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Autore: TeamFreeWill    26/03/2017    4 recensioni
Sono giorni in cui il piccolo Sam è solo perchè suo padre e suo fratello sono a caccia, mentre un giorno esce da scuola, pensa a quanto suo fratello gli manchi.
Non e' facile essere figlio di un cacciatore. Sam lo sa bene. Per lui, le piccole gioie della vita come un bel voto, non si possono condividere. :)
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'Prima dell'inizio'
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Sam stava percorrendo la strada che da scuola lo avrebbe riportato all’ennesimo squallido e angusto motel in cui soggiornava.

Era mogio con sguardo basso. Chiunque sarebbe stato al settimo cielo, per il 10 con lode nella verifica di matematica e il 10 nell’interrogazione di storia. Così non era per il tredicenne Sam. Lui era infelice. Lo era sempre. Solo una volta era stato felice, quando vinse quella coppa al torneo di pallone. Poi era dovuto crescere in fretta.

Il vento soffiava alzando in piccoli vortici le foglie cadute a terra. Era una giornata abbastanza fredda per essere i primi di ottobre, ma non gli importava. Lui aveva sempre caldo e per questo si era levato il giubbino. Si seddette su una panchina di peso e dallo zaino tirò fuori il suo walkman, si mise le cuffie e ascoltò un po’ di musica.

Cercava di non pensarci, di scacciare la rabbia che sentiva dentro. Si perché oltre che essere infelice era anche arrabbiato. Costantemente, verso il padre.

Per colpa sua non poteva condividere la sua felicità con qualcuno. Già, perché una volta arrivato alla sua schifosa stanza, l’avrebbe ritrovata vuota, si sarebbe prearato la cena da solo e si sarebbe rimboccato le coperte in solitudine.

Dean era stato obbligato dal padre ad andare a caccia con lui senza portarsi dietro il fratello. Troppo pericoloso disse solo, austero. Il biondo aveva insistito per un po’, ma non voleva disobbedire , deludere e litigare con il suo eroe così si arrese.

Sam no. Litigò molto con Jonh prima che partissero urlandogli contro che Dean doveva studiare, non poteva continuare a saltare la scuola e che ne andava del suo futuro, ma il padre era stato irremovibile. Un vero sergente. La porta si chiuse con un tonfo e lui rimase lì in mezzo alla stanza. Solo. Sconfitto.

Attraverso le finestre, dalla posizione in cui era, scorse Dean che lo guardava. La scena sembrava a rallentatore. Sul viso del maggiore, uno sguardo mortificato. Poi il tempo riprese a scorrere veloce e l’impala sfrecciò via.

E così erano tre giorni che era solo. Sentire il maggiore per telefono non era la stessa cosa, gli mancava molto. Gli mancanvano le chiacchierate insieme e anche gli scherzi che si facevano. Delle lacrime scesero e iniziarono a rigargli il viso. Tirò su col naso e se le asciugò con un fazzoletto.

Inutile piangersi addosso si disse. Come sempre ingoiava il dolore e tirava avanti. Si alzò e riprese a camminare, mandando un SMS al fratello. La risposta orgogliosa del maggiore se la sarebbe fatta bastare.



Note autrice
Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggerla. Ciao a tutti
  
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