lucide quasi e screziate qua e là di qualche pagliuzza color cioccolato scuro.

Qualcosa si agitò nel mio stomaco.

«Finalmente…»
Lo sussurrò sulle mie labbra risvegliandomi dalla trance solo quando avvertii nuovamente il contatto con il suo sapore di caffè e menta.

Avevi progettato tutto.
L’ hai sempre fatto apposta

«…stronzo.» soffiai tra un bacio e l’altro sempre più rovente.
E lui sorrideva ancora, anche senza vederlo lo sentivo contro le mie labbra…



Ende.

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~


¹ Il nome della chitarra di Aoi è ESP A-I [艶~en~] Series.
² 艶 Questo kanji, en, per l’ appunto, significa sensuale, seducente, elegante, affascinante.
³ Nome della chitarra di Uruha, completo è U-01 [HELLION].

COFF.
Ora tocca a me!
Si, a me piace sperimentare quindi ogni tanto cambio stile, poi torno al vecchio e poi cambio di nuovo! Dettagli, insomma!
Questa fanfic è nata tra le undici e le dodici di oggi (correzioni escluse), venerdì 5 Giugno, mentre io e Archangel eravamo in biblioteca per studiare. COFF.
Avevo mal di testa, volevo fermarmi per un po’, ho visto la mia penna nera che scrive dannatamente bene, ho ripensato a quello che avevo detto a madreh pochi minuti prima e via…ho iniziato a scrivere e la storia si è creata da sé! Senza sforzi né nulla. E’ uscita fuori tranquillamente!
Shi, ne sono anche piuttosto soddisfatta.
Per la prima volta in vita mia non è nulla di tragico –strano davvero, eh-
Ma ogni tanto ho bisogno anche di sano e dolce fluff.

Dedicata a lei. Archangel Reliel, mutti o madreh che sia.
Un po’ perché mi sopporta sempre e un po’ perché è anche grazie a lei che è nata questa shot.
Arigatou haha. Watashi mo aishiteiru. ♥

Detto ciò, a voi la parola u.u
E si, per chi ha letto anche quella e ha intenzione di linciarmi, non vi preoccupate, Taste avrà un seguito che è già in cantiere!
La storia, nella mia testolina, è già conclusa ma devo trovare il tempo per riportarla su carta.
E’ un altro tipo di lavoro quello per quella fic, più stressante e difficile e ho bisogno di tempo, che al momento non ho, per portarla avanti decentemente.
Non la lascerò in sospeso, don’t worry. Pazientate ancora un po’.
Nel frattempo grazie per chi l’ ha letta e commentata. <3

Ultima cosa: il titolo.
Rhapsody è rapsodia. Non c’entra molto con il significato in sé per sé, ma mi riferivo a questa espressione quando ho scelto il titolo: “go into rhapsodies about something” Andare in estasi per qualcosa. ♥

Mata ne~
   
 
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