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Autore: ladyzaphira    28/03/2017    2 recensioni
Il giorno più lungo, ma allo stesso tempo più bello.
Per uno dei fratelli Hamato ed un loro, ormai ex, nemico che presto si uniranno con le loro rispettive anime gemelle in un doppio matrimonio con MOLTI più invitati del previsto.
Si sa, quando suonano le campane dovrebbe essere tutto perfetto, almeno in teoria.
Ve la sentite di partecipare?
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MEGA one-shot divisa in più parti, con diverse coppie sparpagliate in giro tutti i gusti +1 XD
Het e yaoi, ma niente T-cest, spero che vi piaccia!! ^^
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Chris Bradford/ Dogpound, Donatello Hamato, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tales of the Hamato Clan: La fine e il nuovo inizio'
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… 7 maggio 2017, ore 10:55 …
 
“Io quello lo UCCIDOOOO!!”
 
“Andare in escandescenze non lo farà arrivare prima, Leolance”
 
“Ah si?! Beh, sai che ti dico?! Considerando la situazione quell’idiota farebbe meglio a non presentarsi più a questo punto!!”
 
“Tutta questa tensione non ti fa bene ragazzo mio …”
“OH, MA DAVVERO?!”
“… Uno di questi giorni ricordami di insegnarti una tecnica (o due) di rilassamento psicofisico, ne trarresti beneficio”
 
“Zaffira dubito fortemente che qualcuno riuscirà mai ad insegnare A ME come rilassare i nervi!!” replicò Leolance con uno sbuffo spazientito “E’ un impresa troppo ardua, perfino per una mistica Maestra Guaritrice come TE, e … -GAAH!!”
 
Zaffira interruppe il suo sproloquio spostandosi improvvisamente dietro di lui, per poi premere delicatamente diversi punti sulle sue spalle con le punte delle dita.
 
Una debole aura azzurrina “macchiò” per pochi istanti le zone di pelle color verde germoglio, striate di giallo su diversi punti, sfiorate dalla ragazza per poi scomparire come assorbite dai tessuti stessi.
La tartaruga mutante provò un senso di rilassamento immediato!!
Le spalle si afflosciarono, la tensione muscolare si allentò e di conseguenza anche lo spirito solitamente ardente di Leolance ne trasse beneficio.   
 
“Stavi dicendo?” chiese la giovane sorridendo leggermente.
 
“W-Wow, ok …” mormorò l’altro sbattendo un paio di volte le palpebre “… Come non detto, non sottovaluterò mai più le tue tecniche speciali”
 
“Come ti senti?”
 
“Bene, più che bene direi molto … molto ZEN, credo” dovette ammettere Lance sbattendo le iridi eterocrome “E’ così che aiuti Leo e Karai a tenere sotto controllo il loro lato … ehm, SERPENTESCO, quando si arrabbiano?”
 
“Più o meno, anche se il loro è un caso un po’ più particolare … toh!! Guarda, appena in tempo direi”
 
La giovane donna volse lo sguardo color caffè verso il fondo del tunnel.
Uno stridio metallico aveva appena fatto vibrare brevemente i binari del tratto ferroviario abbandonato delle metro, dove i due stavano attendendo.
 
Il BattleShell giunse davanti a loro con una brusca frenata, probabilmente causata dall’alta velocità con cui questo era arrivato.   
Uno dei finestrini, ovviamente oscurati, del davanti si abbassarono e dal posto di guida sbucò fuori l’espressione tutta trafelata ed imbarazzata di Raphael, il quale sbloccò immediatamente le portiere del mezzo.
 
“Ehi ragazzi!!” cercò di forzare un sorriso di scuse il focoso “Tutto bene?”
 
“Guarda, sono TALMENTE SUPERIORE al tuo INFIMO livello che ti ignorerò” replicò Leolance seccamente, fulminandolo con un occhiataccia.
 
“Ah …” emise debolmente il focoso sbattendo le palpebre.  
 
Zaffira ridacchiò fra se e se, beh tutto sommato gli era andata bene.
Probabilmente, anzi, SICURAMENTE sarebbe potuta andargli molto peggio conoscendo il  caratterino di Lance.
 
Quest’ultimo sbuffò, voltandosi sdegnato da un’altra parte, ed iniziò a caricare i diversi pacchi e pacchetti che c’erano intorno a loro sul BattleShell.
“Invece di fare domande idiote scendi e dacci una mano” disse soltanto.
Il tutto con una tale tranquillità che Raph ne rimase quasi sconvolto mentre scendeva dal mezzo per aiutare gli altri due.
 
“Ma non dovevi ignorami nanerottolo?” domandò beccandosi solo un’esauriente gomitata tra le costole come risposta “Ouch!! Ehi, aspetta un attimo …” fece poi guardando meglio i due mentre si massaggiava la parte lesa.
 
“… Voi due non vi siete ancora preparati?”
 
“Certo che no” replicò Lance come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
 
“Non avrai pensato davvero che ci saremmo messi in ghingheri  per aspettare in un tratto abbandonato delle FOGNE, eh?! BAKA!!”
 
“Quello che Lance sta cercando di dire” venne in aiuto Zaffira, intenerita dall’espressione implorante messa su dal focoso “E’ che ci prepareremo una volta arrivati o se proprio ci metteremo tanto ad arrivare, beh, direttamente nel furgone”
 
“NEL FURGONEE!!??”
  
… 7 maggio 2017, ore 11:30 …
 
BEEP!!
 
“SONIC!! Ti sei accorto di essere appena passato con il ROSSO?!”
 
“Cosa?! Era rosso?!”
 
“Mi stupisce che non abbia ancora tamponato la macchina a qualcuno”
 
“A me stupisce che siamo ancora VIVI!!”
 
“Ehi!! Io sono un guidatore fantastico!! Sono i semafori che sono troppo lenti!!”
 
“Tutto questo per guardare dei cartoni animati”
 
“Sonic Boom non è un cartone animato, è IL cartone animato!!” sbuffò infine un ragazzo sui 18-19 anni, dalla corporatura un po’ minuta ma comunque tonica ed asciutta, un una linea incredibilmente … “aereodinamica”.  
Aveva i capelli di uno sgargiante blu elettrico, impossibile da non notare, e grandi occhi verde speranza.
 
Indossava una giacca verde scuro con sotto una camicia bianca, ed un paio di jeans scuri eleganti, arricchiti da una cintura nera.
Aveva poi una cravatta della stessa tonalità della giacca, a tinta unita.
 
“Solo perché ha TE come protagonista, faker?!”
 
“Sei solo geloso perché fino ad adesso sei apparso in una SOLA puntata, in una stagione di 50 … !!” ribatté il blu lanciando un’occhiata di fuoco al ragazzo sulla ventina che si trovava ai sedili dietro, seduto in mezzo a due splendide ragazze.
 
“… E comunque non credevo che saremmo dovuti andare in macchina!!”
 
Mayra Sheyrad in tutto ciò stava facendo fatica a trattenere le risate.
Non c’era niente da fare, quei due quando litigavano erano davvero esilaranti!!
Se poi anche Riccardo si fosse unito alla conversazione sarebbe stato ancora più divertente.
Peccato che ciò probabilmente non sarebbe accaduto, visto che quest’ultimo sembrava troppo preso a mangiarsi “l’autista” con gli occhi per prestare troppa attenzione alle loro frecciatine.
 
Ma del resto Riccardo non era mai stato un tipo di molte parole, e da questo punto di vista non differiva poi molto dallo stesso Shadow.
 
Certo, era comunque un bel tipo.
 
Alto, robusto, tra i 24 e 25 anni.
Dalla disordinata chioma arancio brillante legata in una piccola coda alta e gli occhi dorati dalle pupille leggermente ristrette come quelle dei felini.
Portava una camicia rosso acceso, che spiccava da sotto la giacca bianca nel cui taschino, all’altezza del pettorale destro, sbucava un fazzoletto rosso piegato elegantemente.  
 
Pantaloni bianchi infine completavano il tutto.
 
“E tu che cosa diavolo ci trovi di divertente?!” sibilò Shadow fissando male la bella ragazza dallo stile orientaleggiante che le sedeva accanto.
 
“Chi?! IO?” cinguettò la nominata sbattendo teatralmente gli occhi con fare innocente “Niente, e tu Rouge?!” seguitò rivolta all’altra giovane seduta vicino a Shadow.
 
Pelle chiara, capelli albini corti, tagliati a caschetto, ed occhi color acquamarina.
Questa era Rouge, la quale per un occasione così importante come un matrimonio si era scelta un lungo vestino nero senza spalle, con lo spacco fino al ginocchio, ricamato lungo il busto con dei disegni floreali rosa con tanto di Swarovski.
Guanti lungi bianchi con i bordi rosa e una stola di pelliccia (ovviamente finta) del medesimo colore infine la rendevano pronta per la scena.
 
“Ihih!! Oh no … ahahah!! Assolutamente!!” replicò Rouge.  
 
“Comunque …” incominciò Sonic facendosi pensieroso mentre imboccava l’autostrada per andare fuori città “Non ho ancora capito come hai fatto a farci arrivare in questa dimensione, ne tanto meno a procurarci gli inviti per questo matrimonio”
 
“Di gente che non conosciamo” sottolineò allora Riccardo facendo, finalmente, sentire la sua voce.
 
“Ed io vi ho già spiegato che NON è stato merito mio” ricordò Mayra facendo le spallucce.
 
“Ok, ma allora come … ?” esclamò il blu.
 
“Sinceramente? Non ne ho la minima idea!!” affermò Mayra senza la minima preoccupazione, giocherellando distratta con una ciocca ribelle, sfuggita alla cipolla un po’ “disordinata” in cui si era acconciata i lunghi capelli bruni.   
“Ma infondo che importanza ha?! Un matrimonio è un MATRIMONIO!!”
 
“Ben detto” le diede man forte Rouge sorridendo “Tra l’altro questa è la prima volta in partecipo ad un così lieto evento”
 
“Già inoltre …” mormorò ad un tratto la bruna facendosi pensierosa “… Ho come la strana sensazione che, una volta che tutto questo sarà finito, ci ritroveremo a casa nostra senza neanche rendercene conto*”
 
… Nello stesso momento …
 
Buffo come la vita potesse cambiare all’improvviso, proprio quando ormai avevi perso ogni speranza per migliorarla tu stesso.
 
Erano questi i pensieri di Chris Bradford mentre si guardava allo specchio, ancora incredulo della sua immensa fortuna.
 
Chris Bradford.
Dapprima un mutante chiamato “Dog-puond”, divenuto in seguito “Rahzar” a causa di una seconda mutazione, ed infine di nuovo Chris.
Chris Bradford, UMANO**.
 
Finalmente, dopo tanto tempo …
 
Tutto ciò solo grazie a LEI.
 
Lei, che tra poche ore sarebbe divenuta sua moglie.
Lei, che gli aveva detto “si” senza sapere che presto sarebbe tornato ad essere un umano.
 
Lei, che era riuscita a farlo ridere, piangere, sentire amato malgrado il suo aspetto.
 
Lei, che aveva saputo vedere oltre agli artigli, i denti …
… oltre il passato da ninja malvagio.
 
Chris si sistemò meglio il giglio bianco, appuntato sulla giacca blu notte, i cui petali si curvavano verso l’interno con sfumature giallo-aranciate.
Si osservò con attenzione, assicurandosi di essere in perfetto ordine.
 
Era buffo come anche la sua forma umana fosse tornata comunque DIVERSA, rispetto a come era prima.
 
Era più alto e slanciato, la massa muscolare meno evidente rispetto a come era prima ma senza che questo avesse intaccato sulla sua forza.
I capelli erano lunghi fin poco al di sotto delle spalle, neri come la pece così come lo era il leggero strato di barba, completamente diversi dal castano chiaro di un tempo.
Infine gli occhi da azzurri erano rimasti dorati, proprio come lo erano quelli di Rahzar.
 
“Allora hai finito di rimirarti?!” brontolò una voce alle sue spalle facendolo ghignare “Dio, sei peggio di una modella”
 
“Sei per caso invidioso Xever?!”
 
“IO?! Macché!!”
 
Il nominato se ne stava appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate sul petto, visibilmente impaziente di lasciare finalmente quella stanza in quella chiesa sconsacrata, ex-quartier generale del Maestro Shredder, e dirigersi verso la fattoria O’neil.
 
Anche lui, dopo tanto penare, era tornato ad essere un umano normale.
 
Libero di poter camminare in giro per strada senza l’ausilio di respiratore e gambe robotiche.
 
Era felice, malgrado il suo orgoglio facesse di tutto per non darlo a vedere.
Così come aveva evitato fino a quel momento di fargli dire “Grazie” a colui che aveva reso possibile quel miracolo.  
 
-Beh, sembra proprio che oggi sarò obbligato a farlo- si ritrovò a pensare l’ex Fishface con amarezza.
 
Non aveva più scuse per evitarlo questa volta, specie considerando che era uno dei TESTIMONI di nozze.
Non aveva mai partecipato ad un matrimonio.
 
Ne tantomeno ricoperto un ruolo così importante, e per certi versi ne era orgoglioso.
 
“Visto!!?? Lo sapevo che tu e il mio Chris infondo …” aveva detto quella volta Olivia quando aveva accettato la loro richiesta.
“… Vi volete bene, ahahah!!”
 
“Eh, ora non esageriamo” aveva risposto lui guardando il partner “Si è guadagnato il mio rispetto, tutto qui” 
 
“Ceeerto, come no!? Sarebbe troppo scandaloso per voi due considerarvi AMICI, eh?!” 
 
Xever sorrise appena al ricordo.
 
Si, decisamente troppo scandaloso. 
 
“Tigerclaw, Bebop e Rocksteady saranno pronti secondo te?” domandò Chris d’un tratto chinandosi ad allacciarsi una scarpa.
 
“Bebop e Tigerclaw sicuramente” replicò Xever “Rocksteady ho qualche dubbio”
 
“Beh, effettivamente lui non tiene allo “stile” come Bebop” ridacchiò l’altro scuotendo la testa “Ne tiene a far impressione su una certa GUARITRICE come Tigerclaw …”
 
… 7 maggio 2017, ore 12:40 …
 
“Tutto bene Leather?!”
 
“Ah-ah …”
 
“Sicuro?”
 
“C-Certo!!”
 
“Non ci sverrai sull’altare vero?!”
 
“Certo che no, Rockwell!! Non sono COSI’ agitato!!”
 
“Uhm, si effettivamente è vero”
 
“E la Smetta di leggermi il pensiero!!”
 
Il coccodrillo mutante si allentò la cravatta blu scuro con uno sbuffo indignato, incrociando le braccia sul petto mentre il suo interlocutore, nonché autista, se la rideva sotto i baffi.
Chi l’avrebbe mai detto che un incidente con il mutageno avrebbe portato ad una conclusione tanto lieta?***
 
Di certo non i Mutanimals che quel giorno, nel laboratorio di Donatello, si erano lasciati prendere dal panico totale.
 
Perfino lui non era riuscito a smettere di “lievitare”, da una parte all’altra del rifugio delle tartarughe, preoccupato come era per le condizioni di uno membro di quella che, ormai, considerava la sua famiglia.
Leatherhead stava giocando con Michelangelo ed un non-esattamente-consenziente Raphael, mentre lui e Donatello stavano cercando di concludere un esperimento per un nuovo anti-mutageno.
Fu questione di un attimo, un momento di distrazione unito alla stupidità dei due che avevano pensato bene di invadere il laboratorio per sfuggire alle ire della testa calda.
 
Il loro esperimento non concluso andò a finire addosso al coccodrillo che, scivolando, era finito a sbattere proprio contro il tavolo da lavoro.
 
Leatherhead restò in coma per diversi giorni, lasciando tutti in apprensione.
In special modo Donatello che malgrado non ne avesse ragioni si sentiva profondamente in colpa.
 
In quei giorni il loro amico coccodrillo subì una lentissima mutazione che ne cambiò il corpo, rendendolo leggermente più simile a quello di “homus erectus” palestrato.
 
Muso e volto invece restarono pressoché invariati.
 
Ma i cambiamenti più evidenti risultarono una volta sveglio.
 
Leatherhead era diventato più intelligente (non che prima lo considerassero stupido eh), quasi un GENIO all’altezza di Donatello e lo stesso Rockwell!!
Alla fine il loro esperimento non aveva avuto brutte conseguenze, anzi.
 
Eppure i cambiamenti non si fermarono solo a ciò e, con il tempo, ad accorgersene sarebbe stato lo stesso Donatello.


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Ecco la seconda parte, a breve spero di tirare fuori anche la terza ed ultima, se tutto va bene!! Eheheh!! ^^
*Nella prossima parte si spiegherà il senso delle parole di Mayra, chi fra vuoi a seguito la mia storia "Arabian nights II" (anche solo i primi tre capitoli di quest'ultima)  probabilmente sarà avvantaggiato e capirà meglio le cause che hanno portato a questo Crossover apparentemente ingiustificato XD 
** Ho deciso, MOOOLTO a malincuore credetemi, di fare di Rahzar un essere umano.
Non solo per ragioni di "associazione di specie" per la piccola Olivia, ma anche perchè fra tutti i mutanti del Foot mi è sembrato l'unico, insieme a Xever, a desiderare fino all'ultimo di tornare ad essere un umano (difatti mi è sembrato lo dicesse spesso), però già che c'ero se proprio dovevo farlo tornare umano, ho voluto farlo a modo MIO eh!! ù_ù
*** La faccenda di Leatherhead e Donnie è più complessa ma ho voluto darvi un infaniratura generale che poi,se fortuna vuole, svilupperò in un altro racconto appartenente a questa stessa serie.
Detto ciò, spero vi sia piaciuta anche questa parte e vi ringrazio per le recensioni o anche solo per aver letto!! ^^

  
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